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Sex Education – Il sesso al liceo non è mai stato così divertente

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Sex Education – Il sesso al liceo non è mai stato così divertente

Netflix non sbaglia un colpo e con “Sex Education” ha fatto di nuovo centro. Quella che sulla carta sembrava una buona serie, sullo schermo si è rivelata anche decisamente meglio delle aspettative.

https://www.youtube.com/watch?v=o308rJlWKUc

***ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER SULLA PRIMA STAGIONE***

Il primo grande punto di forza è la trama. Un’improvvisata clinica del sesso gestita da adolescenti e che si rivolge ad altri giovani con l’ormone impazzito – capite che, già da questa premessa, le situazioni comiche che ne derivano si sprecano. Così con una buona dose di leggerezza e di autoironia vengono messe in campo le problematiche classiche della vita del liceo, dal bullismo all’accettazione di sé stessi, dal rapporto con i genitori alla fissazione per il sesso. Il tutto comunque condito da un sano tocco di british humour, che non guasta mai.

L’effetto vintage è riuscitissimo. Al primo impatto, infatti, se non fosse per la tecnologia presente, tutto farebbe pensare che la serie sia ambientata negli anni ’80, come un classico teen movie di John Hughes. L’ambientazione in questa cittadina dispersa nella campagna inglese, il look di alcuni dei protagonisti, la colonna sonora… tutto ha un piacevole gusto retrò che sembrerebbe stridere con l’argomento trattato e che invece si sposa a meraviglia.

La scelta del protagonista è geniale. Ricordavo Asa Butterfield dai film in cui era il bimbo prodigio con gli immensi occhi azzurri (“Il bambino con il pigiama a righe” e “Hugo Cabret” giusto per farvi un’idea), e questo ha aumentato il senso di imbarazzo che già naturalmente il personaggio trasmette: lui si sente a disagio nel parlare di sesso e tu ti senti a disagio a vederlo in questa situazione, un po’ come se fosse un fratello minore. E poi Otis Milburn è la rappresentazione vivente del disagio adolescenziale, sempre fuori contesto, quasi incapace di relazionarsi in maniera normale con i suoi coetanei, per cui ovviamente è uno spasso da guardare, soprattutto alle prese con il ruolo di terapeuta sessuale con nessunissima esperienza pratica. La teoria però la sa benissimo, grazie alle madre…

Ed ora farò una domanda retorica: c’è un ruolo che Gillian Anderson non sappia vestire alla perfezione? La risposta chiaramente è no. La sua Jean Milburn è una bomba, in tutti i sensi. Immaginarsi nei panni di Otis, con una madre pronta ad analizzare ogni aspetto della tua vita, soprattutto quella sessuale (e soprattutto se sei un adolescente maschio tendenzialmente problematico), deve essere un vero incubo… però – sorry Otis – da guardare è uno spettacolo e fa letteralmente piegare dal ridere.

Insomma “Sex Education” vince per la leggerezza. Sono 8 episodi che volano e che ti coinvolgono. Come detto all’inizio, i temi  affrontati sono tanti ed anche complessi, ma non subiscono il classico effetto drammone – thank God, vorrei aggiungere! I personaggi non rappresentano la novità assoluta, ma sono ben rappresentati e insieme creano un gran bel quadretto. Dato il clima generale di leggerezza e, presumo, l’intento di trasporre e fare dell’ironia sui classici clichè dei teen drama, il fatto che i personaggi siano abbastanza stereotipati è del tutto superabile e anche la mancanza di un elemento sorpresa forte, di un colpo di scena insomma, non si fa particolarmente sentire.

Sex Education” per me è assolutamente promosso, e voi? Cosa ne pensate?

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