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GoT: lo Spettatore Casuale e la Trama Presunta (Stagione 2)

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GoT: lo Spettatore Casuale e la Trama Presunta (Stagione 2)

Bentornati alla seconda parte del recap delle avventure dei protagonisti di Game of Thrones: ci eravamo lasciati ieri con Ned passato a miglior vita e Daenerys allevatrice di draghi in erba: vediamo se la seconda stagione si dimostrerà all’altezza di tali devastanti premesse.

Il primo episodio della seconda stagione parte nel tedio più assoluto in quanto serve soprattutto a presentarci uno dei personaggi più noiosi di sempre, Stannis, il fratello maggiore di re Robert e legittimo erede al trono.

Non pago di essere una delle persone più insostenibili del reame, Stannis decide di aggiungere la voce “fanatico religioso” al suo profilo su Tinder, anche se sotto sotto sappiamo tutti che dietro questo suo improvviso fervore illuminato si nasconde più che altro il desiderio di dare una botta a quella milfona di Melisandre, con cui infatti si ritrova a copulare selvaggiamente in tempo zero.

Joffrey ordina alla guardia reale di sterminare tutti i bastardi di re Robert. I soldati all’inizio protestano, consci della portata dell’impresa, poi, quando il sindacato li rassicura sul pagamento degli straordinari, si danno allegramente al massacro, riuscendo a far fuori tutta la progenie del defunto sovrano, vale a dire tipo il sessanta per cento della popolazione di Approdo del Re sotto i trent’anni. Alla carneficina riesce a sfuggire solo Gendry, che si unirà alla carovana dei Guardiani della Notte, che già ospita anche Arya.

Nel frattempo Robb, che desidera tanterrimo raccogliere l’eredità di primo imbecille del regno lasciatagli dal padre, invia Catelyn a chiedere l’alleanza a Renly, il fratello minore di Robert e (ora arriva il colpo di genio) Theon a intercedere per l’intervento delle Isole di Ferro.
Riassumiamo un attimo per chi si fosse perso la puntata precedente: Robb ha mandato un ragazzo tenuto in ostaggio da dieci anni a mettere una buona parola con il di lui padre… mmh, chissà cosa potrà mai andare storto!
Theon dal canto suo non è da meno ed inaugura la sua carriera da uomo libero provandoci con la sorella e facendosi prendere a male parole dal genitore, a cui in effetti avrebbe potuto portare almeno un souvenir.

I Guardiani della Notte, partiti in missione oltre la Barriera, accettano l’ospitalità di Craster, un buontempone che passa il tempo libero a ingravidare le figlie in una sorta di progenie-ception infinita.
Sam, che non ha mai visto una donna in vita sua, per amore di giustizia (ma ceeeerto, da leggere con la voce di Kronk de Le follie dell’Imperatore), vorrebbe salvare Gilly, che teme che la creatura che porta in grembo sia un maschio e finisca a fare da spuntino per gli Estranei, ma Jon gli fa notare che non ne vale la pena, che di gnocche è pieno il mondo… certo, le probabilità che le suddette gnocche se lo filino è veramente minimale, ma non si può mai dire.

Catelyn raggiunge l’accampamento di Renly, che è sposato con quella panterona da battaglia di Margaery, ma non la concupisce perché già si fa suo fratello, il Cavaliere dei Fiori, che già dal nome qualche sospetto doveva forse farcelo venire.
Margaery non è che si scomponga tanto, al punto da proporgli neppur troppo velatamente una cosa a tre, ma Renly si intimidisce e alla fine lei si rassegna a una vita di astinenza e tristezza.
Stessa sorte tocca a Brienne di Tarth, una guerriera dall’aura potentissima che ha come unico difetto un pessimo gusto in fatto di uomini (da cui per fortuna guarirà ben presto) e che diventerà fin da subito una delle preferite dal pubblico.
La speranza di Catelyn di ottenere l’appoggio di Renly svanisce quando Melisandre sforna il frutto dell’amore fra lei e Stannis, che non è una banana ma un’inquietantissima creatura d’ombra che come prima cosa viene spedita a pugnalare lo zio.
La colpa OVVIAMENTE viene data a Brienne, adducendo motivazioni assurde e trame intricate che neanche in Beautiful, e la donna è costretta a giurare fedeltà a Catelyn e a fuggire con lei.

Daenerys arriva a Qarth, dove incontra Daxos, un mercante che vorrebbe sposarla con la promessa di fornirle l’aiuto economico necessario per conquistare i Sette Regni. Daenerys, che è abituata a quel tocco di granito che è Khal Drogo e che adesso ha pure i draghi quindi è più figa, ovviamente gli risponde anche no.

Nel frattempo Tyrion, nominato Primo Cavaliere del re (quando si dice la fortuna), scopre che quella squilibrata della sorella sta accumulando sotto la città tonnellate di Altofuoco, una sostanza paragonabile per intenderci alla nostra nitroglicerina.
Dopo un breve momento di panico e un lungo intermezzo di bestemmie ai danni di quella psicolabile di Cersei, Tyrion decide di sfruttare la cosa a suo vantaggio e, in una combo che nemmeno nei sogni erotici più spinti degli hardcore di Battaglia Navale, lo utilizza per distruggere l’intera flotta di Stannis.

Theon prova finalmente a fare qualcosa di figo e conquista Grande Inverno, ma Bran e Rickon riescono a fuggire. Non sapendo come raccontare ai suoi uomini di non essere capace nemmeno di tenere a bada un adolescente privo dell’uso delle gambe e un poppante con comportamenti disfunzionali, il valoroso condottiero delle Isole di Ferro ha il colpo di genio e decide di dar fuoco a due ragazzini a caso annunciando di aver invece ucciso i due Stark.
Robb, prevedibilmente, si inferocisce come una tigre sotto steroidi e manda i suoi uomini a porre fine al regno di Theon, che sarà durato sì e no cinque minuti di screentime.

Ora, mi rendo conto che il mio ribadire l’imbecillità della stirpe degli Stark potrà sembrare ripetitivo da parte mia, ma ditemi voi se se ne può fare a meno.
Jon si offre volontario per una missione suicida volta ad infiltrarsi nell’accampamento dei bruti (giusto per darvi un’idea, si tratta di un esercito di svariate migliaia di anime) e ad assassinare il loro capo, Mance Ryder.
Lungo il tragitto vengono assaliti da un manipolo di esploratori, fra cui spicca Ygritte, la figa di turno, che lui ovviamente si rifiuta di uccidere perché quando è toccato a Sam era un ingenuo, quando sta a lui è nobile d’animo.
Il suo essere integerrimo porta i suoi compagni alla morte fra atroci sofferenze, ma a lui ovviamente frega il giusto perché, con la scusa della missione, sta già copulando con Ygritte in una caverna e facendo a gare di rutti con Tormund intorno al fuoco.
Ygritte è un po’ una di noi e continua a ribadire a Jon quanto sia di fatto un cretino, ma fra un insulto e una prestazione occasionale fra i due scoppia l’ammmmore, quello vero.

La carovana con cui viaggiava Arya viene assaltata e la ragazza viene catturata dai Lannister, che non sembrano tuttavia essere a conoscenza della sua identità. H’ghar, un prigioniero da lei salvato in precedenza, le offre in cambio tre vite, che Arya spreca scegliendo di spedire al creatore persone totalmente irrilevanti.
Il misterioso assassino però sembra prenderla in simpatia e, dopo averla aiutata a evadere, la lascia con una strana moneta e la frase che è un po’ la sintesi estrema della serie: tutti gli uomini devono morire.

Nel frattempo Catelyn decide che della guerra gliene frega il giusto e libera Jamie, l’unico ostaggio utile nelle mani di Robb, in cambio della promessa di rilasciare le sue figlie (certe famiglie non imparano proprio mai, è inutile).
A fargli da balia viene inviata Brienne e dopo nemmeno cinque minuti mi era già salpata una ship grande quanto un transatlantico.

Joffrey conosce Margaery e la sua scollatura e in meno di un nanosecondo rompe il fidanzamento con Sansa, che passa il resto dell’episodio a ballare la conga e ad urlare allo scampato pericolo. Tyrion in compenso non se la passa granché bene: rimasto ferito nella battaglia delle Acque Nere, al suo risveglio scopre che il padre si è preso tutto il merito e l’ha pure sollevato dall’incarico di Primo Cavaliere (che, detto fra noi, era il primo da decenni a ricoprire in maniera anche solo vagamente decente).

In tutto ciò Robb, completamente dimentico della sua promessa di sposare una delle ragazze Frey, si invaghisce di Talisa, un personaggio spuntato praticamente dal nulla, e convola con lei a ingiuste nozze, nonostante i tentativi di dissuasione da parte della madre, che ormai ha tutti i capelli bianchi e un’ulcera perforata per colpa dello stress.

Daenerys, che non vi nomino da un po’ perché ha sostanzialmente passato gli ultimi episodi a urlare “Where are my dragons?” decide che finalmente è ora di andare a riprenderseli quei draghi e dà il via a quella che sarà una lunga e onorata carriera di piromane.
Rientrata in possesso delle sue creature, deruba Daxos di tutte le sue ricchezze e lo sigilla nel suo caveau, così impara a venderla ai primi stregoni sgallettati che passano.

La stagione si chiude con i Guardiani della Notte, della cui esistenza ci eravamo completamente dimenticati, circondati dagli Estranei, la cui minaccia era stata fin dall’inizio liquidata da tutti con una scrollata di spalle.

Prima di salutarvi vi invito a ingannare l’attesa fino al prossimo episodio passando da queste due fantastiche pagine:

The White Queen Italia
Gli Attori Britannici Hanno Rovinato La Mia Vita

Alla prossima!

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