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Quotes of the Week #38

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Quotes of the Week #38

Buongiorno a tutti! Come vi avevo promesso la scorsa settimana, qui è il mio ologramma a parlarvi (la vera me si trova in un posto non meglio precisato del globo), perciò siate buoni e comprensivi riguardo all’esiguo numero di serie trattate quest’oggi, pretty please!

#AmellWednesday

Ma iniziamo subito facendo ammenda a un’enorme mancanza delle ultime settimane… ovvero Robbie Amell gli Amell. Vi è giunta la notizia che The Tomorrow People si è meritato una stagione di 22 episodi? A me sì, e vi lascio immaginare la mia reazione (una cosa del tipo “skdjadkshdskjdhjkajsajs *_____*”). Restando in tema, nella 1×05, All Tomorrow’s Parties, Cara ha deciso che è ora e tempo che anche loro inizino a godersi la vita.

Cara: John, what’s the point of surviving if we don’t get to really live?

Cara: John, che senso ha sopravvivere se non possiamo vivere davvero?

Ma per averla vinta, deve sfidare apertamente John che non gradisce per nulla.

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John: You undermined me in front of everyone. How are they supposed to respect me?
Cara: Respect? Or obey?

John: Mi hai umiliato di fronte a tutti. Come possono rispettarmi?
Cara: Rispettare? O obbedire?

Per una volta però John aveva ragione e non solo la serata finisce veramente male, ma Cara scopre anche il suo segreto. Già, quel segreto.

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Cara: Why didn’t you tell me?
John: Because of the way you’re looking at me right now. Like I’m some monster.
Cara: I don’t care what your secret was, it’s that you kept it from me. That is what you were seeing John.

Cara: Perché non me l’hai detto?
John: Per come mi stai guardando ora. Come se fossi un mostro.
Cara: Non mi importa quale fosse il tuo segreto, è che me l’hai tenuto nascosto. Questo è quello che vedi, John.

A Starling City invece scopriamo finalmente qualche dettaglio in più su Sara, in quella che è stata una delle migliori puntate di questa stagione di Arrow, ovvero la 2×05, League of Assassins. La puntata si apre con Felicity che legittimamente si domanda cosa sia questa Lega.

Felicity: What’s the League of Assasins? And please, don’t say it’s a league made up of assasins.

Felicity: Cos’è la Lega degli Assassini? E ti prego, non dirmi che è una Lega formata da assassini.

E si chiude con Oliver che deve ammettere che Diggle ha avuto ragione per tutto il tempo e riguardo a più o meno tutto.

Oliver: So, you were right.
Diggle: Yes, I usually am, Oliver.

Oliver: Quindi avevi ragione.
Diggle: Sì, di solito ho ragione, Oliver.

I momenti strappalacrime questa volta ce li ha però regalati la storyline di Sara. Costretta a rivelarsi al padre, costretta ad abbandonarlo subito dopo, costretta a continuare a far credere alla sorella di essere morta.

Sara: You know how they say the first thing you forgot about somebody when they’re gone is their voice? You can remember their face, and the way they move. But you can’t hold on to the way they sound. I never forgot you voice Dad.

Sara: Sai che si dice che la prima cosa che si dimentica di qualcuno è la sua voce? Puoi ricordare il suo viso, il suo modo di muoversi. Ma non riesci a ricordare come suonasse. Io non ho mai dimenticato la tua voce, papà.

In mezzo a tutto ciò, prosegue anche la storyline di Moira Queen, che prima accetta il patteggiamento per paura che i suoi figli scoprano cose che potrebbero ferirli, e che in un secondo tempo invece rifiuta, decidendo di mettersi completamente nelle mani dei figli e del loro amore per lei.

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Thea: Whatever you are worried about, it will not make us love you any less.
Moira: You don’t know.
Thea: Who do you think you raised? You’ve taught us to be strong, that we could overcome any obstacle that we faced, to fight. Do you really think we are gonna scare that easily?

Thea: Qualunque cosa ti preoccupi, ti vorremo sempre bene.
Moira: Non lo sai.
Thea: Chi credi di aver cresciuto? Ci hai insegnato a essere forti, che potevamo superare qualunque ostacolo ci si fosse presentato davanti, a lottare. Credi davvero che basti così poco a spaventarci?

*********

Passiamo ora da Starling City agli Hamptons, dove Emily nella 3×07 di Revenge, Resurgence, si prepara a dare l’addio alla sua vita attuale e alle persone che ne fanno parte.

Emily: The ocean, like love, is at its heart fluid, powerful, and sometimes violent. But in it’s harshest reality, the ocean is a barrier, separating you from those you love.

Emily: L’oceano, come l’amore, è fluido, potente, e a volte violento. Ma nel suo lato più duro, l’oceano è una barriera che ci separa da coloro che amiamo.

Jack invece si decide a dire finalmente addio ad Amanda.

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Jack: I wore this for one night as a married man, and I’ve worn it ever since to honor you. Maybe subconsciously to convince people I had someone to spend my days with… and nights. And I don’t anymore. It’s time for me to try to move on. I miss you with all my heart.

Jack: L’ho indossato per una notte da uomo sposato, e non l’ho mai tolto in tuo onore. Magari nel mio subconscio volevo far credere agli altri di avere qualcuno con cui passare i miei giorni… e le mie notti. E non ce l’ho più. è giunto il momento di cercare di andare avanti. Mi manchi da morire.

Cambiando registro, devo ammettere che mi divertono molto i siparietti fra Aiden ed Emily a beneficio di Victoria.

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Aiden: I was hoping to steal Miss Thorne.
Emily: I have nothing to say to you.

Aiden: Speravo di potervi rubare Miss Thorne.
Emily: Non ho niente da dirti.

Stiamo anche assistendo all’evoluzione di Nolan, che passa all’azione in prima persona.

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Nolan: I just buried the pain of what happened with my father, but because of you, I’m not just facing it, I’m doing something. I’ve learned a lot from you Ems.

Nolan: Ho semplicemente sepolto il dolore per ciò che è successo con mio padre, ma grazie a te non solo lo sto affrontando, ma sto anche facendo qualcosa. Ho imparato molto da te Ems.

E in queste parole di Emily possiamo notare un certo retrogusto malinconico, considerato il fatto che dopo IL matrimonio – se tutto va come previsto – dovrà dire addio anche (e soprattutto) a Nolan.

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Emily: Two years ago, I never would’ve thought I’d have a partner in all this. Or a real friend.

Emily: Due anni fa non avrei mai pensato che avrei avuto un partner in tutto ciò. O un vero amico.

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Il mondo delle favole

In Once Upon a Time in Wonderland io mi sto affezionando sempre di più a Knave. Questo telefilm potrà avere tutti i difetti di questo mondo – primo fra tutti questi effetti speciali e queste scenografie che fanno pensare sia stato girato negli anni 20/30 se non prima – ma la caratterizzazione di certi personaggi bisogna ammettere che è spettacolare. All’inizio della quarta puntata, intitolata The Serpent, troviamo i nostri due eroi in fase di fuga.

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Alice: What are our options?
Knave: Well basically, we could die, or we could run.
Alice: I don’t particularly care for the first one.

Alice: Che opzioni abbiamo?
Knave: Beh, possiamo morire, o possiamo scappare.
Alice: La prima non mi piace particolarmente.

Knave alla fine viene catturato, non da chi vuole riscuotere la taglia sulla sua testa ma dalla Regina Rossa… o faremmo meglio a chiamarla Anastasia? Ed è proprio qui che abbiamo modo di iniziare ad apprezzare appieno entrambi i personaggi, perché sì, anche la Regina Rossa è costruita benissimo secondo me.

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Regina Rossa: I’m trying to make it up to you.
Knave: I don’t need your pity.
Regina Rossa: Actually, you do. Because without my pity, you won’t have a lot of things, including your head.

Regina Rossa: Sto cercando di fare ammenda con te.
Knave: Non ho bisogno della tua pietà.
Regina Rossa: A dire il vero, ne hai bisogno. Perché senza la mia pietà non avresti un sacco di cose, inclusa la tua testa.

La Regina è senza pietà ma la Anastasia che c’è in lei, vorrebbe fare di tutto per salvare Knave. Knave però non ci sta, e arriva a provocarla apertamente.

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Regina Rossa: You should know better than anyone that the surest way to make me do something is to tell me that I can’t.

Regina Rossa: Dovresti sapere meglio di chiunque altro che la maniera migliore per farmi fare qualcosa, è dirmi che non posso.

Alla fine sia Knave che Alice assaggiano sulla propria pelle la crudeltà di Jafar e della Regina Rossa, che lascia Alice libera di andare dove le pare, perché in fondo non ha senso rinchiuderla.

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Regina Rossa: Don’t you see darling, you are in prison. What do you think Wonderland is?

Regina Rossa: Non lo vedi cara, che sei già in prigione? Cosa credi che sia Wonderland?

Cyrus nel mentre, che è letteralmente chiuso in una gabbia, sta cercando di liberarsi per poter aiutare Alice.

Cyrus: But what a wishbone really wants is no different than what we all want. To be joined to our other half. And if we are separated, we will do whatever it takes to be together again.

Cyrus: Ma quello che un osso dei desideri vuole davvero, non è diverso da ciò che tutti vogliamo. Unirsi alla sua metà. E se veniamo separati, faremo tutto il possibile per tornare insieme.

Viaggiando da un regno incantato all’altro, abbiamo modo di fare finalmente la conoscenza di Ariel, nella 3×06 di Once Upon a Time intitolata per l’appunto Ariel. Via flashback troviamo uno scenario familiare: Regina che sguinzaglia i suoi scagnozzi dietro a Snow, e questi che falliscono come sempre miseramente.

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Regina: Next time you let someone fall to their death, make sure they’re actually dead.

Regina: La prossima volta che lasciate qualcuno andare incontro alla propria morte, siate certi che sia morto davvero.

Scappando da Regina Snow incontra per la prima volta Ariel, che le racconta del suo amore per il principe Eric, dando modo a Snow di snocciolare una delle sue perle.

Snow: Happy endings always start with hope.

Snow: Un lieto fine inizia sempre dalla speranza.

Tornando al presente sull’Isola che non c’è, il solito gruppetto mal assortito si ritrova a dover confessare i propri segreti più nascosti per poter salvare Neal. E Hook… caro piccolo Hook…

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Hook: My secret is I never thought I’d be able of letting go of my first love… of my Milah.

Hook: Il mio segreto è che non ho mai pensato di riuscire a lasciar andare il mio primo amore.. la mia Milah.

Nell’episodio successivo, Dark Hollow, Hook continua imperterrito la sua impresa di conquista del cuore di Emma. Ma solo a me questi tre ricordano il triangolo Stefan-Elena-Damon?! Ed esattamente come in The Vampire Diaries – dove ho smesso di volere il Delena nell’esatto istante in cui l’ho avuto perché non mi è piaciuto per niente una volta diventato realtà – così mi è successo anche qui… ho fatto tanto il tifo per Hook, e ora che ci stiamo quasi per arrivare non li voglio più vedere insieme. What’s wrong with me?!

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Hook: When I win your heart, Emma – and I will win it – it will not be because of any trickery. It will be because you want me.

Hook: Quando conquisterò il tuo cuore, Emma – e succederà – non sarà grazie a qualche trucco. Sarà perché tu mi vuoi.

In mezzo a tutto ciò, Rumple riesce a farsi aiutare da Belle grazie ad Ariel… e sembra risorto a nuova vita, dopo aver passato l’ultimo periodo a fare il piccolo Signore Oscuro emodepresso. Regina in compenso si sente sempre più sola, e un pochino mi dispiace per lei. Anche i cattivi meritano il lieto fine secondo me.

Regina: You really love her.
Rumple: Is that jealousy?
Regina: Of Belle? I think not.
Rumple: No, no. Of having someone.

Regina: La ami davvero.
Rumple: Sei gelosa?
Regina: Di Belle? Non penso proprio.
Rumple: No, no. Dell’avere qualcuno.

Ma ciò che ci ha regalato questa puntata è stata l’entrata in scena di Wendy. Vi ho già ripetuto un triliardo di volte quanto io ami Peter Pan e di come lui sia stato l’eroe indiscusso della mia infanzia e della mia vita intera, di quanto io ami ancora di più questa evil version di Pan e bla bla bla. Quello che non vi ho mai detto, è che ho sempre, sempre, sempre, sempre sognato di svegliarmi una mattina ed essere Wendy Darling. Voi no?! Secondo me a un certo punto della nostra vita l’abbiamo voluto tutti. Insomma, è arrivata Wendy. E non importa che sia tenuta prigioniera e che Pan non la voglia lasciare libera… lei mette comunque in piedi la messa in scena del secolo per lui. Dove lui è Peter, ovviamente. E alla fine scopre anche in cosa deve credere Henry (che se nella prima stagione era un trottolino adorabile e nella seconda non so nemmeno io cosa fosse, ora mi sembra tanto lo scemo del villaggio… come ha fatto a non capire che era tutta una messa in scena?!).

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Peter Pan: He needs to believe in me.

Peter Pan: Deve credere in me.

Bene, per oggi è tutto. Domenica prossima riavrete la vera me e manderemo in ferie l’ologramma per un pochino… Cheers!

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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