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Gli aspetti migliori della prima stagione di “A Discovery of Witches”

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Gli aspetti migliori della prima stagione di “A Discovery of Witches”

La prima stagione di “A Discovery of Witches” si è appena conclusa, subito dopo il felice annuncio del rinnovo della serie per altre due, il che permetterà di vedere tutta la “Trilogia delle Anime” adattata sullo schermo. Una novità in questi anni di ripetuti fallimenti di adattamenti di saghe (“Game of Thrones” a parte, ovviamente).

Dopo l’articolo sulle scene migliori degli episodi 5, 6, e 7 e la recensione di fine stagione, facciamo una breve panoramica sulle cose migliori di questa prima stagione.

10) EFFETTI SPECIALI
Nel volo delle streghe non sono stati riuscitissimi, alcuni sono stati piuttosto semplici (cosa che io personalmente apprezzo), ma ci sono stati elementi davvero belli da vedere. Un esempio? L’arco di fuoco di Diana nel season finale.

9) USO DEI FLASHBACK
Un ottimo modo per ricollegare il tutto e costruire il puzzle, permettendo agli spettatori che non hanno letto i libri di comprendere.

8) LA FOTOGRAFIA
Abbiamo avuto delle inquadrature meravigliose: Oxford, Venezia, le colline con i vigneti (che dovrebbero rappresentare la Francia)…

7) LE AMBIENTAZIONI
L’accuratezza nella resa degli ambienti per riportare quanto descritto nei libri è stata certosina.

Il Celestina, sede della Congregazione, all’Isola della Stella: “Dopo il buio del corridoio, rimasi temporaneamente accecata quando raggiungemmo la luce del chiostro. … Vidi archi stondati sostenuti da graziose doppie colonne. Al centro c’era un pozzo in marmo.”

6) GLI EASTER EGG E LA SIMBOLOGIA
Come detto nei vari articoli (l’allegato alla seconda), lo show è stato riempito di easter egg ed indizi su ciò che accadrà, così come di simboli.


(Appeso sul muro, dietro Baldwin e Matthew, lo stendardo della famiglia de Clermont, l’Uroboro.)

E, ovviamente, grande valore simbolico ha il fatto che Diana e Matthew si prendano spesso per mano.

5) LE INTERAZIONI E LE DINAMICHE CREATE CON VENEZIA, HAMISH E AGATHA, NATHANIEL E SOPHIE
Tutti elementi che hanno arricchito la storia, risolto alcuni dubbi minori o semplicemente quesiti che i lettori potevano avere e permesso di avere una conoscenza più approfondita di tutto.

4) LA RESA DEI PERSONAGGI
Ogni personaggio è stato rappresentato in modo fedelissimo, alcuni sono stati approfonditi, presentando così anche ai lettori degli aspetti che potevano essere passati inosservati leggendo. Il tutto, ovviamente, anche grazie alle fantastiche interpretazioni del cast. Tra i personaggi secondari, bellissima la caratterizzazione data ad Agatha nonché quella, tragica, di Juliette.

3) PHILIPPE DE CLERMONT E I CAVALIERI DI SAN LAZZARO
Come evidenziato nella recensione finale, uno degli innegabili aspetti positivi di essa è stato il fatto che, dai primi secondi del pilot all’ultimo episodio, gli autori abbiano reso vivo il personaggio di Philippe de Clermont (pur non presente in quanto morto), una presenza che aleggia su tutti i personaggi e su tutta la storia (una cosa che personalmente mi ha resa molto felice perché Philippe è a dir poco straordinario). Questo ha comportato, ovviamente, approfondimenti sulla Congregazione e l’introduzione dell’Ordine dei Cavalieri di San Lazzaro, che ha avuto tre momenti in particolare: quello nello studio di Matthew, le due scene di Matthew con Hamish e Marcus e, ovviamente, la sua spiegazione nella sala della Congregazione. Particolarmente bella è stata proprio la parte che ha visto il dialogo tra Matthew e Baldwin, poiché in quello scambio è emerso anche il massiccio uso della Storia (la materia) che Deborah Harkness, da storica, ha fatto per creare la trama della trilogia.

“You are a Knight. And you are my brother.”
“We faught at the Battle of Acre. We helped the Albigensians heretics resist the northerners. We do not come to the aid of our master to protect a forbidden love affair.”
“Baldwin de Clermont, I call upon you to fulfill your sworn oath and enter the battlefield, where you will obey my commands until I’ll release you.”

2) MATTHEW E DIANA e MATTHEW E MARCUS E YSABEAU
La relazione tra i due, pur nello spazio narrativo ridotto, è stata ben costruita e gestita. A tutti i lettori, chiaramente, sarebbe piaciuto vedere di più, ma in ogni caso sono stati mostrati i vari passaggi (dalla diffidenza all’amore assoluto), è stata introdotta la profezia, e abbiamo visto anche i due aspetti che caratterizzano Matthew: la dolcezza e la tenerezza verso Diana, accompagnati dai suoi istinti protettivi. Non bisogna mai dimenticare la natura di Matthew, poiché questa comporta una mitologia (letteraria) che Deborah Harkness ha sapientemente usato e nella quale rientra il “Mating”. I vampiri letterari moderni, proprio in base alla mitologia creata con opere letterarie, cinematografiche e giochi di ruolo famosissimi e cult degli ultimi quarant’anni (e completata più di vent’anni fa), hanno questa caratteristica. Trovare il “mate” per loro è raro e quando ciò avviene il sentimento è assoluto e si sviluppa in fretta. È come se trovassero davvero l’altra metà della loro anima ed è un “riconoscimento” praticamente istintivo e immediato, e questo crea un legame profondissimo, molto più profondo di quello tra umani, che ha anche conseguenze fisiche.

Altri bellissimi rapporti sono stati quelli tra madre e figlio e Matthew e Marcus come padre e figlio, perché lo sono davvero.

1) MATTHEW E BALDWIN
Per alcuni sarà oltraggioso mettere il loro rapporto davanti a Matthew e Diana (che io adoro), ma ci sono dei motivi: la dinamica tra i due fratelli è oltremodo complicata, poiché entrambi hanno, in sostanza, una sorta di idea sbagliata dell’altro. Per molto tempo fanno fatica a trovare un terreno comune e un’intesa. Baldwin ritiene Matthew forse troppo sentimentale, Matthew ritiene Baldwin peggiore di quanto il fratello maggiore in realtà non sia e nessuno dei due si accorge del valore dell’altro. Baldwin non ha compreso quanto Matthew possa essere qualcuno con cui condividere la responsabilità della protezione della famiglia, Matthew non capisce che Baldwin, nel suo modo particolare, gli vuole bene e quali pesi il fratello maggiore porti sulle spalle, così come il fatto che, esattamente come lui, Baldwin sia oppresso dal dolore e dal senso di colpa per la morte di Philippe. In sostanza, non hanno capito che si completano a vicenda e che il motivo per cui Philippe ha diviso il comando della famiglia da quello dei Cavalieri è creare equilibrio all’interno di essa, tra i due figli e allo stesso tempo tenere insieme questi due e, pertanto, tenere unita la famiglia dopo la sua scomparsa.
Una delle cose più belle a cui abbiamo assistito in questa prima stagione è che abbiamo potuto vedere questo scontro di volontà tra i due uomini, entrambi così forti e carismatici, ma abbiamo anche visto il senso di famiglia e il legame tra i due fratelli. Magari appena suggerito, ma presente: il guizzo di un muscolo alla notizia che qualcuno ha violato il territorio del fratello o che qualcuno lo sta puntando, una richiesta di aiuto, uno sguardo indagatore e preoccupato, un affrettarsi a impedire al fratello di fare qualcosa di pericoloso, una parola, un piccolo sorriso, una bugia, una telefonata di avvertimento. Il tutto è avvenuto grazie all’ampliamento del ruolo di Baldwin (e all’interpretazione di Trystan Gravelle, sulla quale Deborah Harkness, l’autrice della trilogia, aveva perfettamente ragione quando mi disse “Oh, lo amerai. Trystan fa vedere che in Baldwin c’è molto di più di quanto sembri”; lui e Matthew Goode sono stati favolosi, esaltando le reciproche interpretazioni), una scelta davvero azzeccata.

Ovviamente vi ricordo di passare in queste meravigliose pagine per news sul mondo british, i nostri attori e personaggi preferiti e tanto altro!

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

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