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Scream Queens | Recensione 2×10 – Drain the Swamp (Season Finale)

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Scream Queens | Recensione 2×10 – Drain the Swamp (Season Finale)

Carissimi addicted, benvenuti, ahimé, alla recensione dell’episodio finale di questa stagione di Scream Queens. Ancora non sappiamo se si tratti anche del finale dell’intera serie, ma, dati gli ascolti non proprio brillanti di quest’anno, sembra un’ipotesi abbastanza plausibile.
Non lasciamoci prendere prematuramente dalla nostalgia e tuffiamoci nell’analisi di questa puntata, che si è rivelata ricca e gradevole.

Hester, che finora era rimasta fin troppo tranquilla per i suoi standard, ha finalmente deciso di rientrare prepotentemente in gioco organizzando un piano tanto assurdo quanto geniale.
Vedendo incombere l’epilogo della lotta fra le sopravvissute della KKT e i cattivoni verdi, la nostra adorabile squilibrata ha fatto la sua mossa, forse un tantinello azzardata, dal momento che si fonda principalmente sulla lealtà di Brock e sulla fragile e recentissima connessione instaurata con il volubile dottore.
Fatto sta che ho trovato deliziosamente folle l’idea di acquistare l’Isola del Sangue e di reinventarla e promuoverla come località ideale per il turismo estremo, trasformandola in un’oasi incontaminata di caccia all’uomo.

Hester però non è l’unica a tramare alle spalle del manipolo di eroi rimasti: preso atto del definitivo abbandono da parte del suo partner in crime Cascade, la Hoffle, seppur un tantinello scoraggiata ed esasperata dall’apparente immortalità delle sue acerrime nemiche, decide di mettere in scena l’ultimo atto del suo piano di vendetta, con un piccolo aiuto inconsapevole da parte di una delle Chanel numericamente irrilevanti.
Ed è a questo punto che ho visto nuovamente la vera forza di Scream Queens, quella di nascondere in dettagli apparentemente insignificanti dei momenti di comicità istantanea e sorprendente nella sua “stupidità”: il momento in cui l’infermiera cerca di accedere a un tutorial in rete per costruire una bomba al fertilizzante, ma viene bloccata da un pop up che le chiede di scegliere fra le opzioni “Sei un terrorista/Non sei un terrorista”, mi ha colto piacevolmente di sorpresa e fatta ridere di gusto.

In questo episodio è tornato immancabilmente il riferimento ossessivo di Holt al fatto che ha studiato ad Harvard, ma a quanto pare ci avevo visto molto più del dovuto e si è sempre trattato solo di un rimarcare in maniera vanesia il suo pedigree scolastico.
Titoli o meno, Chanel #5 si è comunque confermata il vero genio della baracca, scoprendo la vera causa alla base del malessere della Munsch e liberandola dalla convinzione di avere ormai solo poche settimane di vita.
Non tutto è bene quel che finisce bene, però, perché la sua intempestiva scoperta è una bella doccia fredda per i piani di Hester, ma soprattutto per il povero Holt, che si ritrova incastrato in un matrimonio con una donna che sperava di veder passare molto presto a miglior vita.
L’improvviso colpo di scena non è stato una buona notizia nemmeno per Chanel, che, dopo il fallimento del suo non proprio brillante tentativo di assassinare la sua acerrima rivale versando del latte speziato alla zucca bollente sul suo cervello esposto, sembra essere rimasta a corto di idee e di risorse.

Maggiore fortuna sembra inizialmente toccare al piano della Hoffle, che riesce effettivamente a rinchiudere nel seminterrato in cui è ospitata la bomba tutti i suoi nemici… o quasi.
Denise, infatti, inavvertitamente liberata dalla stasi indotta dalla camera criogenica proprio dall’infermiera, è di nuovo in gioco e sebbene a Quantico non le abbiano insegnato come disinnescare le bombe, per fortuna la nota serie televisiva Quantico ha provveduto a colmare (più o meno) questa lacuna, mettendola in grado di salvare baracca e burattini e di mandare in fumo i piani dell’ultimo cattivone verde (che quantomeno ci ha fatto il santo piacere di levare di mezzo la Hollis, che aveva raggiunto un livello di tedio praticamente fuori scala).

Un inopportuno momento di sincerità premorte ha dato infine risposta anche a uno dei misteri più longevi della serie: sì, adesso possiamo confermarlo in maniera ufficiale, la vagina di Chanel #5 ha davvero i denti! Come facessero i gemelli a fare sesso con lei rimane e probabilmente rimarrà in eterno un gigantesco punto interrogativo.

Veniamo ora alla parte più dolorosa dell’episodio, il sacrificio di Cassidy per salvare Chanel #3, ancora più penoso perché totalmente inutile.
La stessa Denise, che non brilla certo per ingegno, ha fatto prontamente notare che esistevano almeno altri tre modi per salvare la ragazza, senza finire infilzato come un piccione allo spiedo.
Forse però Cascade lo ha fatto di proposito, ha scelto di morire per acquisire il diritto a una sorta di redenzione e di perdono.
Rimane il fatto che Chanel #3 è forse quella che merita meno di subire la continua perdita delle persone che ama e con cui riesce ad aprirsi dopo innumerevoli e difficili tentativi e avrei preferito vederla finalmente felice.

Non rimane molto da dire su questo episodio finale, forse non perfetto ma estremamente soddisfacente, se non che la vera sorpresa è che Brock è rimasto veramente affascinato da Hester e dal suo insano progetto, al punto da raggiungerla subito dopo aver realizzato che la rettrice Munsch non è, dopotutto, destinata a morire prematuramente.
La scena in cui i due si rilassano sulla spiaggia in attesa dei primi, ignari turisti è assolutamente perfetta e regala la degna conclusione al processo evolutivo di Holt, che ha finalmente (?) smesso di lottare contro se stesso e ha imparato ad accettare la sua vera vocazione, quella di killer professionista.
A renderlo ancora più soddisfacente è il fatto che la rettrice Munsch non si è certo fatta abbattere dalla diserzione del suo novello sposo e si è riciclata nel modo più geniale possibile, facendo della sua esperienza da panterona un redditizio mestiere.

Un apparente lieto fine sembra toccato in sorte anche alle tre Chanel: #5 ha deciso di mettere a frutto le sue inspiegabili abilità mediche e di dirigere l’ospedale insieme all’inutilissima Zayday, mentre #3 si è riciclata produttrice esecutiva per il programma televisivo di Chanel, Loving the C.

Peccato per quel Diavolo Rosso appollaiato sui sedili posteriori della macchina di Chanel… chi si nasconderà sotto la sua maschera? Forse l’instabile Grace, uscita dal manicomio per vendicare la morte del padre?

Purtroppo temo che rimarremo con questo dubbio dilaniante in eterno, in quanto le possibilità della serie di venire rinnovata appaiono molto esigue.

Tuttavia il telefilm addicted è per natura una creatura irragionevolmente speranzosa. Quindi per il momeno vi saluto, vi ringrazio per aver seguito con me questa stagione, con i suoi alti e bassi, e spero che avremo occasione di affrontare insieme anche la prossima.

MooNRiSinG

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