Home News Outlander | Ron Moore parla della “terribile” seconda parte e dell’intimità creata sul set

Outlander | Ron Moore parla della “terribile” seconda parte e dell’intimità creata sul set

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Outlander | Ron Moore parla della “terribile” seconda parte e dell’intimità creata sul set

“Gli ultimi due episodi sono duri e scioccanti e sarete davvero investiti da tutti gli eventi terribili che succederanno,” lo showrunner ha detto a THR.

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Far amare profondamente Klingons e Cylons potrebbe essere stato molto più semplice per il produttore/autore Ronald D. Moore rispetto ai traguardi già raggiunti con Outlander, la serie della Starz di cui è autore, che ha adattato ai libri dell’autrice Diana Gabaldon.

Non estraneo a un mondo ricco, costruito molto dettagliatamente e rappresentato vividamente, con personaggi esotici grazie alle sue esperienze in Star Trek: The Next Generation e alla sua acclamata re-rimmaginazione di Battlestar Galactica, Moore è sembrato subito adatto per reinterpretare il paesaggio storico e unico e la premessa fantastica della Gabaldon, in cui la forte e intelligente Claire Randall (Caitriona Balfe), infermiera durante la Seconda Guerra Mondiale, si ritrova misticamente durante la guerra civile nelle Highlands in Scozia nel 1743, alternativamente minacciata da un soldato inglese sadico – antenato del marito – e protetta dal sensibile guerriero celtico Jamie Fraser (Sam Heughan).

Non solo Moore è riuscito a unire tutte le sfumature seduttive e differenti dei libri – propositi epici e intima passione, sequenze d’azione e lunghi dialoghi intensi, sesso appassionante e violenza brutale – con il suo amore per il concetto di viaggio nel tempo, ma ha girato in Scozia con un’agile produzione che non include set “pre-costruiti”. I risultati non solo conquistano le fan fedeli della Gabaldon, ma anche i fan maschili dei lavori passati di Moore.

Outlander ritorna il 4 aprile con la seconda metà della prima stagione, con 8 nuovi episodi che porteranno la storia su un sentiero ancora più sexy, ma anche più cupo. Qui, Moore racconta a The Hollywood Reporter di come ha affrontato il fatto di dover tradurre l’amata proprietà della Gabaldon in uno show televisivo, della chimica tra i protagonisti e dei posti cupi che gli spettatori dovranno vedere quando lo show ritornerà.

Per cosa sei eccitato della seconda metà della prima stagione?

Mi piace molto dove sta andando, il fatto che stava lasciando molta storia indietro. Una delle cose da cui ero molto attratto nella serie in generale è che è una storia che “viaggia” – continua a muoversi. Non rimane a Castle Leoch. Quando abbiamo avuto la premiere, e lei è arrivata al castello alla fine del primo episodio, so per certo che molti degli spettatori hanno pensato, “Oh, questa diventerà la sua casa. Lei rimarrà nel castello, e sarà la storia di Claire e di quelli che ci abitano.” E mi piace il fatto che non è affatto così. La storia continua a muoversi e ad andare avanti. Anche la seconda metà della stagione continua a muoversi, e verso la fine, ci lasceremo la Scozia alle spalle. Andremo in Francia. Questo ha reso la produzione estremamente complicata perché non ci sono quei set costruiti di base dove puoi sempre tornare, quindi devi sempre reinventare lo show in ogni posto. “Ok – questo posto ha dei problemi completamentE diversi dall’ultimo.” Quindi è un enorme problema logistico, ma creativamente parlando è fantastico. Si continuano ad inserire nuovi personaggi, lasciando quelli vecchi alle spalle, iniziando nuove storie. C’è un senso di progresso, che è davvero bello.

Il pubblico è stato messo in guardia che quando lo show tornerà diventerà più cupo, ma anche più romantico, il che renderà anche meglio l’oscurità. Come sei arrivato a questa linea di confine molto sottile?

Sei aiutato molto perché sai dove stai andando. Quindi visto che sapevo quale sarebbe stato il percorso, che la fine sarebbe stata piuttosto cupa, che la storia degli ultimi capitoli della stagione 1 sarebbe stata piena di male e molto scioccante, ho potuto fare un passo indietro e dire “Ok, il viaggio per arrivare là non voglio che sia una semplice discesa.” Volevamo che ci fossero altri ostacoli. Volevamo che ci fossero altre cose durante il percorso, in modo che quando si sarebbe arrivati al traguardo, sarebbe stato uno shock, ed infatti è stato così, “Oddio!” al contrario di “Oh, cavolo, me lo aspettavo dall’inizio.” Volevamo che ci fosse un senso di avvertimento che il pubblico deve tenere alta la guardia, che non tutto è bello e positivo. Ci sono alcune cose che succederanno che non vi piaceranno, ma abbiamo queste altre storie che sono perfette per il nostro percorso.

Credi che quando arriveremo nei momenti più bui, il pubblico si ritroverà messo a dura prova perché sono stati presi dall’elemento romantico?

È difficile da dire. Gli ultimi due episodi sono duri e scioccanti e sarete davvero investiti da tutti gli eventi terribili che succederanno, credo che sarete messi alla prova. Durante l’editing e parlando con il regista, dicevo che volevo che si capisse il momento preciso in cui pensi “Dove è il punto il cui non riesco più a guardarlo? Dove è il punto in cui mi sento come se mi stessi prendendo in giro, in cui tu sei ingiustificato e mi sta mostrando delle cose solo perché puoi? E dove è il momento in cui ti stai nascondendo e ne hai paura?” Cercare di navigare tra questi due poli era la vera sfida. Volevamo che fosse fedele al libro e che non si dovesse guardare da un’altra parte, ma neanche buttarlo in faccia allo spettatore, se ha senso quello che dico. E credo che siamo riusciti a trovare un equilibrio, ma voi non lo saprete fino a quando non andrà in onda.

Questo show come ti ha cambiato a livello di narratore, produttore e autore?

Diversamente. Come produttore, il fatto che non ci siano set preparati. Sapevo che sarebbe stata una sfida. Non sapevo quanto fosse grande questa sfida, quindi ho imparato tantissimo. Questa è una produzione davvero complicata da portare avanti, quindi ho imparato molto. Come autore, è stato un grande esercizio fare un adattamento, al contrario di inventare. C’è sicuramente della frustrazione quando sei seduto nella stanza, e hai paura di rovinare la storia o una scena. E hai difficoltà a farlo. Se fosse stato il caso di Battlestar, sarei arrivato al punto che, “Beh, chiaramente qualcosa non sta funzionando, quindi buttiamo via questa bozza e ricominciamo.” Ma qua non hai questo lusso. Subito, non hai quell’attrezzo così utile, ovvero buttare via e ricominciare. Quindi ora, devi capire come farlo funzionare. È stato frustrante, ma quello che è stato divertente in questo procedimento è stato di avere un senso di fiducia nel sapere dove si doveva arrivare. C’è sempre un po’ di paura quando stai facendo uno show originale: “So come diavolo finirà questa stagione? Funzionerà? Sto raccontando questa storia troppo velocemente? Non avrò più niente da raccontare?” Tutte queste domande – improvvisamente non mi preoccupano. Ho una guida. So dove sto andando.

Gran parte del successo di questa storia c’è stato grazie alla chimica tra Sam e Caitriona. Come è stata questa esperienza?

È stata un’esperienza felice. C’erano molte preoccupazioni perchè c’era il concetto che sia meglio che funzioni, perchè la chimica non puoi comprarla. Quindi si pensava molto, “Speriamo che questo funzoni durante le riprese.” Quando abbiamo messo Sam e Cait insieme per un test sulla chimica tra di loro, siamo rimasti sorpresi, e ha funzionato. Noi speravamo semplicemente che rimanesse così, ed infatti lo è stato. Quindi è solo uno dei quegli aspetti che sono stati una piacevole sorpresa, e posso lasciarmelo alle spalle e non dovermi preoccupare più.

A volte tu metti i tuoi personaggi e la tua troupe a dura prova. Hai mai avuto dei momenti dolorosi mentre li vedevi recitare qualche scena estenuante?

Sempre. Sono sempre stato cosciente del fatto che Cait fosse presente in ogni scena, ogni giorno, per molto tempo. E per un bel po’ di tempo lei indossava solo quel sottile vestito bianco, ed eravamo nel mezzo della notte in una location in Scozia, e faceva davvero freddo. Lei è stata fantastica. Durante tutta la stagione, cercavo di darle delle pause quando potevamo e volevo che si prendessero cura di lei, ma è stato difficile. Non ho mai fatto uno show come questo, con una narrativa in prima persona, dove tu stai raccontando la storia dal punto di vista di un personaggio e che di conseguenza debba essere presente in ogni scena. È estenuante. Lei ha lavorato più di chiunque altro, e aveva sempre un’attitudine positiva, e scherzava sempre con la troupe. Ma ero sempre preoccupato: avevo paura di ricevere una telefonata in cui mi dicevano che aveva la polmonite o che si era fatta male o che non ce la faceva più. Ma ha sempre risposto positivamente. Quindi quando chiunque altro si lamentava, io rispondevo sempre, “Non hai nessun c***o di diritto di lamentarti! Zitto! Guarda lei!”

Questo è stato uno degli show più sessualmente onesti in tv. Come è stato mettere questo elemento nel tuo show?

Questo era molto importante perché era un punto chiave nei libri. C’era molta sessualità, molta descrizione grafica, quindi sapevo che sarebbe stato parte importante di questo lavoro. All’inizio ho detto a tutti, “Rendiamolo autentico. Cerchiamo di renderlo reale.” Gran parte del sesso in televisione, credo che sia noioso e non interessante. Di solito è sempre la stessa cosa, c’è la candela e magari la camera è un po’ sfocata, e la donna è sopra, e geme, e semplicemente è “Ok, ancora quello.” E i sentimenti che la gente prova quando fa sesso non sono di certo così. Visto che questo show parla soprattutto di questa relazione e il sesso era una parte chiave delle loro vite… volevo dire, “Va bene, abbiamo fatto sesso tutti. Facciamo questa scena nel modo in cui tutte le persone fanno sesso.” Parliamo di intimità. Parliamo di come ci arrivino. Non diciamo solo in che posizione mettiamo lei o come farla vedere. Quale angolo sexy usare? Cerchiamo di farlo sembrare sesso vero, come tutti lo abbiamo provato. Molti dei crediti vanno agli attori perché si sono impegnati per questo sin dall’inizio, e poi ai registi. Abbiamo fatto molte prove, abbiamo passato molto tempo a girare senza avere fretta, ma abbiamo fatto sì che loro sperimentassero e provassero cose diverse, in modo che loro poi sono riusciti a sentire che stavano creando qualcosa di magico in quel momento.

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Fraise, o meglio Federica, ragazza milanese di 25 anni, ha sempre amato sin da piccola tutto ciò che riguarda libri, telefilm, film, musica e viaggi. Grazie ai suoi genitori che l'hanno fatta viaggiare dall'età di 6 anni, ha sviluppato un amore incondizionato per Inghilterra e Scozia, tanto che da 7 mesi si è trasferita ad Edimburgo (che ama alla follia), insieme a quel santo del suo ragazzo. Si santo, perchè non fa altro che cercare di coinvolgerlo in tutto quello che fa e vorrebbe fare (per non parlare delle serie tv che vuole che lui veda insieme a lei!)! Il suo amore per i telefilm è nato vedendo ER e Beverly Hills, per passare poi a Friends, Dawson's Creek, Buffy, Angel e chi più ne ha, più ne metta!! Attualmente è fissata (si FISSATA) con Game of Throns,The Walking Dead, Vikings, Supernatural, Sherlock, Arrow, Revenge e tante altre! Non riesce a smettere di guardare telefilm, sono una vera ossessione! E non riesce neanche a smettere di cercare qualsiasi news telefilmica qua e là per cercare di sognare cosa potrebbe succedere! E ad ogni nuova stagione telefilmica, riesce anche a fare una lunga lista di nuovi pilot da non perdere! Passerebbe giornate intere a leggere ed ascoltare musica. Altra sua grandissima passione sono i Beatles (soprattutto Sir Paul McCartney) e i Mumford and Sons. Amante degli animali, è una convintissima vegetariana da ben 6 anni e no, se ve lo state chiedendo, non tornerebbe mai indietro e non le manca nulla! Ha viaggiato tantissimo, e continuerà a farlo, ma sente che nonostante la nostalgia della sua famiglia e dei suoi amici, abbia finalmente trovato la sua casa qui, a Edimburgo.

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