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Quando Supernatural ti regala un biglietto per la fiera delle ovvietà

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Quando Supernatural ti regala un biglietto per la fiera delle ovvietà

By order of the Peaky Blinders... ah no, scusate, ho sbagliato serie!

Première decisamente sottotono per la quattordicesima stagione di Supernatural, e io capisco che in questo show di solito le première servano unicamente a raccattare i cocci dei disastri accaduti nel precedente season finale, ma qui l’unica cosa che ci hanno mostrato e che non avremmo potuto intuire da soli, è che Nick – ovvero il tramite di Lucifer – è sopravvissuto alla morte dell’arcangelo che ospitava. Per il resto, è stata la fiera delle ovvietà, che per scrupolo vi elencherò ordinatamente:

  • L’Inferno è rimasto (di nuovo) senza guida e quindi è partita (di nuovo) la corsa per aggiudicarsi il trono più ambito di sempre. Sam però non ci sta, decide che questa incoronazione non s’ha da fare, che non esistono più i demoni di una volta e niente, finisce tutto con una banale scazzottata. E se quello era il demone migliore che l’anno 2018 poteva offrirci, siamo proprio messi bene. Io voto Sam Winchester come once and future king degli inferi – mai dimenticare che lui, in fondo, è il tramite originale di Lucifer.
  • Continua la saga, iniziata negli ultimi episodi della scorsa stagione, del vi diamo mille indizi sul fatto che prima o poi Mary e Bobby finiranno con l’ingropparsi come due criceti in calore e, vostro onore, io mi oppongo. Non ci sto, e non mi importa se questo Bobby non è il nostro Bobby – ovvero quello che ha fatto da padre e madre a Sam e Dean. Sarebbe troppo strano e troppo disagiante, quindi voto per Mary che torna a capitolare di fronte al fascino inglese di quell’idiota doppio/triplo/quadruplo giochista di Catch.
  • Proseguiamo la fiera delle ovvietà con Michael che si rivela un infame di prima categoria, non che qualcuno sia rimasto particolarmente colpito (o turbato) da questa verità. Però è divertente, bisogna dargliene atto: questa mise alla John Shelby con la quale va in giro a fare il Lucifer Mornigstar della situazione chiedendo alla gente what do you want?, è alquanto esilarante e Jensen Ackles – non che avessimo dubbi a riguardo – si è già dimostrato assolutamente all’altezza del ruolo.

Insomma, la première non ci ha fornito assolutamente nessun indizio su dove andrà a parare la stagione, al di là dell’ovvia caccia a Dean/Michael, che immagino sarà il grande cattivo di turno. Rimane un immenso punto di domanda su Nick perché, se c’è una cosa che tredici stagioni di Supernatural ci hanno insegnato, è che le uniche due persone che hanno il diritto di rimanere morte per sempre sono John Winchester e Adam Winchester – pace all’anima loro. Quindi non sono del tutto convinta che abbiamo assistito alla fine definitiva di Lucifer, in fondo il suo tramite è più o meno sano come un pesce e Gabriel ci insegna che nulla è mai come sembra.

Però c’è stata una scena meravigliosa che ci ha ricordato in maniera ineccepibile quale sia il cuore pulsante di questo show, ovvero la famiglia. Nel momento in cui Jack si sente perso e inutile, Castiel gli ricorda cosa sia a tenerli tutti quanti uniti: il fatto che sono una famiglia, che combattono la stessa guerra, che si proteggono a vicenda e che nessuno viene mai lasciato indietro. 

Visto l’andazzo della scorsa stagione, io ho comunque grandi speranze per il futuro nonostante questo primo episodio mi abbia un pochino annoiata. Staremo a vedere!

-Elsa

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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