Netflix non sbaglia un colpo e con “Sex Education” ha fatto di nuovo centro. Quella che sulla carta sembrava una buona serie, sullo schermo si è rivelata anche decisamente meglio delle aspettative.
https://www.youtube.com/watch?v=o308rJlWKUc
***ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER SULLA PRIMA STAGIONE***
Il primo grande punto di forza è la trama. Un’improvvisata clinica del sesso gestita da adolescenti e che si rivolge ad altri giovani con l’ormone impazzito – capite che, già da questa premessa, le situazioni comiche che ne derivano si sprecano. Così con una buona dose di leggerezza e di autoironia vengono messe in campo le problematiche classiche della vita del liceo, dal bullismo all’accettazione di sé stessi, dal rapporto con i genitori alla fissazione per il sesso. Il tutto comunque condito da un sano tocco di british humour, che non guasta mai.
Insomma “Sex Education” vince per la leggerezza. Sono 8 episodi che volano e che ti coinvolgono. Come detto all’inizio, i temi affrontati sono tanti ed anche complessi, ma non subiscono il classico effetto drammone – thank God, vorrei aggiungere! I personaggi non rappresentano la novità assoluta, ma sono ben rappresentati e insieme creano un gran bel quadretto. Dato il clima generale di leggerezza e, presumo, l’intento di trasporre e fare dell’ironia sui classici clichè dei teen drama, il fatto che i personaggi siano abbastanza stereotipati è del tutto superabile e anche la mancanza di un elemento sorpresa forte, di un colpo di scena insomma, non si fa particolarmente sentire.