Ben trovati, legends! Questo episodio mi ha definitivamente conquistata e adesso posso dirlo: amo tutto di questo show! I personaggi, la storia, il ritmo, le dinamiche… ogni cosa!
Se la prima parte del pilot era servita ad introdurre i personaggi e la missione, questa seconda parte ha evidenziato le interazioni tra i vari personaggi, rendendo il rapporto che li lega più stabile e al tempo stesso più credibile di come era apparso inizialmente.
Dato il passato (o futuro, dipende dal punto di vista) tragico di Rip Hunter, è a lui che spetta l’intro di presentazione, immancabile componente delle serie della CW. Tra l’altro, se ci pensate, sono tutti costruiti più o meno così:
“Il mio nome è Tizio. Dopo aver perso la mia famiglia per colpa di un cattivone grosso più grosso mi sono improvvisato supereroe. Tutto bene, ma da solo prendevo tante di quelle mazzate che mi son detto “meglio farsi menare in compagnia” e quindi mi sono fatto degli amici. Ora insieme combattiamo il cattivone per difendere il mondo e vendicarci. Io sono Super/Mega/Green/Legend Tizio.”
Ad ogni modo, il ruolo di Rip Hunter in questo secondo episodio è stato alquanto marginale, ma ci torneremo dopo.
Norvegia, 1975. I nostri “eroi” partecipano a una compravendita di armi e appaiono già particolarmente affiatati, anche se idioti e privi di qualsivoglia piano A o piano B. Ora, tralasciando l’assurdità di una camera genera-vestiti dell’epoca, non è che ci volesse un genio per capire che un gruppetto composto rispettivamente da:
- mio nonno con la stessa espressione facciale di quando cerco di spiegargli cos’è facebook;
- la ragazza bionda e figa con la fascia in testa (accessorio decorativo sinonimo nel 2016 di capacità intellettiva quasi inesistente);
- e una coppia di criminali camuffati da gente rispettabile (e lì ti chiedi “ma in un posto in cui la gente è già cattiva, che senso ha cambiare registro? Non sarebbe stato più facile mimetizzarsi?”)
non aveva nulla a che vedere con il clima sociopatico generale.
Se aggiungiamo che lì in mezzo spunta nientepopodimeno che Damien Darhk – quando ancora era solito comprare armi e non paralizzare la gente a caso – capiamo sin da subito che il piano è destinato a fallire.
Poi il meccanismo del piano in sé non mi è ancora chiaro: insomma, il gruppo voleva catturare Savage.
Un tizio immortale che per definizione non può essere ucciso.
In un posto pieno di armi nucleari.
E di criminali pericolosi.
Con mezzo-Firestorm, due pistole, due bastoncini e il capo dei soldatini di Toy Story.
Boh, magari sono io che non sono esperta in questo campo.
Quando scoppia il putiferio – perché Savage non è nato ieri e Damien Darhk non sopporta che gli si rubino i giocattoli – tutti iniziano a colpirsi, a sparare e a fare cose parecchio strane, tipo Ray che entra senza problemi dentro l’arma nucleare innescata per disattivarla.
E lì la mia parte marveliana è saltata fuori di prepotenza perché mi sono ritrovata a urlare contro lo schermo del computer un “WRONG” in perfetto stile Sherlock.
“Wrong! Come hai fatto, Ray? Non puoi farlo senza diventare subatomico! Non basano un intero film di Ant-Man su questo concetto senza uno specifico motivo!”
Comunque, esclusa la laurea in Ingegneria delle Patate di Ray Palmer, è chiaro che le nostre leggende hanno fatto più danni che…beh, qualsiasi cosa intendessero fare perché, ripeto, non era comunque chiaro.
Sicuramente l’azione è stato un elemento predominante in questo episodio, ma ho comunque preferito le interazioni tra alcune coppie di personaggi.
Ray/Snart. Questi due personaggi sono profondamente diversi. Mentre uno è di natura altruista, l’altro ne è l’esatto opposto, ed è interessante vederli confrontarsi. Leonard è stato “iniziato” alla carriera di ladro sin da bambino, ha un modo ben preciso di vedere il mondo. Se da una parte Ray è il tipico personaggio che punta al miglioramento, Snart è quello che invece mira alla sopravvivenza, al mantenere le cose come stanno. Credo che entrambi possano imparare qualcosa l’uno dall’altro, dal momento che Ray ha bisogno di qualcuno che possa insegnargli l’importanza dell’adesso, aiutandolo così a non focalizzarsi solo sul futuro che lo aspetta, mentre Leonard ha bisogno di imparare a fidarsi del prossimo. Per me è una amicizia che potrebbe davvero funzionare.
Martin/Jefferson. Nella scorsa recensione avevo già sottolineato quanto mi piaccia questo nuovo Firestorm, ma è in questo episodio che ho capito che quei due sono destinati a completarsi… firestormente parlando. Il fatto che Martin abbia ammesso che l’arroganza sia il suo più grande difetto ha aiutato Jefferson a sentirlo più vicino. Perché, insomma, chi c’è di più arrogante di un ex giocatore di football ventenne? È un punto di contatto interessante, e mi è piaciuto molto il tentativo – riuscito, tra l’altro – di Jefferson di calmare l’amico, dal momento che l’arroganza non è un male se accompagnata da altre qualità che possono lenirla e bilanciarla, qualità positive che Martin possiede.
Kendra/Carter. E qui sono scesi tutti gli antichi dei e i nuovi di Game of Thrones, perché no, non lo accetto. Mi rifiuto. Non accetto che un personaggio come Carter ci abbandoni nel primo episodio. È scorretto, insensato e terribilmente cattivo. Io lo so che avevamo posto tutte le nostre attenzioni ed energie nella nuova e fresca ship WhiteCold (Sara/Leonard) ma ragazzi… erano loro la ship della serie. Erano loro la ship DELLA VITA. Due anime destinate ad amarsi in ogni vita, un amore così forte che trascende la morte… e voi (voi=autori) mi eliminate Carter proprio quando Kendra ricorda quello che prova per lui? Ma di che droga egiziana vi fate, di grazia? Conosco Carter da un episodio (tre se contiamo il crossover Arrow/Flash) e ho pianto tutte le mie lacrime per lui. Non è normale.
Ma nonostante il dolore, la morte di Carter ha avuto l’effetto di riunire il gruppo, perché se prima nessuno di loro aveva una causa per cui combattere adesso l’hanno inevitabilmente trovata: la vendetta. (Anche perché sennò l’intro CW perde di significato, e non possiamo permettercelo).
In realtà, a parte gli scherzi, uccidere un personaggio principale è stata una buona mossa dal punto di vista narrativo. È un po’ lo stesso espediente che abbiamo visto in Avengers con la morte di Coulson: la squadra ha bisogno di essere motivata e la motivazione deve essere credibile.
Intanto Rip Hunter passa l’intero episodio a lamentarsi di: linee temporali compromesse, gente che si ostina a non ascoltarlo e futuri disastrosi. Esattamente in quest’ordine. Quando non si lamenta, assume l’atteggiamento passivo-aggressivo da genitore incazzato col figlio, con tanto di battutine sulla linea di “questa cosa è sbagliata e tu lo sai, ma io non ti dico niente. Fai quello che vuoi”, cose che comunque non ci si aspetta da un leader o un presunto tale.
Ha recuperato sul finale quando ha aiutato Martin a salvare il proprio matrimonio.
Ma non finisce qui, Rip. Io ti tengo d’occhio.
Vorrei dire due parole anche su Savage. Spero che questo personaggio venga approfondito un po’ di più. Mi piace che sia cattivo fino in fondo e non mi aspetto che mostri un potenziale lato umano, però non mi dispiacerebbe vedere un po’ di caratterizzazione in più. Dopotutto la storia della gelosia e della vendetta che va avanti da 4000 anni, alla lunga, potrebbe stufare.
Le scene migliori della settimana:
Il primo incontro tra il Martin del futuro e quello del passato.
Anche se il momento è stato breve, i miei cari non passano inosservati. Forza, andate, la sala per procreare è di là!
Martin che cerca di negare la meravigliosa amicizia che sta nascendo tra lui e Rory
In generale tutte le scene tra Carter e Kendra
E voi cosa ne pensate di questo secondo episodio? Fatemelo sapere nei commenti! Vi lascio, come sempre, con il promo del prossimo episodio!
Bella recensione e ironica al punto giusto soprattutto per la reinterpretazione delle intro della CW 🙂
Penso che quest’avventura potrebbe rivalutare i punti di vista sulla vita di Snart e magari perché no farsi anche degli amici, però ce ne vorrà di tempo.
Direi che per ora dovrebbero iniziare con “prima di attaccare, elaborare un piano” 😀