Home Manifest Manifest – Recensione: dove ci sta portando la seconda stagione

Manifest – Recensione: dove ci sta portando la seconda stagione

0
Manifest – Recensione: dove ci sta portando la seconda stagione

Giunti ormai al settimo episodio di questa seconda stagione di Manifest, direi che c’è modo di fare un bilancio provvisorio della direzione intrapresa in questa annata e, almeno per ora, mi sento di dire che in linea di massima la serie ha scelto di giocare alcune buone carte finora.

Inizio col dire che sto apprezzando l’infittirsi del mistero, che gli autori hanno scelto di diramare in molte direzioni apparentemente slegate tra loro (visioni che poi si riallacciano a chiromanti incontrate casualmente da Olive e Grace durante il periodo di scomparsa di una parte della loro famiglia, che a loro volta rimandano a un personaggio vissuto nel Medio Evo che sembra aver vissuto un’esperienza analoga a quella dei passeggeri del volo 828, ecc. ecc.). Se il dipanarsi delle varie scoperte compiute ogni volta da un personaggio diverso sembrano farci avanzare un micro-passo alla volta, cosa che potrebbe portare lo spettatore a un senso di frustrazione per il non riuscire a trovare appigli su cui fondare delle proprie teorie, devo dire che nel momento in cui un’apparente casualità trova qualcosa a cui collegarsi si prova un certo senso di appagamento.

Sto apprezzando inoltre il modo in cui tutti si stiano dimostrando, ciascuno a proprio modo, collegati da questo dipanarsi della matassa, che sia partecipando attivamente alla quest o trovandosi con in mano delle risposte per pura coincidenza: si tratta proprio del tipo di coralità che speravo di vedere andando avanti.
Il fatto che la gravidanza stia concedendo a Grace uno spiraglio per collegarsi all’esperienza che suo marito, suo figlio e sua cognata stanno vivendo, ad esempio, l’ha decisamente resa a tratti meno odiosa dal mio punto di vista… un testimone che per un attimo ho creduto sarebbe passato nelle mani di Olive, con il suo sentirsi esclusa dal club delle visioni e il farsi trascinare nella “setta” di Adrian. L’introduzione della new entry TJ ha invece per fortuna (e nel mio caso sorprendentemente, perché gli avrei dato zero fiducia in quanto a possibile appeal narrativo) appianato questa possibile sottotrama fatta di musi lunghi e “voi non mi capite”, facendo sì che il percorso di Olive seguisse il suo naturale decorso attraverso la fase di ribellione e quant’altro, ma senza gettarci in una spirale di già visto (ce la siamo vista brutta con l’accenno all’emancipazione dai genitori, ma la presenza di questo ragazzo come punto di mediazione tra Ben e sua figlia ha senz’altro contribuito notevolmente a smorzare gli animi). Proprio per questo motivo devo dire di essermi (again, sorprendentemente) dispiaciuta molto per la fine che ha fatto nel settimo episodio: aveva del potenziale come aggiunta esterna al nucleo familiare degli Stone e membro di questo improbabile team alla ricerca della verità.

via GIPHY

Come avevo avuto modo di commentare in occasione della premiere di questa seconda stagione di Manifest, il villain “umano” così com’era (rappresentato perlopiù dal Maggiore) non aveva sufficiente presa per poter suscitare il giusto tipo di reazioni da parte dello spettatore, quindi l’aver concentrato questa prima metà di stagione su un cardine diverso, ovvero il focus sui passeggeri e il provare a salvarli dall’incombenza della data di morte, si sta rivelando per ora la scelta più azzeccata a mio vedere. Una serie che si presenta con queste premesse ha per forza di cose bisogno di una forte componente soprannaturale, ed è giusto che si stia perseguendo questo aspetto, seguendo la catena di eventi e rivelazioni che potrebbero portarci alla soluzione del mistero. A questo proposito, se finora gli studi di Saanvi l’hanno tenuta spesso a gravitare a una certa distanza dal resto del team, seguendo un percorso parallelo ma raramente sovrapposto, la scoperta che sembra averla portata a correggere l’anomalia nel DNA dei passeggeri potrebbe aprire nuove porte e condurre a interessanti risvolti nel contesto generale.

Se da un lato questa seconda stagione di Manifest sembra aver accantonato temporaneamente l’idea del governo come main villain, devo dire però che il tornare a mostrarci gli adepti della Chiesa di Adrian e la contrapposizione con chi disprezza i sopravvissuti del volo perché spaventato da ciò che non comprende sembra invece funzionare bene… d’altronde è inutile negare l’interesse narrativo che può suscitare l’avere a disposizione un branco di invasati guidati da uno pseudo-santone e la correlata esplosione di odio e violenza: realisticamente parlando, è decisamente uno dei risvolti più plausibili che si potrebbero verificare in una società come quella americana a seguito di un’evenienza come il misterioso rientro del volo 828… e ciò rende il tutto ancora più disturbante, a tratti. La figura di Adrian in primis ha un che di ambiguo, con questo forzato buonismo da messia, in grado di raccogliersi intorno adepti che lo idolatrano ciecamente. Isaiah, tra questi, era decisamente il più inquietante, ma mi ha comunque sorpreso scoprire che fosse lui autonomamente il fautore del disastro nella 2×07, perché vari accenni nell’episodio precedente mi avevano, appunto, fatto concentrare tutti i sospetti su Adrian: il fargli dire che “un nuovo e più grande miracolo si verificherà” mi aveva fatta sospettare che stesse lui stesso programmando un qualche evento orchestrato ad arte per fare notizia, e la visione finale nella 2×06 che lo mostrava all’esterno dell’aereo schiantato, non notato da nessun’altro, aveva cementificato la mia convinzione che dietro al presunto evento devastante da sventare ci sarebbe stato proprio il capo della “setta”. Buon twist quindi quello di lasciarlo estraneo ai fatti, cosa che permette di mantenere in gioco la figura di Adrian come partecipante attivo nella coralità della trama sebbene sconnesso dal team principale e dal loro obiettivo.

Ad altri sei episodi dal finale della seconda stagione di Manifest, mi sento quindi di dare un giudizio perlopiù positivo alla direzione presa dagli autori con praticamente tutti i personaggi e gli sviluppi generali a loro collegati… perfino la svolta dark di Jared ha un che di intrigante che mi fa dire che anche lui, per cui stavo iniziando a perdere interesse, potrebbe avere ancora qualcosa di buono da raccontare!
Nel complesso aspetto il prosieguo della stagione con fiducia e sperando che il trend si mantenga su questi standard. Aspetto di leggere anche i vostri pareri qui sotto nei commenti: fatemi sapere se le scelte intraprese finora incontrano il vostro gusto e quali sono le vostre aspettative per la seconda metà di stagione di Manifest!
Alla prossima!

Previous article 3 serie su Star Wars di cui abbiamo bisogno dopo Episodio IX
Next article 15 momenti adorabili in cui Seth e Summer ci hanno dato alte aspettative sulle relazioni
Avatar photo
Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here