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Masters Of Sex | Recensione 2×07 – Asterion

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Masters Of Sex | Recensione 2×07 – Asterion

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Cari amici,

per la prima volta da quando ho iniziato questa serie, sono perplessa.

Ammetto che, durante la visione, e per più volte, la mia faccia ha assunto questa espressione:

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Blackbird è stato un episodio rivelatore, nel quale molte verità sono venute a galla:

  • Bill è stato nuovamente licenziato e scopre che Virginia  frequenta da mesi un altro uomo;
  • Libby si sente attratta dal fratello della sua babysitter;
  • Gene scopre la verità su Betty e Helen;
  • Lillian si suicida.

Ebbene, la scelta degli autori di Masters of sex è stata davvero singolare poiché, in Asterion, decidono di dare un taglio netto alle storie che abbiamo seguito finora, proiettandoci a tutta velocità nel futuro.

Personalmente non ho apprezzato molto il modo in cui il tutto è stato sviluppato.

Durante la visione ho avuto l’impressione di partecipare a una maratona in cui i personaggi erano sempre in vantaggio e col Gatorade a portata di mano, mentre io ero indietro, col fiatone e i crampi.

Andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa è successo.

Asterion inizia nell’ottobre del 1958 e finisce nell’ottobre del 1960, un percorso di 2 anni condensato in un solo episodio.

Veniamo a sapere che Bill ha acquistato l’intero piano di un palazzo per aprire uno studio tutto suo insieme a Virginia e continuare la ricerca, indisturbato.

Invece di essere felice per questa piccola e complessa conquista, il nostro protagonista ha l’aria di un condannato a morte con le paturnie; intuiamo quindi che ce l’ha ancora con Virginia, anche se non abbiamo assistito al loro chiarimento né alla loro rottura. ( WHY? )

L’albergo, anche stavolta, è l’unico luogo in cui Bill si sente vivo e, in parte, compreso, tanto che, il tuttofare della struttura assume, suo malgrado, il ruolo di confidente.

Devo dire che è la prima volta che mi capita di odiare così tanto Bill. Ogni volta che questo personaggio fa dei progressi, gli autori ci tengono a fargli fare 10 passi indietro, tanto per non farci illudere. La cosa che mi manda in bestia di lui è la sua ipocrisia, il suo mettersi al di sopra di tutto e tutti, sempre, per poi rimproverare gli altri se provano a fare la stessa cosa.

Il modo in cui si comporta con Libby è ignobile. Le manca di rispetto, non solo tradendola, ma ignorandola ogni singolo giorno della sua vita, come se la incolpasse di averlo intrappolato in questo matrimonio. In realtà noi sappiamo che questa unione Bill l’ha voluta fortemente, per ottenere una posizione rispettabile e costruirsi una carriera, quindi con chi se la prende se ora ha una famiglia?

Parla di sua moglie riferendosi a Virginia, come se Libby non esistesse, come se fosse lei a provare repulsione per lui, quando in realtà è il contrario. Lui tradisce la moglie da mesi ma se Virginia prova a farsi una vita si erge a moralizzatore, gridando al tradimento senza pensare che la sua amante, silenziosamente, provava lo stesso dolore vedendolo tornare a casa da Libby. Il problema di tutta questa situazione è che Bill non sente di tradire Virginia semplicemente perché, per lui, la sua famiglia non esiste.

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Virginia, dal canto suo, era troppo orgogliosa per dire a Bill che questa situazione la faceva star male, quindi ha agito di conseguenza, cercando un compagno che le desse l’illusione di essere meno sola.

Il continuo negare di avere una vera relazione ha portato a questo risultato, in cui nessuno dei due riesce ad essere felice senza l’altro, ma entrambi vivono, passivamente, la loro vita privata.

Ho davvero amato la scena del litigio tra Libby e Bill in cui lei, finalmente, si sfoga e dice la verità.

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92 minuti di applausi!

Caro Bill, hai sofferto tanto, tuo padre ti picchiava e ti ha abbandonato, l’abbiamo capito, benvenuto negli anni 50, in cui chi è gay non lo può dire, le mogli non hanno voce in capitolo, i padri fanno castrare i figli per non rischiare che diventino poco virili e tua moglie vive a casa come un’eremita perché tu devi andare a fare sesso con la tua amante. Potresti gentilmente smetterla con questo vittimismo?

Tutti devono comprenderlo sulla fiducia perché lui non spiega niente. Tutti devono stare zitti e fare quello che dice. Persino quando non riusciva ad avere un figlio ha incolpato la moglie, facendola star male, pur sapendo che non era lei il problema. Poi  finalmente ne hanno avuto uno, e non l’ha mai neanche preso in braccio, negandogli l’affetto di una nonna, oltre a quello paterno. Proprio lui, che l’amore per un figlio non sa neanche cos’è, si permette di giudicare Virginia come madre. Paradossi su paradossi.

E’ così terrorizzato dall’eventualità di provocare qualche trauma a suo figlio che preferisce non fare niente, così la responsabilità sarà solo di Libby e potrà incolparla, in futuro, per tutti gli errori che Johnny farà. Non si rende conto, però, che l’assenza e l’anaffettività di un padre possono essere anche un trauma peggiore dell’abbandono.

Virginia, dal canto suo, rimane sulla sua posizione e continua a frequentare altri uomini senza poi neanche ricordarsi come si chiamano. Bill non riesce a sopportarlo e non perde occasione per metterle i bastoni tra le ruote. Nella sua mente lei si comporta da sgualdrina, quindi perché non cercare conforto in una prostituta vera? Purtroppo per lui non funziona così.

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Virginia sta raccogliendo i frutti dell’atteggiamento freddo che ha avuto con Bill e anche un po’ delle scelte che quotidianamente fa nella vita. La possibilità di stare insieme all’uomo che ama è talmente remota che, a questo punto, uno vale l’altro. Una scelta egoistica che non tiene conto dei sentimenti della persona che sceglierà di avere accanto, né delle conseguenze che il suo comportamento potrà avere sui suoi figli; praticamente cerca un Libby al maschile utile solo a tenerle i bambini quando è al lavoro. Alla luce di tutto ciò, Bill e Virginia sono uguali.

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Mi è piaciuta molto l’introduzione agli anni ’60, raccontati con gli occhi e la voce di Betty attraverso le modifiche apportate allo stabile in cui lavorano e alla sua evoluzione come donna. Da mantenuta, che ha bisogno di un uomo per vivere, a studentessa e, in seguito, vera professionista. Ho apprezzato un po’ meno la comparsa del secondo figlio di Bill e Libby, all’improvviso, che mi ha fatto sgranare gli occhi e mandare indietro la scena più volte, per capire da dove caspita fosse uscito.

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L’idea che mi sono fatta su tutti questi sbalzi temporali è che quello che è successo dopo Blackbird, verrà raccontato nei prossimi episodi, o almeno lo spero. Mi sembra assurdo non sapere nulla di cosa sia successo a Helen, a Gene, o a Robert e Libby. Sarebbe stato anche interessante vedere il momento in cui Virginia e Bill hanno deciso di interrompere i loro “incontri”. Insomma, troppe storyline sono state mozzate per voltare pagina definitivamente.

Anche la richiesta di Libby, di avere un secondo figlio deve essere legata a qualcosa. Si sta facendo strada nella mia mente il dubbio che lei sia venuta a conoscenza della relazione tra Virginia e Bill e che, per qualche motivo che non ci hanno ancora mostrato, abbia deciso di accettarlo.

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Se ci pensiamo bene, Libby voleva a tutti i costi un figlio perché sperava che Bill cambiasse. Ora che sa che non è servito a niente, a che pro averne un altro? Affrontare una cura per la fertilità e rischiare altri aborti con la consapevolezza che dovrai crescere i bambini da sola, non è proprio una prospettiva allettante. Ritengo sia successo qualcosa che l’ha convinta a prendere questa decisione.

Per quanto riguarda la presunta riconciliazione tra Bill e Virginia, non è stata tra le più romantiche.

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Dopo l’ennesima scenata di Bill, Virginia prende coscienza della verità. Qualsiasi cosa ci sia tra loro non può essere disfatta. Si torna quindi all’albergo dove si ripete un po’ lo scenario di Giants, al contrario: Stavolta è Bill a dare ordini a Virginia, ristabilendo il rapporto tra colleghi di ricerca/amanti. Dopo 2 anni torniamo quindi al punto di partenza.

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A seguito di questa riconciliazione, entrambi sembrano trovare la pace, addirittura Bill accetta di nuovo la madre in famiglia ( e i suoi soldi ) senza apparenti motivazioni valide. Probabilmente l’essere riuscito a “perdonare” Virginia ha aperto uno spiraglio nelle sue ferree convinzioni, facendogli capire che tutti possono sbagliare ma se si ama una persona è possibile perdonarla.

Questo principio non vale per Austin che, dopo gli innumerevoli tradimenti, riceve un bel NO GRAZIE, dalla ex moglie.

CONCLUSIONI:

Come ho già scritto all’inizio della recensione, questo episodio è stato un po’ confusionario, quindi non l’ho amato particolarmente. Siamo stati abituati a sapere tutto dei nostri personaggi e a leggere dentro di loro ogni tipo di sensazione, grazie al bellissimo lavoro degli sceneggiatori. Guardando Asterion, ho quindi sentito fortemente la mancanza della componente che più mi piace di questa serie. Un secondo figlio buttato lì, senza un contesto chiaro, né quello che ha significato per Bill o per Virginia. La scomparsa di Helen, l’amore della vita di Betty, dalla trama, nonostante lei ora sia single. La morte di Lillian e l’omissione di soccorso di Virginia che non ha alcuna conseguenza su di lei.

A questo punto sono davvero curiosa di sapere se tutto questo verrà affrontato nei prossimi episodi oppure no.

Voi come la pensate?

Di seguito trovate il consueto Angolo delle curiosità e il promo del prossimo episodio:

Angolo delle curiosità:

– “Cambia i tuoi pensieri e cambierai il tuo mondo”, la frase che il tuttofare dell’albergo dice a Bill, è di Norman Vincent Peale. uno dei più citati gli scrittori motivazionali. I suoi libri sono stati venduti in più di 20 milioni di copie in tutto il mondo.Per 54 anni Peale ha tenuto settimanalmente un programma radiofonico per la NBC, “L’arte di vivere”.

– Sempre nella stessa scena, alla TV stanno parlando di un fatto molto grave avvenuto tra il 57 e il 58. Nel settembre del 1957, infatti una scuola media di Little Rock rifiuto’ di accettare nove ragazzi di colore. A causa della tensione che i razzisti avevano creato, il governatore dell’Arkansas, Orval Faubus, inviò la guardia nazionale a bloccare gli studenti di colore. Il giudice Ronald Davies gli intimo’ di rispettare la Costituzione e, all’ennesimo rifiuto, il presidente Eisenhower invio’ le truppe federali a scortare i ragazzi a scuola. Per tutta risposta Faubus sospese le lezioni per tutto l’anno scolastico.

Questa una foto dell’epoca, in cui una dei 9 ragazzi cammina tra gli studenti bianchi che la insultano. Eventi che, al giorno d’oggi lasciano senza parole:

– Lester parla invece di Windjammer The Voyage of the Christian Radich, un documentario del 1958 che segue un viaggio di 17000 miglia in nave, con un equipaggio di giovani marinai. ll viaggio partì da Oslo e attraverserò i Caraibi, passò New York, per poi tornare in Norvegia, a Bergen.

Qualcuno ha riconosciuto l’attore che interpreta Shelley? Beh, da Settimo cielo a Masters of Sex… Il reverendo Camden non approverebbe 🙂

Per news e commenti alla serie, mettete un bel Mi piace alla pagina Facebook Master of Sex Italia.

https://www.youtube.com/watch?v=4b7GC_7q9l8

Alle prossima!

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Classe 1980, nata e cresciuta a Roma, vive a Milano dal 2010. I suoi amici e colleghi sono rassegnati ormai a riportarle tutto quello che lascia in giro ogni giorno. Cellulare, chiavi, penne, anelli, non fà distinzioni, perde qualsiasi cosa. Sempre con la testa tra le nuvole riacquista lucidità e memoria solo se si parla di cinema e serie TV. Da bimba spaziava dai cartoni animati ai telefilm più improbabili fino alla folgorazione con X-Files quando per la prima volta capisce cosa si prova ad essere “Telefilm Addicted”. Sostiene infatti l’esame di maturità indossando una maglia con su scritto “I want to believe” e per sua fortuna la commissione decide di promuoverla comunque. Dopo una lunga pausa è rientrata da poco nel tunnel dei telefilm, recuperando gli anni persi a discapito degli ultimi neuroni che le erano rimasti. Si commuove facilmente, quindi durante la visione tiene sempre a portata di mano i fazzoletti, ma sa essere anche perfida con i personaggi che non le piacciono.

2 COMMENTS

  1. Condivido in pieno quello che hai scritto, la puntata mi è rimasta un po’ indigesta perché non ne ho capito l’utilità. C’erano tante questione in sospeso (l’attrazione di Libby per un afroamericano, i problemi economici di Bill, la nuova relazione di Virginia, il divorzio di Betty….) e le hanno semplicemente scavalcate per farci arrivare in fretta nel 1960. Perché tutta questa fretta? Non era mica un finale di serie.

    • Esattamente, tutto troppo di corsa. Spero che ci raccontino quelle storie, lasciarle in sospeso sarebbe davvero un peccato. Grazie per il commento 🙂

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