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How To Get Away With Murder 4×11 – Family drama come se piovesse

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How To Get Away With Murder 4×11 – Family drama come se piovesse

Dopo un decimo episodio quasi immobile dal punto di vista delle diverse trame e che ha segnato un lieve avanzamento solo sul finale, la mia speranza era che, al di là di quello che il promo poteva suggerire, questo “He’s a Bad Father” non sarebbe stato un episodio svolto quasi interamente in aula… lo so, è un’affermazione assurda da fare per una serie che dovrebbe essere di genere legal, ma è ormai chiaro che HTGAWM sia molto più di quello, che nonostante dia soddisfazioni quando possiamo vedere Annalise nel suo habitat naturale è anche e soprattutto una storia di rapporti umani più o meno compromessi e disfunzionali, di altri che mostrano al confronto un’innocenza disarmante, di personaggi non sempre positivi e dei loro drammi, nonché (così sta risultando sempre più chiaramente in questa stagione) di condanna alle ingiustizie che il sistema giudiziario non sembra intenzionato ad arginare quando ha davanti persone che non incarnano un certo preciso stereotipo. La class action di Annalise è il perfetto nucleo per racchiudere gran parte di queste ultime storyline, che in questo episodio si ramificano però anche al di fuori di esso, andando a coinvolgere non solo quello che si presenta come il filone narrativo principale dell’episodio (l’udienza per la custodia di “baby Wes”) ma anche (e finalmente, aggiungerei) andando a tirare nella mischia un Nate che ha gravitato finora solo in un contorno indefinito rispetto all’azione centrale.

Entrambe queste storyline sembrano collegarsi al concetto di genitorialità e adeguatezza o meno al ruolo, riflettendo il titolo dell’episodio in diverse sfumature: se all’inizio avremmo potuto pensare che il “bad father” fosse Jorge Castillo, verso la fine non ne siamo più sicuri (anche grazie a una singola frase pronunciata dal personaggio che pare scatenare una reazione a catena di incertezze e dubbi, forse proprio quello che lui stesso voleva ma, a prescindere, vorrei parlarne più nel dettaglio fra un attimo). Ci sono diverse concezioni di “bad father” o, più ampiamente, “bad parent” in questo episodio, e l’udienza per la custodia del bambino di Laurel (con tutto il bagaglio di dramma che si porta dietro per i personaggi coinvolti) è solo il contesto scatenante per analizzare diversi esempi: Laurel che viene dipinta da Noah Bennet di Heroes l’avvocato di suo padre come una madre inadeguata per la presunta assunzione di droga durante la gravidanza, Wes descritto en passant con insensibile sentenziosità come un ragazzo disturbato, Isaac tirato in ballo come (twist che vorrebbe spiegarci perché finora ci siamo concentrati così tanto su questa figura di cui a me, con tutto l’impegno possibile, frega ancora meno di zero) sospettato nell’appena riaperto caso della morte della figlia (ora passato da caso di suicidio a potenziale omicidio)… e nell’arco dell’udienza ovviamente l’arrivo della madre di Laurel non fa che gettare benzina sul fuoco, concentrando l’attenzione di tutti sullo stigma delle malattie mentali.

E, prima di passare all’altro caso di padre non proprio modello (quello di Nate, che conosciamo nella storyline parallela che impegna proprio quest’ultimo ed Annalise nella cornice della class action), vorrei spendere due parole su uno dei punti dell’episodio che mi ha lasciata abbastanza disorientata: Annalise che protegge i bistrattati dalla società e poi sbandiera un paio di volte i suoi pregiudizi sulla madre di Laurel per via dei suoi problemi mentali sa, onestamente, un po’ di controsenso. Sì, in tribunale la vediamo aizzarsi contro la donna per arrivare infine a portare acqua al suo mulino nel caso della custodia del figlio di Laurel, ma fuori dall’aula accade spesso che questi pregiudizi vengano a galla e mi chiedo se questo non sia un po’ out of character. La cosa emerge con ancor più incisività per via dell’alternanza di storyline tra l’udienza per la custodia e la ricerca di un caso di facciata per la class action (nello specifico, il papà di Nate presentatoci brevemente sul finire dello scorso episodio): capisco l’affannarsi per includere suo padre nella class action anche, per stessa ammissione di Annalise, per provare una volta tanto a fare qualcosa di buono per Nate (nonostante a un certo punto lui stesso si mostri sfiduciato in proposito), ma le condizioni di Nate senior e della madre di Laurel sono talmente collegate (tanto che è proprio una discussione sui problemi mentali della donna a portare Annalise all’intuizione che è di questo tipo di problemi che si tratta anche nel caso di Nate senior) che vedere da una parte impegno per dimostrare come il sistema sbagliato abbia portato al verificarsi di tali circostanze e dall’altra perlopiù preconcetti, se non proprio indifferenza, risulta come un caso di due pesi e due misure. Potrebbe essere che questa scelta narrativa sia messa lì apposta anche per far mangiare la foglia a noi spettatori con qualche minuto di anticipo sulla madre di Laurel, per farci porre con diffidenza di fronte a questo nuovo personaggio appena inserito nella trama e già investito di un ruolo significativo riguardo il mistero della morte di Wes, che ci accompagna dalla stagione scorsa e a cui ci siamo riavvicinati in questi episodi post-hiatus, ma, a prescindere, è per me poco coerente con la figura dell’Annalise in via di guarigione (e forse addirittura redenzione) che ci viene presentata in questa stagione.

In sostanza questo episodio è stato sviluppato molto meglio di quello che il solo trailer avrebbe potuto farmi sperare a livello di ritmo narrativo, ho trovato buona l’alternanza tra una storyline e l’altra nonché i vari siparietti sui Keating 4 (mi piace anche questo attuale bilanciamento girls with girls e boys with boys: il trio Connor-Olly-Asher è una delle poche gioie al momento in un contesto alquanto cupo, regalando diversi attimi di alleggerimento della tensione) che rompono il filo principale non in maniera che disturba ma armonica, dando dinamicità… ci sono però a livello di trama diversi punti che non mi hanno convinta, al di là di quello appena esposto su Annalise e la mamma di Laurel: innanzitutto trovo che l’inserimento nello stesso episodio di ben due nuovi personaggi che avranno potenzialmente una tale risonanza sia stata una scelta troppo affrettata, soprattutto perché in entrambi i casi c’è una profondità emotiva ad accompagnare il tutto che non abbiamo però il tempo di processare, perché veniamo buttati in mezzo all’azione con troppa rapidità per aspettarsi che riusciamo a instaurare almeno una parvenza di empatia con loro e pretendere quindi, di conseguenza, che ci interessi realmente dei risvolti che li riguardano.
Sempre su questa linea, i nuovi dati in nostro possesso sulla famiglia Castillo perdono un po’ di incisività: la foto che mostra che Wes ha incontrato la mamma di Laurel il giorno prima di morire mette in moto tutta una serie di deduzioni che però, se da una parte potrebbero portare a scagionare Jorge (personaggio che ho sempre detto di aver trovato poco adatto al ruolo del villain per come ci è stato mostrato, cattivo solo per sentito dire), dall’altra ci ricatapulterebbero al punto di partenza. Dobbiamo semplicemente accettare di vedere come potenzialmente pericoloso e spietato un personaggio che abbiamo appena conosciuto? Do merito agli autori di essersi impegnati a costruire questo cambio di rotta con la giusta dose di tensione crescente, con il sospetto di essersi sbagliati fin dall’inizio che si diffonde gradualmente nell’aria come un virus (la frase di Jorge che scalfisce Laurel e comincia a far vacillare Frank), ma trovo che il tempo ristretto di realizzazione penalizzi la buona riuscita del tutto, e del minutaggio in più per farci conoscere Sandrine più approfonditamente di quanto abbiamo potuto fare finora solo grazie ai racconti (magari anche di parte, chi lo sa?) di Laurel avrebbe senz’altro giovato alla riuscita del twist.

Ciò non toglie che, di per sé, la scoperta potrebbe rivelarsi vincente, perché se l’unica spiegazione per le macchinazioni di Jorge contro Wes poteva essere dettata da logiche aziendali/finanziarie (boooooooring), inserendo nel quadro la madre di Laurel (con tanto di dettaglio di Dominic che era come un figlio per lei, aprendo tutto un nuovo ventaglio di possibilità in cui la telefonata tra il ragazzo e Jorge nel finale della scorsa stagione fosse un depistaggio, o forse sia avvenuta con tempistiche diverse un po’ come il flashforward di Wes alla stazione di polizia che ci avevano mostrato qualche episodio prima per farci credere che il ragazzo fosse ancora vivo al momento dell’incendio di casa Keating; che Dominic fosse quindi il contatto fidato che Sandrine aveva dato a Wes dopo il loro incontro e a cui lui si rivolge senza sapere che il sicario “serve un altro padrone”, che la sua lealtà risiedesse con Sandrine più che con Jorge e sia stato quindi per ordine di lei che sia avvenuto l’omicidio?) la questione può farsi di certo più “succosa”.

Prima di lasciarvi come sempre al promo del prossimo episodio, solo un paio di considerazioni random:

  • Mentre sono felice che si sia finalmente trovata un’utilità per Nate che lo reinserisca organicamente nella trama principale, devo dire che (nonostante un oggettivo impegno autoriale per cucire coerentemente la storia del terapista nel tessuto generale) il personaggio di Isaac continua a darmi spunti di riflessione/empatia/interesse ZERO… mi dispiace ma proprio non ci riesco ad appassionarmi (c’è solo una figlia di Bail Organa della cui sorte può interessarmi);
  • So che la loro relazione è stata disfunzionale e tutt’altro che sana dal giorno 1, ma sono un’inguaribile romantica se l’accenno di riavvicinamento tra Nate e Annalise mi ha acceso una lampadina da shipper? Dai, i due fanno oggettivamente scintille insieme;
  • Frank che si fa intimidire dalla mamma di Laurel e lei che in tutta risposta se lo fila a malapena di striscio è troppo buffo… di quel contorno leggero di cui lo show ha veramente bisogno a mio parere, quindi ben venga ogni tanto.

È tutto anche per questa settimana, attendo di leggere qui sotto i vostri pareri su questo episodio e le vostre intuizioni e supposizioni a riguardo (visto che un paio di settimane fa avevate già ipotizzato nei commenti che avremmo potuto scoprire che tutto sommato Jorge non è completamente il mostro che ci descrivono sono curiosa di fare un po’ di brainstorming insieme) e, per rimanere sempre aggiornati sullo show e i suoi interpreti, ricordatevi di passare dai nostri amici di

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Alla prossima!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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