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Fringe | Recensione 5×12 & 5×13 [SERIES FINALE]

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Che Fringe ci abbia sempre sorpreso è un dato di fatto. Fin dalla sua prima stagione è stato a rischio cancellazione lasciando sempre i fan col fiato sospeso, ma questo non è bastato a distruggere una delle serie fantascientifiche più in voga nell’ultimo periodo. Ebbene si, il gioiellino di J.J.Abrams (difficile creare un successone dopo la grandezza di Lost!) è riuscito a raggiungere la soglia dei 100 episodi con le sue cinque stagioni: alla faccia di chi lo voleva cancellare! Etichettare questa serie sotto la categoria Sci-fi a mio parere è un po’ troppo limitativo; Fringe è riuscito sempre a coniugare alla vena fantascientifica una vena drammatica, emozionale e sentimentale che ha fatto sognare i fan più accaniti.
È sempre difficile trovare un finale che accontenti gli spettatori, ma in questo caso si può parlare di un finale non perfetto, ma quasi. I due episodi finali fanno contenti i fan anche grazie ai continui rimandi al passato, ad esempio ai vecchi casi, quando il team lavorava all’FBI (es. la finestra per vedere cosa succede nell’Universo Rosso, Gene, il Cortexiphan e personaggi come Lincoln e Alt-livia che ci danno un ultimo saluto). Andiamo per ordine.

LIBERTY (5×12): Michael è nelle mani di Windmark ed è intrappolato a Liberty Island. Per il team Fringe si rivela difficile il recupero del piccolo Osservatore, quasi impossibile. Non tutto è perduto grazie all’idea di Olivia, ossia entrare a Liberty Island attraverso l’altro Universo (l’Universo Rosso). Ritornano in gioco gli esperimenti di Walter su Olivia e quindi il Cortexiphan, a cui la protagonista deve sottoporsi con iniezioni molto dolorose per poter attraversare gli Universi. Il viaggio di Olive ci conduce alla riscoperta di Alt-livia , che non è cambiata di una virgola, e di Licoln, i quali insieme hanno formato una bellissima famiglia ed entrambi cercano di aiutare la protagonista nel recupero del piccolo Osservatore. Non mancano le battute di Alt-livia che dice a Lincoln: “Smettila di squadrare il mio sedere da giovane” e d’altra parte il pubblico, compresa me, è felice di rivedere questi personaggi per dargli un ultimo addio, ma soprattutto è felice che Lincoln abbia trovato il suo happy ending, il suo posto nel mondo accanto alla sua Olivia. Sono questi personaggi che accompagnano la nostra eroina nel recupero di Michael, ostacolato dai tanti Osservatori che cercano di arrestare il suo cammino, ma questo non basterà a fermare la protagonista che riuscirà a liberarsi, facilmente o quasi, dei nemici.
Salutiamo l’Universo Rosso con questo scambio tra le due Olivie:

Olivia: Hai una bellissima famiglia.
Alt-livia: Corri a salvare la tua!

Il dodicesimo episodio dà spazio al meraviglioso confronto Michael/Windmark; quest’ultimo, con la sorpresa di tutti, non riesce a tener testa al piccolo Michael che, attraverso particolari giochetti mentali, riesce ad avere la meglio sul Capitano. I due episodi finali diventano teatro della relazione fra Peter e Olivia, dei pteri di Olive dovuti al Cortexiphan, delle difficoltà del Dott.Bishop di affrontare il suo destino e del rapporto padre-figlio. Tutte tematiche portanti della serie e che verrano approfondite e amplificate nell’ultima puntata.

ENEMY OF FATE (5×13): un vero e proprio tripudio di emozioni, ma anche di azione. È con questo episodio che Fringe ci saluta nel migliore dei modi e con qualche (anzi molte) lacrimuccie. Michael è libero e Donald riesce ad assemblare il marchingegno necessario a portare nel futuro suo figlio, ma manca un elemento; la macchina è “scarica” ed ha bisogno di essere caricata. Sfortuna vuole che December, il quale avrebbe dovuto procurare il macchinario per la carica, muoia. La chiave di volta è un’idea geniale di Astrid che riesce a far funzionare la macchina.
Dopo aver evitato di dire la verità al figlio sulla sua volontà di redimersi, Walter non può più scappare di fronte alla durà realtà. Peter trova nell’ambra una cassetta con scritto il suo nome e risalente al 2015, quando Walter, consapevole della sua scelta di redimersi, registrò una cassetta per dire addio al figlio. Qui troviamo una delle scene più toccanti dell’episodio: “Non mi rivedrai mai più, ma non voglio che tu sia triste. Il tempo che abbiamo avuto, l’abbiamo rubato. Ho ingannato il destino per stare con te, non avremmo dovuto avere quel tempo insieme eppure l’abbiamo avuto. E non lo cambierei per nulla al mondo. Non voglio dire “Addio” ma ti dirò “Ti voglio bene, figlio mio”. Sei la mia cosa preferita, Peter. La mia cosa preferita in assoluto”. Le parole di Walter e gli sguardi fra padre e figlio rendono questo momento emozionante e rendono giustizia ad uno dei temi portanti della serie, per non parlare della bravura di John Noble. L’amore supera la scienza e gli eventi soprannaturali che hanno cercato di allontanare un padre da un figlio; Walter ha recuperato per amore del figlio un figlio che non era suo rischiando di distruggere il mondo intero e Peter fu cancellato dalle linee temporali dopo l’utilizzo della Macchina; tutto questo non è bastato per separarlo dalla sua “cosa preferita”. Quell’abbraccio colmo di lacrime e così stretto toglie il fiato al pubblico ed esprime tutto l’amore che intercorre tra i due personaggi. Walter ha finalmente trovato la sua strada, il suo tulipano bianco per redimersi da tutto il male che ha provocato: “Dentro di me so che è quello che devo fare. E voglio che tu restituisca ad Olivia vostra figlia. Voglio restituirvi la vostra vita. Da padre, come non potrei farlo?”
Con la sorpresa del pubblico, il percorso di redenzione del Dott.Bihop sembra subire una battuta d’arresto quando Donald comunica a Walter che lui stesso vuole accompagnare Michael nel futuro, sollevando Walter dal suo compito: “Non è questione di destino, Walter, il tuo o il mio. È questione di cambiare il destino. È questione di sperare e proteggere i nostri figli”. D’altra parte sono Walter e Peter che hanno insegnato a Donald cosa vuol dire essere un padre e cosa vuol dire prendersi cura di un figlio.
Anche il particolare e bonario rapporto fra Astrid e Walter trova il suo spazio nella puntata, quando la ragazza trova Gene ambrata e porta il Dott.Bishop a vederla (Gene è uno dei tanti rimandi che ci vengono regalati):

Astrid: Walter, questa non è la fine. Vinceremo e quando ce la faremo berremo frappè alla fragola in laboratorio e non ricorderemo neanche che tutto questo è accaduto.
Walter: Mi sembra perfetto. È proprio un bel nome.
Astrid: Quale?
Walter: Astrid.

L’ultimo quarto d’ora è dedicato all’attuazione del piano e quindi alla lotta contro il nemico; tra sparatorie e momenti di azione allo stato puro, la Divisione Fringe combatte per salvare il mondo e, ovviamente, non tutto fila liscio. Donald ci lascia, vittima della battaglia, e anche Windmark trova la sua fine con un faccia a faccia con Olivia, la quale ha la meglio sul Capitano grazie ai suoi poteri cinetici. E Walter? Il Dott.Bishop, come il destino aveva scritto, è destinato a redimersi e a diventare un paradosso (che la natura eliminerà) per la causa di un bene superiore (salvare il mondo), ma soprattutto per salvare suo figlio. Così quegli ultimi 5 secondi, prima che Walter attraversi il “portale” sono interamente dedicati a loro, a quel “I love you, dad” sussurrato, agli occhi e a quel sorriso pieni di gioia rivolti a Peter. È così che il Dott.Bishop diventa un uomo migliore, non più in balia di quel “vecchio Walter” che rischiava di diventare. Come un cerchio che si chiude Walter prende per mano un figlio non suo per prendersene cura e salvare il mondo, così come al lago Raiden attraversò gli Universi per recuperare un figlio non suo. Emozionante e toccante è il modo con cui Michael decide di dire addio al padre, vittima della battaglia, ossia suonando quel carrillon che Donald gli aveva regalato. Michael, l’esempio che dimostra che gli scienziati di Oslo si erano estremamente sbagliati, in quanto il bambino racchiude in sé due nature diverse, quella umana e quella puramente razionale e logica (risalente alla specie degli Osservatori), riesce a comunicare tramite la musica di quel carrillon.
Il mondo è salvo e a Peter, Olivia ed Etta è stata restituita la vita. Con le immagini torniamo a quel lontano 2015, quando Olivia e Peter potranno riabbracciare la loro bambina. L’ultimo fotogramma che ci viene regalato è il disegno di quel tulipano bianco con cui Peter ricorda del padre e tutto torna ad avere un senso.

EPILOGO
Non c’è dubbio che il finale di questa serie sia stato a dir poco epico (a mio parere è stato uno dei finali più completi degli ultimi anni) come ci immaginavamo sin dal primo episodio di questa ultima stagione.
È stato bello ma non perfetto, se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo. Alcune imperfezioni si possono trovare a livello della narrazione e la domanda che si sono fatti tutti, compresa me è: “Perché il mondo riparte dal 2015 (momento dell’invasione degli Observer) quando il mondo era già stato influenzato da loro? Soprattutto senza Osservatori, Peter non sarebbe nemmeno esistito. Semplicemente Abrams&Co volevano concludere in bellezza tornando al giorno in cui Peter e Olivia dovettero rinunciare a Etta e concludere con l’happy ending. Gli attori sono stati unici e come sempre va reso merito al meraviglioso John Noble che ha fatto commuovere gli spettatori per cinque intere stagioni.
Fringe è una delle serie Sci-fi più riuscite dell’ultimo periodo, quella più riuscita di Abrams dopo Lost e di passi falsi ne ha fatti il nostro caro produttore (Alcatraz, per dirne una) e sembra che solo adesso si sia ripreso con Revolution. Con la fine Fringe si è urlato alla fine dello Sci-fi nel piccolo schermo, perché le reti televisive americane (ABC, CBS, CW, FOX, NBC) ultimamente stanno puntando su altri generi, ossia il soprannaturale o la magia (Once Upon A Time, Grimm, Supernatural) e sui supereroi (Arrow è la serie dell’anno). Speriamo vivamente che questo non accada e lo dico da amante del genere, e per tutti voi che avete amato Fringe.
Fringe ci ha conquistato per la sua particolare capacità di coniugare amore e scienza, emozioni e soprannaturale. Il rapporto fra Bishop senior e junior ci ha toccato nel profondo e ci ha fatto commuovere il più delle volte, per non parlare dell’amore che unisce due genitori alla propria figlia. I casi che hanno accompagnato le prime stagioni della serie ci hanno fatto appassionare e impressionare per tutta quella serie di mostri disgustosi e la suspance ci ha tenuto svegli per tutta la durata degli episodi.
Come si suol dire, finita una serie ne iniziano altre mille, ma un posticino nel nostro cuore sarà sempre riservato a questo gioiellino del piccolo schermo.

3 COMMENTS

  1. come non essere d’accordo?!
    aggiungerei che è ingiusto il fatto che un attore come John Noble non sia mai stato premiato ai golden globe per la parte di walter bishop!

  2. Concordo pienamente. Ma aggiungerei un’altra pecca(proprio per cercare il pelo nell’uovo!): questi tira e molla tra cancellazione e salvezza del telefilm si vedono purtroppo. A volte ho trovato il ritmo della trama decisamente veloce e i rapporti interpersonali tra i personaggi poco approfonditi. Peccato perchè senza questi continui intoppi (soprattutto quello riguardo il finale della quarta stagione) sarebbe stato magnifico. Resta comunque tra i miei telefilm prefertiti e non verrà dimenticato facilmente! 🙂

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