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How To Get Away With Murder | Recensione 3×14/15 – He Made a Terrible Mistake/Wes

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How To Get Away With Murder | Recensione 3×14/15 – He Made a Terrible Mistake/Wes

Eccoci dunque giunti, per il terzo anno di fila, alla conclusione di una trama orizzontale che ci ha occupati per metà stagione, se non di più (qua addirittura andiamo a pescare a piene mani dalla scorsa stagione ritirando in ballo i Mahoney e la paternità di Wes, per non parlare degli omicidi di Sam e Rebecca che, come avevo suggerito qualche recensione fa, forse non smetteranno mai di tormentare i nostri protagonisti, in diversi punti della loro storia). Questa terza stagione si conclude però, a mio parere, in maniera qualitativamente inferiore agli scorsi anni, e di certo inferiore alla qualità narrativa vista nei precedenti episodi di questa 3B. Mi dispiace essere così lapidaria già all’inizio della recensione, la verità è che dal punto di vista emozionale anche stavolta non sono mancati momenti che hanno commosso, fatto sorridere e più in generale coinvolto, ma questi momenti sono stati risucchiati nella girandola vorticosa di questa trama che doveva giungere ai suoi nodi cruciali nell’arco di un’ora e mezza circa, e trattandosi di nodi particolarmente più rilevanti di altri con cui ci siamo trovati a confrontarci nelle stagioni precedenti (è ovvio che scoprire la verità sulla morte di Wes funziona come catalizzatore di attenzione ben più del caso Hapstall, per dire, perché si tratta di uno “dei nostri” e non di un personaggio random introdotto appositamente solo all’inizio di quella stagione e riproposto ogni tanto) hanno avuto un peso tale da lasciarmi con un senso di spaesamento al termine della visione. Troppo tutto insieme, per dirla in due parole.

A fine episodi avevo la sensazione di aver assistito a un prodotto inferiore rispetto al solito non per vere e proprie mancanze nella storia, quanto per via del modo in cui ci è stata presentata: il formato di doppio episodio in questo caso non ha giovato a una narrazione che aveva tanto da raccontare e, nel farlo con i suoi soliti salti temporali, storyline intrecciate e rivelazioni a gogò, ha finito con il creare qualcosa di macchinoso e perciò quasi estenuante da seguire. Molte sequenze alternate, che avevano immagino l’obiettivo di aumentare la tensione, mi hanno in realtà creato perlopiù confusione: penso ai vari “lo farà/non lo farà” riguardo Connor e una apparente richiesta di immunità totale al procuratore (che poi porta allo svelarsi di un’altra, a mio parere piuttosto debole, verità nascosta) o alla sequenza iniziale di “He Made a Terrible Mistake”, ad esempio, in cui Jack Falahee dà il la a una serie di performance che ho trovato ottime in entrambi gli episodi, ma che confonde perché intervallata da stralci di storie (che capiamo solo successivamente essere di membri degli AA presenti a un incontro a cui sta partecipando Annalise) di cui non si capisce il nesso con la situazione attuale di Connor. Anche la conclusione di questa sequenza, con l’impressione che Connor abbia istinti suicidi: tutto sembra essere stato studiato appositamente per confondere le acque e farci rimanere nel dubbio che quello di Connor sia rimorso e colpevolezza per l’assassinio di Wes… e ovviamente, com’era facile immaginare, la realtà è diversa.
I flashback di Connor ci aiutano a gettare più luce sugli ultimi momenti di vita di Wes, in vista della rivelazione finale (di cui siamo però informati solo noi spettatori e non i diretti interessati, facendo quindi intuire che questa storyline avrà un ruolo importante anche in trame orizzontali future). Mi è piaciuto molto il modo in cui tutti sono stati messi al corrente della sua verità, in particolare il tête-à-tête con Michaela: ho sempre adorato il rapporto che si era andato creando tra lei e Connor, avevo avuto modo di scriverlo anche l’anno scorso, come i due si sono quasi sempre schierati dalla stessa parte e come Michaela stessa aveva una volta affermato (e ha ribadito in questa occasione) che è stato il loro supportarsi a vicenda che l’ha aiutata a superare mentalmente tutti i casini in cui si sono trovati coinvolti, quindi mi è sembrato appropriato che il malessere del ragazzo sia stato acutamente notato da lei e che poi sia stato con lei che lui si sia aperto prima di tutti (Oliver escluso, ovviamente, qui di nuovo a capo del fanclub di Connor dopo mesi di tentennamenti sul loro rapporto).

Tra i confronti più coinvolgenti senz’altro anche quello tra Connor e Annalise, due personalità molto simili ma che si sono spesso trovate in contrasto (specie da parte del ragazzo), ma che qui si trovano per una volta faccia a faccia… inizialmente per sputarsi addosso un po’ di sospetti, ma infine riescono a leggersi dentro, e ho adorato la pacatezza con cui Annalise ha deciso di approcciarsi alla discussione e con cui poi presenta la sua risolutezza agli altri, chiedendo loro (a Laurel in particolare) di perdonare il presunto errore di Connor in fase di rianimazione di Wes.

Laurel è stata protagonista di una delle sottotrame più incasinate di questo episodio, tra le altre cose salendo sul banco dei testimoni per raccontare la versione dei fatti di Connor come fosse sua al fine di screditare la controparte e il loro rapporto del medico legale chiaramente contraffatto, momento che fa tornare in superficie eventi del suo passato menzionati en passant nella puntata in cui è stata a trovare suo padre. Ecco, qui c’è da dire che ho proprio pensato “bene, perlomeno una sottotrama che avevo lì per lì giudicato alquanto deludente, ovvero l’incontro tra Laurel e suo padre, ha avuto uno sbocco da qualche parte”: i loro conflitti mai risolti, quella questione del rapimento buttata lì in maniera quasi random tra una parola e l’altra nel loro faccia a faccia “mediato” avevano un fine, e sembrerebbe inizialmente essere quello di rendere nulla la testimonianza di Laurel riproponendo una sua confessione di spergiuro fatta in tale occasione… ma di nuovo la questione non è tanto semplice e Laurel confessa agli altri che il rapimento c’era in effetti stato davvero, e la dichiarazione di falsa testimonianza in proposito l’ha dovuta firmare solo perché altrimenti avrebbe creato problemi a suo padre. Tutto questo tanto per ricordarci che brutta persona sia il papà di Laurel, cosa che finora ci è stata ripetuta a parole, e solo a parole, quasi fino alla nausea, dandoci una prova più tangibile di questa presunta spietatezza solo negli attimi finali di questo episodio, quando viene rivelato il vero colpevole dell’omicidio di Wes.

 

Una rivelazione alquanto inaspettata direi, e tra le tante opzioni sul tavolo a mio vedere la più soddisfacente: sia la Atwood che Danvers non mi hanno mai ispirato troppa credibilità come antagonisti, lei in particolare mi stava sulle scatole a pelle, ma nulla di più mentre lui, nonostante si sia rivelato essere dietro a tutta la macchinazione per incastrare Annalise, in “Wes” mi ha dato un continuo senso di inadeguatezza in un ruolo da “pseudo-super-villain”. Sarà stato un mio limite, probabilmente…
E poi ci sarebbero stati i Mahoney, però fin troppo scontati a questo punto come colpevoli della morte di Wes, ma da cui riceviamo un ulteriore colpo di scena che non mi sarei aspettata, ovvero la rivelazione di Charles, e non Wallace, come padre di Wes… ho continuato ad avere un punto interrogativo in faccia per il resto dell’episodio visto che Wilson Bethel e Alfred Enoch hanno tipo 4 anni di differenza E SI VEDE, ma vabbè, rivelazione comunque interessante e base per un altro bel momento, quello tra Annalise e Sylvia Mahoney, matriarca di una potente e pericolosa famiglia forse in fondo meno vipera di come ci è stata descritta finora, per tutto questo tempo semplicemente guidata dal solo, disperato desiderio di vedere libero il suo unico figlio. Charles, che ha usato la carta “Esci di prigione” del Monopoli, è di nuovo a fare vita mondana entro fino episodio ed è per ovvie ragioni al centro di un piano totalmente folle di Laurel, che ha la sottotrama più incasinata anche dal punto di vista emotivo visto che il lutto, anche comprensibile che la faccia sbarellare un po’, qui sembra darle completamente alla testa: la vediamo chiudere l’episodio andandosene in giro con una pistola pronta a sparare a Charles perché sì (per un attimo ci ho quasi creduto che avremmo concluso un’altra stagione con un’altra pallottola che fa fuori un altro Mahoney, ma, nel frattempo, speravo di no perché un altro omicidio nelle mani di questo gruppo di sfigati sarebbe stato proprio da overdose) ma è dall’inizio che sbotta con estrema facilità a quasi chiunque le rivolga parola, concentrando in particolare il suo astio su Connor nel momento della confessione che lui era lì, poco dopo l’aggressione a Wes e non è stato in grado di salvarlo, con l’ovvio sottotesto di “nessuno ci crede che non sei stato tu, visto che lo odiavi”… e a proposito, per la serie meravigliose performance di Falahee, ho quasi pianto quando ha risposto a queste accuse sibilando semplicemente “I didn’t hate him”: c’era una convinzione e la forza di una verità sofferta in quelle parole che raramente gli abbiamo sentito formulare, e questo è uno dei rari punti in cui credo l’episodio sia riuscito veramente bene, ovvero dare voce a sentimenti finora mai espressi: il non odio di Connor verso Wes, contrariamente al disprezzo con cui spesso l’ha apostrofato, quanto la vera natura del rapporto che Annalise sentiva di nutrire verso il ragazzo ora scomparso, rapporto su cui si è discusso per le intere tre stagioni e che io e un altro triliardo di persone eravamo già riusciti ad inquadrare come questo strano surrogato di madre-figlio, Wes anche in un flashback in uno degli ultimi episodi aveva dimostrato di tenere a lei ed esserle riconoscente, e ora finalmente anche Annalise è riuscita a dargli un nome, forse in parte anche grazie alla discussione con Connor, che le ha suggerito questo collegamento in un attimo di sfogo.

 

Il modo in cui Annalise sembra avviarsi solo ora verso un più efficace processo del lutto, ora che è riuscita a dare un nome al legame speciale che sentiva verso quel ragazzo (“Era come mio figlio. Era mio figlio”) è struggente, il perfetto contrappeso per un altro momento cardine di cui sono protagonisti i due, ovvero quando lei è costretta a usare la voicemail ricevuta da Wes la sera della sua morte per scagionare tutti da eventuali sospetti riguardo l’uccisione di Sam e di Rebecca. L’intera sequenza dell’aggressione, il disperato tentativo del ragazzo di portarsi in salvo, è un altro momento che salverei nel minestrone che è stato questo episodio, perché laddove in generale si è avanzato quasi di corsa da un twist all’altro ci sono stati alcuni punti focali (questo incluso) in cui si è rallentato, si è concesso il giusto spazio di sviluppo a dei climax che spiccano dalla massa rendendosi indimenticabili… nel bene e nel male si intende, perché certo il pugno nello stomaco che è stato vedere Wes trascinarsi stordito nel corridoio o la camera che indugia sul suo volto con le vene in rilievo, mentre viene soffocato, non è stata una passeggiata di salute nel parco, ma ancora più amaro è stato vedere tutto questo con in sottofondo la voce di Annalise che parla di un ragazzo con un’ombra oscura dentro. La scena nel suo complesso è stata girata e montata perfettamente per creare disagio e quasi disgusto per l’azione di infangare la memoria di un tutto sommato bravo ragazzo, consapevoli che si tratta della scelta più intelligente per tenere al sicuro chi è ancora tra noi, ma nondimeno una sequenza dall’impatto forte proprio per la giustapposizione di quelle parole con quelle immagini.

 

E la scelta del padre di Laurel come mandante dell’assassinio, come scrivevo poco più su, è stata la più soddisfacente anche dal punto di vista degli sviluppi futuri, viste le complicazioni morali che aggiungerebbe all’interno di dinamiche familiari già di per sé alquanto complicate: ci sarà tutto un lavoro da fare per costruire la rivelazione al meglio e c’è solo da immaginarsi che tipo di reazione potrebbe avere Laurel.

Per concludere su una nota più positiva, vorrei lasciare una menzione d’onore alle due coppie dello show, entrambe fortificate dalle vicissitudini attraversate di recente: laddove tutto il discorso a cuore aperto di Asher con Michaela finalizzato al loro primo “ti amo” sembrava puntare più a una proposta di matrimonio (sinceramente non ricordavo proprio che non si fossero ancora scambiati le fatidiche parole… ma ripensandoci nell’episodio in cui lui la definisce “famiglia” quello che si scambiano è un più innocente “I like you”), questa arriva dal fronte Coliver. Inaspettato a questo punto dell’evoluzione della coppia, visto che c’erano state incomprensioni, litigi e una generale battuta d’arresto e forse io avrei ripreso la loro relazione con più calma, ma trattandosi di Oliver è tutto sommato in character e, se volessimo fare psicologia da Bignami, potrebbe definirsi una di quelle situazioni da “siamo in un momento storico precario: prendiamo decisioni importanti prima che sia troppo tardi”. Vediamo quindi come evolverà nella prossima stagione tra loro e tra Michaela ed Asher (ma loro non ce l’hanno un nome da coppia? Masher??), questi ultimi in particolare che se penso a quanto ho storto il naso quando li ho visti insieme la prima volta fatico a credere a quanti “awww” mi abbiano strappato negli ultimi tempi. Asher è diventato praticamente un peluche e Michaela si sta sciogliendo piano piano, è stata tenerissima nella sua dichiarazione finale, un po’ anche lei immagino spinta dalla conversazione avuta con Laurel in bagno, in cui alla domanda “Quando hai capito di amare Wes?” si è sentita rispondere con un evocativo “Quando era troppo tardi”.
E, sempre su una nota positiva, visto che Meggy ha continuato a essere estranea a qualsiasi complotto fino alla fine, direi che possiamo ufficialmente scagionarla da qualsiasi sospetto e dichiarare che i personaggi fondamentalmente buoni, carini e coccolosi esistono anche in HTGAWM!

In definitiva, direi che la recensione rispecchia quanto detto dell’episodio: non ho potuto fare a meno di ridurmi a uno scarno elenco di cose che mi sono piaciute e non perché la stessa struttura discontinua del doppio episodio mi ha messa in questa condizione. Ho percepito come se spesso venisse a mancare un filo conduttore più resistente tra le vicende a cui stavamo assistendo, rispetto alla trama orizzontale che dovevamo cercare di sbrogliare, come se alcuni momenti all’interno della narrazione non avessero sufficiente collante con il resto del patchwork di eventi e questi “stacchi” da una narrazione uniforme mi hanno dato la sensazione che, tranne alcune eccezioni già nominate, la qualità globale del doppio episodio finale non sia stata all’altezza della media del resto della stagione.
Ci sono tuttavia le premesse per un prosieguo di tutto rispetto per la quarta stagione, magari rimanendo focalizzati sulle vicende personali dei personaggi, creando un filone orizzontale coinvolgente ma stavolta possibilmente senza ammazzare le settecento persone di turno, tanto per cambiare. L’ho già detto spesso ma sono convinta che, a questo punto della sua storia, HTGAWM possa tentare con successo il grande passo e slittare gradualmente verso un tipo di narrazione leggermente diverso.
Voi invece che ne pensate di questa conclusione, che impressioni vi ha dato questo doppio episodio? E quali sono le vostre speranze e aspettative per il futuro dello show? Aspetto di leggere le vostre opinioni qui sotto nei commenti, intanto ne approfitto per ringraziare chi ha scelto di seguire la serie con me per il secondo anno di fila ma anche chi ha aperto queste recensioni per caso e ha comunque scelto di arrivare fino in fondo, e ovviamente gli amici di

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per aver condiviso i miei articoli ogni settimana (vi consiglio di passare da loro per non rimanere completamente digiuni da HTGAWM per i lunghi mesi che ci separano dalla prossima stagione).
Alla prossima!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

5 COMMENTS

  1. Anch’io, come te, non sono del tutto soddisfatto di questa chiusura. Si poteva decisamente fare di più.
    Secondo me questo finale ha due grossi problemi:

    1) A differenza degli altri finali di stagione, ci viene spiegato cosa è successo ma non ci viene spiegato il perché. Ogni stagione, finora, risolveva in toto il mistero di stagione, spiegandoci tutto e introducendo un nuovo mistero per la stagione a venire. Con questo finale, invece, hanno rotto questo schema. Abbiamo risolto una parte del mistero (chi ha ucciso Wes) ma dobbiamo aspettare la prossima stagione per capirne il perché.
    Secondo me non è stata una buona scelta.

    2) Non puoi, NON PUOI, creare la morte evento di un protagonista con tanto di tormentone “Who Killed Wes?” ripetuto ovunque e poi uscirtene con un sicario spuntato da nulla, mai visto prima, che agisce su ordine di una mandante che abbiamo visto UNA VOLTA, mesi fa, per cinque minuti. Non si fa.
    La perfezione sarebbe stata scegliere uno dei regular come colpevole, ma capisco il problema di “perdere” un altro protagonista facendolo diventare un assassino. Si poteva, almeno, reintrodurre il padre di Laurel prima del finale di stagione. La figlia incinta ricoverata in ospedale era la scusa perfetta per farlo tornare in scena. E invece no. Così. Buttato lì in due secondi di flashback.
    Non si fa. Punto.

    Detto questo, è stata geniale l’idea della confessione telefonica di Wes che permette di lasciarsi definitivamente alle spalle gli omicidi di Sam e Rebecca.

    Mi piacerebbe, per la prossima stagione, vedere qualche mistero sbucare dal passato di qualcuno dei ragazzi. Anche perché, diciamocelo, non è credibile che ammazzino qualcun altro nel giro di un mese.
    Anche un salto temporale in avanti, con i nostri protagonisti già avviati come avvocati e uno di loro processato per omicidio, sarebbe una bella svolta narrativa, anche se più impegnativa.

    G

    • Sono assolutamente d’accordo, a parte che al momento della rivelazione hanno rifatto quella cosa di “flashbackare” su quei due minuti in croce in cui avevamo conosciuto il padre di Laurel per aiutarci a collegare i puntini, che è una cosa già successa l’anno scorso e che francamente odio: se crei uno show pseudo-cervellotico, con intrighi e misteri che necessitano di seguito costante per capirci qualcosa, poi non presumi che il pubblico sia così cretino da aver bisogno che gli si mandino dei flashback per ricordargli chi è l’uomo dall’altro capo del telefono del sicario, la trovo una gran caduta di stile. E concordo con te che avrebbero potuto reintrodurre il personaggio qualche puntata fa più gradualmente. Probabilmente avranno pensato che farlo ricomparire avrebbe potuto far mangiare la foglia a qualche spettatore e invece l’accenno di Laurel alla questione del rapimento in tribunale è stata una maniera più “sottile” per ricordarci che HA UN PADRE e che è un gran pezzo di m***a… ma decisamente andare a trovare la figlia incinta e in ospedale dopo un incidente simile sarebbe stato quanto di più naturale possibile, quindi viste le circostanze non vedo come avrebbero potuto farci insospettire riportandolo in scena così.

      Interessanti anche le idee per la prossima stagione, il salto in avanti mi piacerebbe molto, magari fra qualche stagione (se proseguirà ancora oltre la quarta), ma soprattutto un mistero dal passato di uno dei personaggi sarebbe intrigante e forse la cosa che mi interesserebbe di più vedere: come ho scritto spesso, siamo arrivati a un livello di affezione con questi personaggi che potrebbero tenerci incollati allo show anche con delle loro vicende personali a tenere banco, senza morti eclatanti e roba così (che come scrivi anche tu comincerebbe a diventare poco credibile, e l’incredulità l’abbiamo già sospesa fin troppo finora direi!).

      Grazie per essere passato a lasciare un’opinione, in particolare per gli spunti interessanti che hai dato 🙂

  2. Mi aggrego anch’io con l’insoddisfazione per questo finale…
    Alcune cose sono state belle, i confronti tra Connor e Annalise, le scene Michaela/Asher, ma come te penso che ci sia stata troppa confusione.
    Ho guardato gli episodi appena ieri ma onestamente non riesco a ricordare quasi niente da tanta è stata la confusione.
    Connor che confessa/non confessa, viene rapito da Denver, Nate che pedina la Atwood, Annalise che va a New York ad incontrare Sylvia Mahoney (che poi, fuori di galera su cauzione può andarsene in giro così???), flashback vari, insomma un gran casino.

    Mi aggrego anche al disappunto sull’assassino di Wes, ok i Mahoney era scontato, ma onestamente scoprire chi è stato per me ha tolto tutta l’importanza che aveva avuto la morte di Wes finora…
    Cioè vederlo morire è stato un pugno nello stomaco e mentre guardavo la scena pensavo “Povero, ma perchè?”…
    E a quanto pare non c’è un perchè valido per adesso, se se ne escono che il padre di Laurel l’ha fatto uccidere perchè non voleva che stesse con la figlia uccido io qualcuno, perchè sarebbe un motivo idiota.
    Io onestamente mi aspettavo, ad una morte così importante, una motivazione coi controcazzi, quindi faranno bene ad inventarsi qualcosa di valido per la 4 stagione, perchè una storia alla Romeo e Giulietta con le famiglie che si oppongono è una cagata, scusate.

    Poi sta cosa che Dominick ha agito per conto di Papà Castillo ma era anche in combutta con Denver, bo, non l’ho capita, per non parlare di tutti i poliziotti che sono corrotti e gli vanno dietro, ma dove siamo a Gotham?

    Ci tengo ad aprire una parentesi su Laurel perchè ci tengo a tutti i costi a sottolineare quanto mi abbia sfracellato i maroni in queste due puntate, è stata insostenibile, ha sbraitato a chiunque, stava con Wes da quanto? 5 minuti e si è comportata come una vedova che urlava ai 4 venti “Me l’hanno ucciso” strappandosi i capelli, fastidiosissima.
    Quando ha abbaiato ad Annalise che lei non conosceva Wes poi è stato il culmine.
    MA, un aspetto positivo c’è. Ha passato intere puntate ad accusare chiunque della morte di Wes, pregusto già la sua faccia quando scoprirà (se lo scoprirà) che è stato proprio il suo paparino ad ammazzargli il moroso, e che quindi alla fine l’unica lì dentro ad avere una vaga colpa è proprio lei.
    Ammetto di aver avuto paura per Asher per un attimo, perchè quando Laurel dice a Michaela di aver capito di amare Wes quand’era troppo tardi ho pensato “Ecco, adesso fanno fuori Asher così Michaela proverà la stessa cosa”, non so devo essere malata.

    Concludo con un dubbio: Chi ha chiamato Wes presentandosi come Chistophe? Proprio i Mahoney, per avere protezione?
    Eve, per essere difeso dato che, come si evince dalla chiamata ad Annalise, era prossimo alla confessione?

    E poi Chapeau a Bonnie quando ha detto che Wes era un assassino (da che pulpito), perchè è vero, inutile che Laurel sbraiti che Annalise ha sporcato la memoria di Wes, Sam l’ha ucciso lui, e ok hanno preso due piccioni con una fava appioppandogli pure la morte di Rebecca, ma era l’unica soluzione.

    • È la stessa cosa che è venuta in mente a me: non ci hanno fatto capire PERCHÈ il papà di Laurel ha commissionato questo assassinio, e l’unica cosa che viene in mente così su due piedi (anche ripensando alle sue conversazioni con Laurel, tipo quella su Frank in cui le dice di lasciarlo perdere) è che non volesse che uno “non all’altezza” e tutto sommato di umili origini stesse con sua figlia… che però è una motivazione del cavolo, come hai scritto tu, ed eccessivamente banale. HTGAWM ci ha abituati a di meglio, quindi se scadranno in questa scelta scontata perderanno un sacco di punti… a meno che non vogliano giocarsela tutta sulla reazione di Laurel e un suo sviluppo cartteriale (a proposito, assolutamente d’accordo con te anche sull’eccesso di rabbia: non voglio sindacare su quanto abbia potuto voler bene a Wes, magari stavano insieme da un sacco e non ce l’hanno fatto vedere on-screen, o magari era effettivamente poco tempo ma tutta l’angst che si sono portati dietro ‘sti due prima di mettersi insieme gliel’ha fatta sembrare un’infinità di tempo… diciamo che se posso prendermela con qualcuno punto il dito sugli autori che non hanno dato il giusto tempo di evoluzione a questa coppia, cosicché a noi spettatori la reazione di Laurel sembra davvero esagerata perché effettivamente non stavano insieme da molto. I due erano molto legati da quasi subito, non si può negare, e magari questo ha influito, ma ci sono stati alcuni scatti d’ira o alcune prese di posizione in generale un po’ troppo pompate rispetto a quello che ci è stato dato vedere on-screen).

      Sono contenta di vedere che in generale siamo stati in parecchi a percepire questa confusione di fondo e un eccesso di informazioni, twist e quant’altro che ha creato solo più caos nella narrazione, potevano davvero fare meglio. E riguardo il tuo dubbio… sai che avevo già completamente rimosso quel dettaglio? Hai ragione, non ci sono molte persone che abbiamo già conosciuto che sappiano il vero nome di Wes, quindi sarà interessante scoprire chi abbia chiamato e se quel qualcuno sia già in marcia per scoprire cosa gli è successo davvero.

      Grazie per il commento e per avermi ricordato dettagli che avevo archiviato… ora avrò di che arrovellarmi il cervello per tutti questi mesi, anche se l’idea che potessero essere i Mahoney sarebbe fighissima perché farebbe pensare che sotto sotto, nonostante il processo, l’accusa a Charles ecc., Wes si era messo in contatto con loro di nascosto, magari con Sylvia, e magari in quel frangente aveva anche avuto modo di scoprire della sua vera paternità (io ancora ho i miei dubbi sulla scelta per questioni anagrafiche degli attori, ma non voglio insistere troppo). Ce ne sarebbero di buone carte da giocarsi per aprire la nuova stagione col botto, vedremo che strada decideranno di intraprendere gli autori… Buona serata, alla prossima!

    • Anche io voglio proprio scoprire il perché a questo punto, e come voi spero sia qualcosa di credibile, perché il fatto che abbiano ucciso un personaggio così importante solo per effetto shock e sviluppo degli altri personaggi, non mi va giù, voglio delle motivazioni dietro che siano credibili. Anche se sappiamo che hanno deciso chi ci fosse veramente sotto il lenzuolo solo due puntate o giù di lì prima della rivelazione, e questo mi roderà per sempre. Io ho ripensato all’incontro di Laurel con suo padre, non gli aveva parlato di un suo ragazzo problematico, quando ancora stava con Frank? Sinceramente non ricordo bene l’incontro, ma un’idea potrebbe essere che il padre di Laurel abbia detto di far uccidere il suo ragazzo pensando a Frank, non sapendo che ora stava con Wes… ma forse sarebbe una svolta un po’ da telenovela, non so…
      Grazie Ale comunque per le tue recensioni, le ho lette sempre ogni settimana anxjebse non ho mai commentato.

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