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Pretty Little Liars | Recensione 6×07 – O brother, where art thou

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Pretty Little Liars | Recensione 6×07 – O brother, where art thou

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Sempre più vicini. A scoprire il vero volto di Charles, ad agguantare finalmente quella verità che continua a sfuggirci, ad archiviare uno dei capitoli più affascinanti nella storia dei teen drama, a … sbattere Emily ripetutamente contro la macchina da caffè del Brew nella speranza che ritorni in possesso delle sue facoltà mentali perché così non si va avanti. A costo di sembrare ripetitiva, per quanto mi riguarda, Pretty Little Liars continua a migliorare, anche quando non ci sono scoperte sconvolgenti, anche quando la storia sembra proseguire lentamente e ciò che invece in molti non vedono sono i passi da gigante compiuti nelle psicologie dei personaggi, la vera chiave di lettura di tutta questa realtà dove non è tanto il “chi” ad essere importante quanto il “perché”. Onestamente, gli episodi di questo genere sono i miei preferiti, quelli per cui mi risulta terribilmente facile parlare perché non si tratta solo di seguire indizi e raccontarvi le indagini labirintiche ma mi trovo di fronte all’indispensabile bisogno di analizzare e scandagliare quelle personalità a mio parere curate sempre dannatamente bene in questo show, quelle personalità di cui mi sono innamorata fin dal pilot. Ed ecco quindi la dicotomia di Aria, la determinazione di Spencer, l’evoluzione di Hanna, la fragilità di Emily sino ad arrivare alla trasformazione di Alison, l’ambiguità incomprensibile di Mona e l’umanità ormai compromessa di Charles. Ed è esattamente di questo che vi parlerò oggi.
HAPPY BIRTHDAY … FREDDIE?

Marlene King ormai mi conosce bene, sa come conquistarmi e assicurarsi la mia lealtà eterna … iniziando un episodio con un momento Sparia!

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Io lo so, tutti amano Hanna, il suo brio, la sua esuberanza, le sue parole sempre sul pezzo, il suo fidanzato da favola, e sì, effettivamente la amo anch’io, loro sono le mie babies e le amo tutte (anche tu Emily ma riprenditi adesso!), ma per le Sparia io ho un debole da tempi antichi, mi fa impazzire la loro chimica, il loro scambio di battute dai toni sarcastici, il loro essere simili e sulla stessa lunghezza d’onda ma anche diverse quanto basta per renderle uniche.

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Nell’avvio dell’episodio ritroviamo appunto Spencer & Aria tuffate nell’informazione per cercare di venire a capo dell’ultima grande impresa di Charles: il controllo totale tramite microchip sottocutanei. L’approccio delle due ragazze all’ennesimo colpo basso subito rispecchia fedelmente il loro carattere, la loro personalità individuale. Da una parte infatti, come al solito, Spencer sembra non aver paura di nulla, affronta la situazione con una lucidità e una freddezza tipiche di un leader, di un chirurgo … o di un serial killer, e diciamoci la verità, Spencer potrebbe tranquillamente incarnare alla perfezione tutte e tre le parti. Aria dal canto suo cerca sempre di non uscire di senno e di mantenere un’apparente razionalità ma questo non diventa facile quando arrivi a un livello tale di suggestione che cominci a credere che ti stia squillando il collo. E nel momento in cui le opzioni a loro disposizione sono drasticamente ridotte, Spencer riesce ancora una volta a intravedere una metaforica scorciatoia nascosta tra i cespugli, trasformando il più grande vantaggio di Charles in un punto a loro favore, controllando così colui che le controlla. Un aspetto che ho anche apprezzato moltissimo delle scene iniziali è stata la considerazione che sia Spencer che Aria hanno dimostrato nei confronti di Alison, mentre cercavano disperatamente di raggiungerla telefonicamente per metterla al corrente degli ultimi fondamentali sviluppi del suo albero genealogico. Non credo che Alison potrà mai essere di nuovo “una di loro” ma lei sembra davvero cambiata e le ragazze l’hanno perdonata proprio per questo e sono pronte a combattere al suo fianco e a proteggerla se serve.

Resto ancora un po’ su Aria perché come ho già detto svariate volte ormai, amo questo personaggio, amo la sua complessità e il suo essere incredibilmente sfaccettata tante volte. Anche in questo episodio ho visto tutto ciò che mi piace di lei e che la rende così particolare ai miei occhi: da una parte il coraggio, l’intraprendenza, la brama di scoprire la verità, di guardare e conoscere il volto sotto la maschera, di affrontare qualsiasi sfida pur riprendersi la sua vita e la sua libertà e quindi ecco la magnifica determinazione nel confrontarsi con Mona e con qualunque cosa sia lei che Leslie possano ancora sapere e nascondere; dall’altra parte però fuoriesce inevitabilmente anche il suo lato più fragile, quello che non muore dalla voglia di ritrovarsi nuovamente faccia a faccia con Charles, quello che per una volta vorrebbe solo chiamare il 911 e starsene al sicuro con le sue amiche, che non impazzisce all’idea di sottoporsi a un trattamento della nuova Hanna-Sweeney Todd, il barbiere di Rosewood.

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Aria è un concentrato di idee e di pensieri, la sua complessità sta proprio nell’essere tante volte un mix esplosivo di sentimenti ed emozioni che prova a riordinare ma che raramente esprime, custodendoli gelosamente dentro di sé. Quel lato oscuro che cercava di abbracciare nei soggetti delle sue foto adesso ricomincia a spaventarla, il timore di avvicinarsi troppo a Charles e ai suoi giochi fatali non le impedisce di restare al fianco delle sue amiche sempre, anche quando non ne è convinta, anche quando vorrebbe solo correre il più possibile lontano da quella città. Ho adorato quanto il rapporto con suo fratello Mike si sia evoluto positivamente e se all’inizio dell’episodio è stata lei a stargli vicino ascoltando i suoi timori riguardanti la sua storia con Mona (nonostante Aria non sia di certo stata la shipper Mikona #1 … Mikona? Monike? ), è stato fondamentale e bellissimo il finale in cui Aria è riuscita ad aprirsi per davvero e ad ammettere di fronte a Mike il suo sentirsi perennemente spaventata, una paura che la pervade completamente ma che lei nasconde dietro la sua piccola grande corazza esterna che alimenta ogni giorno con più coraggio di quanto si possa immaginare dall’alto dei suoi 50 cm di altezza.

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E se purtroppo Aria sente di aver perso con Ezra anche quella spalla su cui piangere e appoggiarsi per ritrovare la forza di continuare a lottare, la situazione sembrava leggermente migliore per Spencer che, al fianco di Toby, aveva quasi ristabilito una sorta di normalità a tratti troppo idilliaca per essere vera.

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E per l’appunto ecco che anche i cosiddetti Spoby si ritrovano nuovamente in crisi, il loro habitat naturale, e questa volta non c’entrano neanche i settordici ragazzi che hanno perso la testa per Spencer, no, questa volta a innescare la bomba è quel genio di Sabrina, la nuova pasticciera del Brew che adesso sarebbe anche il caso di licenziare perché il livello di sopportazione ha raggiunto già livelli critici.

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Ma come ho appena detto, Sabrina non fa altro che accendere la miccia mentre le tracce di esplosivo che fanno scoppiare per l’ennesima volta la bolla rosa di Spencer & Toby erano state accuratamente posizionate da Spencer nel momento in cui aveva ricominciato a nascondere storie e informazioni al suo fidanzato, atteggiamento che già in passato non era stato particolarmente salutare per entrambi, sia in quanto coppia che singolarmente, dico solo: Radley & Cappuccio Nero. A quanto pare quindi, tutta l’historia magistra vitae che Cicerone tanto sperava di poter insegnare, su Spencer non ha avuto alcun effetto, riconducendola purtroppo a ripercorrere esattamente gli stessi errori, a creare forse un’ulteriore distanza da Toby e a permettere alla fine a Charles di sfuggirle dalle mani come sabbia. Come se fosse quasi condannata a non avere un attimo di pace, il percorso di Spencer durante tutto l’episodio era stato paradossalmente quasi impeccabile: lucida, geniale, reattiva, Spencer organizzava il suo contrattacco a Charles nei minimi particolari, occupandosi di tutte le parti coinvolte in questo eterno giro di vite: da Alison, “rapita” da suo padre ma consapevole del ritrovato “grande fratello”, a Jason, al momento il più importante anello di congiunzione per arrivare a Charles; da Aria, Hanna e Emily costrette a giocare al piccolo chirurgo per estrarre i microchip made in DiLaurentis ed essere finalmente così un passo avanti ad A, a Toby, messo finalmente al corrente delle verità che si era perso mentre era fuori città … o almeno una parte di queste.

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Ciò che infatti distrugge un piano ben congegnato rendendolo l’ennesimo castello di sabbia prontamente dissolto da un’onda improvvisa è in realtà una casualità, la conseguenza di un piccolo segreto taciuto che nessuno però avrebbe mai potuto immaginare come causa di un tale domino inarrestabile. Seguendo le tracce lasciate o meglio rubate a Jason, Toby e Lorenzo si ritrovano a pochi centimetri da Charles che adesso, per la prima volta, è in trappola e braccato dalle liars, incapaci ovviamente di restarsene tranquille sapendo di avere la loro migliore possibilità di guardare in faccia il loro incubo peggiore. Ma qualcosa va storto e le caramelle innocenti che Toby aveva “rubato” a Spencer, inconsapevole del loro ingrediente segreto, iniziano a fare effetto, regalando in questo modo a Charles la sua ennesima via di fuga e tutto ciò che resta alla fine è soltanto pura delusione accompagnata dalla consapevolezza di essere stati nuovamente vittime dei propri segreti, da sempre l’unica vera arma vincente di A.

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Attiva, energica e combattiva più di quanto lo sia mai stata in passato, Hanna rappresenta ancora una volta in questo episodio l’emblema di tutto ciò che probabilmente vorremmo vedere anche nelle altre ragazze, raggiungendo in questo modo una sorta di perfetto equilibrio atipico per qualsiasi personaggio nello show. È questo infatti ciò che mi sembra di scorgere da un po’ di tempo ormai sia in Hanna che in Caleb, ossia un’attenzione alla loro caratterizzazione curata nei minimi particolari, tanto da renderli stranamente perfetti in ogni parola, ogni gesto, ogni pensiero, lasciando invece l’imperfetta umanità a Spencer, Aria, Emily e ai loro rispettivi mondi. In questo particolare frangente, il sesto senso di Hanna si attiva prepotentemente in quello che dovrebbe essere il suo primo vero momento felice dopo tanto tempo: la conquista di una borsa di studio che le permetta di frequentare il college che più desidera.

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Ma come ho appena detto, la perfezione e la serenità non sono mai stati di casa a Rosewood e gli stessi anonimi benefattori che hanno scelto di occuparsi dell’istruzione di Hanna rivelano, come sempre in quella città, preoccupanti legami e somiglianze con la famiglia DiLaurentis, trasformando in questo modo una borsa di studio in una possibile trappola dai risvolti imprevedibili.

E adesso arriviamo alle dolenti note: Emily Fields. La domanda principale nella sua storyline è: Perché?? Perché la ragazza pronta a tutto per proteggere le sue amiche adesso riserva la sua completa lealtà a una sconosciuta? Perché il suo legame con Sara diventa sempre più morboso ogni giorno che passa? Perché non riesce a scorgere tutti quei lati bui che Sara non si sforza neanche di nascondere particolarmente? Di Emily purtroppo non c’è da dire altro in questo episodio, nel momento più opportuno è stata al fianco delle sue amiche ma il suo coinvolgimento nella loro storia è ancora una volta minimo e per questo motivo, onestamente inaccettabile.

tumblr_nrwevm6bfg1s6u50qo6_250E se purtroppo il comportamento di Emily era quasi prevedibile, ciò che certamente non abbiamo visto arrivare è l’alleanza Alison/Mona. Alison, per la prima volta nella sua storia per quanto mi riguarda, sembra riuscire ad accumulare sempre più decisioni corrette, scegliendo di affrontare a viso aperto il ritorno di suo fratello Charles e affidandosi ai suoi migliori talenti (i sonniferi nel caffè, che classe!) per restare in contatto con le sue amiche e in seguito fuggire dal suo isolamento forzato.

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Alison vuole cambiare, vuole fare ammenda per il suo passato, vuole combattere personalmente i suoi demoni e non lasciare più che altri lottino nelle sue battaglie e nel momento in cui aveva bisogno di un supporto per tornare a casa e affrontare le conseguenze delle scelte della sua famiglia, Alison trova la risposta che cercava in Mona Vanderwaal, la stessa persona con cui tutto è cominciato. Vederle lì insieme, in auto, mentre cercano una soluzione estrema e disperata al ritorno di Charles, era quasi paradossale, uno scenario che non avresti mai immaginato ma che per qualche ragione è terribilmente giusto, intrigante e affascinante più di quanto avessimo mai creduto possibile.

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La verità però è che se Alison sembra intenzionata a mostrarsi totalmente sotto quella nuova luce che la rende una persona migliore, Mona rimarrà sempre un eterno mistero, rivelando in questo frangente una fragilità e una dolcezza che certamente non aveva nel precedente episodio e che molto probabilmente non avrà nel successivo.

Infine arriviamo al festeggiato, al bambino sotto falso nome che voleva solo giocare con Jason e Alison, che ancora oggi, sotto quella maschera e quel cappuccio, non desidera altro se non di potersi fidare di nuovo della sua famiglia, una famiglia che non riesce a riconoscerlo o anche solo a ricordarlo.

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Per la prima volta mi è sembrato davvero di scorgere una latente umanità in Charles ma questo non può cambiare o giustificare i suoi comportamenti e in questa guerra, qualsiasi siano le sue ragioni, sarò sempre dalla parte delle ragazze, uniche vere sopravvissute di una storia in cui non hanno colpe. Con un regalo di compleanno a sorpresa da scartare, Pretty Little Liars ci dà appuntamento al terzultimo episodio di questa prima parte di stagione, accorciando ancora di più le distanze da quell’epico finale estivo senza precedenti che ci aspetta l’11 agosto.

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Kisses, Walkerit-A

 

E se anche voi siete fan della bellissima Lucy Hale, non potete non passare da questa pagina e innamorarvene! Lucy Hale Italian Fans

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

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