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Lucifer | Recensione 2×03 – Sin-Eater

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Lucifer | Recensione 2×03 – Sin-Eater

Questa settimana ho fatto una cosa che a dire la verità avrei dovuto fare mesi fa, ma non so come, non mi era mai passata per la testa – ovvero ho iniziato a leggere i fumetti di Lucifer. Probabilmente lo saprete benissimo, ma la serie di comics da cui è tratto questo telefilm è una sorta di spin-off di una serie molto più ampia e articolata e che ha origini letterarie con radici solidamente piantate nel terreno, ovvero quella di The Sandman. Ora non starò qui ad annoiarvi con una lezione di letteratura, né tantomeno con una di fumettologia applicata, ma ci tenevo a dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa. Non dal fumetto in sé – di cui ho sempre sentito dire grandi cose e che già dai nomi coinvolti consideravo una garanzia – ma da come già dalle prime pagine del primo albo, si noti una somiglianza nettissima con la serie targata Fox. Non ho idea se andando avanti la serie continui a rispecchiare così fedelmente le atmosfere della sua versione cartacea, ma per quel poco che ho avuto modo di leggere finora, mi sento in dovere di fare un applauso – sì, un altro, sì, l’ennesimo di una serie che spero si riveli infinita – agli autori del telefilm, a tutte quelle persone che lavorano dietro le quinte perché sui nostri schermi possa arrivare il prodotto finito che ci piace tanto. E lasciatemi dire una cosa, abbiamo sempre sottolineato quanto Tom Ellis sia tagliato per questa parte, quanto lui sia Lucifer, ma non mi ero resa conto che il Lucifer del fumetto non desse poi molte alternative di casting. Cioè, sfogliavo le varie tavole e pensavo ‘dai, ma questo è troppo Tom Ellis, troppo’.
Non starò nemmeno ad annoiarvi con un saggio in trenta volumi da mille pagine l’uno sul perché o il per come io pensi che i fumetti siano una grandissima opera d’arte, ma (se non l’aveste già fatto) mi sento di consigliarvi dal più profondo del cuore di rompere il salvadanaio a forma di porcellino fucsia che avete sulla scrivania, e fare un piccolo investimento su questi albi.

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Chiusa questa parentesi, parliamo dell’episodio, che fin dai primi minuti ci consente di apprezzare l’umorismo infernale dell’amico Luci, quando su una scena del crimine trovano un corpo carbonizzato che pare aver preso fuoco a partire proprio dai gioielli di famiglia. Parliamo di punizione, di un serial killer che si crede una via di mezzo fra Dio, il Diavolo e Punisher, e uccide le proprie vittime in maniere che ricordano molto le azioni brutte e cattive che esse hanno compiuto in vita. Una sorte di legge del taglione portata all’estremità più estrema e che turba Lucifer, perché di solito è lui quello nella posizione di dover scegliere e attuare le punizioni per gli umani che in vita non si sono comportarti propriamente bene. Lucifer è turbato, ma allo stesso tempo si ritrova ad essere affascinato dal modus operandi di questo assassino, che è un po’ il pretesto per introdurci questa tematica – quella della punizione per l’appunto – che a sua volta è un po’ il riassunto in una parola della vita di Lucifer. Ricordiamo infatti che lui ha vissuto come una punizione il fatto di essere stato relegato all’Inferno, dove l’ironia della sorte ha voluto che il suo compito fosse quello di attuare a sua volta punizioni. Scappato da lì, uno potrebbe pensare che il nostro (ex) custode infernale si sia lasciato tutto quanto alle spalle, e invece no. Come Mamma/Charlotte si diverte a fargli notare, lui è scappato dalla mansione di punitore per andare a esercitare la stessa professione altrove e sotto spoglie solo apparentemente diverse. Perché insomma, collaborare con la polizia, aiutare a risolvere crimini, consegnare i colpevoli alla giustizia che poi selezionerà la condanna più appropriata, non è continuare a fare esattamente ciò che in fondo ha sempre fatto? Lo è, cambia solo il metodo.

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Ed è qui che Lucifer si rende conto che l’arte della punizione, è un po’ l’unica realtà che lui abbia mai conosciuto. Un po’ come quegli artigiani vecchio stampo che sono cresciuti aiutando il padre nella sua attività e che poi l’hanno portata avanti tutta la vita, e che si si ritrovassero un giorno privati del loro laboratorio, o del loro camioncino, o dei loro clienti, non saprebbero più cosa farsene delle proprie esistenze, perché quello è ciò in cui sono bravi. Lucifer in un certo senso è così, perché quando Chloe è capitata sulla sua strada nel pilot, investigando sull’omicidio di una persona a lui connessa, lui poteva limitarsi a collaborare con lei per quell’unico caso – visto per altro che lo riguardava – e poi basta. Tornare al Lux, alle follie della vita notturna e ai risvegli con la bomba sexy del giorno destinata a essere rimpiazzata la sera successiva in un circolo vizioso di ricchezza e lussuria che non rappresenterà la più nobile delle esistenze, ma quanto meno lo avrebbe tenuto lontano da ciò che era stato fino ad allora. Invece no, lui ha continuato a seguire imperterrito Chloe, all’inizio addirittura imponendo la propria presenza – che ricordiamo, non era né richiesta né particolarmente apprezzata. E sì, è vero che Chloe lo intrigava come persona, ma ora capiamo che c’era sotto anche dell’altro. Non era il semplice esplorare l’umanità, come dice a mommy dearest quando gli chiede che gusto ci trovi a collaborare con la polizia, ma era anche il poter continuare a esercitare quella che per lui non era una professione, ma ciò che la sua vita era diventata. Insomma, è come se Lucifer sia rimasto intrappolato in ciò che era nonostante tutto ciò che ha fatto per liberarsi proprio di quella versione di se stesso. Certo, c’è stata evoluzione interiore e i metodi non sono più quelli a cui era abituato all’Inferno, ma il senso di ciò che fa rimane pressoché immutato. Perché in fondo, un po’ come di fronte alla giustizia (in teoria) ci arrivano solo i colpevoli, altresì (sempre in teoria) all’Inferno ci finiscono solo i cattivi.

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E vederlo arrivare a punire la madre – in quello che considero il punto più alto dell’episodio – costringendola a tornare alla vita mortale del suo contenitore umano, ovvero costringendola a diventare a tutti gli effetti Charlotte, l’ho interpretato molto come un ‘pensate che io sia capace di fare solo questo, che sia nato per questa vita, e allora prego, la punizione è servita‘. Penso che dentro di lui ci sia un tormento infinito, uno di quelli che presto o tardi scoppieranno e chissà cosa accadrà. Perché dobbiamo anche ricordare un’altra cosa, molto più che fondamentale: lui non ha scelto la vita che gli è stata imposta e anzi, l’ha sempre odiata, quindi potrebbe essere che arrivi ad odiare anche l’attuale versione di se stesso?

C’è poi Amenadiel, che prende la scusa della visita di Maze per andare da Lucifer probabilmente con l’intento di parlargli del proprio problema, ma scopre che Mamma è stata ritrovata. Ho adorato questa scena, quella in cui mommy dearest si rivela a lui ricordandogli esattamente cosa lui le abbia fatto, colpendolo nel profondo ancora prima che lui potesse capire cosa stesse accadendo e innalzare uno scudo protettivo. Ed eccolo che decide di non rivelare il proprio problema, non alla madre e – soprattutto – non a Lucifer. E qui sorgono spontanee delle domande: se avesse ancora i propri poteri, avrebbe rispedito Mamma al mittente? E se Lucifer non gli avesse tenuto nascosto il ritrovamento di Mamma, si sarebbe fidato di lui e gli avrebbe confidato i propri problemi? È un rapporto complesso quello fra i due fratelli, lo è sempre stato, ma alla fine i due sono sempre finiti con l’appoggiarsi l’uno all’altro, non fosse altro che per il fatto di non avere molta altra scelta. Stavolta però, pur non avendo di fatto alternative, Amenadiel fa una scelta precisa, che è quella di tenersi i suoi segreti, anche se questi segreti potenzialmente potrebbero anche portarlo alla morte – per quel che ne sappiamo. Sono estremamente curiosa di vedere come si evolverà la sua storia nel corso della stagione, perché anche se ci troviamo di fronte a un personaggio che il più delle volte ci ha fatto storcere il naso a livello di simpatia, siamo comunque di fronte a un gran personaggio, uno di quelli che può regalarci colpi di scena inaspettati.

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Chloe e Sir Douche invece devono affrontare i loro problemi e non ci credo nemmeno io di stare per scriverlo, ma Dan mi è genuinamente piaciuto. In generale, fin dagli ultimi episodi della prima stagione mi era piaciuto il senso di responsabilità che stava riscoprendo nei confronti di Trixie. E anche se inizialmente il suo interesse sembrava più mirato a riconquistare Chloe, ora possiamo ragionevolmente affermare che è diventato l’interesse sano di un padre responsabile, e la trovo un’evoluzione bellissima. E poi stavolta ha fatto quello che non ci saremmo mai aspettati, ovvero ha avuto le palle di osservare con razionalità il suo rapporto con Chloe e capire che è giunta l’ora di mettervi la parola fine, una volta per tutte. Poteva agire in altre mille maniere, poteva approfittare del cambio di opinione di Chloe sulla gita di famiglia, trasformarla in un’opportunità per scivolare di nuovo nelle sue mutande – da gran viscidone che è sempre stato – e invece no. Ha pronunciato finalmente la parola con la grande D, quella di DIVORZIO. Ora probabilmente gli sto dando più credito di quello che si merita, e nel prossimo episodio verremo a scoprire che fa tutto parte di uno strano e viscido piano che in realtà mira sempre a riconquistare Chloe, ma per ora teniamoci questi buoni sentimenti nei confronti di Sir Douche, che per una volta possiamo anche chiamare Dan.

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Di particolarmente esilarante nell’episodio, c’è stato il confronto di Lucifer con una madre che ignora del tutto gli usi e costumi umani, mettendolo più e più volte in situazioni imbarazzanti in cui l’abbiamo visto arrossire di vergogna come un bambino di dieci anni di fronte ai compagni di scuola mentre la madre gli pizzica le guance e fa versi strani come se fosse un bimbo di due mesi. Penso che sarà molto interessante vederla vestire i panni di Charlotte, e ancor più interessante sarà vedere cosa ne farà della scoperta di non essere poi una semplice e banale umana. Giuro che nella scena finale mi sono messa a urlare I’ve got the poweeeeer.

Infine abbiamo visto che Linda-la-psicologa ha svestito una volta per tutte – e in maniera definitiva – i panni di fangirl e a quanto pare, anche di terapeuta di Lucifer. Mi piace molto questa sua ribellione, esattamente come mi piace il rapporto che si è instaurato fra lei e Maze. Ho questa sensazione secondo la quale, ora che è diventata amica del braccio destro di Lucifer e che ha preso a frequentare abitudinariamente il Lux, potrebbe essere proprio lei la prima a scoprire/capire che Lucifer Morningstar non nasconde manie di grandezza nel suo nome, ma che invece la sua identità è proprio lì, nascosta sotto la luce diretta del sole. Sarebbe uno sviluppo che apprezzerei molto, lo troverei giusto in un certo senso, se fosse lei la prima a vedere la luce della stella del mattino.

Intanto però non posso fare molto altro che lasciarvi con il promo del prossimo episodio, intitolato “Lady Parts”, e darvi appuntamento a martedì prossimo!

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

2 COMMENTS

  1. Devo dirti tante cose, stellina (trovo che questo soprannome sia squisitamente indicato). Intanto GRAZIE, perché se ho recuperato Lucifer negli ultimi due giorni come una perfetta psicopatica è merito tuo e delle tue recensioni. E pensare che mi ero innamorata del pre-air esattamente come il resto del mondo: io con angeli, demoni e roba biblica ci vado a nozze, basta guardare le centinaia di fanfiction che ho alle spalle. Però ultimamente ho sofferto di una strana e terribile forma di apatia nei confronti delle serie tv e mi sono ritrovata ad abbandonarne così tante che solo delle recensioni ben fatte potevano riportarmi sulla retta via. Quindi, again, grazie. Sei una persona preziosa.
    Ma passiamo a quest’episodio! Sono d’accordo con tutto quello che hai detto. La caratterizzazione di Lucifer continua a colpirmi profondamente e non simpatizzavo per il demonio dai tempi di Mark Pellegrino in Supernatural. Mi piace come un personaggio come Lucifer, che ingloba dentro di sé un angelo e un diavolo, possa essere al tempo stesso così straordinariamente umano. Trovo curioso come anche Mommy/Charlotte disprezzi il genere umano e poi, contemporaneamente, ne rappresenti il lato migliore (o peggiore, dato che ancora non sappiamo granché sulle sue vere intenzioni).
    Anche il più piccolo dettaglio è costruito in modo tale da rappresentare una metafora che possa mostrarci meglio la natura di questi essere celestiali, ma senza apparire ridondante o scontato (cosa in cui invece – e purtroppo – pecca Supernatural).
    Insomma, 10 e lode a Lucifer e 10 e lode a te, che riesci a cogliere ogni sfumatura e a portare la gioia del rewatch alle anime smarrite come me!
    Alla prossima settimana! 🙂

    P.S. iniziare i fumetti da cui è tratta una serie è una strada senza ritorno. Io ne so qualcosa. Ho recuperato quella bestia di fumetto che è Preacher dopo la prima puntata della serie. Però è un’avventura straordinaria, ed è sempre bello cogliere le similitudini e le differenze. In poche parole… I feel you.

    • Grazie, grazie, grazie per questo commento, non sai quanto significhino queste parole per me <3

      Pellegrino per me ha sempre rappresentato la perfezione nel suo ruolo (infatti in SPN sto rinnegando qualunque altra versione di Lucifer, Cass compreso), ma qui hanno fatto un lavoro meraviglioso ;___;
      Iniziare i fumetti è il male, e io in questi giorni ho poco tempo e quindi mi sono arenata al primo volumetto, ma dammi due giorni liberi di fila e credo che completerò il danno xD

      Ancora grazie, davvero 🙂

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