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Pretty Little Liars | Recensione 7×09 – The wrath of Kahn

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Pretty Little Liars | Recensione 7×09 – The wrath of Kahn
PRETTY LITTLE LIARS - "The Wrath of Kahn" - When the typical methods of sleuthing aren't working, one of the girls decides to take matters into her own hands in "The Wrath of Kahn," an all-new episode of Freeform's hit original series "Pretty Little Liars," airing TUESDAY, AUGUST 23 (8:00-9:00 p.m. EDT). (Freeform/Eric McCandless) TROIAN BELLISARIO

TUTTE LE STRADE PORTANO A NOEL KAHN

 

A un solo episodio dal summer finale di questa stagione probabilmente conclusiva per la serie, Pretty Little Liars rende evidenti tutte le domande più importanti sorte in seguito al salto temporale, spingendoci con convinzione verso la risposta più facile e preparandoci in questo modo al classico colpo di coda riservato alle battute finale. Chi ha ucciso Charlotte? Chi è il secondo figlio di Mary Drake? E soprattutto chi è A.D.? Noel Kahn sembra riuscire ad indossare perfettamente la maschera per almeno due di queste identità, ma l’abilità camaleontica è da sempre il più grande talento dell’enigmatico ragazzo, straordinario esemplare darwiniano di colui che sopravvive in qualsiasi habitat adattando le proprie necessità ad ogni condizione. O forse più semplicemente Noel Kahn interpreta di volta in volta quel ruolo che presenta il miglior profitto per se stesso, vendendo costantemente i propri servizi al miglior offerente, come il più “leale” dei mercenari. Lungi dall’essere un’accezione del tutto negativa, solo in dirittura d’arrivo di questa prima parte di stagione (ed escludendo a priori la possibilità che lui sia effettivamente figlio di Mary Drake o A.D.) ho effettivamente osservato in prospettiva il personaggio di Noel e per quanto all’inizio lo considerassi soltanto una marionetta anche piuttosto patetica, credo che in realtà Noel possa rivelarsi come l’unica pedina sulla scacchiera completamente disinteressata all’esito del gioco, non avendo mai avuto reali motivazioni dietro le sue azioni ed essendo guidato quasi esclusivamente da interessi puramente personali. Leale solo a se stesso, in un episodio che richiama a gran voce il lontano 3×09 a cui anche Spencer fa riferimento in questo contesto, Noel appare progressivamente presente in ogni aspetto della storia, affermandosi come la risposta ideale ad ogni domanda e diventando ora l’obiettivo numero uno di ogni ricerca affrontata in questo episodio, ricerche dagli esiti sorprendentemente differenti.

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TARGET: NOEL KAHN

Come ho detto quindi, la caccia a Noel diventa, a un passo dal summer finale, l’attività più in voga di Rosewood e dintorni. Le tre strade che le liars intraprendono infatti conducono esattamente allo stesso traguardo, la differenza sta purtroppo nell’effettivo risultato che tutte loro ottengono alla fine delle rispettive indagini.

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L’allontanamento improvviso ed estremo di Hanna spinge Spencer e Emily a dare credito alla possibilità che Noel possa effettivamente rientrare nell’ultimo gioco fatale costruito a spese di tutte loro da una nuova alleanza strategica dai confini ancora fortemente labili. Dubbiose però sul livello di coinvolgimento di una conoscenza che in fondo è sempre stata più o meno presente nelle loro vite, il tempo si riavvolge per ben due volte durante le indagini delle due ragazze: in un primo momento si ritorna a quella location che nella lontana terza stagione era stata teatro di incontri la cui reale importanza si è rivelata soltanto molto tempo dopo, vale a dire la famosa baita della famiglia Kahn che aveva ospitato feste e segreti come pochi altri luoghi a Rosewood. Ed è proprio grazie a quei ricordi che Spencer ed Emily riescono a trovare una prima conferma ai loro sospetti tramite le registrazioni video appartenenti a un passato più recente e anche più traumatico: la Dollhouse. I filmati che testimoniano la tortura psicologica subita dalle ragazze nel bunker risolvono positivamente una delle paure maggiori ancora celate nel subconscio di Spencer, ma aprono contemporaneamente un doppio scenario: da una parte infatti ritroviamo la conferma di una presenza altalenante ma ricorrente di Noel Kahn, affiancato sorprendentemente a Charlotte nella Dollhouse; dall’altra parte invece diventa sempre più concreta la possibilità che quel bunker fosse più affollato del previsto e l’ipotesi che ad affiancare Charlotte, Noel e Sara ci fosse anche A.D. non è assolutamente da scartare. A rovinare purtroppo un risultato importante ci pensa un’ingenuità di Spencer che, persa nei ricordi della Casa delle Bambole, permette a A.D. di superarla facilmente in furbizia e sottrarle senza alcun problema la pen drive.

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Sul secondo fronte invece, Aria si occupa dell’affare Drake, cercando di scoprire informazioni utili sul secondo nato di Mary e contemporaneamente distogliere la mente dalla possibilità concreta che la sua favola con Ezra sia giunta al capolinea ancora prima di cominciare. E in entrambi gli scenari Jason diventa per lei quello che vorrei credere sia un supporto sincero e incondizionato. Il condizionale è ancora d’obbligo in questo caso in quanto la decisione di A.D., o chi per lui/lei, di sottrarre dal bunker segreto di Jessica DiLaurentis soltanto il dossier di Aria è una scelta che ancora oggi non riesco a fare a meno di collegare a quel sentimento che ancora vive fortemente in Jason dai tempi dei capelli rosa e che potrebbe, con ogni probabilità, vacillare costantemente tra sincerità e ossessione. Ma ad ogni modo la particolarità del rapporto tra Aria e Jason è che, per la prima volta forse nella storia della serie, nonostante fin dal pilot nessuno abbia mai avuto davvero troppi dubbi sull’amore che lega Aria e Ezra, anche l’ipotesi Jason, seppure come seconda scelta, è sempre stata accolta con favore. Questo perché, fin dal loro primo avvicinamento nella seconda stagione, Aria è stata spesso l’unica che riusciva a vedere in Jason un ragazzo diverso da quello che il suo cognome, i suoi tormenti e la sua storia volessero che lui diventasse. Tramite le immagini del loro passato condiviso e del presente che li rivede insieme anche se solo come amici, la chimica tra Aria e Jason è evidente ma allo stesso modo diventa chiaro anche agli occhi del ragazzo quanto, nonostante l’affetto che lei provi nei suoi confronti, Aria appartenga da sempre al suo amore per Ezra, un amore che quasi inconsciamente non ha mai lasciato andare e che si rivela inesorabilmente attraverso i suoi occhi di fronte all’inammissibile e innegabile sollievo del mancato ritrovamento di Nicole. Ma le indagini al fianco di Jason non servono soltanto a mettere definitivamente la parola fine alla loro storia, bensì anche a invischiare ancora di più il cognome Kahn nelle maglie sempre più strette di quella trama che si avvicina adesso alla sua prima rivelazione.

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E infine arriviamo all’ultima delle tre missioni, quella solitaria e impulsiva di Hanna Marin. Per quanto detesti vederle separate, per quanto creda davvero che agire indipendentemente sia l’errore più grande che possano commettere, tra ingenuità e debolezze strategiche del suo piano, una verità diventa innegabile osservando l’episodio nella sua totalità: Hanna Marin aveva un obiettivo, voleva Noel Kahn e non importa come o quando, alla fine Hanna ha preso Noel Kahn ed è, con pura oggettività, probabilmente più di quanto abbiano fatto le altre in questo contesto. In preda certamente a un’emotività che prende il sopravvento su di lei, Hanna prova a giocare d’astuzia la prima volta, sottovalutando ingenuamente l’esperienza di Noel nel manipolare il suo avversario e nell’anticipare senza difficoltà le mosse di chi nell’arena è ancora una novellina. Ed è allora che Hanna mette in atto il suo piano B, a lei indubbiamente più congeniale e in fin dei conti vincente, riuscendo ad avere la meglio su Noel di forza e conquistando quel senso di rivalsa di cui aveva disperatamente bisogno dall’inizio della stagione.

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Ciò che resta a Rosewood è solo accessorio, tra il visibile alone di oscurità che circonda Paige, ma che potrebbe facilmente risolversi nel suo desiderio di riconquistare Emily, e l’indefinita presenza del detective Marco Furrey che orbita con convinzione intorno al mondo di Spencer.

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Pochi giorni ci separano dal summer finale e il velo che tenacemente copre i maggiori segreti della famiglia Drake / DiLaurentis verrà finalmente sollevato, con una tale potenza da travolgere probabilmente chiunque si troverà nel raggio d’azione.

Per l’ultima volta, vi do appuntamento alla prossima settimana con l’imperdibile summer finale di Pretty Little Liars.

Impaziente, Uber Walkerit-A

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

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