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Game Of Thrones | Recensione 5×03 – High Sparrow

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Game Of Thrones | Recensione 5×03 – High Sparrow

Questa settimana ho ufficialmente finito le Tales of Dunk & Egg e quindi ho consumato tutto il canon uscito dalla macchina da scrivere di Sua Malvagità Martin che potevo leggere su ASOIAF. Per fortuna è arrivato Game Of Thrones a salvarmi dalla crisi d’astinenza, con questa 5×03, «High Sparrow» che sto recensendo proprio appena sveglia con ancora il caffè in mano prima di andare a lezione in un’aula miseramente senza wi-fi. Apprezzate quanto vi voglio bene, lords and ladies.

Lasciatemelo dire però, la puntata mi ha lasciata un po’ perplessa. È la terza puntata «lenta» di fila, e la cosa sta cominciando a farsi sentire, secondo me, proprio nel discorso generale di economia di una serie come Game Of Thrones, dove siamo abituati a squartamenti e sangue ogni due per tre. Ma oltre a questo, solo io ho avuto l’impressione che non sia letteralmente successo niente? Quando la puntata è finita, con quel mini colpo di scena, e ho visto i titoli di coda, mi sono ritrovata a dire «ma come, di già»? Sembrava dovessero ancora succedere millemila cose, che la puntata fosse appena iniziata, non già alla fine… Non so, sono un po’ dubbiosa, non saprei che voto dare a questa quasi ora in cui continuavo ad aspettarmi che succedesse qualcosa che nemmeno io sapevo bene cosa fosse. Ma andiamo con ordine.

Cominciamo di nuovo a Braavos, dove Arya è nella House of Black And White, intenta a… spazzare il pavimento. Di certo non quello si aspettava di fare, quando ha accettato la moneta da Jaqen. Non che l’interno della House of Black And White sia meno interessante: le statue di ogni faccia del dio, the Many Faced God, che è tutti gli dei venerati nel mondo, da Westeros a Essos, e allo stesso tempo l’unica vera divinità. Devo dire che l’interno della Casa me l’ero immaginata diversissimo, enorme, prima di tutto (nella mia mente era grande più o meno quanto San Pietro, ma forse sono io che penso sproporzionata), di marmo nero, e buio pesto, mentre qui ci sono focolai e torce ad illuminare almeno un po’ l’oscurità, suppongo anche per esigenze di regia. Non che mi dispiaccia, per carità, ho solo dovuto rimpicciolire la San Pietro della mia immagine mentale alle dimensioni della chiesetta del mio paese. Le similitudini con una chiesa finiscono qui, però, perché nella Casa del Dio dai Mille Volti l’unica cosa per cui si prega è la morte, e la si ottiene, bevendo dalla sua fonte scura (ho avuto una mini crisi da pterodattilo quando l’ho vista, lo confesso). È qui che vediamo anche Jaqen, intendo a dare a un supplicante il dono del Dio, porgendogli una tazza dell’acqua scura al suono del mio amato «Valar morghulis», «Valar dohaeris». Arya però non ci sta. È venuta fino a Braavos, attraversando mezzo mondo, per diventare una dei Faceless Men, un’assassina, non per fare la serva. Come al solito, è un po’ troppo irruenta, la piccola Stark, troppo impaziente, ma non per questo meno rapida a imparare. Quando Jaqen le dice che per servire il Many Faced God deve imparare a non seguire i suoi desideri di vendetta, deve diventare nessuno, Arya ascolta, e ritorna a spazzare il pavimento. Questa è una delle cose che mi piace di più di Arya: è vero che è guidata da questo fuoco di vendetta devastante, che ormai va a braccetto con la morte, ma ha anche questa incredibile capacità di adattarsi e apprendere in fretta, quando per un personaggio così sarebbe fin troppo facile essere testarda fino alla rovina. Arya impara alla svelta, e tutte le informazioni che ottiene le immagazzina, le usa per sopravvivere, ma anche per portare a compimento il suo piano, che non sarà tanto complicato come quelli di Littlefinger, ma è quello che la manda avanti, la sua vendetta. La vita alla Casa non è la più facile, tra l’altra accolita (nei libri viene chiamata semplicemente the waif e io giuro che non ho idea di come si dica in italiano) che gioca con lei il gioco delle facce (capire se si sta mentendo semplicemente dal movimento dei muscoli nella faccia), a cui Arya ancora non è bravissima, e pulire i morti che hanno ricevuto il dono del Dio, ma Arya è forte, e quando Jaqen le dice che per diventare nessuno deve lasciarsi Arya Stark alle spalle, lei scende al porto, e butta in acqua tutte le sue cose: i suoi vestiti, il denaro che aveva preso al Mastino, e… non Needle. Per un secondo sono stata quasi sul punto di credere che l’avrebbe lanciata in acqua, anche se nei libri non succede, ma alla fine Arya non riesce a liberarsi da quel pezzo del proprio passato, perché, come scrive Martin, «Needle was Robb and Bran and Rickon, her mother and her father, even Sansa. Needle was Winterfell’s grey walls, and the laughter of its people. Needle was the summer snows, Old Nan’s stories, the heart tree with its red leaves and scary face, the warm earthy smells of the glass gardens, the sound of the north wind rattling the shutters of her room. Needle was Jon Snow’s smile.», ed è troppo per lei. Sarà anche una dura apprendista assassina, ma Arya ha comunque solo dodici anni, e alla fine sceglie di nascondere la spada sotto alle pietre del porto, per tenerla al sicuro, e sapere che non è perduta. Ma Arya Stark è sparita, e da adesso in poi avremo solo nessuno di cui preoccuparci.

 
 
 
 

A King’s Landing, invece, c’è un matrimonio. Da bere per tutti! E potrei dire anche «che novità», considerando che la sposa è Margaery, per la terza (e si spera ultima) volta, che scende gli scalini del Sept di Baelor mano nella mano con Tommen, diventando di nuovo regina. Marghe, amore mio, fattelo dire. Mobbasta con questi matrimoni, eh. Tre è il numero perfetto. Dai, basta.
La scena dopo potrebbe essere rinominata «l’attore quattordicenne che fa Tommen è il più fortunato dell’universomondo», visto che si ritrova a letto con Natalie Dormer. Va bene, non si vede niente di esplicito (e ancora grazie, lui sarà manco maggiorenne e la Natalia ha ventott’anni), ma si capisce che Tommen e Margaery hanno consumato (e se non fosse abbastanza chiaro, quando Tommen dice «It happened so fast» fa andare via ogni dubbio. Tommen, quanto sei carino. Adesso torna a giocare con Ser Pounce e Lady Whiskers, dai), e che quindi a) la cara Tyrell non potrà più spacciarsi per vergine se sopravvive anche a questo marito e b) è ufficialmente la Regina, e la posizione di Cersei a King’s Landing continua a precipitare. E la Marghe non perde occasione di sottolinearlo al suo nuovo marito, che abbiamo già capito si rigirerà come vuole, «Ma tua madre non è più contenta a Casterly Rock? Qui le è morta tutta la famiglia, non che io non sia entusiasta di averla tra i piedi, ma vorrei solo fosse contenta e bla bla bla in sintesi mandala via». Margaery, te se ama. Però non va bene che dici che tua nonna se n’è già andata, non c’è mai abbastanza Lady Olenna in questa serie tv. Da dove tireremo fuori il sass devastante? Please, bring Olenna back.
Facendo la seria, però, devo dire che questa nuova relazione mi interessa tantissimo: non tanto da un punto di vista romantico, because ew Tommen’s like twelve or something and it’s badwrong, ma sono sicura che Margaery finalmente riuscirà a dare il meglio di sé e di tutte le sue abilità politiche di gestire la corte come vuole. Tommen è un bravo ragazzo, sì, non ama giocare a freccette con le prostitute, ma non è preparato ai complotti del palazzo reale. Margaery invece sembra essere nata per giocare il gioco del trono, e non vedo l’ora di assistere allo scontro tra le due regine. Il primo round si è già giocato, quando Cersei va da Margaery non si capisce bene per cosa e riceve due solenni burn che manco due tir di aloe potrebbero aiutare a superare. È chiaro che Cersei pensa di aver trovato la ‘younger and more beautiful queen‘, e che è ben decisa a distruggerla per non perdere il suo potere, considerato che adesso Margaery è la Regina, mentre Cersei solo la Regina Madre (e non per molto, come ci tiene a sottolineare la Tyrell).

 
 
 
(queen of everything, proprio. vince nella vita)

Poi Winterfell. Winterfell. Ragazzi miei, non ero pronta a rivederla così presto, non con l’uomo scuoiato dei Bolton su ogni singolo stendardo. Mi è venuto un colpo al cuore, che si è triplicato quando finalmente ritorniamo a vedere Theon. Concedetemi un momento per dire che Alfie Allen è davvero un attore straordinario, e in quei due secondi in cui si é vista la sua faccia la sua espressione già diceva tutto. E pensare che nella prima stagione non gli avrei dato due soldi, né a lui né tantomeno al suo personaggio. E invece sono sempre quelli che vengono maltrattati che poi arrivi ad amare (Jaime docet), penso sia una specie di assioma dell’universo fandomico. Theon passa vicino a una bella coppia di persone scuoiate che penzolano nel cortile di Winterfell (dai, ragazzi, ho appena fatto colazione, che schifo), e ci fa presagire subito chi sta per entrare in scena: Ramsay, l’allegro psicopatico di quartiere. A colazione con quell’altro simpaticone di suo padre, ed ecco che veniamo a scoprire che sta per esserci un matrimonio a Winterfell, ora che il bastardo è diventato un vero Bolton. Ramsay non sa esserne felice o no, mentre l’espressione di Theon è di perenne terrore. Dunque, cosa dire della ricomparsa dei Bolton? Ramsay deve morire malissimo. Per carità, vedo quanto potrebbe essere un personaggio affascinante, ma per me è uno squilibrato che deve essere abbattuto il prima possibile. Quello veramente interessante lì dentro è Roose Bolton, ed è lui quello da tenere d’occhio: la pericolosità di Ramsay, del resto, è ben visibile, mentre quella di suo padre è più sottile, più viscida, più traditrice, come potrebbe confermare l’anima del caro estinto Robb Stark. Theon resta comunque un migliore, un personaggio che ha compiuto una serie di errori devastanti e che ha subito uno sviluppo quasi al contrario: aspetto con ansia riesca a risollevarsi, a ricordarsi di essere Theon Greyjoy, e non Reek.

 
 

Adesso però sapete benissimo cosa sta arrivando. Un rant infinito sul fatto che tutti i miei peggiori sospetti sono diventati realtà, che Petyr sta portando Sansa a Nord per farla sposare a Ramsay, e che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nell’universo. Perché se da un lato mi fido di Martin, che supervisiona tutto e che quindi avrà un buon motivo per deviare così tanto dai libri, dall’altro sono furiosa, perché tutta questa storyline potrebbe aver stampato sopra un gigantesco OOC a caratteri fluorescenti e ancora non sarebbe abbastanza. Prima di tutto, non trovate una scelta agghiacciante che Petyr, che blatera tanto sul volere bene a Sansa, sul volerla proteggere, e «assomigli tanto a tua madre e io una bottarella magari te la darei anche» e tutte queste sue menate poi la spedisca a sposare il figlio sadico (perché figuriamoci se Baelish non sa di Ramsay passione torturatore) dell’uomo che ha letteralmente ammazzato suo fratello maggiore e sua madre e usurpato il castello dov’è cresciuta? È di una crudeltà mentale spaventosa, ed è inutile che le dica, «ma ti lascio scegliere, non farei mai niente per obbligarti», quando l’ha già portata a metà strada ed è da King’s Landing che la manipola. E Sansa, sì, si potrà essere tinta i capelli, e sì, potrà essere un po’ più forte da quando Joffrey la faceva picchiare da Meryn Trant, ma resta una ragazzina, e Ramsay un folle. La vediamo piangere, quando Petyr le dice del suo piano, e io avrei tanto voluto che in quel momento avesse realizzato con che razza di uomo si è andata a mettere, e fosse scappata via, magari da Brienne, che di certo non la svenderebbe a uno psicopatico. E poi, come ho già detto, come può pensare Petyr che Sansa riesca a gestire uno come Ramsay? E ammesso e non concesso che ci riesca, come potrebbe invece affrontare Roose? «Stop being a bystander», dice Petyr, ma in realtà sta semplicemente muovendo Sansa nel suo schema di gioco: lei ha smesso di essere una pedina dei Lannister per diventare una di Littlefinger, e tutte le belle parole su Sansa che diventa padrona delle proprie azioni vengono buttate all’aria. Anche perché, diciamocelo. Ramsay è ingestibile, lo sappiamo benissimo tutti: se viene fuori che Sansa riesce a rigirarselo allora straripiamo proprio nel reame dell’impossibile. Con tutto il bene che voglio a Sansa, e gliene voglio, tanto, troppo, penso che Ramsay sia ancora peggio di Joffrey, e che questa storia potrebbe finire molto male per lei. Prenderei Petyr a badilate sui denti, giuro. Tutta questo pezzo di trama è l’unico che gradirei si fermasse qui e non venisse più ripresa nei secoli dei secoli da nessuno. Dimentichiamoci che è successo, un po’ come il film di Eragon. Facciamo finta che non sia mai esistito. Vi linko qui questo post di una delle nostre affiliate, che esprime ancora di più il mio punto di vista su questo orrido cambio di storyline per Sansa.

 
 
(littlefinger giuro ti prenderei a scarpate sui denti finché non ti sanguinano le gengive)

Per non parlare dell’arrivo a Winterfell della promessa sposa: quando Sansa si è inchinata a Roose mi sono sentita male. Quando ho visto il sorriso che Ramsay le ha rivolto quel sorriso smielato mi è quasi salito il vomito. È una cosa che proprio non posso vedere, chiamatemi troppo legata ai libri, troppo puntigliosa, ma proprio non ce la faccio. Senza contare quell’espressione sulla faccia dell’amica di Ramsay (se è una delle Ramsay’s girls, non dovrebbe essere un cane? Just saying. Ma avete capito di chi parlo, di quella tizia con cui si diverte ad andare a caccia nei boschi) che non promette niente di buono: amica, io te lo dico, metti le mani sulla mia Sansa e ti strangolo attraverso lo schermo del computer. L’unica cosa positiva di tutte le scene a Winterfell è quando Sansa ritorna nella sua stanza, e la vecchia serva, prima di andarsene, le dice, «Welcome home, Lady Stark. The North remembers». Unica gioia.

 

L’altra gioia legata alla storyline di Sansa è ovviamente Brienne, uno dei personaggi che più preferisco e super bomber al FantaGoT della scorsa puntata. Di Brienne adoro il suo essere un personaggio non convenzionale: è una donna guerriera, ok, e quindi non è una lady, ma non è neanche quella super badass con armatura stretta e pantaloni aderenti che si è ormai abituati a vedere nello stereotipo di «donna che combatte». È forte e decisa, a volte brusca, ma lo è perché è stata ferita, e sotto sotto nasconde un lato dolce, se non proprio materno almeno da sorella maggiore, e lo vediamo nella scena che ha avuto con Pod in questa puntata. Gli racconta del ballo indetto da suo padre, Selwyn Tarth, per trovarle marito, un ballo in cui tutto sembra andare come nelle canzoni, con giovani lord e nobili che fanno a gara per una danza con lei, finché Brienne non si rende conto che la stanno solo prendendo in giro. Sentirle raccontare questa cosa mi ha colpita nel profondo, non solo perché Gwendoline Christie è davvero molto brava a interpretarla, ma anche perché tocca delle corde personali che rispecchiano molto quelle di Brienne (se si esclude tutta la questione del vivere in un universo simil-fantasy dove i draghi esistono davvero, ovviamente). Ed è così che capiamo da dove arriva l’amore e la lealtà che Brienne ha sempre avuto verso Renly: lui l’ha salvata dalle prese in giro di quella sera. Ha ballato con lei, e nessuno ha osato contraddire il fratello del re. L’ha incoraggiata, dicendole, «They’re nasty little shits, and nasty little shits aren’t worth crying over», una cosa che chiunque dovrebbe ricordarsi, una cosa che avrei tanto voluto la me stessa quattordicenne si fosse sentita dire da qualcuno. È per questo che Brienne ha deciso di seguire Renly: sapeva benissimo che il suo fosse un amore impossibile, come spiega a Pod in un’uscita epica, ma a Renly doveva la sua fedeltà e la sua gratitudine. E, scopriamo, ancora una vendetta: Brienne punta a Stannis, in realtà, per vendicare la morte del suo re. Ho amato questa scena, se devo essere sincera: la devozione, che sia amorosa o affettiva, è sempre uno dei miei sentimenti preferiti da vedere sullo schermo, e amo il modo in cui Brienne la vive in modo onesto e semplice, senza doppi fini. Qui potrei aprire anche una parentesi infinita su come Jaime sia l’unico, dopo Renly, che si sia sforzato di capire Brienne, e che l’ha apprezzata molto più di quanto il Baratheon non abbia mai fatto. Ma evitiamo. Sapete tutti quali sono i miei sentimenti sulla Jaime/Brienne. Diciamo solo: più Brienne e meno Littlefinger in questa serie, per favore!

 

A Nord, alla Barriera, Jon Snow è il Lord Comandante dei Guardiani della Notte, e persino sorride quando si sente chiamare così. Insomma, grandi novità in quel di Castello Nero. Il Mannis invece è sempre perennemente arrabbiato, ma a quello siamo abituati, quindi tutto il suo discorso a Jon quando quest’ultimo rifiuta di abbandonare la Night’s Watch per diventare Lord di Winterfell non ci suona come niente di speciale. In compenso, Davos dice qualcosa di interessante: se la Night’s Watch è «the shield that guards the Realms of men», allora non sarebbe legittimo prendere le armi per aiutare la causa dell’unico re legittimo dei Sette Regni? Certo, questo se si considera Stannis come la persona che dovrebbe sedere sul Trono di Spade. È una cosa su cui Jon dovrà pensare, probabilmente, ma intanto grazie Davos che dici sempre le cose intelligenti, cosa faremmo se non ci fossi tu?

 

Jon però ha dei problemi più seri per le mani, ossia una buona fetta dei suoi confratelli che non amano proprio vederlo come Lord Comandante, e che farebbero di tutto per levarselo dalle scatole. Ma Jon è sveglio, nonostante la sua monoespressione, e qualcosa la sa: quindi, invece di dare contro a Ser Alliser, il principale esponente della fazione anti-Snow, lo promuove a Primo Ranger, creando un ottimo motivo per spedirlo oltre la Barriera e magari anche nelle mani degli Estranei. Le cose con Janos Slynt, best friend di Ser Alliser, non vanno altrettanto bene. Quando Jon gli chiede di prendere comando di Greywatch (uno dei castelli abbandonati dei Guardiani della Notte, che Jon pensa di ristrutturare e occupare in previsione dell’assalto che dovranno sostenere, prima o poi, contro i White Walkers), Janos rifiuta. «Non prendo ordini da un ragazzino», dice, dimenticandosi che questa non è King’s Landing dove Cersei Lannister lo proteggeva, questa è la Barriera, e il ‘ragazzino’ è il suo Comandante. Disobbedire agli ordini del Comandante è diserizione, e abbiamo imparato tutti nel primo episodio della serie cosa succede ai disertori. ZAC, addio Janos Slynt, non ci mancherai per niente. Io credo che Jon abbia fatto bene, nonostante alla fine Flynt avesse implorato pietà, da vero codardo qual è: la pietà l’avrebbe fatto apparire debole, e questa vita che ha preso in modo così solenne ha innescato il processo che lo porterà davvero ad abbandonare dietro di sé il ragazzino bastardo di Winterfell (ha anche rifiutato il titolo di suo padre, il sogno che aveva avuto fin dall’infanzia) e a diventare un uomo, il Lord Comandante. A ben pensarci, anche Robb ha fatto la stessa cosa, quando ha preso la testa di Lord Karstark. Speriamo solo che Jon non faccia la stessa fine.

 
 

Intanto, a King’s Landing, stiamo avendo una gratuitissima mostra di seni che più gratuita non si può, con sette ragazze poco vestite che girano attorno all’Alto Septon mentre quest’ultimo decide con chi spassarsela. Molto pio. Se non fosse che arrivano i Passeri, capeggiati da Lancel Lannister, che come i Luterani ai tempi poco apprezzano vedere la loro massima autorità venire meno ai suoi voti, e quindi lo trascinano in strada, dove lo fanno camminare nudo fino al Sept, in quella che nei libri viene definita una walk of shame (e per chi ha letto i libri, dico solo: foreshadowing much?). L’Alto Septon corre dal Concilio Ristretto per farsi vendicare, ma Cersei ha un’altra idea: perché aiutare un Septon vizioso e difficile da controllare, quanto potrebbe sostituirlo con una creatura completamente sua, assieme al quale collaborare? E quindi la Regina Madre va a fare una visita nella zona della città dove vivono i Passeri, i supplicanti, e lì incontra il loro capo, l’Alto Passero della titolo. Che altri non è che il padre di Elizabeth Swann in Pirati dei— ok, che altri non è che Jonathan Pryce, un attore che mi piace molto e che sembra perfetto nei panni di questo leader religioso misericordioso e giusto, un po’ alla San Francesco. La domanda con cui lasciamo King’s Landing è, «se Cersei offre all’Alto Passero posizione e potere, la sua bussola morale reggerà, o verrà corrotto, anche mentre sta cercando di fare la cosa giusta?». Gli ideali non sempre resistono, e Cersei sembra avere tutte le intenzioni di cucinarselo a dovere, questo Alto Passero.


Infine, finalmente vediamo Tyrion, ormai sull’orlo di una crisi di nervi per tutto il tempo passato nella portantina, che decide di smettere di ascoltare i consigli di Varys e di uscire, camminare, esplorare a piedi. E quindi vediamo anche questa nuova location, Volantis, la più vecchia e orgogliosa delle Città Libere, un luogo labirintico dove gli schiavi vengono tatuati sul viso a seconda delle loro mansioni e dove Tyrion incappa in una sacerdotessa rossa, collega di Melisandre, che predica la venuta di Daenerys Targaryen come benedetta da R’hllor. Un po’ diverso da quello che dice la Mel su a Nord, no? Chi sarà il vero Azhor Ahai? Stannis Baratheon e la sua spada infuocata o Daenerys Targaryen e i suoi draghi? Tyrion non sembra preoccuparsene troppo, e dopo la bellissima predica in valyriano della sacerdotessa (capitemi, io ho un debole infinito per il valyriano), il suo unico commento è, «Let’s find a brothel». Caro vecchio Tyrion, cominciavo a credere di averti perso.



Al bordello, Varys sembra incredibilmente a disagio e Tyrion proprio nel suo ambiente naturale. Passata l’occasione di portarsi via una sosia di Daenerys, vestita anche del suo stesso abito (anche se con qualche modifica), si ritrova a parlare con un’altra prostituta, mentre io ero sul punto di prendere a testate il computer perché per favore, Tyrion, possiamo smetterla di innamorarci e fare discorsi teneri alle prostitute? Non hai ancora imparato? Non finisce mai bene!
Ma poi qualcosa mi distrae. Una figura di cui non vediamo il volto, che appoggia un bicchiere vuoto sul tavolo e guarda verso dove la finta Daenerys sta intrattenendo dei clienti. Il mio cuore comincia a battere, perché eccolo, finalmente, è tornato. Il mio orso. E sure as hell, è proprio Jorah Mormont, esiliato da Meereen, esiliato dalla donna che ama, affogato nell’alcool e ormai a terra. Ed è lui che striscia dietro a Tyrion, mentre questo si assenta per rispondere a una chiamata della natura, e che se lo carica brutalmente su una spalla dopo avergli legato mani e piedi. Le sue ultime parole prima che la puntata finisca ci lasciano di sasso, così come succede a Tyrion, «I’m taking you to the queen». Ma forse dovremmo chiederci, quale regina può esserci, per Jorah Mormont? Aveva in mente Cersei Lannister mentre lo diceva? I don’t really think so.

 
 
 

E quindi, siamo arrivati alla fine. A questo punto io sono rimasta a bocca aperta davanti allo schermo, pensando che manco avevamo visto Daenerys e che davvero, sembrava essere stata un’oretta di niente più assoluto. Quindi non saprei bene cosa dire d’altro, se non che vi lascio qui il promo della 5×04, «The Sons of the Harpy», e vi invito a passare dalle nostre magnifiche quattro, Game Of Thrones – Italy, che ringraziamo per il promo e i subs, Team Sansa, L’immane disgusto di Varys nei confronti dell’umanità e La dura vita di una fangirl. Qui troverete i punteggi del FantaGoT, ma nell’attesa scrivetemi le vostre opinioni nei commenti (che mi fa sempre tantissimo piacere leggere, non avete idea di quanto!). Alla prossima, people. Preghiamo al Dio dai Mille Volti per Sansa.

Considerazioni random:

  • Nei titoli di testa è comparso il Moat Cailin, wow. Ma spero avrà un ruolo più importante che non fare la comparsata nei viaggio a Nord di Sansa e Petyr.
  • The waif è interpretata da Faye Marsay, che era Anne Neville in The White Queen e una delle protagoniste di Pride e io piango perché le voglio bene.
  • La faccia di Tommen nel Sept vale oro, ancora un po’ va in autocombustione da «Santi dei ho sposato Natalie Dormer send help». In effetti, avrei anch’io la stessa espressione, ora che ci penso.
  • In compenso la mascella di Cersei durante tutto il matrimonio è così contratta che avevo quasi paura le si spaccassero i denti, mentre lo smirk di Margaery sta lentamente avanzando per conquistare il mondo.
  • Tommen che dice che la corona, la donna più bella dei Sette Regni e tutto questo potere gli arrivano solo perché suo fratello è morto. La mia reazione è stata più o meno «AND WE THANK ALL THE GODS THAT YOUR BROTHER DIED, THAT PSYCHO».
  • All the awards anche alla Marghe che lo consola, dicendogli, «It’s not your fault», e pensando, «Infatti è mia». Tyrell power, bitches.
  • Tommen che dice a Cersei, «Do you ever miss Casterly Rock?». La faccia di Cersei urlava solo ALERT ALERT ALERT MARGAERY INTRUSION ALERT ALERT. La stessa espressione che aveva quando abbraccia Margaery la scena dopo, insomma.
  • Almeno Sansa è più alta di Ramsay e lo fa sembrare ridicolo. Che poi Sophie sia una giraffa e Iwan uno hobbit lo si sapeva, e IRL voglio bene a tutti e due. Iwan, mi spiace di tutte le cose brutte che dico sul tuo personaggio, sappi che almeno in Misfits ti amavo alla follia.
  • Pod che dice, «I’m proud to be your squire» raggiunge un livello di cuteness che mi stende.
  • Alla battuta di Ramsay, «I hope I can make her happy. I’ll never hurt her», sono scoppiata in un CREDICE che ha fatto saltare dalla sedia la mia gatta. Ancora un po’ mi andava il caffè nel naso talmente ridevo. Please, Ramsay, non ti crede nessuno.
  • «Queen Margaery adores Sansa» e via balliamo tutti sulle note della Sansaery che is still going strong.
  • «The king is a complicated man», YOU DON’T SAY, HUH, DAVOS?
  • Qyburn può smetterla di giocare a Frankenstein, please? It’s kinda creepy.

Best lines:

Jaqen: «A man teaches a girl. Valar dohaeris. Faceless Men most of all. There is only one god. A girl knows his name, a girl knows his gift».

Margaery: «I wish we had some wine for you, but it’s a bit early in the day for us», ed ecco che Marghe Tyrell scarica la prima sick burn su Cersei.

 
 

Margaery: «What’s the proper way to address you now? Queen Mother or Dowager Queen?», e siamo a due. Qualcuno prenda un po’ d’acqua per spegnere tutto questo fuoco e porti dell’aloe a Cersei, presto!

 
 

Brienne: «Yes, Pod, he liked men, I’m not an idiot.»

 

Jon: «Seems like a good job for a ginger.»

Tyrion: «I always pay my debts, I’m well known for it.»

Random prostitute: «You’re shy
Tyrion: «No one’s more shocked than I am

10 COMMENTS

  1. Vero, anche questa puntata si è svolta su ritmi abbastanza lenti, ma in compenso la regia l’ho trovata molto efficace, bella la carrellata su Moat Cailin, che fa molto Mordor, inquietanti le facce di pietra nella Casa del B/N.
    Il problema però rimane sempre lo stesso: i dialoghi filler, tipo quelli tra Brienne e Pod; e non è che con Tyrion vada meglio, finora in questa stagione l’abbiamo visto interagire soltanto con Varys e una prostituta… wow. Littlefinger nemmeno si capisce cosa dica, ma forse è meglio così, viste le cavolate che sta facendo anche lui. Più che un rivale di Varys ora lo è di Daenerys.
    Ancora una volta le cose più interessanti si vedono alla bistrattata Barriera, Jon e Stannis sono i due personaggi della quinta stagione che finora hanno funzionato meglio insieme.

    P.S. ma c’è un servizio di notifiche via email che mi avvisa dei nuovi commenti? perchè io la mail (ovviamente valida) ce la metto prima di scrivere qualcosa, tuttavia non mi arriva nulla, nemmeno nella spazzatura…

    • Moat Cailin è chiaramente oltre il Cancello Nero, per questo Brienne e Pod ci girano attorno. Stanno andando a prendere la scala. Speriamo non incontrino ragni troppo cresciuti, o sarebbe un problema. Ma infatti, la regia mi è piaciuta molto, solo un po’ meno il ritmo della storia – anche se comunque qualcosa si è smosso, finalmente.
      Per le notifiche non saprei, dovrebbe esserci ma non ho idea di come funzioni (dovrebbe esserci una mascherina che ti permette di “registrarti” all’articolo per ricevere aggiornamenti sui commenti e simili…)

  2. Inizio a temere che questa sarà una stagione lenta perché comunque anche nei libri alcune storyline rallentano (insomma non possiamo aspettarci come dici tu squartamenti e sangue ogni due per tre) e alla fine è anche giusto che sia così.
    Detto questo anche questa volta ci sono cose della puntata che mi sono piaciute e altre che ASSOLUTAMENTE NO!
    Parto da quelle che mi sono piaciute: Arya! In fin dei conti è pur sempre il mio personaggio preferito 🙂
    Sull’interno della Casa del Bianco e del Nero anche io l’avevo immaginata più grande e cupa. Il pregare poi la morte mi ha ricordato tanto Syrio Forel e il suo “Cos’è che diciamo al Dio della Morte? Non oggi” (sono nostalgica). Così come ero nostalgica pensando a quando a Winterfell Jon regalava Ago ad Arya. Sebbene sapessi che non avrebbe gettato la spada, ma l’avrebbe solo nascosta a livello emotivo la scena mi ha comunque colpito molto. è vero Arya Stark per ora sparirà, ma quando sarà pronta ci sarà il suo Ago ad aspettarla e a ricordarle chi è.
    Margaery e Cersei sfida all’ultimo sorriso falso. Ad approdo del re adesso vedremo questa sfida tra le due a chi ha più influenza su Tommen e direi che Margaery è in netto vantaggio, ma mai sottovalutare Cersei.
    Piuttosto se anche Tommen dovesse morire vuol dire che Margaery porta proprio sfiga!
    Cersei e l’Alto Passero: di sicuro le cose si faranno interessanti.
    Jon alla barriera inizia a capire cosa significa essere Lord comandante. Probabilmente se non lo fosse stato alla richiesta di pietà di Slynt avrebbe dato seguito risparmiandolo, ma adesso che è al comando sa che se l’avesse risparmiato avrebbe dato a chiunque volesse poi disubbidire ai suoi ordini un precedente a cui appellarsi, una debolezza che ora non può permettersi.
    Su Tyron ho poco da dire per questo episodio, la cosa più interessante è il rapimento ad opera di Mormont. Quale regina chiedi? La risposta ovvia sarebbe Cersei: portarle Tyron sarebbe per lui un biglietto di ritorno con tanto di ricompensa. Però potrebbe essere anche Dany sebbene in questo caso ci sarebbe da chiedersi che vantaggio potrebbe ricavarci portandole Tyron.
    E adesso quello che non mi è piaciuto: Sansa che dovrà sposare Ramsay Bolton. Ho inveito e maledetto Ditocorto e gli autori di GoT per tutta la puntata. Questa deviazione dal libro non l’accetto sebbene la capisco. La storyline dei Bolton doveva essere presente perché importante e aggiungere un personaggio (Jayne Poole che comunque in realtà la vediamo nella prima stagione ma nessuno se la ricorda) per farle sposare Ramsay poteva essere scomodo (ci sono già un sacco di personaggi ricordarseli tutti sta iniziando a diventare difficile). E poi così possono tenere Sansa nella storia che altrimenti sarebbe sparita come Bran e Rickon.
    Detto ciò la cosa non mi piace comunque.
    A questo punto spero in un Red Wedding 2 la vendetta con questa volta il massacro dei Bolton (perché il nord non dimentica e nemmeno noi). E poi non si possono vedere quei cadaveri scuoiati a Winterfell (che schifo!!).
    Per finire la ragazzina che si vede nella Casa del Bianco e del Nero “the waif” nella versione italiana dei libri è chiamata l’orfana.
    Alla prossima! 🙂

    • Concordo con te sul ritmo lento, quando in effetti AFFC era estremamente poco sanguinolento, rispetto agli altri, anche se ci vorrà un po’ per abituarci (tipo verso l’ottavo episodio, che poi la serie è finita proprio mentre ci eravamo scesi a patti, con la lentezza).
      Per me la Casa sembrava molto il Tempio di Shevraar delle Guerre del Mondo Emerso (non so se hai presente), ma più lucido, rifinito, come una chiesa, appunto. Non che questa versione più “grezza” non vada bene, e se continuano a ricordarmi Syrio e la sua immortale frase del “What do we say to the God of Death?” continuerà di sicuro a piacermi sempre di più.
      A King’s Landing ormai c’è il conflitto più classico del mondo, quello tra nuora e suocera. “Eh ma le lasagne mica te le sa fare come le cucino io, bello di mamma”, e così via. Non so nemmeno per chi tifare, sono troppo belle tutte e due, e la capitale resta sempre uno dei luoghi più interessanti per quanto riguarda le storyline, adesso con l’Alto Passero ancora di più.
      A Jon ci sono volute cinque stagioni di character development, ma adesso finalmente è asceso allo status di “personaggio DAVVERO interessante”, e io non vedo l’ora di vederlo comparire in ogni episodio – cosa incredibile, visto che all’epoca della s2 proprio non ne volevo sapere di lui!
      Io confido in Jorah e nel suo meraviglioso amore per Daenerys – non deluderci, Jorah, orso bello, tornatene dalla Madre dei Draghi che sta sbandando alla grande tra mercenari e draghi allo sbando.

      Con Sansa e Ramsay tocchi un tasto dolente, proprio. Come ho detto a The Lady and the Band qui sotto, quello che mi spaventa davvero è la situazione potenzialmente pericolosa e senza dubbio abusiva in cui si ritrova Sansa adesso: tutte le sue fole su quanto questa stagione finalmente diventasse padrona di sé stessa si sono rivelate fuffa, come al solito. Il fatto che segua Petyr a Winterfell è un esempio così enorme di false agency che non se ne vedevano da quando Jon ha “scelto” la Barriera.
      Also fondiamo un comitato del “basta cadaveri scuoiati che io la puntata me la guardo quando faccio colazione e mi risalgono sia il caffé che lo schifo, please”.
      (E grazie per l’heads up sull’orfana!)
      Alla prossima!

  3. Ciao!
    È la prima volta che ti commento (nonostante ti legga sempre) e quindi ne approfitto per applaudire all’estrema cura che usi nell’analizzare gli episodi. Fai un lavorone niente male per cui un kudos te lo meriti e parecchio 😉

    Concordo con te sulla lentezza dell’episodio, sono persino riuscita a distrarmi. Dissento però sulla questione Sansa (probabilmente sono l’unica al mondo ahahah): onestamente nei libri la storyline di Sansa era un po’ lenta e se avessero dovuto seguire la versione libraria, avrebbero esaurito la storyline per Sansa nell’arco di neanche due episodi. Bisogna vedere cosa hanno intenzione di farle fare dopo: lì, sì, condivido le tue preoccupazioni. Soprattutto mi chiedo cosa accadrà quando e se Sansa vedrà Theon. A questo proposito, sono d’accordo: il suo personaggio è uno di quelli che ha avuto la trasformazione più radicale e sta diventando veramente difficile ricordarmi dei torti da lui compiuti.
    Una storyline diversa dai libri che non condivido, invece, è Cersei: la Lannister dei libri a questo punto iniziava a perdere il lume della ragione annegando nella sua sete di potere e vendetta (bhè, non impazzisce ovvio ma prende decisioni decisamente discutibili) questa invece è molto controllata e stratega, molto simile alla Cersei che amiamo (e odiamo e amiamo odiare) per cui o la faranno degenerare dopo o hanno deciso di snaturare il personaggio.
    Arya: grazie per aver citato il passo del libro. Mi commuovo ogni volta.
    Alla prossima!

    • Oh, ma grazie mille, davvero.
      Dunque, in realtà io quello per cui sono preoccupata (e infastidita), non è nemmeno il cambio dai libri in sé per sé, ma il fatto che questo cambio metta Sansa in una situazione potenzialmente pericolosa, nelle mani di uno come Ramsay. Spero per lei che sia abbastanza forte per gestirlo, ma per quanto io possa incrociare le dita non credo (senza contare che D&D non è che l’abbiano mai trattata benissimo Sansa…). Nasce tutto da lì, dal fatto che non potrei sopportare Sansa con un “altro Joffrey”.
      Per Cersei, io credo che la faranno comunque degenerare, solo di sicuro in modo diverso, visto che qui non abbiamo il vantaggio dell’essere nella sua testa e poter leggere tutti i suoi deliri (che erano la mia parte preferita di AFFC, lo ammetto).
      Ancora grazie mille, al prossimo episodio!

  4. Approposito di canone, hai letto anche La principessa e la Regina (ora anche in italiano!) e The Rogue Prince (solo in inglese ma apprezzabilissimo in ogni caso)?

    • Ho letto tutto tutto (e tutto in inglese, perché non sono solo una purista dei libri, sono anche vagamente ossessionata dalla lingua originale), e lo ammetto, The Princess And The Queen è quello che mi è piaciuto di più (anche più di The Rogue Prince, forse alla pari con Dunk & Egg), perché sono un’assoluta nerd della storia Targaryen, e la Danza dei Draghi mi fa saltellare da una parte all’altra. E Rhaenyra Targaryen è un personaggio incredibile, uno dei miei preferiti di quelli pre-ASOIAF (anche se la mia preferita ever resta Rhaenys Targaryen la prima, la sorella di Aegon The Conqueror).

  5. I loved your review of the latest episode. I’m sorry for writing in english but I don’t feel confident enough to write in italian. Is it a problem?
    No I definetely don’t think so.

    I love your sense of humour!

    I am a book reader too and if I’m honest I do enjoy the change of plot in the tv show. I think it was a wise decision for the tv show’s sake and I’m sure your Sansa will finally pull the plug and do something! She’s done nothing but cry for 4 goddamn seasons!

    Ramsay definetely won’t hurt Sansa. She’s famous all over the kingdom for poisoning Joffrey, that should be enough to gain Ramsay’s respect. Plus she belongs to Winterfell. And the north remembers! All the people in Winterfell are loyal to the Starks.
    Maybe Sansa will turn Ramsay into her own personal reek. She will make him kill/torture Myranda. And Ramsay will forever fall in love with a woman is even more twisted than himself.

    The show could get a lot of mileage by screwing with us and having Ramsay, be, in fact, a sweet, caring, doting, gentle and protective husband to Sansa. And covertly, so that she never actually sees what a sick bastard he is.
    At this point I don’t know what Roose is up to. His eyes in my opinion belong to a White Walker. He’s creepy and gross.

    Plus wait and see when Jon Snow hears that his Sister is bethroted to a Bolton. He’d do anything to keep Sansa away from that flaying sickly family. And Brienne is there to look after her too… I’m sure all the Boltons will be dead before LittleFinger comes back from King’s Landing.

    Now about Tyrion… Jorah is definitely taking him to Danaerys.
    Since Jorah was friendzoned many times we all know he worhsips Danaerys and he is smitten with her.
    Jorah said ‘I’ll take you to the queen’ and this shows he’s still in love with her. Jorah used to be a spy for the Lannisters and in his head bringing Tyrion Lannister, brethren of the usurpers in King’s Landing, to Her would mean proving his loyalty and undying love therefore this would bring forgiveness on Danaerys’ part.
    So Jorah is taking Tyrion to Queen Danys but Tyrion thinks he is taking him to Queen Cersei for the reward and to get his lands back.

    Varys seems to know too many secrets, he’s very shady, shifty and I’m starting to think he belongs to the group of the faceless men.

    I love the Real Housewives of Kings Landing s*it between Cersei and Margaery. It’s so much fun to watch Cersei be drunk and c*nty. Every recap before each episode shows her spewing about that “smirking little whore”. You know she wants to slap that smirk off her face so badly. Margaery has been groomed for this her whole life and Cersei is a drunk sociopath, I can’t wait for it to get really ugly. This almost makes up for the loss of the Arya and Hound storyline.

    I didn’t miss Angry Bird Queen Danaerys (sorry but those eyebrows matched with a perxide blonde wig are a JOKE) she’s boring beyond limit. I just want her to do something. Anything.

    • Thank you for you compliments, and don’t worry, English is never a problem, dear, but can I ask why you don’t feel confident enough to write in Italian?
      Anyways.
      To be honest, it’s not really the deviation from the books that bothers me per se, but the dangerous situation that Sansa finds herself in now. Petyr psychologically forced her to follow him, and now she’s in the hands of another Joffrey (maybe worse? Who knows with Ramsay), and I’m afraid she’ll succumb, given the terrible rumors I’ve heard around. If Petyr had kept her with him at the Eyrie she would still have done something, like she does in the books. That’s the only thing I’m afraid for – please stop hurting Sansa by giving her to abusive assholes 2k15. Jon will certainly do something, like he does in the books, but I don’t think they’ll bring in Alys Karstark as well, if they didn’t bother casting Jeyne Poole or ARIANNE MARTELL, so we’ll have to see how he can act without breaking his vows of not mingling in the matters of the Realm.
      And given how D&D have always treated Sansa, I don’t think Ramsay will be a sweet, doting husband. I think he’ll show himself exactly as the crazy psycho he is. Save my Sansa, please.
      As for Tyrion, I completely agree that Jorah is bringing him to Daenerys, maybe hoping she’ll take him in again (as it happens in the books), and I’m happy with it, since it means that Tyrion’s storyline will still be somewhat loyal to ADWD even without Griff & Young Griff.
      The problem with Cersei and Margaery, in my opinion, is not that Cersei is drunk (Tyrion is often drunk as well, yet I don’t see why people don’t bash on him as much as they bash on Cersei), is that the society of Westeros is wired in a way that makes women feel that they’re worth only their beauty, their youth, and not their brains (pretty much like our society). So Cersei sees that she’s being put aside in favor of a “younger and more beautiful queen”, and that sends her spiraling down in this loop where she wants to keep her power, and thus has to remove the obstacle that is Margaery. As I wrote on a comment up there, Cersei is actually way more lucid than in the books, and Margaery does her fair share of throwing shade. But I guess we all know where it ends.
      And I really miss the strong and amazing Daenerys from s1 and s2. Someone grab her by the shoulders and give her a nice shake, please, maybe she’ll wake up!

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