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How To Get Away With Murder | Recensione 3×13 – It’s War

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How To Get Away With Murder | Recensione 3×13 – It’s War

Per un episodio che si intitola “è guerra” devo dire che si vedono poche scene realmente incentrate su uno scontro decisivo tra le due fazioni attualmente contrapposte (Annalise e i suoi contro l’ufficio del procuratore, nello specifico la persona della Atwood che, a questo punto, sembrerebbe anche in qualche modo invischiata con i Mahoney), giusto i preparativi… ma non mi lamento, perché quello su cui si concentra perlopiù l’episodio è far arrivare alcuni nodi al pettine, dare risposte, arrivare a rivelazioni e segreti svelati che si facevano attendere da moltissimo. E l’escalation emozionale nell’arco dell’intera puntata è stata gestita magistralmente, mantenendo quello standard narrativo che HTGAWM riesce così spesso a conquistare grazie a scrittura e regia ben studiate (penso ad esempio a quando ci viene rivelato il vero fine della Hargrove, uno dei momenti meglio riusciti dell’episodio nonostante si trattasse probabilmente di uno dei twist più subodorati da parecchi spettatori, ineccepibile nella resa proprio grazie alla sequenza delle immagini a rallentatore e voce con eco, inquadrature dettagliate di movimenti delle mani e sguardi che ci fanno capire che Annalise sta finalmente studiando con attenzione chi ha davanti e sta giungendo a una conclusione che impegna per un po’ anche il nostro ragionamento: è stata “comprata” anche lei dalla Atwood).

 

Prima di parlare di tutte le rivelazioni finalmente venute alla luce che mi hanno fatto sentire come se stessi prendendo numerose boccate d’aria fresca a pieni polmoni in questo episodio emozionalmente carico (avete presente il senso di sollievo nel togliersi un peso dallo stomaco che ci si è portati dietro a lungo? Ecco, livello di immedesimazione: top), vorrei però soffermarmi proprio sulla appena menzionata Atwood e su come sembrerebbe esserci lei al centro di tutta questa cospirazione ai danni di Annalise. Ora, personalmente non credo di poter immaginare che ci sia materialmente lei dietro all’assassinio di Wes (e comunque la settimana scorsa, per mezzo secondo e liquidando subito il tutto con un ghigno, ho quasi pensato che alla fine avremmo scoperto che niente niente era stata la Hargrove. Ok, non è l’assassina, ma è comunque venuto fuori che è dalla parte del “nemico”, seppure per ragioni sue tutto sommato comprensibili, ma ho sempre pensato che le sue carinerie non me la raccontavano giusta… anche se da un lato è triste constatare per l’ennesima volta quanto questo show ci porti a non fidarci di nessuno al punto da trovare costantemente sospette le persone più gentili), ma mi verrebbe da fare una riflessione sui possibili risvolti che potremmo scoprire al suo riguardo nel doppio episodio finale della prossima settimana (eh già, ormai ci siamo): quale diavolo di problema ha con Annalise? Il suo sembra quasi un odio a pelle razionalmente infondato, un accanimento dettato a prima vista da un senso di giustizia fin troppo zelante… e se invece ci fosse dell’altro sotto? Ad esempio questa nuova scoperta di Laurel che il DNA di Wes era stato sottoposto dai Mahoney a un esame poco prima della sua morte, che farebbe pensare che potrebbero essere coinvolti nella sua uccisione dopo aver scoperto che si trattava del figlio illegittimo del defunto Wallace: in che modo questo potrebbe legarsi alla costante rottura di maroni che la Atwood ha costituito per Annalise per tutto l’arco di questa stagione? Agli “avversari” di Annalise in tribunale non si è mai dato eccessivamente spazio senza motivo (a parte la Sinclair, e sappiamo tutti com’è andata), questo mettersi apparentemente in combutta con i Mahoney per incastrare Annalise per l’omicidio di Wes (è un win-win per entrambi i presunti alleati) può essere davvero solo una mossa per togliere di mezzo una rivale dal punto di vista professionale, magari per guadagnarsi visibilità e “salire di grado”, o forse si scoprirà che c’è qualcosa di più personale a guidare le azioni della Atwood? Magari verranno a galla dei trascorsi tra lei e Annalise di cui Annalise stessa è ignara… personalmente la troverei una soluzione intrigante e decisamente molto più soddisfacente del semplice astio che sembra stia muovendo la Atwood adesso, facendola apparire come un’antagonista di poco spessore e, perciò, poco interessante.

Credo poco al suo coinvolgimento fisico nella morte di Wes, dicevo, ma scopriamo qui che la Atwood ha per certo messo mano alla sparizione del suo corpo, facendo abilmente ricadere la colpa su Nate (era il dubbio con cui eravamo rimasti alla fine dello scorso episodio, se fosse stato davvero lui a spostare il cadavere o se lo stavano incastrando, e cosa è successo tra lui e Wes quando si sono incontrati a casa Keating prima dell’incendio, entrambe domande a cui “It’s War” risponde nell’arco dei primi minuti di episodio). Dopo tanto penare, scomodando addirittura i piani alti con una pubblica accusa di cattiva condotta verso il dipartimento del procuratore, scopriamo purtroppo che la tanto agognata ricomparsa del cadavere è tutt’altro che una buona notizia… semplicemente perché un cadavere non c’è più, e la cremazione può, come fa notare Asher, sottolineare la malafede dell’ufficio del DA e compagnia bella, ma può anche impedire che Annalise venga pienamente scagionata. Senza contare le implicazioni emotive per le persone che senz’altro tenevano di più a Wes all’interno del gruppo, ovvero Annalise e Laurel, che hanno un momento intimo molto toccante verso fine episodio in cui la Keating riesce finalmente a dare voce a ciò che l’ha turbata fin dalla vista di quel cadavere ustionato: l’impossibilità di inquadrare precisamente il suo rapporto con Wes, e quindi un dolore confuso e senza nome che la angustia più di quanto avrebbe potuto fare una perdita più definita come quella di un figlio (accostamento non casuale nell’episodio in cui la donna si fa finalmente uscire anche di fronte al resto dei K5 dei suoi trascorsi con i Mahoney, evento che spiega la sua riluttanza a mettersi apertamente contro di loro ma anche probabilmente la pagina più dolorosa della sua vita e che, proprio per questo, colpisce vederla rivelare a tutti). E d’altra parte mi ha toccata, in parallelo, vedere nel flashback di Nate come, in fondo, anche Wes riconoscesse questo rapporto come speciale e, a pochi minuti dalla sua fine, avesse ben chiaro quanto lei avesse fatto per lui… non è stata certo Babbo Natale e di certo non gli ha risparmiato sofferenze, ma oggettivamente quello che ha sempre mosso Annalise nei confronti di Wes è stata compassione e sincero interesse per il suo bene, non abbiamo sbagliato a leggere spesso il loro rapporto come il surrogato di un rapporto madre-figlio perché, sebbene con dinamiche molto fuori dall’ordinario, in un certo senso lo era, ed è bello che Wes ne fosse consapevole e che dalle sue parole trasparisse quel sentimento di gratitudine e forse anche affetto che spessissimo abbiamo visto offuscato da comportamenti ambigui (uno per tutti il suo aver quasi firmato un’immunità in cambio di prove per incastrarla).

Nel resto del gruppo le dinamiche procedono come da copione ormai da diversi episodi, con l’esacerbazione della graduale trasformazione di Bonnie in un clone della sua mentore (prima rimarcato da Laurel poi da Annalise stessa, che sembra la prima a scandalizzarsi per come Bonnie si mostri apparentemente pronta a mettere in mezzo la qualunque – qui Nate nello specifico – per tirare loro stessi fuori da eventuali guai… cosa che era praticamente pane quotidiano per la Annalise dei primi tempi) e una a lungo attesa resa dei conti tra Connor e gli altri ragazzi per via del suo atteggiamento finora tutt’altro che simpatetico nei confronti di Wes e della sua elusività sui suoi spostamenti la notte dell’incendio.

 

Sono state molte le carte scoperte in questo tredicesimo episodio (Nate che confessa ad Annalise di essere stato a casa sua quella notte e di aver incontrato Wes ancora in vita, la rivelazione di Annalise di aver perso il suo bambino per colpa dei Mahoney, le vere motivazioni della Hargrove), ma questo di Connor è il nodo che mi ha più colpita per diversi aspetti. Innanzitutto perché collocando uno dei K5 oltre a Laurel e Wes in casa Keating prima dell’esplosione si infittisce notevolmente la trama, anche se mi sembra scontato dire che non può essere lui il colpevole, il tentativo di rinvenire Wes dimostrerebbe una volontà contraria a quella di un assassino, senza contare che sarebbe del tutto out of character: ricordo bene il profondo shock con cui Connor ha affrontato la morte di Sam e poi il suo eccessivo livore nei confronti di Wes per averlo messo in una tale situazione (“everything that has happened in this house is your fault”), una tale animosità per essere stato suo malgrado complice di un delitto che sfocia poi nel rendersi lui stesso artefice di un delitto mi pare un controsenso. Non credo che Connor sia capace di tanto e anche in passato si è dimostrato pronto al soccorso anche della persona da lui più odiata nel momento del bisogno (non ha mai risparmiato il suo astio verso Annalise eppure l’hanno dovuto staccare a forza da lei quando stava morendo dissanguata a casa Hapstall), per cui vedrei molto più in character il trovare Wes, a cui ha rivolto frecciatine e non solo nei mesi precedenti, inspiegabilmente senza vita nel seminterrato di casa di Annalise e correre automaticamente in suo aiuto. L’aver tenuto il dettaglio per sé potrebbe essere facilmente spiegato dal timore di essere accusato ingiustamente (che tanto stava succedendo lo stesso, soprattutto per via di Asher, ancora una volta il più solidale dell’intera gang quando si tratta di supportare Annalise e di scoprire chi ha ucciso Wes, a cui lui si sentiva legato. Mi piace il percorso scritto per questo personaggio, diventato – nonostante quella “piccola” défaillance con la Sinclair – un esempio di personaggio tutto sommato positivo, con la sua umanità e anche un certo candore rispetto alla malizia, al sospetto, ai sotterfugi e le manipolazioni che la fanno da padroni nel resto dello show… e comunque non manca mai di alleggerire la tensione di tanto in tanto dispensando pillole di comic relief, qui tra le altre cose citando Veronica Mars e Game of Thrones in un paio di occasioni). Ma la presenza di Connor al momento della morte di Wes, o forse pochi attimi dopo, spiega anche il suo repentino cambio di atteggiamento nelle puntate post-hiatus, in cui non riuscivo a fare a meno di sbuffare con aria seccata praticamente ogni volta che apriva bocca: la sua eccessiva insofferenza e acidità erano semplicemente sovracompensazione, anche questo tutto sommato tratto in linea con la personalità che abbiamo imparato a inquadrare di questo personaggio.

In vista del season finale, quindi, HTGAWM presenta un ottimo episodio a cui non esiterei a dare un 9 pieno per via dell’equilibrio narrativo e dei fili che riesce a collegare abilmente a livello di trama e dispensazione delle informazioni, ma anche, come quasi sempre in questa seconda parte di stagione, per il modo in cui ha trattato l’aspetto emotivo, coinvolgendomi al massimo nei momenti che costituivano chiaramente dei climax da questo punto di vista.
Voi che ne pensate invece? Aspetto di leggere i vostri pareri qui sotto nei commenti e, in attesa nel prossimo e ultimo episodio (di cui trovate il promo qui di seguito), vi ricordo come sempre di passare dai nostri amici di

How To Get Away With Murder Italia

per rimanere sempre aggiornati sullo show.
Alla prossima!

https://www.youtube.com/watch?v=od-kUxYhq6I

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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