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Pilot Addicted | Stitchers

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Pilot Addicted | Stitchers

La prossima settimana partirà ufficialmente Stitchers ma, anche in questo caso, c’è stata una fuga di … pilot, per cui abbiamo avuto la fortuna di guardare questa nuova serie della ABC in anteprima. Ecco le nostre impressioni.

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Stitchers è strano, questa è la prima impressione che ho avuto immergendomi in questo nuovo pilot estivo, una serie tv diversa, particolare e a tratti futuristica, forse più da SyFy che da AbcFamily per quanto mi riguarda. L’esordio dell’episodio l’ho avvertito incredibilmente veloce, ti catapultano in diversi aspetti della vita della protagonista, Kirsten, una giovane donna che affronta nell’arco di una giornata una sospensione dall’università, un riconoscimento all’obitorio e un reclutamento misterioso in una segreta agenzia federale. La prima qualità che riconosciamo in Kirsten è la sua genialità, applicata in particolar modo nell’ambito della tecnologia ma più di tutto già nei primi minuti si avverte in lei un totale distacco emotivo da qualsiasi aspetto della realtà, è completamente priva di ogni tipo di luce o di turbamento provocati normalmente dalle emozioni e dai sentimenti quotidiani. Kirsten non prova niente, né preoccupazione o paura, né dolore o gioia, e soprattutto non prova affetto per nessuna di quelle persona che inevitabilmente la circondano. Ma la spiegazione a questa sua personalità robotica sta in un’unica motivazione di base: Kirsten non avverte lo scorrere del tempo. Affetta da questa assurda patologia, Kirsten vive la sua vita essenzialmente fuori dal mondo, come se non ci fosse nulla da perdere e nulla da guadagnare perché per lei la quotidianità diventa un flusso continuo di persone, storie, eventi e momenti che lei non riesce ad assaporare, non riesce a toccare o a sentire perché che passi un minuto, un ora o un anno per lei non fa differenza. Chiusa quindi in questa sorta di bolla mentre il mondo fuori va avanti a ritmi costantemente diversi dai suoi, Kirsten sceglie di vivere sola nella sua realtà, senza legami che non saprebbe portare avanti, senza emozioni che rallenterebbero quel computer vivente che è diventata ed è esattamente per questo motivo che Kirsten sembra essere la scelta ideale per un progetto segreto promosso e sviluppato da un’agenzia federale che agisce nell’ombra, cercando di cambiare il mondo con un’idea rivoluzionaria. Invitata con metodi non convenzionali al centro operativo del progetto, Kirsten si ritrova improvvisamente immersa in una realtà che non conosce ma che in un certo senso sembra riuscire ad abbracciare in pieno in quanto completamente diversa da quella ordinaria e priva di interesse che vive ogni giorno. L’idea alla base del progetto Stitchers è affascinante quanto vagamente inquietante e anche un po’ macabra. Questo team di giovani scienziati infatti ha dimostrato come il cervello umano sia ancora fortemente “attivo” anche dopo alcune ore l’avvenuto decesso del corpo e l’innovazione sta appunto nello sfruttare le potenzialità ancora vive del cervello morente permettendo a un’altra persona di collegarsi ad esso entrando in contatto con i suoi ultimi ricordi, con i pensieri, con tutte quelle emozioni che hanno definito gli ultimi momenti della vittima e che adesso vengono vissuti dal suo ospite che ne diventa unico testimone. L’obiettivo di questo esperimento rivoluzionario sta nel riuscire a prevedere o a punire in questo modo crimini che fino a quel momento sarebbero stati affrontati con procedure standard ma che invece adesso potrebbero trovare la loro risoluzione in modo rapido ed efficiente. Kirsten rappresenta quindi, grazie alla sua totale mancanza di emozioni, la tessera mancante di un’idea geniale e all’avanguardia, diventando quindi il tramite attraverso cui si dà voce letteralmente alle vittime di crimini particolari. Scelta dall’agente federale a capo della squadra e circondata da volti nuovi con cui sembra riuscire a creare un’inedita connessione per lei, Kirsten abbraccia l’originalità del progetto ma al termine della sua prima missione viene spaventata da tutte quelle implicazioni emotive che paradossalmente comincia a sentire e cerca di tirarsene fuori solo per scoprire di essere in qualche modo destinata a farne parte. Interessante ma ancora poco chiara è la figura di Camille, forse l’unica vera persona coinvolta nella vita privata di Kirsten in quanto sua coinquilina ma al tempo stesso forse esasperata dalla stranezza della condizione della ragazza tanto da arrivare quasi a voler chiudere ogni tipo di rapporto con lei. Camille però è anche lei una ragazza geniale, intelligente probabilmente tanto quanto Kirsten e per questo incredibilmente competitiva, e anche lei sembra condividere con Kirsten il talento per la materia informatica. Per questo motivo mi è sembrato particolarmente strano il suo comportamento in determinati momenti, quasi come se ci fosse una motivazione nascosta sotto le sue azioni. È lei l’unica a cui Kirsten si rivolge nel momento in cui cerca di portare a termine la sua prima missione con il progetto Stitchers e questo mi fa anche pensare e sperare in una futura evoluzione nel rapporto tra questi due personaggi che a tratti possono sembrare particolarmente simili. E si, Camille è interpretata dalla magnifica Allison Scagliotti ma questo non ha nulla a che vedere con la mia decisione di guardare il pilot … beh più o meno e con “più o meno” potrei intendere che è stata l’unica ragione per cui ci ho provato. Ma se la Scagliotti mi ha spinta a intraprendere un nuovo viaggio, il potenziale che sinceramente avverto in Stitchers è il motivo per cui andrò certamente avanti, una serie che non posso negare mi abbia coinvolto più di quanto avessi immaginato all’inizio e che, se gestito accuratamente, potrebbe rivelarsi un’interessante sorpresa. Certamente la AbcFamily sembra crederci particolarmente avendo programmato la messa in onda il martedì, subito dopo la colonna portante del network Pretty Little Liars. Che dire, Stitchers è un esperimento e come tale mi entusiasma in modo particolare, è qualcosa di nuovo e di originale che potrebbe diventare la promessa di un’incredibile sorpresa.

-Walkerita

Come spesso mi accade con questo tipo di serie, non ho capito nulla del trailer ma è bastato ad incuriosirmi e parecchio. E mi è piaciuto. Mi ha convinto e penso proprio che continuerò a guardare la serie.
La protagonista, Kirsten, è affetta da displasia temporale: una patologia del cervello che la costringe a vivere in un perenne dejà-vu con tanto di effetti collaterali, quali l’incapacità di provare veri e propri sentimenti. Il giorno della morte di suo padre adottivo, la ragazza viene reclutata da un’agenzia segreta governativa che estrae i ricordi dalle vittime di morti sospette per poter permettere a persone come Kirsten di entrare in quelle memorie e raccogliere quante più informazioni possibili per poter risolvere i misteri.
L’idea di una protagonista che per qualche motivo, ha difficoltà relazionali ma una grande mente, è un po’ il leit-motiv degli ultimi anni: mi vengono in mente di primo acchito Sheldon Cooper (Big Bang Theory), Bones della serie omonima o Walter O’Brien di “Scorpion”. Certo in questi casi, non parliamo di una patologia vera e propria come nel caso di Kirsten ma la scena in cui guarda il padre andare via in taxi, mi fa pensare che anche nel caso della nostra protagonista, ci sia molto da dire ed indagare.
Kirsten è quindi un personaggio interessante, così come, ammetto, ho trovato interessanti anche gli altri: tutti, per il momento, rappresentazione di un archetipo ma tutti con una pulsione verso l’approfondimento che penso arriverà con il proseguimento della serie.
C’è l’amore-odio con la coinquilina Camille, l’immediata connessione creata con il capo del team del laboratorio di ricerca, il solito nerd con senso dell’umorismo e l’agente del governo tutto dovere ma con un debole per i suoi dipendenti e le buone cause.
Vi dirò, ho approvato in pieno questo pilot e certamente continuerò la serie. Le premesse per una storia godibile ci sono tutte e hanno saputo anche bilanciare humor-suspance-drama nel modo giusto.
Voto 8 e mezzo.

-The Lady and The Band

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Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

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