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Once Upon A Time | Recensione 5×02 – The Price

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Once Upon A Time | Recensione 5×02 – The Price

So bene cosa vi starete chiedendo in questo momento (e lo so bene perché me lo sto chiedendo anch’io): che cosa ci faccio qui? Dissipiamo quindi i timori: è momentaneo, solo per questa volta infatti sarò io a raccontarvi Once Upon A Time, ma non temete, le straordinarie parole, idee ed emozioni di Ocean (Annalisa) torneranno presto per descrivervi questa serie tv meglio di quanto potrei mai fare io.

Ciò che in realtà è paradossale è che ci sia proprio io qui oggi perché da tempo ormai il mio rapporto con OUAT è, come dire, complicato. Dopo un grande amore durato circa due stagioni e mezza, la nostra storia ha avuto gravi momenti di crisi che adesso stiamo cercando di risolvere. Certo, se continuano a cancellare i ricordi ai protagonisti un giorno sì e l’altro pure, non faremo mai grandi passi avanti, soprattutto perché ci sono momenti trascorsi a Camelot che non andrebbero mai dimenticati.

Fondamentalmente, nella situazione attuale, per quanto mi riguarda OUAT presenta incoraggianti ed emozionanti spunti positivi, ma anche radicati e recidivi elementi negativi, come addobbi confusionari e superficiali, privi di vita.

Ma entriamo nel vivo della storia e partiamo da quel chiaro segnale di voler provare a riavvolgere il nastro, tornando alle origini, al cuore della serie, a quella frase che è stata sempre una delle colonne portanti della storia: “Every Magic Comes With a PRICE”, il mantra di Rumplestiltskin quando era ancora un personaggio vagamente interessante. Il prezzo della magia dunque ritorna prepotentemente a far sentire la sua presenza anche quando però nessuno ricorda per quale motivo debba pagarlo. Come sempre, la storyline che caratterizza l’episodio singolo si intreccia perfettamente alla linea gialla di questa prima parte di stagione, ossia la maledizione scagliata da Dark Swan, perché in entrambi i casi ognuno dei protagonisti si ritrova costretto a pagare per le proprie azioni e per le proprie scelte, che sia per aver deluso Emma o per aver utilizzato la magia a Camelot ma come dicevo, la loro prima punizione è proprio quella di non sapere quale sia stato il momento in cui tutti hanno sbagliato, il momento in cui gli eroi hanno fallito nella loro missione più importante, lasciando che la Salvatrice abbracciasse l’oscurità. Proprio come nella prima autentica maledizione, la prima pena da scontare è l’oblio.

Innocentemente Henry è il primo e l’unico che rivolge a Dark Swan quelle parole che probabilmente avrebbe voluto ascoltare prima, quando salvarla non sembrava ancora così impossibile, ossia: “Mi dispiace di averti deluso” ma per quanta oscurità possa esserci in lei, nessuno potrà mai portare via ad Emma l’amore per suo figlio, l’unico a quanto pare a non averla delusa ma anche l’unico da sempre a vedere la luce lì dove sembra esserci soltanto il buio. Contrariamente dall’altra parte, Regina si pone già in assetto da combattimento ma devo ammettere che vederla così infastidita perché una maledizione scagliata da Emma le ha cancellato sei settimane di ricordi, grida “Karma” da tutte le parti. Infatti, a stuzzicarmi e a diventare per me la chiave di lettura dell’intero episodio è esattamente il più profondo capovolgimento di parti che adesso Emma & Regina si ritrovano a dover vivere e non parlo solo dell’ovvio, ossia del bene contro il male, ma dell’autentico “posto” che ora occupano l’una nella vita dell’altra, in un confronto che fin dall’inizio si è imposto dapprima in modo sottile e quasi impercettibile ma che presto si è mostrato in tutta la sua catartica importanza per la storia e soprattutto per i personaggi coinvolti.

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E proprio in questo contesto, Dark Swan lancia a Regina una sfida che profuma tanto di minaccia: provare ad affrontare, come solo una Salvatrice potrebbe fare, quel pericolo che lei stessa ha portato a Storybrooke ma che nessuno vedrà arrivare.

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Così come Emma quindi aspetta di riscuotere il pagamento dalla famiglia che l’ha delusa, mentre la piccola cittadina del Maine affronta le conseguenze e i limiti imposti dalla nuova maledizione, un nuovo debito sta per essere saldato e non con una cena da Granny’s bensì con una singola e fondamentale vita umana. Ancora una volta quindi la magia arriva a riscuotere il suo prezzo per una scelta compiuta a Camelot di cui nessuno però ha ricordi e l’unica certezza è che a pagarlo dev’essere Robin, il personaggio più sveglio nella storia della serie *insert sarcasm here and here and there too*.

Il flashback nella lontana terra di Camelot è quindi dovuto non solo ai fini della storia ma soprattutto per l’importanza che determinati momenti hanno avuto nell’economia generale dei personaggi e delle loro azioni. Ciò che più mi ha sorpreso dei primi passi compiuti a Camelot è l’estrema leggerezza con la quale tutti loro si erano fidati ciecamente dell’accoglienza e della bontà dimostrate dal celebre sovrano Artù, senza sorprendersi affatto dell’insolita situazione in cui nessuno aveva ancora provato a ucciderli o mutilarli gravemente. Volevano Camelot? Benvenuti a corte! Volevano aiuto e supporto? L’intera tavola rotonda è lì per servirli! Volevano Merlino per aiutare Emma a liberarsi dell’oscurità? Ecco … un albero … sì, certamente il buon re non avrebbe avuto bisogno di loro se avesse potuto usufruire del suo mago di fiducia. Sta di fatto però che la disponibilità e l’ottimismo dilagano a corte, confidando nella Salvatrice come soluzione ai problemi di tutti. Adesso bisogna SOLO trovare una Salvatrice e il gioco è fatto! Come se l’invito a corte, il ballo in loro onore e il sorriso a 52 denti di Artù non fossero quindi già chiari presagi di sventura, la domanda sull’identità della Salvatrice crea a mio parere la prima vera crepa in quell’equilibrio instabile che tutti loro si illudevano di aver raggiunto. Proprio in quel momento quindi, si mostra per la prima volta quel confronto che Emma e Regina riporteranno poco tempo dopo a Storybrooke, quel confronto che in fondo le caratterizza da sempre e che rappresenta una parte importante del loro rapporto e della loro diversità. Se all’inizio infatti Regina si presenta come la Salvatrice per proteggere Emma ed evitarle di utilizzare la magia che avrebbe fatto crescere l’oscurità in lei, io credo che in quel gesto ci sia in realtà molta più verità di quanto la stessa Regina non abbia mai voluto ammettere ma che Dark Swan riesce a leggere facilmente nel suo cuore, ossia il desiderio sempre celato di essere davvero la persona che tutti ammirano, essere l’eroe che illumina il suo mondo ricacciando indietro le tenebre, essere la Salvatrice in cui tutti ripongono la loro fiducia e la loro speranza. La verità però è che in quel momento Regina non era ancora pronta ad essere davvero la Salvatrice perché quando le maschere cadono e il suo passato torna a tormentarla nelle vesti di Percival, Regina sceglie ancora una volta di proteggere Robin e la sua felicità, chiedendo ad Emma di mettere a rischio la sua anima per lei ed Emma, con straordinaria coerenza, accetta, rivelandosi paradossalmente ancora la Salvatrice ma lasciando andare per sempre, in quello stesso momento, una parte di sé.

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Di ritorno a Storybrooke quindi, sempre attraverso il confronto tra Emma & Regina, diventa evidente come Robin sia effettivamente il prezzo che Regina deve pagare per aver chiesto a Emma di utilizzare la magia e salvarlo e come in un assurdo deja vu, adesso Regina si ritrova a dover scegliere nuovamente quale ruolo vuole avere in quella storia.

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E proprio nel momento in cui decide di abbracciare le proprie responsabilità e pagare il suo debito con la sua vita in cambio di quella di Robin, in quell’istante Regina incarna la vera essenza di una Salvatrice, trovando al suo fianco persone che credono in lei e scelgono di combattere al suo fianco, di affidarle le loro vite e la loro salvezza, sconfiggendo insieme la prima di molte minacce.

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tumblr_nvqzhm5bYO1r469b4o9_250L’aspetto più profondo di tutta questa storia sta anche nel posto che Regina adesso occupa non solo nel destino di Emma ma anche o forse soprattutto tra le persone che lei ama. Meraviglioso e straziante al tempo stesso è infatti il legame che ora unisce Regina a tutte quelle persone che sono e saranno sempre il mondo di Emma Swan: suo figlio Henry, i suoi genitori Snow & David, gli amici che hanno creduto in lei e hanno lottato per salvarla e in questo quadro adesso Regina siede al centro tra tutti loro, in quel posto che aveva sempre desiderato e in fondo anche invidiato ad Emma ma non con cattiveria, semplicemente con la speranza di poter aver un giorno quell’amore incondizionato che a lei era riservato anche quando ancora non sapesse chi fosse per davvero. Meraviglioso è quindi quel rapporto intenso e profondo che unisce due donne che hanno passato troppo tempo a fingere di odiarsi senza riuscirci mai completamente secondo me, un rapporto che è cresciuto con calma perché Snow ha saputo aspettare e convincere Regina di meritare qualcuno che le volesse bene sinceramente e che adesso le dimostra apertamente quanto credesse a quelle parole, che si tratti di insegnarle a ballare o di dividere con lei il prezzo da pagare alla magia.

 

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Allo stesso modo però è straziante vedere Emma Swan fuori dal suo mondo, mentre si perde la prima cotta di suo figlio, mentre vede qualcun altro vivere la vita che spettava a lei, vivere il suo lieto fine e improvvisamente i suoi occhi non sono più quelli dell’oscurità che ha preso il sopravvento ma tornano ad essere gli occhi di quell’adolescente sola che è cresciuta con la consapevolezza di non avere nessuno intorno a sé a cui importasse abbastanza da restare al suo fianco e lottare per lei. E tutto ciò che le resta allora è provare a raggiungere quel traguardo che nessun Signore Oscuro ha mai afferrato: eliminare per sempre le debolezze dal suo cuore, le speranze, i ricordi, l’amore.

Se il confronto tra i mondi di Emma & Regina ha saputo, secondo me, reggere egregiamente l’episodio, piuttosto deludenti sono state le storie che orbitano intorno: Merlino, Robin Hood, Hook, Zelena.

Che siano a Camelot o catapultati anche loro senza ricordi a Storybrooke, Merlino e consorte non solo non convincono affatto come personaggi rivelandosi estremamente piatti e privi di spessore, ma sono evidentemente anche giocatori strategici ai fini della storia, intenzionati infatti a ricongiungere le due parti di Excalibur, cercando di impossessarsi per questo motivo del pugnale dell’Oscuro Signore. Per una caratterizzazione che vale, un’altra delude inevitabilmente.

Robin Hood e Zelena sono purtroppo a mio parere due dei più grandi errori di questo show. Se il primo può essere vagamente accettato come cucciolo di Regina, essendo completamente privo di qualsiasi utilità se non quella di riuscire a mettersi in situazioni ormai imbarazzanti, la seconda, sebbene presentata come un villain degno di rispetto, si è lentamente trasformata in una sagoma da soap opera, facendo raggiungere alla serie i suoi punti più bassi (la storia della gravidanza è degna delle migliori telenovelas argentine).

Cercando di non sfociare troppo nel mio personale, vi dirò semplicemente che Hook io non l’ho capito in questo episodio. Ciondolava per la città nella speranza che la soluzione per salvare Emma dall’oscurità gli piovesse magicamente dal cielo e si risolvesse nell’arco di pochi minuti. Da lì poi l’illuminazione: il bacio del vero amore per spezzare la maledizione e nonostante Belle lo avesse messo in guardia dall’amare un Signore Oscuro, lui ci prova lo stesso con risultati prevedibili. Arrivati a questo punto della storia, non metto certamente in dubbio la buona fede nelle azioni di Hook e il suo desiderio di salvare la donna che ama, a non convincermi è in realtà la modalità con cui tutti loro stanno cercando di gestire il cambiamento, credendo di poter semplicemente sperare che tutto si risolva per il meglio e ignorando invece quello che secondo me dovrebbe essere l’unico vero obiettivo: ricordare ad Emma che cosa significhi il vero amore, intrappolandola in una rete di ricordi e di storie, circondandola di persone che lottano per lei senza sosta, qualunque cosa accada.
Interessanti infine sono stati:
– Il tentativo di far emergere Belle, uno dei personaggi con più potenziale inespresso dell’intero show
– L’accenno alla mitologia greca tramite la figura di una delle Furie, nel suo ruolo di punitrice, e la figura del traghettatore che, non vorrei sbagliarmi, ma somigliava tanto a Caronte.

Sebbene sia ancora dubbiosa a riguardo, l’inizio di questa nuova stagione mi convince ottimisticamente, sia per lo sforzo di provare a riprendere la profondità di rapporti e personaggi centrali della serie, sia per aver concesso a Jennifer Morrison la possibilità di mostrare parte del suo incredibile talento. Nella speranza di riuscire ad innamorarmi di nuovo di questo show, adesso vi lascio e mi auguro di non aver fatto troppi danni nel mondo di Ocean!

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

4 COMMENTS

  1. No tranquilla sei stata bravissima! 🙂

    sì i ruoli si sono invertiti veramente, ma già da quando Emma non faceva che ripetere “non c’è più una salvatrice in questa città”, sapevo che i fatti l’avrebbero smentita.

    Ciao!!!

  2. Awww grazie mille tesoro!!!! Sì, era inevitabiloe che l’evoluzione di Regina portasse a questo!! Sono felicissima per lei ma vedere Emma, sola, fuori dal Granny’s ha fatto male!!!

  3. Questa stagione di OUAT sta andando abbastanza bene direi, nonostante mi abbia fatto storcere un po’ il naso la storia di Camelot che non mi intriga troppo e il fatto che abbiano perso la memoria DI NUOVO, però Dark Emma è qualcosa di veramente MERAVIGLIOSO, e quando danno tanto screen time a Regina per me è sempre una festa dunque YAY.
    Invece preferirei che dessero un attimo più spessore a Robin, mi piaceva tanto prima ora è spesso la donzella in pericolo, COME ON!
    Bella recensione comunque Rita 🙂

  4. Forse questo commento suonerà strano ma io sono davvero contenta che Emma sia diventata The Dark One. Mi spiego: oltre al fatto che la Morrison è fantastica in queste vesti (perchè agli autori quest’idea non è venuta prima?!?), tutte le sue azioni stanno tirando fuori il meglio di Regina, la sua parte più positiva; non sta compiendo azioni riprovevoli ed ha sottratto sei settimane di ricordi dando a tutti i personaggi coinvolti forse un unto di partenza per riscoprire loro stessi. D’altro canto dispiace vederla allontanarsi progressivamente da tutti i suoi affetti e infatti sono super curiosa di vedere se userà excalibur e il pugnale per compiere davvero il grande passo e cancellare la sua umanità.
    Complimenti per la recensione!!

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