Abbiamo tutti strane fobie che possono essere più o meno immotivate – e spesso libri, cinema e televisione contribuiscono a crearne sempre di nuove. Doctor Who è la serie per eccellenza da questo punto di vista, quella che mi ha creato così tante fobie che quasi mi basta sentire la voce metallica di certi annunci in stazione per saltare per aria e capire ‘E-X-T-E-R-M-I-N-A-T-E’ al posto di ‘il treno per Milano Porta Garibaldi, è in arrivo al secondo binario. Allontanarsi dalla linea gialla’. Eccovi quindi le tre fobie (+1) più assurde che questa serie mi ha provocato nel corso degli anni:
3. MANICHINI. Passeggiare per un centro commerciale, lavorarci dentro o fare shopping, non sono le attività innocue e prive di rischi che potreste pensare. Loro sono lì, loro esistono, loro sono vivi. Loro, i manichini. Questi pezzi di plastica apparentemente inanimata vi osservano, vi giudicano, sono pronti a colpire quando meno ve lo aspettate. Lavoro in un centro commerciale e non vi so spiegare il brivido lungo la schiena che mi coglie ogni volta che vedo una vetrina in fase di rifacimento, con questi manichini nudi (ma anche vestiti), dall’espressione indecifrabile perché non ce l’hanno un’espressione, pronti a muoversi, aggregarsi fra loro e combinare chissà cosa. Sono seria, non fidatevi.
2. PUPAZZI DI NEVE. Sì, esatto, avete presente quei cosi simpatici creati con la soffice neve che si è appena posata nel vostro giardino? Quelli che diventano teneri e simpatici se ci si mette una carota al posto del naso, due ramettini a mo’ di braccia e via dicendo? Bene, dimenticateveli. Presente Olaf? Quel pupazzetto di neve così stupido da volersi suicidare in un camino e che molti definiscono l’apoteosi della tenerezza? Bene, scordatevi anche lui. I pupazzi di neve sono creature orribilmente cattive, comandate da una mente malefica e si nutrono dei vostri incubi. Di nuovo, sono seria, dovessero scendere dal cielo cinquanta centimetri di neve tutti insieme, non-fate-pupazzi-di-neve.
1. ANGELI. La mia vita – e scommetto anche la vostra – non è stata più la stessa da quando ho scoperto dell’esistenza dei weeping angel. E così mi ritrovo a entrare nelle chiese, nei cimiteri e nei musei con una strana inquietudine, pronta a non distogliere lo sguardo nemmeno per un nanosecondo ogni volta che vedo la statua di un angelo. Don’t blink, don’t blink, don’t blink. È un mantra che mi ripeto fino a quando non sono lontano dalla statua, al sicuro, consapevole del fatto di essere stata a tanto così dalla dannazione – o dal teletrasporto in chissà quale epoca remota, lontano da tutto ciò che conosco. Ma è inevitabile pensare al peggio, e sapere che un giorno o l’altro sarò troppo stanca, o troppo distratta, o troppo impaurita e farò una cosa estremamente stupida come sbattere le palpebre al momento sbagliato.
E infine c’è la paura più grande di tutte, quella che ci assale quando dobbiamo prendere una decisione importante, decidere se salire o meno su uno di quei treni che si vocifera passino una sola volta nella vita. I PUNTI FERMI NEL TEMPO. E se questa determinata scelta non potesse più essere cambiata, non si potesse mai più tornare sui propri passi, fosse un punto fermo nel tempo sul quale niente e nessuno potrà mai più agire? E allora benvenuta ansia, benvenuto panico, benvenute notti insonni, benvenuti incubi!
E voi? Avete qualche strana fobia procuratavi da una serie televisiva?