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Once Upon A Time | Recensione 5×13 – Labor of Love

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Once Upon A Time | Recensione 5×13 – Labor of Love

“Labor of Love” .
Letteralmente, “Duro Lavoro”, oppure “Ciò che è frutto della passione”, nel senso di una cosa che amiamo particolarmente fare. Oppure, in senso lato, “Pene d’amore”.

tumblr_o41ooylniQ1qgskexo1_500Mai frase fu utilizzata meglio per un titolo di Once Upon a Time, che cita Shakespeare mentre continua a rimettere assieme i pezzi delle vite dei nostri protagonisti, chiudendo percorsi e permettendo loro di andare avanti.
In questo siamo decisamente e definitivamente tornati alle modalità della prima stagone, dove Emma riscopriva se stessa e la sua missione cercando di portare il lieto fine nelle vite di sconosciuti appena incontrati, imparando a battersi per loro e, nel frattempo, imparando a battersi per se stessa.
Cosa che ci priva di possibili apparizioni a “lungo termine”, è vero, ma ci dà la possibilità di esplorare molte più storie e molti più scenari, arricchendo la trama orizzontale della serie di cameo che non avrebbe senso allungare troppo.

Lo dico in tutta sincerità: a me non dispiace questo modo di raccontare la storia. E’ quello che mi ha fatto innamorare di Once all’inizio [oltre alla somiglianza con serie come Buffy o come Doctor Who, dove i problemi della vita di tutti i giorni vengono parafrasati e resi “storie” da raccontare attraverso metafore]: vedere sullo schermo storie sempre diverse, personaggi diversi, volti e personalità di cui innamorarsi velocemente e che lasciano sempre qualcosa, qualche insegnamento, qualche metafora al di là dello sviluppo, più lento, della storia che riguarda la protagonista.

OUAT è partito con questa modalità, e la volontà di rispettarla ancora una volta è una cosa che apprezzo.
E questo era per zittire tutti quegli sfegatati Disneyani che hanno urlato al sacrilegio perchè “Abbiamo Ade e ci fate vedere Herc e Megara solo per un episodio”.
Ragà…già dalla frase “mio padre è un dio ma mia madre è mortale” si capiva che le cose sarebbero andate diversamente, no?
Bene. Adesso possiamo continuare con la recensione.

Questa puntata Snow-centrica è stata DOLCISSIMA.
Sì, se devo pensare ad un aggettivo per descriverla, è proprio questo.tumblr_o440h2lCFT1sw5i9jo4_250
Racchiude tutto quello che ho sempre amato nel personaggio di Snow White: la forza e la dolcezza di una principessa che cresce ad ogni esperienza fatta, ma anche l’insicurezza di chi deve imparare, giorno dopo giorno, ad essere un leader/una madre e a prendersi cura delle persone che ama, quella consapevolezza strisciante di non essere perfetti e il CORAGGIO che Snow  dimostra sempre nell’affrontare le proprie paure e vincerle una volta per tutte, rimediando agli errori fatti durante il cammino.
Ed è un po’ difficile parlare di una puntata che mi è piaciuta così completamente, senza errori e senza punti critici da infamare, perché avrei al contempo così tante cose da dire e la sensazione che ogni parola sarebbe superflua davanti a tanta perfezione. [E perché sì: non sembra, ma è difficile davvero scrivere qualcosa di completamente positivo. E’ facilissimo, invece, scrivere una recensione negativa, ve lo assicuro.]
E’ una puntata che ha messo d’accordo più o meno tutti, a parte i detrattori più incalliti [che, diciamocelo, cosa la guardano a fare la serie, se tanto tutto fa schifo?] e quelli che odiano a prescindere il personaggio di Snow e non ne vogliono sapere nulla.
E’ anche una puntata spaventosamente complessa sotto molti punti di vista, perché Snow e Charming sono sempre stati le colonne portanti della famiglia, e gli episodi loro dedicati servono sempre da specchio per le emozioni di TUTTI i personaggi principali, da Emma a Henry a Regina e, in questo caso, persino a Killian.

Eggià.
Lontano anni luce dalla sua amata e dalla famiglia che è arrivata in blocco a salvarlo, Killian si sveglia in una sorta di prigione infernale [che più che una prigione, dà visivamente l’idea di un tunnel di loculi, per rtumblr_o44oxjOCBI1v9qf1po1_250estare in tema] e si dimostra, per l’ennesima volta, l’eroe che si è sforzato tanto di diventare, provando una volta per tutte che, senza l’Ombra del Dark One [ma anche con essa, se vogliamo ben guardarci], Killian Jones è definitivamente parte di quell’universo di eroi che rischiano la vita per il prossimo, e che merita la salvezza.
Nessuno gli assicura che la visione avuta di Emma sia vera, anzi: la prigioniera che condivide la sua pena gli fa presente per prima che Ade adora torturare le anime con trucchetti del genere [e cosa potevamo aspettarci da Ade?].
Chi gli dà la certezza che quella sia davvero Emma, venuta agli inferi per salvarlo? Nessuno. Eppure Killian ci crede. Non esita nemmeno un istante.
Perché conosce Emma. Perché SA che per lui Emma farebbe questo ed altro.
Perché lui andrebbe fino alla fine del mondo per lei [“o del tempo”…] e adesso SAPPIAMO che lei ricambierebbe il favore e farebbe lo stesso.
E perché, già che c’è, non aiutare anche una povera ragazzina estranea di passaggio?
Non pensate che Killian abbia spedito Meg fuori dalla prigione infernale solo ed esclusivamente per farle recapitare un messaggio per Emma. Non l’avrebbe mai lasciata lì comunque. Altrimenti perché rimanere e farsi sbranare da una cosa che può divorarti l’anima, permettendo a lei di uscire, anziché semplicemente usarla come esca e scappare?
Killian non ha più l’Oscurità del Dark One quindi, dubbio che a me era rimasto eccome, perché è morto da eroe.

Nel frattempo, nei boschi, con un impeto considerevole e una fretta dannata, Emma sembra incapace di fermare anche solo per un istante la sua ricerca. Ignora quasi Henry, Robin e Regina e i loro sensati piani per recuperare eventuali mappe, cosa atipica per lei [un’Emma non ossessionata dalla ricerca di Killian avrebbe sollevato almeno un’obiezione o due sul tumblr_o44oxjOCBI1v9qf1po8_250mandare Henry da solo con Robin nell’ufficio di Cora], gettandosi appresso a qualsiasi cosa possa condurla più vicina all’uomo che ama, compresa una scia di sangue non ben definita che arriva a farla urlare in mezzo a un bosco infernale il suo nome, in maniera del tutto imprudente.
Graham ti avrà pure insegnato a seguire le tracce nei boschi, tesoro… ma se stai cercando qualcuno in una dimensione infernale, la prudenza insegna che è meglio non mettersi a strillare come pazze.
Altro dettaglio che è passato inosservato ai più: Emma, una volta trovata Megara, teletrasporta se stessa, Regina e la ragazza via dal pericolo. Il colore del fumo è simile a quello del Dark Swan, ma non completamente identico. E’ più chiaro, argentato quasi. E’ quindi la magia bianca di Emma a produrre quell’effetto? Magia che adesso sa come usare nel modo giusto grazie ai suoi giorni da Dark One?

Ma parliamo finalmente di Snow.
[Sì, ho sbrigato prima gli altri personaggi per poter parlare di lei più a lungo. Capita così di rado ormai!]
tumblr_o429cfcUxP1sw5i9jo2_250 tumblr_o429cfcUxP1sw5i9jo5_250Questione irrisolta della nostra meravigliosa principessa è, oramai dalla nascita del suo ultimogenito, la sua capacità come leader e come eroina.
In generale, dalla seconda maledizione in poi, il fuoco di Snow è andato spegnendosi sempre di più. Complici anche altre storie da raccontare e la prima gravidanza di Ginny, Mary Margareth ha avuto meno screentime e più problemi “terreni” da risolvere, e questo l’ha messa un po’ in ombra rispetto agli altri personaggi.
Era comunque una situazione che doveva trovare una risoluzione, prima o poi. E quale momento migliore di questo viaggio nel Limbo, dove tutti i personaggi possono chiudere finalmente quei conti col passato che sembrano trascinarsi oramai dalle prime stagioni?
Troviamo così risposta ad una domanda che ci ponevamo dall’inizio della serie: dove ha imparato Snow a tirare così bene con l’arco? Cosa l’ha spinta sulla via degli eroi, fuori dalle comodità della vita da principessa, rendendola indomita e combattente?
Hercules. L’Eroe con la E maiuscola, il mito, il semidio che ha ispirato le gesta di ogni personaggio sin dall’antica Grecia.
Un giovane Hercules, peraltro, non ancora maturo ma che ha portato già a termine undici delle dodici fatiche assegnategli dal padre per poter diventare Immortale [e che, dite la verità, ci siamo trovati un po’ tutti a shippare con Snow! Perdonami, Charming :'( ].

Fatemi fare una piccola premessa.
Una mia cara amica, nelle sere in cui mi arrabbio e non riuscirei ad andare a bersaglio nemmeno con un mirino laser attaccato all’arco, è solita citarmi Samuel Beckett: “Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.”
Questa frase, a mio parere, è principio fondamentale di ogni svolta importante per gli eroi di Once Upon a Time. Ne abbiamo parlato tante volte, e anche QUESTA volta il concetto è da sottolineare: non è eroe chi nasce tale, cresce tale o si spaccia per tale. E’ eroe chi fallisce, fallisce, fallisce ancora e, alla fine, riesce a rimediare ai propri errori e a raggiungere l’obiettivo prefissato.
Anche stavolta, come tutte le altre volte, la piccola Snow fallisce in due occasioni, riuscendo alla fine a IMPARARE dai propri errori come Hercules ha imparato dai suoi.

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[Curiosa, tra parentesi, la storiella della sconfitta del Leone di Nemea che Herc ci propina. Dà fuoco per errore alla foresta, e approfitta di quell’errore per portare a termine l’impresa, esattamente come il satiro Filottete gli avrebbe insegnato se fosse stato presente nella narrazione. Un Eroe non è solo muscoli e forza bruta, ma soprattutto cervello e capacità di improvvisazione, come tanto spesso gli Eroi di Once ci hanno mostrato.]

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PAROLA DELLA SETTIMANA: LEARN, IMPARARE [N.D.R. La parola della settimana scorsa era RETRIBUTION, ovvero “Contrappasso”. Non me l’ero dimenticata, sono stata costretta a tagliare un pezzo della recensione perché troppo lunga!]
Ma avrebbe anche potuto essere ISPIRARE, in onore di Snow. Ho scelto la prima perché è il filo logico narrativo dell’episodio, e su quello dobbiamo concentrarci.
Imparare, quindi, come la piccola Snow impara dai propri errori con i banditi e alla fine riesce a cacciarli dal villaggio. Come Hercules impara dai propri errori e si rende conto che non avrebbe mai dovuto affrontare Cerbero da solo, o lasciar scappare Megara senza aiutarla a sopravvivere. Come Killian impara dai propri errori e salva una vita anziché fuggire, consapevole del fatto che Emma lo troverà e che deve solo resistere.
Come Regina che, avendo imparato dai propri errori, spinge Mary Margareth a tornare ad essere Snow White, la donna che ha ispirato la ribellione contro la sua hqdefaulttirannia e che è sempre riuscita ad ispirare negli altri la voglia e la volontà di migliorarsi, di compiere il proprio destino, di trovare speranza anche nei momenti più bui, tratto che effettivamente era passato in secondo piano ultimamente.
Per questo avrei potuto scegliere questa seconda parola, come parola della settimana.
La giovane Snow White, ispirata da Hercules trova il coraggio per fronteggiare i banditi e per prendersi cura del suo popolo, cosa che Mary Margareth si rammarica di non aver fatto vedendo le loro lapidi nel cimitero del Limbo.
In realtà, la forza di Snow è sempre stata quella di ispirare gli altri a percorrere il cammino giusto, cosa che le fa vestire i panni di un’ insegnante, non a caso, nella realtà alternativa di Storybrooke e che le permette, col passare del tempo, di trasformare Regina da sua peggior nemica a migliore alleata nella lotta contro il male.
Ma non sempre si può ispirare gli altri solo con belle parole e discorsi di speranza. La Mary Margareth di Storybrooke ha solo quelli, e arriva a rendersene conto ora, messa alle strette dal pericolo. Svariate maledizioni, la nascita di un figlio e le peripezie affrontate nelle ultime stagioni glielo avevano fatto in parte dimenticare.

Si chiude e si conclude così un percorso che abbiamo visto aprirsi sin dalla prima stagione, in cui una timida ed insicura insegnante delle elementari trova la forza e la fede di essere prima indipendente, poi di amare sua figlia nonostante le difficoltà, poi di riunire la propria famiglia e di sostenere Emma nel suo destino di Salvatrice, anche contro l’Oscurità assoluta del Dark One. Si chiude il percorso in cui Snow è rosa dai sensi di colpa per aver sacrificato il bene della figlia di Malefica in favore di Emma, e torna la Snow che non ha paura di mettersi in gioco e ribellarsi alla Evil Queen per il bene della propria gente. Torna la guerriera, la combattente, la madre, la donna appassionata che nella Enchanted Forest è riuscita a sconfiggere, accanto a David, ben DUE sovrani malvagi.
Da questo punto in poi si apre per Snow un nuovo cammino, che spero approfondirà anche il discorso del cuore condiviso e di quella oscurità in cui ha dimostrato di essere inciampata nella scorsa stagione con la storia di Lily, e che le permetterà finalmente di porre rimedio anche a quell’errore.

Screenshot_2016-03-14-23-24-57-e1458032177154Hercules termina le sue fatiche e può così passare oltre e raggiungere il giusto posto che gli spetta sull’Olimpo, dimora di suo padre, divenendo un dio immortale, avendo sconfitto Cerbero e salvato la D.I.D. [Donzella In Difficoltà, per chi fosse a digiuno del vocabolario di Filottete] della situazione.
Nonostante l’ovvio desiderio di saperne di più di lui e di Megara, e la speranza che restassero per almeno qualche episodio per approfondire meglio i due personaggi, non mi lamento di come sono andate le cose. La logica di Snow [“Se non te ne vai subito e Ade ti cucca, chissà come ti combina”] è ineccepibile e, come dicevo all’inizio, questo metodo mi dà l’idea di essere più incisivo delle lunghe permanenze alla Frozen, che rendono alla lunga i nuovi comprimari inconcludenti e noiosi.
Ricordiamoci comunque che il mondo dell’Oltretomba segue leggi del tutto particolari, e così l’Olimpo. Non è detta l’ultima parola…

Ultima digressione sul finale di puntata, poi vi lascio all’angolo delle speculazioni e me ne vado fino alla settimana prossima.
Ade è arrabbiato. E’ arrabbiato perché altre due anime hanno lasciato il Limbo e hanno proseguito il loro cammino.
Ade che prima si presenta ad Emma, Snow e gli altri, impedendo a Cerbero di ucciderli e consegnando alla Salvatrice l’uncino di Killian come monito di quel che gli sta facendo, e che poi vuole obbligare Killian a scrivere tre nomi su tre lapidi… e ad aggiungerne altri per ogni anima che loro libereranno, in modo da farli restare.
Ade è bipolare.
Vuoi che se ne vadano o vuoi che restino?
Perché nel primo caso, presentare alla donna che lo ama l’uncino di Killian INSANGUINATO non è una mossa furba per convincerla a lasciarlo lì con te, lasciatelo dire. Ancora meno furbo è prometterle che gli farai DI PEGGIO. Sai come sono gli eroi: ISTIGARLI E’ DELETERIO. Le hai portato l’uncino insanguinato dell’uomo che ama talmente tanto da essere scesa all’inferno per cercarlo… è come presentarle un invito con su scritto “Fai pure. Smontami la casa.”
E’ inutile che poi ti incazzi se ti mandano all’aria tutto il Limbo, eh. LO SAPPIAMO che i cattivi odiano perdere. Mi chiedo solo se, a volte, non farebbero meglio a prenderla persa in partenza e semplicemente dare agli eroi quel che vogliono, per limitare i danni che potrebbero fare. Sì, è vero, così non ci sarebbe storia… ma davvero non gli converrebbe restituire il nostro pirata subito, e tenersi quel centinaio / centinaio e mezzo di anime restanti per sè?
Io dico di sì.

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ANGOLO DELLE SPECULAZIONI
Dedicato completamente ad una cosa della quale non ho ancora parlato: Henry.
L’enigma di ciò che gli narra Cruella nell’ufficio del sindaco merita più di due scarne righe di introduzione.
La penna quindi è un’entità viva e vegeta (Artefatto magico senziente, diremmo noi giocatori di ruolo), personificazione di tutte le questioni in sospeso dell’Underworld. LA penna, quindi, ha il potere di risolverle tutte, non solamente quelle di Cruella.
MA.
E’ giusto che Henry usi una scappatoia del genere? Un’anima non dovrebbe poter risolvere i propri problemi appunto per IMPARARE e proseguire il proprio cammino?
Ma più che altro: è vero quello che Cruella gli racconta o è solo una sua supposizione?
Ed Henry cascherà nel giochino dell’ultima rimasta delle Queens of Darkness? Potrebbe. Se non altro per il desiderio di riuscire finalmente a salvare Emma, cosa che ha sempre desiderato, oppure di tentare di riportare in vita suo padre [che non credo tornerebbe comunque, visto che è già passato oltre].
Certo è che non credo basti resuscitare Cruella per togliere la “macchia nera” dal cuore di Emma. L’omicidio ti macchia l’anima, è vero, ma moralmente parliamo di un livello più profondo. Resuscitare la persona uccisa, in questo caso come in altri, non credo sia la soluzione. L’espiazione non può essere così facile.
Questo, ad ogni modo, è uno sviluppo veramente interessante nella nostra storia!

Vi lascio infine al promo della prossima puntata, pregando che Gold non ne combini un’altra delle sue.

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Annalisa Mantovani nasce a Ferrara, in un freddissimo e nevossissimo Febbraio del 1980. Forse è per questo che odia l’estate, il sole e il caldo e preferisce climi rigidi e temperature polari, grazie alle quali può godersi le fusa dei suoi gatti, una bella coperta calda, il divano e i suoi amatissimi libri. Sin da piccola legge tutto il leggibile, dal romanzo d’avventura al fantasy, dalla storia d’amore alle etichette dello shampoo, ma le sue letture preferite rimarranno sempre i romanzi di Emilio Salgari sul pirata Sandokan, Il Silmarillion di quello che definisce il suo “papà” letterario J.R.R.Tolkien, la saga di Harry Potter e qualsiasi cosa sia stata scritta sui vampiri, anche la spazzatura. Da qui, e dalle sessioni di Dungeons&Dragons a cui gioca col marito ormai da più di 15 anni, la passione per la scrittura di romanzi fantasy e urban fantasy che, se dio vuole, un giorno riuscirà anche a pubblicare. Telefilm Addicted da quando guardava Hazard e l’A-Team con il nonno dopo i compiti, predilige serie dove la componente sovrannaturale giochi un ruolo importante, anche se non disdegna Downton Abby, Criminal Minds e Broadchurch. Whovian per la vita, le sue serie del cuore saranno sempre Doctor Who, Buffy e, da poco aggiuntasi, Once Upon a Time, che ha il potere di farla tornare bambina.

1 COMMENT

  1. “Ade è bipolare”. Sto ancora ridendo, perchè è verissimo. Sono d’accordo su tutto soprattutto sul fatto che per Snow si apra un nuovo arco narrativo o meglio si torna sui livelli del personaggio delle prime due stagioni. La Snow combattiva è sempre stata la mia preferita, così come la Snow sindaco che cerca di risolvere la mancanza di corrente in città. E sono più che d’accordo su quanto hai scritto riguardo la figura dell’eroe: chi fallisce ma continua a tentare per raggiungere il proprio scopo. Quanto è vero, è così nella vita di tutti i giorni 🙂
    Con la questione della penna magica mi è salita l’ansia… sicuramente non accadrà mai che Henry provi a resuscitare il Carciofo, ops Neal, visto che non ha questioni in sospeso come diceva ad Emma ed è in posto migliore. Però non si sa mai. NO, vi prego. Ansia.
    Fremo per la prossima puntata, già solo aver visto Emma sorridere raggiante ad Hook in questa puntata mi ha scaldato il cuore e mi riempie di ottimismo. Speriamo Gold stia a cuccia :/
    Bellissima recensione come sempre, amo la citazione di Shakespeare (è da sempre il mio autore preferito) con “Pene d’amor Perdute” e i riferimenti all’Hercules della Disney che rimane tra i film che più amo. Alla prossima settimana!

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