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Outlander Season Finale – Recensione 5×12: Un finale con i fiocchi

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Outlander Season Finale – Recensione 5×12: Un finale con i fiocchi

Dopo la malinconica puntata della scorsa settimana, è giunto il momento della recensione della 5×12 di “Outlander”: il finale di stagione che fa precipitare nuovamente i fan nella lunga attesa per la nuova stagione… attesa che questa volta sarà più lunga, a causa della pandemia.

E tuttavia, lo hiatus a cui siamo di fronte sarà di certo alleggerito almeno in parte dalla consapevolezza di aver assistito a un finale di stagione davvero eccellente, che non ha mancato di nulla: recitazione, dramma, sollievo, sorprese, attenzione per i dettagli, approfondimento dei personaggi.

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Outlander Season Finale – Recensione 5×12: l’attenzione per i dettagli

Gli autori non hanno tralasciato nulla, inserendo dettagli che hanno creato parallelismi con le passate stagioni, i passati eventi, e ancora una volta hanno altresì permesso di ricollegare il tutto per tornare a evidenziare come sia una sola storia, per dare il senso di unicum a tutto. Il mezzo per farlo è stato il rapimento di Claire e, dunque, il sogno/allucinazione in cui lei si è rifugiata per trovare anche un po’ di sollievo dall’orrore che le stava capitando: abbiamo visto il vestito e le scarpe rosse, che richiamano il ballo alla corte di Luigi XV della seconda stagione, l’arancia che il Re di Francia offrì come “ricompensa” a Claire; abbiamo visto gesti e parole di Jamie richiamare la prima stagione; e ancora: il quadro di Fraser’s Ridge, il vaso, gli oggetti che simboleggiano la professione e i giuramenti di Claire, la libellula (la famosa “Dragonfly in Amber”), il coniglio (che Jamie aveva visto sul campo di Culloden e che legava in particolare Jamie e Brianna)…

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Tale attenzione per i dettagli, però, non si è imitata alla ricostruzione di questi simboli, ma è andata anche alla trama: la scorsa settimana ci si chiedeva come avrebbero gestito alcuni elementi apparentemente eliminati e in questa puntata è arrivata la risposta, ovvero non sono stati affatto eliminati.

Outlander Season Finale – Recensione 5×12: l’approfondimento psicologico dei personaggi

Un aspetto che ha riguardato molti personaggi. Ovviamente, il focus centrale è stato posto su Claire, visto che era lei quella che stava vivendo l’evento così orribile e drammatico, tuttavia non è stata l’unica, poiché anche con “poco” gli autori sono riusciti a dare spazio anche agli altri.
Per Claire il sogno/allucinazione è stato il mezzo principale, attraverso il quale gli autori sono anche riusciti a trasmettere il desiderio di sicurezza per se stessa e la sua famiglia che la accomuna a Roger e Brianna. Questo infatti è il significato del trasportare la famiglia nel XX Secolo: Murtagh è vivo, perché non sarebbe mai stato costretto a guidare una ribellione; Fergus ha entrambi le mani, perché mai sarebbe stato usato come oggetto sessuale e mutilato. E tuttavia, in Claire striscia la consapevolezza che il pericolo e il dolore non sono davvero esclusi nemmeno da un’epoca apparentemente più tranquilla e sicura, infatti Ian è un soldato (dunque può andare in guerra ed essere ucciso) e, come Frank, Brianna, Roger e Jemmy sono vittime di un incidente stradale.
Una volta salvata, Claire deve affrontare la realtà dell’orrore di ciò che ha subito, come prima di lei è capitato a suo marito, al loro figlio adottivo e anche alla loro figlia, dunque eccola divisa tra il desiderio di avere una qualche sorta di giustizia (quella di quei tempi) e il suo giuramento, tutto ciò che ha sempre creduto, che lei è sempre stata… nonché il rifiuto di farsi sconfiggere da quello che ha subito, visto che né la fame, né la guerra mondiale, né la perdita di una figlia e “due mariti” l’ha mai spezzata. Una dimostrazione di incredibile forza per nulla sminuita dal manifestarsi del suo dolore, che lei ha tutto il diritto di provare e che deve concedersi di provare per poterlo in qualche modo superare.
E come sempre, Caitriona Balfe è stata bravissima.

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Questi eventi hanno permesso di porre l’accento anche su Jamie, Fergus, Brianna, che hanno subito la stessa tragedia in passato e che possono capire ed essere di aiuto a Claire come nessun altro: è stato evidente nei loro sguardi di orrore e dolore, nella volontà di essere presenti per Claire, di qualunque cosa lei abbia bisogno, nella loro fermezza e nella volontà di difenderla e darle una qualche forma di giustizia (Jamie, Fergus e Ian).
Jamie, in particolare, è stato molte cose: il compagno perfetto ( “Sei viva. Sei intera”, per quanto duramente ferita, salva), il leader perfetto, l’uomo onorevole.

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Abbiamo poi visto Roger e Marsali vivere un momento e dei turbamenti identici, ma anche simili a quelli di Claire: hanno ucciso per difendere, hanno mostrato una forza incredibile, la ragione era dalla loro parte, eppure si sono messi in discussione e hanno sentito il peso delle loro azioni, hanno in qualche modo chiesto perdono per queste.

E infine, Brianna e Roger: come si diceva, gli interrogativi posti la settimana scorsa hanno trovato risposta. Niente è stato eliminato, quello a cui abbiamo assistito era un percorso di maturazione Brianna e Roger – in particolare di lui – per arrivare alla consapevolezza che quella è la loro casa, perché lì ci sono le persone che amano, la loro famiglia. E questo ci porta a pensare che le cose avverranno comunque come devono avvenire.

Outlander Season Finale – Recensione 5×12: Top 3

1. Il salvataggio di Claire. Una parte costruita magnificamente: l’alternanza tra il punto di vista di Claire e quello di Roger, Jamie, Fergus e degli altri; la recitazione, con le espressioni di orrore e dolore, la fermezza di Jamie nel rassicurare Claire, visto che lui sa cosa lei stia passando, ma anche nell’impartire quella che all’epoca era la giustizia (“Who? How many?”“I don’t know”“Kill them all”); luci, i colori, con quelli caldi dominanti per via del fuoco, gli angoli della camera. Tutto fantastico.

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2. L’abbraccio tra Claire, Bree e Marsali.
3. Il finale. Davvero molto toccante e delicato, in grado di dare un po’ di sollievo dal tremendo dramma cui si è assistito ma anche non eccessivo, dato il momento attraversato dai personaggi, Claire in primis.

Ed eccoci alla fine del nostro viaggio con “Outlander” e la sua quinta stagione. Un ringraziamento speciale va come sempre alle pagine che hanno condiviso le recensioni, a chi le ha lette e in qualunque forma ha avuto voglia di commentarle, con l’augurio di ritrovarci per la sesta.
Grazie mille!

Vi ricordo dunque di passare da queste meravigliose pagine per essere sempre aggiornati sul mondo di “Outlander” ma anche su quello dei suoi interpreti, dei period drama in generale, del mondo british e tanto altro!

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

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