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Masters Of Sex | Recensione 2×04 – Dirty Jobs

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Masters Of Sex | Recensione 2×04 – Dirty Jobs

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Cari amici,

ammettiamolo.

Dopo un episodio come la 2×03 è davvero difficile ripetersi e creare un altro capolavoro. Credo che molti di voi abbiano avuto, come me, una sensazione strana guardando Dirty jobs. Un senso di vuoto e allo stesso tempo una frenesia che ti porta ad aspettarti qualcosa di diverso, di altrettanto grande.

D’altronde, quando si guarda per troppo tempo il sole ad occhio nudo, ci vuole qualche minuto per mandar via quei puntini dorati e tornare a vedere le cose con la consueta luce che ci circonda.

Allo stesso modo, noi dobbiamo vedere questa 2×04 come il tentativo di riprendere le fila delle tante storie che gravitano attorno ai nostri protagonisti; prenderci una pausa dall’Hotel Alton e dalle confessioni scaturite da quella breve e intensa evasione.

Ed è proprio in quella stanza che la vita di Bill e Virginia ritorna bruscamente alla normalità. Credo che tutti noi avessimo intuito quanto il punto di rottura di Gini fosse pericolosamente vicino e che il suo lavoro da segretaria le sarebbe presto stato stretto.

Quello che non ci aspettavamo, e che invece è accaduto in questo episodio, è che anche lo stesso Bill, dall’alto dei suoi numerosi titoli, non è esente dal pregiudizio, nè dal becero maschilismo di Greathouse. La sua ricerca, frutto di mesi di lavoro e di lotte contro il bigottismo, viene ridicolizzata e trattata al pari di un filmino porno-amatoriale, a dimostrazione che l’ignoranza è un male comune che colpisce e danneggia uomini e donne, senza distinzioni. Così come Virginia non riesce a imporsi come ricercatrice, in quanto donna, allo stesso modo Bill non riesce a valorizzare la sua ricerca, in quanto uomo. Un uomo vero non può che prendere i pop corn davanti a una donna nuda in quegli atteggiamenti. Qualsiasi altro comportamento non è ritenuto socialmente accettabile.

Lo sa bene Betty, che per il terrore di essere disprezzata da suo marito, costruisce un castello di bugie con fondamenta così deboli da crollarle addosso con un soffio. Così preoccupata del suo passato, da non accorgersi di avere, ora, accanto, una persona che la ama profondamente, più di quanto non si ami lei stessa. Un uomo che, al momento, e contro ogni pronostico, è l’unico marito ideale di questa serie.

Parlando sempre di comportamenti socialmente accettabili, in questo episodio Libby è sempre più intrappolata nel suo ruolo di madre perfetta. Questo, devo dirlo, accade molto spesso anche oggi, ai giorni nostri. Veniamo bombardate, noi donne, fin da piccole, da questa immagine dell’angelo del focolare. Ci mettono in braccio un bambolotto praticamente da subito e le pubblicità sono piene di famiglie che la mattina si svegliano e la mamma amorevole è sempre figa e appena uscita dal parrucchiere, la casa è pulita e in ordine e la colazione è pronta per tutti.

Questo crea un’aspettativa sbagliatissima della maternità e l’errore più grande che ha fatto Libby è proprio quello di delegare a un neonato la responsabilità di recuperare il suo rapporto fallimentare con Bill. Quante volte avete sentito dire “siamo in crisi, io e il mio ragazzo, magari con un figlio si sistema tutto”. Ecco, Libby ha pensato, egoisticamente, che una creatura innocente avrebbe potuto trasformare Bill nel papà delle pubblicità, ha dato a un neonato questo compito non capendo che un bambino non sistema niente, un bambino ti sconvolge la vita, ti rigurgita sui vestiti, ti fa la pipì in faccia, può piangere notti intere, prendere i pidocchi e romperti ogni tipo di soprammobile. Proprio per questo la maternità non va presa alla leggera, perchè quello che hai messo al mondo è un essere umano del quale TU sei responsabile, non il contrario.

Libby sa che dovrebbe essere una madre perfetta, lo sono tutte le donne, nella sua concezione, e rifiuta di pensare che una ragazzina di colore e povera possa farlo meglio di lei. Per questo tratta così male Coral, la umilia perchè la gente non possa pensare che sia una madre migliore di lei. Devo dire che nella scena in cui le lava i capelli l’ho odiata profondamente, è stato un momento nel quale ho sofferto molto per Coral.

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Da qui la contrapposizione con Virginia, che non vuole seguire il “copione” che le hanno dato per vendere le pillole dimagranti, rifiuta un percorso già scritto per lei, sfruttando le sue innate capacità di persuasione, che la rendono un’ottima venditrice e una collaboratrice indispensabile per Bill e Lillian, che non sono proprio il massimo in pubbliche relazioni.

Quest’ultima però riceve un duro colpo dall’onnipresente Austin, che rivelandole la storia tra Bill e Virginia fa crollare la fiducia che aveva riposto nella sua brillante segretaria. Visto l’affetto che la lega a lei, prova a darle la possibilità di “confessare” la sua relazione amorosa e professionale facendole intendere che non la giudicherà per questo. E’ triste vedere come nessuno pensi, neanche per un istante, che una donna possa concedersi a un suo superiore semplicemente per amore ed è triste pensare che dopo 60 anni sia più o meno ancora così.

Lillian sente di non poter lasciare il suo progetto a una donna che rischia di mettere un uomo prima del lavoro. Il fatto che lei continui a vedersi con Bill e a voler seguire la sua ricerca le ha fatto intendere che il dottor Masters verrà sempre prima nella sua vita, quindi tanto vale regalare il suo lavoro a un altro uomo, non farà differenza. Lillian è stata impulsiva ma credo che a farla agire così sia stata la delusione per essersi messa a nudo di fronte a Virginia, donandole la sua fiducia, non ricevendo da parte sua, la stessa sincerità.

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Virginia, dal canto suo, non se l’è sentita di essere sincera per la paura di perdere la stima di Lillian non capendo che, in realtà, questo risultato l’ha ottenuto tacendo.

La verità è che Gini ha paura, lei stessa, di non essere più obiettiva e, di conseguenza, sempre più vicina a gettare un’ipotetica carriera alle ortiche per non aver chiuso bene il suo cuore in cassaforte.

Lo dimostra il sogno che ha fatto a inizio episodio e il modo in cui ha trattato Bill, dopo, smorzando un suo guizzo di tenerezza.

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Al termine dell’episodio, quando per la seconda volta il suo lavoro viene vanificato per colpa di qualcun altro, Virginia decide che penserà solo a se stessa e lo fa sistemando le pillole dimagranti in bella vista, a segnare una sua decisione ben precisa: quella di fare tutto da sola senza aspettarsi l’aiuto di nessuno, consigliando a sua figlia di fare lo stesso in futuro.

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Una scena che ho apprezzato molto, è stata la reazione forte di Libby dopo aver saputo che il marito ha perso il lavoro. La aspettavo da tempo e finalmente è arrivata.

Bill, che non l’ha mai vista così, si ritrova spiazzato e per la prima volta non riesce ad essere freddo con sua moglie, soprattutto alla luce dei numerosi sensi di colpa scaturiti dal dialogo della sera prima con Austin. Lo vediamo balbettare, sull’orlo di un attacco di panico e a Libby quasi non sembra vero che il marito finalmente abbia una reazione fino a quando… invece di continuare sulla sua strada per metterlo in un angolo e confessargli quello che prova, si ferma, lo tranquillizza e i ruoli si ristabiliscono come accade in una famiglia rispettabile. Così Bill torna a cancellare le prove dell’esistenza di un bambino in casa, come un bravo membro della squadra CSI e tutto torna esattamente com’era prima. Un’occasione persa per la nostra Libby! La possibilità di affermare la sua esistenza e il suo diritto di essere rispettata in quanto donna e moglie, va in fumo in pochi minuti e lei torna ad essere l’amorevole e muta presenza che la regia ci offre dietro a Bill e Austin durante il loro dialogo.

Dalle prime immagini intuiamo che nel prossimo episodio ne vedremo delle belle, intanto vi lascio il trailer e l’angolo delle curiosità, sempre presente 🙂

http://www.youtube.com/watch?v=LH5NVQoew-4

Angolo delle curiosità:

Mentre Austin è sul letto dell’albergo con i figli, alla TV stanno dando “The George Burns and Gracie Allen Show”, una serie televisiva andata in onda dal 1950 al 1958. I coniugi comici George Burns e Gracie Allen interpretano loro stessi alle prese con i problemi familiari e del mondo della spettacolo.
Le mogli dei colleghi di Bill, prima di incontrare i pidocchi di Johnny, parlano del musical The Music Man con protagonista Robert Preston. Si tratta di uno spettacolo sbarcato a Broadway nel 1957 che vinse ben 5 Tony Awards, incluso un Best Musical. L’album tratto dallo spettacolo vinse il primo Grammy Award per “Best Original Cast Album”.

Alla prossima!

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Classe 1980, nata e cresciuta a Roma, vive a Milano dal 2010. I suoi amici e colleghi sono rassegnati ormai a riportarle tutto quello che lascia in giro ogni giorno. Cellulare, chiavi, penne, anelli, non fà distinzioni, perde qualsiasi cosa. Sempre con la testa tra le nuvole riacquista lucidità e memoria solo se si parla di cinema e serie TV. Da bimba spaziava dai cartoni animati ai telefilm più improbabili fino alla folgorazione con X-Files quando per la prima volta capisce cosa si prova ad essere “Telefilm Addicted”. Sostiene infatti l’esame di maturità indossando una maglia con su scritto “I want to believe” e per sua fortuna la commissione decide di promuoverla comunque. Dopo una lunga pausa è rientrata da poco nel tunnel dei telefilm, recuperando gli anni persi a discapito degli ultimi neuroni che le erano rimasti. Si commuove facilmente, quindi durante la visione tiene sempre a portata di mano i fazzoletti, ma sa essere anche perfida con i personaggi che non le piacciono.

2 COMMENTS

  1. Ottima recensione come sempre! Condivido tutto ed aggiungo anche a piè di pagina che la storyline di Betty e consorte mi ha un po’ stupito e quasi fatto versare una lacrimuccia quando lui le confessa la verità sul loro primo incontro e su come lei a prescindere da tutto sia l’amore della sua vita.

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