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Reign | Recensione 4×07 – Hanging Swords

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Reign | Recensione 4×07 – Hanging Swords

Okay, ricorderete benissimo quanto io fossi rimasta delusa dall’episodio della settimana scorsa ed è esattamente così, con i residui di quella delusione, che ho iniziato a guardare Hanging Swords. E vi dirò, a un certo punto ho tirato fuori il mio Mandalas to Colour perché insomma, dovevo pur passarli questi quaranta minuti che dalle premesse si prospettavano perfino più deludenti di quelli di sette giorni fa, ma poi le carte in tavola sono state ribaltate, ho messo giù il mio Stabilo Pen 68 e… ho-adorato-tutto-quanto. (O quasi).

Partiamo da un dato di fatto nudo e crudo: Reign mi ha sempre fatto versare tonnellate su tonnellate di lacrime vere, verissime, questo fino alla dipartita di Francis. Poi basta – tranne per i momenti in cui piangevo sul Francis assassinato perché gestisco male i lutti. Be’, a sto giro ho pianto di nuovo lacrime vere, verissime, e le ho piante tutte su questa storyline meravigliosa che hanno costruito per Elizabeth, Gideon e Agatha. È esattamente ciò che dicevo anche nella recensione precedente, attraverso Agatha abbiamo avuto modo di riscoprire il lato più umano di Elizabeth e, sempre grazie ad Agatha, lei è stata capace di evolversi in quel tipo di persona che è in grado di far prevalere questo lato di sé piuttosto che quello oscuro. Perché Elizabeth non solo fa in modo e maniera che gli ultimi giorni della bambina siano a dir poco memorabili, ma nel momento in cui le vede donare la propria bambola alla serva che non ne ha mai avuta una perché tanto a lei non servirà più, la regina d’Inghilterra capisce che quel fervore che la porta a voler dar battaglia a tutti i costi a Mary non le serve. Non le serve essere colei che spargerà la prima goccia di sangue, non le serve uccidere Darnley, non le serve dimostrare di essere forte – e non le serve perché lei è forte.

Lei è la bambina che è sopravvissuta al fatto di essere rimasta orfana prima ancora di conoscere veramente i propri genitori, lei è la ragazza sopravvissuta alla prigionia nella torre senza sapere se avrebbe mai rivisto la luce del sole, lei è la donna – la Regina – che riesce a tenere sottomessa un’intera nazione a dispetto del suo sesso e del fatto di essere senza marito e, di conseguenza, senza eredi e senza nemmeno la promessa di essi. Non ha bisogno di aggrapparsi alla rabbia o all’odio nei confronti di una persona che – finora, quantomeno – non ha fatto assolutamente nulla per nuocerle, non in maniera seria, non in maniera mortale. Non ha bisogno di diventare quella che ha cercato pretesti frivoli o, peggio ancora, accampati per aria pur di andare in guerra. Non ha bisogno di nulla di tutto ciò per dimostrare il proprio valore anzi, è proprio nel momento in cui decide di rinunciare a questi piani insensati e di mollare la presa sulla sua bambola metaforica, che finisce per dimostrare davvero qualcosa. Ovvero la sua forza, quella vera.

E poi il rapporto con Gideon, l’abbraccio finale, questo essersi avvicinati come nient’altro avrebbe potuto avvicinarli. Non è stato l’amore per una nazione, e nemmeno l’amore reciproco, ma l’amore di Agatha per entrambi a renderli la cosa più vicina a una famiglia che entrambi potessero avere. Sono sincera, non mi aspettavo di assistere a delle scene così belle e così intense alla corte inglese, e sono veramente grata agli autori per avercele donate.

MOMENTI FLOP:

  • C’è stato un solo aspetto dell’episodio che mi è andato un po’ di traverso, ovvero che alla fine era stata veramente Elizabeth a commissionare l’omicidio di Darnley il viscidone. Ci sono rimasta un po’ male perché settimana scorsa ci avevano dato a intendere tutt’altro, e devo ammettere che non mi sarebbe nemmeno dispiaciuto più di tanto se il mandante fosse stato James.

MOMENTI TOP:

  • Settimana scorsa mi lamentavo a gran voce dello snobismo improvviso nei confronti di Charles, ma grazie al cielo – GRAZIE AL CIELO – sono riusciti a farmi ricredere immediatamente. Ho amato tutto ciò che l’ha riguardato, a partire da Spencer Macpherson che credo sia il Charles migliore che potessero scegliere. Ho apprezzato il suo trovare finalmente un po’ di pace interiore grazie alla vita bucolica, così come la semplicità con la quale questa umile famiglia di contadini l’abbia accolto pur conoscendo la sua identità. E anche il fatto che Nicole avesse un’agenda personale, l’ho trovato perfetto perché in fondo a questo mondo non c’è nulla di realmente puro. La conversione è poi stata la ciliegina sulla torta. Ho letto delle critiche a questo improvviso cambio di bandiera di Charles e al suo passaggio repentino dalla fuga al fare la voce grossa comodamente seduto sul trono.

    Ma ricordiamoci che esiste del tempo che scorre offscreen, e anche se non ci hanno deliziati con la scena del Re che getta la sua corona al primo ragazzino che incontra per strada e non ci hanno concesso nemmeno di assistere alla guarigione del suo animo, il tempo è comunque passato. E lo capiamo subito che questo Charles è diverso da quello che avevamo visto scappare nel bosco, lo capiamo immediatamente dal suo sguardo nel momento in cui ricompare in scena. Non è più distrutto, ha trovato una maniera per rimettersi in piedi, ha trovato un modo per smettere di tormentarsi e di rivivere incessantemente il passato. Non era pronto per risalire al trono due episodi fa, ma è pronto adesso. E sarà anche per le ragioni sbagliate – perché Nicole è una ragione sbagliatissima – ma resta il fatto che, come ho detto, il tempo è passato, lui è cambiato. E sì, è un grandissimo peccato che non ci abbiano mostrato tutte le fasi di questo suo cambiamento, ma purtroppo lui non è il personaggio principale e la serie ha solo altri nove episodi per concludere tutte le storyline.

  • Narcisse e Catherine che mangiano allegramente zuppa di piccione, non credo servano ulteriori commenti.
  • James. Adoro James, questa non è una novità. Ma per amore di Mary, per quell’amore fraterno che non smette mai di dimostrare, ha affrontato Darnley faccia a faccia e non solo, ha anche preso la decisione che gli sarebbe costata più di tutte, solo per amore di ciò che in fondo era meglio per lei. Sarebbe stato facilissimo liberarsi di Darnley, anche perché il viscidone gliel’ha servita su un piatto d’argento, ma lui – consapevole del fatto che Darnley significa oggettivamente PROTEZIONE per la sorella – decide di fare un passo indietro e di tacere su ciò che ha scoperto. E gli costa questa decisione, gli costa perché in fondo lui in prima persona ha solo da perderci dall’ascesa al potere di questo individuo. Ma qui non si tratta di lui, si tratta della regina di Scozia e della Scozia in quanto nazione, e James è maturo e fedele quanto basta da capire di come entrambe le cose vengano prima della propria soddisfazione personale.
  • Sarò sincera, stavo per buttare il computer e il mio libro di mandala fuori dalla finestra mentre ascoltavo tutte quelle smancerie sul viscidone che avrebbe potuto far ritrovare l’amore a Mary, la felicità a Mary, che sarebbero potuti essere molto più di semplici sovrani E FRANCIS SI ROTOLAVA NELLA TOMBA E IO NON CE LA FACEVO.

    Ma poi, là dove non è arrivato James, è arrivato il misterioso informatore della corona. E quel you don’t love me di Darnley sferza Mary più della spada che per anni ha messo in pericolo l’esistenza stessa di Elizabeth, perché è la verità. Mary stava solo tentando di convincersi di poter avere una seconda chance, di poter ricostruire ciò che aveva con Francis, ma la realtà è ben diversa: Darnley è un viscido arrivista a cui importa solo del potere e del proprio piacere personale, e lei ha bisogno di lui perché – plot twist – vuole l’Inghilterra molto più di quanto Elizabeth non voglia la Scozia.

  • Finalmente ci siamo levati Leeza di torno, anche se adesso sono curiosissima di vedere come reagirà Catherine. La nostra amica Storia ci insegna che Henry alla fine salirà al trono, mi chiedo se ci mostreranno anche questo da qui alla fine – e da come si sono messe le cose, non lo escluderei. È probabile, anche perché se vogliono mostrarci proprio tutto di Mary, allora come linea temporale ci si arriverebbe benissimo perché, in realtà, la si oltrepasserebbe pure.

Fra le altre cose, ci hanno introdotto il personaggio di Bothwell, ovvero il terzo marito della Stuarda, il che mi fa altresì pensare che avremo anche la gioia e l’onore di assistere alla morte violenta del viscidone. Non ditemi che sono cattiva, lo so che aspettate tutti quel momento e che sto dando voce al popolo!

QUOTE OF THE WEEK

La citazione della settimana è in realtà un #BTS offertoci gentilmente da Dan Jeannotte.

Vi lascio con il promo del prossimo episodio, “Uncharted Waters” , e vi do appuntamento a settimana prossima!

 

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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