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Scream Queens | Recensione 2×02 – Warts and All

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Scream Queens | Recensione 2×02 – Warts and All

Carissimi addicted, fino ad oggi, lo devo tristemente ammettere, non avevo ancora ben chiaro cosa volessi fare nella vita, non mi ero ancora prefissata uno scopo che fungesse da bussola nella mia confusa esistenza.
Dopo Warts and All, tuttavia, posso dichiarare con orgoglio di avere finalmente un obiettivo, trasformarmi in una doccia piastrellata e dozzinale e piazzarmi lieta come un’otaria strafatta di pesce nella sala dipendenti dell’istituto C.U.R.E... ovviamente solo per poter scoprire più facilmente l’identità del misterioso assassino che sta perseguitando le Chanel, il mio desiderio non ha assolutamente niente a che fare con la rocciosità sfoggiata da Chad nel recente episodio. E a proposito di Chad…

E.Chad, ebeti in prima linea

Lo dicevo io che sarebbe tornato! Sapevo che le interminabili battute di caccia alla quaglia e le strilla delle groupie impazzite per la sua voce d’angelo non sarebbero bastate a colmare il vuoto lasciato nel suo cuore dalla rottura con Chanel e infatti eccolo lì, bello come il sole, idiota come una tinca sottoposta a una centrifuga in una lavatrice industriale.

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John Stamos, non fraintenderci, te se ama, ma Chad è Chad e nessuno come lui riesce a far palpitare il cuore (sempre ammesso e non concesso che ne abbia uno) della nostra regina.
La cosa che mi ha veramente stupito è che in questa puntata il rampollo di casa Radwell ha avuto anche un paio di trovate intelligenti. Tranquilli, probabilmente si è trattato di un incidente, dato che se non fosse stato per la sua gelosia non sarebbe stato nemmeno in grado di trovare l’ingresso dell’ospedale.
Intanto, però, è stato l’unico a interrogarsi veramente sulla provenienza della mano del dottor Holt (ok, forse potrebbe c’entrare qualcosa il fatto che quella mano si sia neanche troppo sottilmente posata sulla tetta destra della donna dei suoi sogni) e a scoprire addirittura la verità su questa spinosa questione. Alla faccia della suspence, io già mi immaginavo di portarmi dietro il dilemma per almeno una decina di episodi e invece han liquidato la questione in quattro e quattr’otto.
Menzione d’onore alla Munsch, che è riuscita a riassumere in un unico, delicato pensiero le sue colorite opinioni sul triangolo appena formatosi:

Munsch: Ok, ok, discuterete del seno di Chanel dopo,
anche se credo sia come andare in guerra per le isole Falkland.
Tanto lavoro per una relativamente piccola e insignificante porzione di terra.

Umani-cosa?

Ovviamente nessuno di noi aveva pensato anche solo per un secondo che a spingere la Munsch fossero davvero motivazioni di natura umanitaria. Se devo dire la verità, però, io sono convinta che anche la storia della malattia incurabile sia tutta una montatura: conosciamo tutti Cathy e sappiamo benissimo che non è tipo da lasciarsi andare a improvvisi crolli emotivi e a eccessive manifestazioni di fragilità. La mia faccia durante la sua confessione era uguale a quella di Chamberlain.

2016-09-28

Io rimango della mia teoria: pensavo fosse Kuru, invece era la menopausa.

Un sorcio di nome Zayday

Zayday pare ancora posseduta dallo spirito di Grace, o forse si è lasciata eccessivamente influenzare dai continui richiami a Geronimo Stilton, sta di fatto che non mi sento pronta ad affrontare un’altra ventina di episodi conditi da teorie improbabili che farebbero vergognare persino gli autori de La Signora in Giallo.
Figlia mia, ti prego, ripigliati e torna a essere la cazzutissima regina del ghetto pronta a stendere tutti a colpi di borchie dorate e nachos dal gusto improponibile!
Altrimenti l’unica alternativa accettabile sarebbe che Denise ci abbia preso sul serio e che ci sia tu dietro questa nuova serie di omicidi, ma se c’è una cosa che ho imparato dalla prima stagione è che speranze come questa rimangono, ahimé, troppo spesso disattese.

Quantico is the new Harvard

Questa puntata ha segnato il ritorno definitivo nel cast di uno dei miei personaggi preferiti, l’agente speciale Denise Hemphill che, come sempre intuitiva e libera da pregiudizi, non esita un secondo a rimettersi sulle tracce di Zayday.
Come faccia a credere che una squinzia con la vitalità di una capra montana sotto steroidi possa essere la proprietaria della mente diabolica dietro gli omicidi è tutto un altro discorso.
C’è da dire, però, che la sua idea di chiedere aiuto all’esperta per eccellenza di omicidi truculenti e morbosi è stato un colpo da maestro… non per niente è stata a Quantico!

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Senti ancora gridare gli agnelli?

L’ultimo ritorno dell’episodio – ultimo in termini di tempo, ma non certo di importanza – è stato quello di Hester, che, nonostante sia rinchiusa in una cella di massima sicurezza, riesce ancora a tenere in scacco tutti i membri del gruppo e a mostrarsi sempre un passo avanti rispetto a loro.
La scena in cui Denise, la Munsch e due delle Chanel le fanno visita è chiaramente un richiamo al primo incontro fra Clarice e Hannibal Lecter ne Il Silenzio degli Innocenti, parallelismo che era già stato in qualche modo anticipato nel trailer di questa seconda stagione, in cui una Hester costretta e immobilizzata indossava la maschera già appartenuta all’iconico personaggio di Harris.
Come accade nel film, la ragazza mette con le spalle al muro le sue avversarie, costringendole a rendersi conto che, se vogliono scoprire chi si nasconde dietro a questa nuova serie di omicidi, hanno bisogno del suo aiuto.
Quid pro quo.
Per questa volta Denise e le altre hanno avuto la forza di rifiutare le sue condizioni, ma secondo me è solo questione di tempo prima che il C.U.R.E. si trovi costretto ad accogliere una nuova, letale paziente.
L’interpretazione della Michele in questo particolare frangente è stata perfetta, non era facile essere credibili e non cadere in facili eccessi, ma lei ci è riuscita in maniera egregia.
Non so a voi, ma a me il suo personaggio inquieta tantissimo ricorda in qualche modo quello di Mona Vanderwaal (Pretty Little Liars) una mente geniale corrosa dal desiderio di vendetta e di rivalsa.

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Vita da mitili

La mia vita, si sa, è un coacervo di ship mancate e di speranze disattese. Questo episodio non fa eccezione e, se da un lato mi ha regalato il ritorno del mio raggio di sole, dall’altro ha anche stroncato sul nascere una ship che mi stava prendendo tantissimo fin da subito, quella fra la Chanel con la vagina odonto-munita e l’uomo cozza (che poi sotto tutti quei bitorzoli si nascondesse in realtà quel gran tronco di pino di Colton Haynes è un altro discorso).
Chanel #5 ha nuovamente dimostrato di essere, nonostante alcune evidenti lacune a livello intellettivo, la più sensibile delle ex-reginette della KKT. Sebbene il suo scopo dichiarato fosse quello di sedurre Tyler prima che tornasse a essere al di fuori della sua portata, la ragazza ha finito secondo me per provare davvero dei sentimenti per il suo paziente, che incarnava in un certo senso la sua occasione di prendere il coraggio a due mani e imparare finalmente a reagire ai soprusi e di fidanzarsi finalmente con un figo.
In tutto questo, mi ritrovo di nuovo preda di un dubbio pressante: esiste davvero una fascia di pubblico per le fan fiction di Geronimo Stilton? Brucio dal desiderio di sapere.

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Per un dubbio risolto (abbiamo scoperto che è stato quel buontempone di Chad ad attaccare Chanel in manicomio alla fine della prima stagione) mille altri si fanno strada nella mia testolina disturbata: i nostri eroi impareranno mai a smascherare gli assassini prima di perdersi troppo in discorsi? Se il killer è in qualche modo legato all’uomo gettato nella palude molti anni prima, perché continua a infierire sui pazienti invece di focalizzare i suoi intenti omicidi sul personale medico? Il capitolo relativo alla mano di Marshall Winthrop è da reputarsi concluso o l’arto fantasma avrà un nuovo ruolo da giocare? Chad ha davvero intenzione di intraprendere gli studi di medicina? E soprattutto, perché il suo pene pende verso destra?
Domande che fanno girare la testa.

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In generale questo episodio, come prevedibile, si è dimostrato decisamente migliore del precedente, forse grazie anche al ritorno di volti noti che hanno reso il tutto più scorrevole e familiare.
I momenti comici sono stati più incisivi, soprattutto grazie alla onnipresente idiozia di Chad, e anche il ritmo della puntata è stato in generale più sostenuto.
Pollice alzato anche per la decisione di usare la mente malata di Hester per cercare di scoprire chi è l’assassino, la dinamica stile Hannibal – Clarice fra lei e Chanel porterà sicuramente a sviluppi interessanti.

Il momento para-cluedo della settimana: Tyler in realtà non è morto, è tutta una montatura per coprire il fatto che è in combutta con il vero assassino e le sue protuberanze sono in realtà il frutto di una mutazione genetica avvenuta in seguito al contatto con l’acqua radioattiva della palude, che gli ha donato i poteri delle cozze. Il mio senso di mollusco pizzica!

Anche per questa volta è tutto, vi do appuntamento alla prossima settimana e mi fiondo al centro commerciale a comprare il CD delle Palle Placcate in Oro.

https://www.youtube.com/watch?v=o_BIBBVRUwg

2 COMMENTS

  1. jamie lee curtis che dice che quando si trova il killer e gli si sta per togliere la maschera di non tartassarlo di domande, se no l’assassino scappa, è chiaramente una presa in giro delle scene tipiche dei film horror.
    se ci fate caso succede la stessa cosa, un po’come il classico “quando il killer tenta di ucciderti,scappi per le scale e non fuori di casa”, dico seriously? 😀

    • Oppure “Oh mio Dio, un rumore di motosega proviene da quel capanno abbandonato nel bosco, andiamo a controllare se qualche boscaiolo ha bisogno di una mano a tagliare i ceppi! Ma quello sembra sangue… che cosa curiosa, controlliamo comunque!” -.-‘

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