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Friendship Addicted | Team S.H.I.E.L.D.

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Friendship Addicted | Team S.H.I.E.L.D.

Da quando questa rubrica è stata ufficialmente reintrodotta su Telefilm Addicted, ho trascorso molto tempo cercando di scegliere di quale rapporto parlare. E io odio scegliere a volte. Non avevo dubbi sulla serie ad ogni modo, erano eoni ormai che volevo scrivere su Agents of S.H.I.E.L.D. perché questo show mi ha letteralmente rapita fin dal primo episodio, imponendosi di forza nel mio cuore e sbaragliando storiche concorrenze. La difficoltà nel raccontarvi questa serie in questo determinato contesto stava nel non riuscire a scegliere di quale amicizia parlarvi nel momento in cui ho perso la testa per ogni rapporto che fin dalla prima stagione si è creato in questo mondo. Così ho capito cosa avrei dovuto fare. Non scegliere. Sì, per una volta mi prendo il lusso di non scegliere e vi parlo di quell’assurda, confusionaria e bellissima famiglia che è lo SHIELD di Phil Coulson e di tutte le sue meravigliosi parti.

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È opinione quasi comune che la prima parte della prima stagione di Agents of Shield venga considerata in qualche modo “lenta” nei ritmi e nelle storie e tecnicamente parlando, per quello che è lo stile Marvel, potrebbe anche essere vero. Potrebbe. Il condizionale è d’obbligo in questo caso perché per quanto mi riguarda credo che la prima stagione di Agents of Shield non solo abbia gestito perfettamente i tempi dedicati all’introduzione della storia generale e delle svariate ramificazioni individuali con ritmi e stili sempre avvincenti ed equilibrati, ma soprattutto credo che questo show abbia dimostrato chiaramente quella che è una delle armi vincenti della serialità televisiva rispetto alla grande arte del cinema: la possibilità di esprimere davvero e al meglio la caratterizzazione dei personaggi, aspetto che proprio la suddetta prima stagione di Agents of Shield ha rispettato perfettamente, causando forse quella “lentezza” che in molti riconoscono ma donando secondo me ai personaggi e alle loro relazioni una profondità e uno spessore che al momento considero tra i migliori sulla piazza televisiva.

Di solito quando nei miei articoli vi parlo di personaggi e relazioni, seguo inevitabilmente un excursus cronologico, partendo dall’inizio e presentando nel corso del testo l’evoluzione dei rapporti. Ma partendo dal presupposto che se siete ancora qui a leggere anziché a giocare a squash vuol dire che anche voi seguite e amate questa serie, questa volta farò qualcosa di diverso e vi presenterò i legami personali che vi ho anticipato attraverso dei momenti fondamentali della loro storia.

It’s always darkest before the dawn

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E per la prima volta, non ho dubbi sul mio punto di partenza. C’è un momento nella prima stagione di Agents of Shield che ai miei occhi ha una forza emotiva e un significato talmente profondo da lasciarmi senza parole e al tempo stesso trasmettermi un senso di serenità e famiglia che ancora oggi mi sorprende. La scena in sé per sé non potrebbe essere più semplice ma è proprio in quel momento così anonimo e ordinario che risiede a mio parere il cuore di una serie come Agents of Shield. Traditi dalle persone di cui più si fidavano, colpiti duramente da una minaccia che non hanno visto arrivare, allontanati da quell’aereo che avevano chiamato casa fino a quel momento e fondamentalmente soli, gli agenti dello Shield della squadra di Phil Coulson si rifugiano adesso in un semplice motel, quasi come fuggitivi, quasi come se fossero loro i colpevoli mentre il mondo così come lo conoscevano era stato capovolto ancora una volta, lasciando tutti loro in balia di povere certezze. Emotivamente distrutti e materialmente indifesi, la situazione non potrebbe davvero essere più difficile per Coulson e per la sua squadra ma in quel momento invece, in cui tutto sembrava ormai finito, si respira più realtà, speranza e lealtà di quanto forse fosse mai accaduto in precedenza. Senza più maschere, senza più segreti, a bordo di una normale piscina e in una serata di cui puoi quasi avvertire l’atmosfera serena, Coulson, Skye, Fitz, Simmons, Trip e May decidono di non arrendersi, di non essere Agents of Nothing, di non farsi piegare e spezzare da un tradimento, di non permettere né all’Hydra né a nessun altro di privarli dell’unica certezza che ancora hanno, della loro arma più pericolosa, della loro mossa vincente: la squadra.

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Più uniti e vicini che mai, gli agenti dello Shield adesso imparano davvero a conoscersi perché soltanto dopo aver attraversato l’inferno insieme, solo dopo essersi sorretti l’un l’altro e aver curato le rispettive ferite e protetto le loro debolezze, adesso sanno, senza ombra di dubbio di poter affrontare insieme qualsiasi ostacolo e nel momento in cui l’oscurità doveva essere più profonda, quella squadra diventa una famiglia riuscendo ad illuminare anche la notte più buia. Il sorriso buono e ottimista di Trip riporta la speranza anche nelle vite di Skye, Fitz e Simmons; il cuore rinato di Coulson tiene insieme la squadra e rinsalda in Skye quella fiducia che era stata appena tradita; la lealtà di May dona stabilità e forza a tutti loro, la certezza di essere protetti sempre. E in quel momento nulla potrebbe essere più perfetto.

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“We couldn’t be more different”
“But you can’t imagine your life without her”
“Yes”

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Per il secondo momento di cui voglio parlarvi dobbiamo fare un passo indietro nella storia, restando sempre nella prima stagione ma posizionandoci nella sua perfetta metà, prima che l’Hydra uscisse dall’ombra per mostrarsi in tutta la sua rinnovata potenza. In una missione sul campo che vede coinvolta l’intera squadra di Coulson, tra coperture e maschere rivelate e non, il team subisce all’improvviso il colpo più difficile da sopportare, ritrovandosi da un momento all’altro in una crisi che scuote la loro intera esistenza.

Ferire Skye fu, strategicamente, una delle mosse più intelligenti compiute dall’Hydra, ai fini di quell’obiettivo e di quel segreto che Coulson custodiva dentro di sé, perché colpire lei significava arrivare al cuore della squadra, significava far crollare in un istante la stabilità e l’equilibrio di un team nato proprio intorno a quella ragazza così lontana eppure così vicina da sempre al mondo dello SHIELD. Skye infatti era diventata ben presto il cardine fondamentale intorno a cui ruotava l’intera squadra e non perché il suo ruolo o la sua importanza fossero predominanti sugli altri né tantomeno a causa della sua esperienza come agente sul campo, lei che ancora diceva “Boom” ogni volta che sparava, ma semplicemente perché era stata proprio lei, la ragazza che condannava e combatteva i segreti dello SHIELD davanti al suo computer, a trasformare quel team in una famiglia, la famiglia che non aveva mai avuto, insegnando a tutti loro ad agire e a vivere insieme, a proteggersi l’un l’altro senza riserve, a mettere la vita di un compagno prima di una missione e dei suoi ordini, a restare uniti anche nella peggiore delle situazioni perché se è vero che ognuno di noi possiede solo l’1% della soluzione, 100 di noi raggiungono il quadro completo, “come pezzi che risolvono un puzzle”.

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Con il suo cuore puro, con la lealtà, con la forza e il coraggio di scendere anche in prima linea pur di salvare quella famiglia che l’aveva scelta e non l’aveva più lasciata andare, Skye aveva “costretto” ogni membro del team ad accettarla, ad amarla, a vedere il mondo con i suoi occhi e a capire che così era più bello. Nel momento in cui Skye viene mortalmente ferita quindi, l’intera squadra crolla con lei, rivelando la sua importanza nella vita di ognuno di loro, nella quotidianità che lei aveva costruito passo dopo passo, abbattendo anche i muri più alti come quelli innalzati da May. Ed è proprio nel loro momento più difficile che Coulson e il suo team ritrovano ancora una volta in Skye la ragione per rialzarsi e combattere più forte di quanto avessero mai fatto in precedenza, combattere come Skye stessa aveva insegnato, senza arrendersi neanche di fronte all’ultima evanescente speranza.

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Phil Coulson aveva vissuto e respirato follia per tutta la sua vita fino al momento in cui anche lui era diventato parte integrante di quella realtà impossibile che affrontava ogni giorno, di quell’assurdità capace di superare limiti ritenuti da sempre invalicabili. E di fronte a verità e consapevolezze che non può dimenticare, Coulson non accetta più ostacoli o barriere che gli impediscano di salvare la persona che più si avvicina a tutto ciò che una famiglia dovrebbe rappresentare. Skye era entrata nella vita di Coulson come un autentico tornado, rivoluzionando le convinzioni e le abitudini, cercando e trovando immediatamente quel contatto così innato e spontaneo, aprendo un facile varco nella sua stima e nella fiducia, rendendosi quindi indispensabile, diventando per lui la sua parte migliore, la speranza che non tutto forse è davvero perduto nell’ordinaria umanità. Skye aveva salvato Coulson in più modi di quanto lei potesse immaginare e adesso lui non concepisce la possibilità di perderla, non finché anche la più impossibile delle soluzioni non fosse stata vagliata e Coulson sa bene di essere l’emblema di quella soluzione e di dover lottare contro il tempo per venire a capo del suo mistero più grande e permettere così a Skye di farne parte, di tornare da lui. Coulson combatte per Skye come una padre che difende e lotta per una parte di sé, quella parte arrivata un po’ per caso ma che forse aspettava da sempre.

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Le parole di Jemma Simmons sembrano racchiudere perfettamente quindi ciò che Skye significava in quel momento, la rarità di un sentimento puro che nessuno ha visto arrivare, che nessuno credeva potesse essere così profondo e che sull’orlo della concreta possibilità di perderlo, questo si mostra in tutta la sua devastante forza, rivelando la sua essenzialità e impedendo ogni via di fuga perché ormai nessuno poteva più farne a meno.

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Jemma veglia su Skye come un angelo custode, facendo affidamento su ogni sua conoscenza, ogni capacità, qualsiasi cosa potesse migliorare la sua condizione e impedirle di andar via perché immaginare la sia vita senza quella persona che in realtà conosceva così poco era impossibile. E anche quando tutto sembra perduto, anche quando l’ultima soluzione sembra svanire nel nulla, Jemma resta al fianco di Skye, per non lasciarla sola, sperando che magari anche solo una carezza potesse bastare. Ed è da loro che Skye torna con la consapevolezza di avere sempre qualcuno che l’aspetterà, di essere finalmente a casa.

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“I’m not used to someone putting me first”

Prendo in prestito questa citazione da un’altra meravigliosa famiglia perché ancora una volta sembra sposarsi perfettamente con quei rapporti così indissolubili dettati non da una mera sequenza genetica ma da una scelta, quella di restare uniti e accettarsi, qualsiasi cosa accada. Ed è proprio Skye ad essere nuovamente, nella seconda stagione, il centro di tutto, a rappresentare il momento catartico intorno a cui ruotano le nuove dinamiche della squadra, è lei l’occhio del ciclone … o l’epicentro del terremoto.

Con la verità ormai a un passo da lei, Skye non riesce più a controllare le sue paure e a impedir loro di mostrare a tutti il suo nuovo volto, di rivelare apertamente quel segreto che custodiva con terrore, per non ammetterlo neanche a sé stessa ma soprattutto perché le conseguenze sarebbero state troppo difficili da affrontare. Terrorizzata e in balia dei suoi incubi peggiori, Skye lascia cadere la sua maschera mostrandosi in tutta la sua fragilità e di fronte a quella rivelazione così importante Coulson e May scelgono in un instante di fare scudo davanti a lei, senza dubbi o riserve, senza bisogno di spiegazioni, proteggendola più di qualsiasi altra cosa, mettendo la sua sicurezza al primo posto come solo un genitore potrebbe fare, non importa quali guerre o quali nemici dovranno combattere per farlo.

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Coulson, May e Fitz accettano e amano ancora una volta Skye incondizionatamente, più di quanto lei facesse con se stessa, mentre Skye chiede a Jemma di capire e di perdonarla, pregando e sperando di non perdere quella famiglia a cui non può più rinunciare e ritrovandosi disposta a tutto pur di proteggerla, dovesse anche proteggerla da se stessa.

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Oltre le distanze, i cambiamenti, le incomprensioni e i pericoli, Skye, Coulson, May, Jemma e Fitz si ritrovano sempre, riuscendo a ricordare a loro stessi il valore ultimo dei loro rapporti, abbracciando insieme le difficoltà con la consapevolezza di non essere mai soli a lottare e di avere sempre quella rete di protezione che ti guarda le spalle, che ti sorregge quando cadi e che non ti lascia mai andare perché solo insieme possono superare qualsiasi ostacolo, come parti del tutto.

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

2 COMMENTS

  1. Bravaaaaaa!!!Uooooo!Ehm ehm…scusa ma l’articolo era troppo bello!!!Mi sono esaltata leggendolo.
    Complimenti, hai colto nel segno. Concordo su tutto ciò che hai scritto: la forza di Shield sono anche i rapporti interpersonali fra i membri della squadra. Li guardi e hai perfettamente presente cosa significhi essere team mates, partner, famiglia, tutto insieme.

    (rivedere Tripp mi ha fatto singhiozzare…di nuovo)

    Ancora brava!!!!!

    • Awwwwww grazie tesoro!!!!! Sono onorata!!! Agents of SHIELD mi fa impazzire proprio per questo, perchè quei rapporti sono davvero la base di questo show e della storia e sono immensi!! Trip mi manca da impazzire, è stato con loro nel momento più difficile e aveva sempre un sorriso per tutti, come hai notato lo considero parte integrante della squadra! Grazie mille di tutto!!! Love You, BROTP sis!!!!

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