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Flash Recaps #30 | Outlander, Nashville, TGW, The Originals, New Girl, Castle

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Flash Recaps #30 | Outlander, Nashville, TGW, The Originals, New Girl, Castle

Outlander | 1×09 – The Reckoning By Gnappies_mari

outlanderOutlander ritorna e lo fa con il botto, decisamente non delude. L’episodio si apre con una novità: la voce narrante è quella del nostro Jamie e non quella di Claire e la puntata ci offre il suo punto di vista, il suo personale viaggio emotivo nei confronti degli eventi e delle decisioni della moglie. Prima del break avevamo visto Claire nelle mani di Randall e Jamie arrivare alla finestra in difesa della moglie. E Jamie la salva. Ovviamente la salva. Ma questo lo porta ad esternare tutta la sua paura di perdere la moglie, lui che per lei è andato in pasto al nemico “con le sue nude mani” è inerme anche di fronte a lei. E la loro prima scena è un litigio, intenso pieno di frustrazione, di rabbia e appunto di paura. Siamo nel 1700 e, ricordiamolo, la donna non è che abbia una propria posizione sociale legittimata. E Jamie questo ce lo ricorda. Pretende da Claire le sue scuse per non aver seguito i suoi ordini, perché lei è a sua moglie, è una sua proprietà e se lei sbaglia il marito la deve punire perché è così che la società vuole (ecco il perché della scena delle cinghiate sul sedere, scena peraltro che è stata davvero magistralmente pensata e girata). Interessanti le parole di Jamie perché, fondamentalmente, sono l’espressione di una cultura popolare del tempo ma che, in fondo non sono poi parte della sua personalità, ed è il percorso che il ragazzo farà nel corso di questa puntata. Un percorso che è fatto di scelte. Scelte che portano alla consapevolezza di sé. Due sono le storyline di questo episodio: Jamie e il suo rapporto con Claire e il riconoscimento del potere all’interno del clan MacKenzie. E questi due filoni narrativi sono più simili di quanto si possa pensare ed è proprio Jamie a farcelo capire. Colum (Laird del clan) scopre che i suoi più fedeli (capeggiati dal fratello) hanno racimolato dei soldi a sua insaputa per la causa giacobita, lui è capo formale ma il capo attivo è proprio il fratello Dougal ed è questo che porta ad una frattura all’interno del clan. Dopo la sua punizione Claire è distante dal marito, è risentita, lei non è un oggetto e non è proprietà di nessuno, e questa sua presa di posizione la ribalta sul ragazzo che non forza la moglie, ne rispetta la volontà e riflette. Claire lo rifiuta e lui si ferma e, nonostante le tentazioni capisce che lui stesso è una proprietà di Claire. Confesso che la scena con Laoghaire al fiume non mi è piaciuta molto: avrei preferito più forza da parte di Jamie anche se, certamente,è lodevole la sua scelta di rimanere fedele. Il tutto viaggia in parallelo alla scoperta che Colum non vede il fratello come futuro Laird ma proprio Jamie! E la diplomazia, la capacità politica di Jamie anche in questo caso emerge e grazie a lui la pace torna nel clan: possono avere i soldi per la causa giacobita perché comunque tutte le azioni fattive potranno essere fatte solo con la sua approvazione. Applausi (certo la storia ci dice che sarà una strage per tutti ma insomma… questa è un’altra storia). E alla fine Jamie si inginocchia dinnanzi alla moglie e le giura di non alzare mai più le mani si di lei, le chiede perdono. Un richiesta di perdono che nasce dalla realizzazione che i rapporti si basano su di una reciproca accettazione dell’altro, perché nelle sue parole “Sembra che non possa avere la tua anima senza perdere la mia” rivela il suo appartenere alla moglie. Ed è Claire a ristabilire l’equilibrio: punta il coltello alla gola di Jamie e gli ricorda che “ok le scuse, ok l’amore, ma questo è il mio posto, questa è la mia identità e devi riconoscerla, e rispettarla”.

The Reckoning, la resa dei conti. Mai titolo fu più azzeccato: Jamie vs Randall (per salvare Claire), Jamie vs Claire, Jamie vs Laoghaire, Colum vs Dougal e ancora Claire vs Jamie.

Mi aspetto molto da questo telefilm e, finora, non mi sta deludendo. Devo dire che quando si tratta di serie in costume e ambientate nel Regno Unito (moderno, in questo caso in Scozia) è difficile rimanere delusi e questa serie me la sto proprio gustando un po’ forse perché non ho letto i libri e quindi non so bene cosa aspettarmi, un po’ perché non leggere spoiler o sinossi o altro me la rende ancora più interessante! Avanti così Outlander!

Nashville | 3×17 – This just ain’t good day for leavin’ by The Lady and The Band

nashvilleParola d’ordine: DRAMAAAAA! Mamma mia che mazzata! Fortuna che ci sono i coniugi Barkley a tirar su il morale! E quella ninna nanna finale? Meravigliosa! La voglio disperatamente così come la canzone che hanno cantato Gunnar e Scarlett sul palco: i miei poveri feels!

E direi di cominciare proprio da loro. La mia OTP che finalmente ha fatto le due cose che speravo facesse da circa una serie e mezza: 1)urlarsi contro 2)cantare –veramente – insieme. Ad uscirne con le ossa rotte non siamo solo noi shippers ma anche i due che finalmente si sono chiariti due o tre cosette che era ora si dicessero (proposte di matrimonio, relazioni con le migliori amiche etc). Non so cosa prevedere per il futuro perché la sola speranza che possano tornare insieme oscura il mio giudizio ma posso affermare che la scelta di farli litigare per benino sia stata un’ottima decisione: c’era bisogno di movimento e speriamo porti buoni frutti. Il dottorino sarà anche carino ma di Gunnar Scott ce n’è uno solo.

Tra l’altro, a proposito di Scarlett, sembra ieri che la ragazza non voleva indossare tacchi a spillo e vestiti sexy, ed ora sale sul palco con costumi degni di Juliette Barnes. Com’è cresciuta la dolce Scarlett!

Nel mentre Santa Madre Reyna di Nashville si ritrova a gestire altre due crisi: una Juliette in pieno isterismo ormonale («Come ha potuto sparare a qualcuno nel mio giorno?!», sto ancora ridendo) e una Sadie che affronta le conseguenze dello scorso episodio. Fortunatamente l’epilogo è stato più veloce di quanto si potesse pensare: Luke mente ai detective e conferma la versione della donna circa la legittima difesa. Sadie però decide di affrontare la questione per conto suo, a casa propria e così bye bye Sadie Stone, spero di rivederti presto.

Nel frattempo Deacon se la vede con la prima fase del lutto (anticipato) di Maddie: giustamente la ragazzina è arrabbiata col mondo e se la prende con la persona che meno ha colpa in tutto ciò. Perfettamente comprensibile se consideriamo che ha solo 16 anni e che ha la tendenza al melodramma. Fortuna che Teddy è un padre migliore di quanto si potrebbe pensare valutando tutto il resto: mr Major continua la sua strada sulla perdizione come gli ha insegnato il suocero. Prossima tappa: ricatto. Personalmente vorrei entrare nello schermo e mollargli uno schiaffone: quando verrà scoperto – perché accadrà sicuramente – le accuse a suo carico saranno talmente tante che non perderà solo la faccia ma anche la libertà e le figlie.

E mentre tutti piangevano di dolore e problemi, i Javery accoglievano la loro figliola: come la chiameranno?Cliffhanger!

Nashville ha confezionato un altro buon episodio, pieno del drama che tanto ci piace ma anche allietato da qualche momento comedy che ha risollevato le sorti di una puntata altrimenti pesantissima. La prossima settimana arriva la Aguilera: non vedo l’ora di vedere come la incastreranno nel mondo del country.

The Good Wife | 6×18 – Loser Edit by bravissima6

tgwÈ arrivato il momento della resa dei conti, perché nessuna azione resta impunita in casa della buona moglie e tutti i nodi vengono al pettine. Le mie paure, che condividevo con voi qualche recensione fa, si sono rivelate fondate: la Pine ha scoperto che sono stati falsificati i metadati del pc di un ufficiale di polizia a favore di Cary e che queste prove “alterate” sono state usate nel processo da un avvocato, Diane, che per quanto ignaro della provenienza delle stesse, ne risulta comunque responsabile. E sarà proprio quell’imbranato ma adorabile Andrew Wiley, nonché nemesi di Kalinda, a consigliarle di dire la verità per il bene di tutti! Credo che si stia avvicinando il momento in cui la nostra Archie abbandonerà lo show! L

Nel frattempo, Alicia deve fare i conti con il brand di “Santa”, che pare andarle stretto ora che il suo scambio di mail con Will è venuto a galla. Grazie alle abili manovre di Eli, il team di Alicia riuscirà a manipolare a suo favore le informazioni trapelate a seguito dell’attacco degli hacker. Ma la bionda giornalista di nome Petra non demorde e ci riprova con un altro scoop: pare che le votazioni siano state truccate. Insomma, non c’è un attimo di pace.

Diane si ritrova a simulare un processo per compiacere il potenziale nuovo cliente, nonché compagno di caccia, R.D.. Ma la sua posizione non è facile, perché da simpatizzante dei matrimoni gay si ritrova a difenderli contro il diritto di professare le proprie credenze religiose. Ma come al solito ne uscirà vittoriosa!!!

The Originals | 6×17 – Exquisite Corpse by Sam

11129647_10206016179751144_4260737322321527479_nDopo un’attesa di quasi un mese, siamo tornati a New Orleans, per scoprire che valeva la pena aspettare. The Originals, infatti, è tornato con un episodio che ha cominciato a portarci al centro dell’azione, nonostante quella vera debba ancora avere inizio… ma ormai siamo proprio vicini (è indubbio come la costruzione di questa stagione sia analoga a quella che venne usata nella seconda stagione di The Vampire Diaries per introdurre Klaus, ma questa volta è il turno di Dahlia).

Sin dall’inizio della puntata è chiaro che tutto sarà una corsa contro il tempo, una lotta contro i demoni. E tale costruzione, in cui veniamo accompagnati dalla voce narrante di Rebekah, che chiuderà l’episodio così come l’ha aperto, serve altresì a renderci chiaro che tale tematica rappresenta ciò che vedremo d’ora in poi, perché tutto è già una corsa contro il tempo, ovvero lo scoccare di quell’ora che sarà l’arrivo di Dahlia, la quale è Il Demone.

La scena angosciante e da “film horror” con cui inizia l’episodio (e che ritroviamo nella parte finale) si ricollega a ciò che è avvenuto con Elijah, quando Esther lo ha intrappolato nell’incubo per torturarlo psicologicamente; infatti, come accaduto con lui, anche Rebekah è rappresentata come una bambina spaventata in fuga da un demone. E, allo stesso modo, anche questa violenta battaglia, che ha luogo nella mente di Eva per la supremazia del corpo, si conclude, esattamente come era stato con Elijah, con la piccola Rebekah che uccide il demone, vincendo lo scontro da sola. Un bellissimo collegamento, devo dire.

Tra l’inizio e tale conclusione assistiamo alla caccia a Eva Sinclair, che vuole portare a termine il “Rituale dei Nove” (in quanto, come scopriamo, nove sono le Congreghe di Streghe di New Orleans… interessante la scelta del numero, che ha un significato simbolico molto importante), iniziato due anni prima allo scopo di rendere libere le Streghe da influenze esterne (ovvero dall’essere sottomesse ad altre specie, quali i Vampiri) e creare un nuovo ordine. Un intento comprensibile, peccato per come sia stato messo in atto.

Per ottimizzare le risorse, come suol dirsi, la famiglia Mikaelson si divide: chi va a parlare con le Streghe e chi, ovvero Klaus e Freya (quest’ultima senza saperlo), va a trovare l’ex Strega Originaria ora vampira, Esther, poiché non vi è strega che conosca la magia più di lei… almeno sino a quando non arriverà Dahlia. E noi, assistiamo, così, a una guerra psicologica e uno scontro di volontà tra i tre, nel quale vediamo la madre degli Originari dichiarare a Klaus che la sorella maggiore è pericolosa e non meritevole di fiducia, in sostanza che sta facendo il doppio gioco per i suoi fini… interessante, visto che è sempre così che lei ha trattato i suoi figli.

Quando Freya mette al tappeto Klaus, per andare via con Elijah e dare inizio al rituale per salvare Rebekah, nel quale lui sarà l’ancora che le permetterà di far entrare nella mente di Eva Marcel e Vincent (momento che nella sua semplicità, in quanto scevro di particolari effetti speciali, è nondimeno molto potente ed emozionante, caratteristiche che si accentuano con l’arrivo, poi, dello stesso Klaus, cosa che permette di creare un collegamento con il giuramento tra lui, Elijah e Rebekah nella 3×08 di The Vampire Diaries… davvero tutto molto bello da vedere), Esther attende il risveglio del figlio per metterlo in guardia dalla sorella maggiore, che, a suo avviso, tenterà di mettergli contro tutta la famiglia. Avvertimento che si rivela corretto proprio nel finale della puntata, in cui Freya rivela alla madre, prima di imprigionarla nel suo ciondolo (?), che è proprio ciò che intende fare, poiché vuole la sua famiglia e sa che Klaus non si fiderà mai di lei (è incredibile quanto siano simili fratello e sorella). E il pensiero corre al pugnale d’oro. Tempi particolarmente duri in arrivo, per Klaus?

New Girl | 4×20 – Par 5 by Ale

10346365_10206537425664623_8055528832232540157_nNon solo New Girl sta per prendersi una pausa di due settimane (un’altra!) ma ci lascia con un episodio davvero al di sotto delle sue potenzialità. Tolta un’esilarante scena iniziale (con l’odio mascherato ad ampi sorrisi tra CeCe e Fawn, che ho adorato, il teatrino in stile corte medievale per la cena e la valutazione della consigliera comunale al nostro Schmidt come “uomo e amante”) l’episodio è proseguito su binari non proprio eccellenti, regalando una risata o due solo grazie a scene improbabili come i vari “cambi di gradazione” di Schmidt o le battute al vetriolo di Fawn (alla quale ho infatti DOVUTO regalare l’immagine principale di questo mini recap visto che, pur essendo d’intralcio alla mia ship, è un personaggio davvero divertente nel suo cinismo e, come ho già avuto modo di dire in passato, che si adatta perfettamente al tono generale dello show).

Come premesso, tutte le storyline sono state abbastanza sotto la media: abbiamo Winston che sente il bisogno di trovarsi una relazione (hanno sentito le mie invocazioni della scorsa settimana per regalare un po’ di fortuna al povero Winnie?), prova ad attaccare bottone con una ragazza carina e apparentemente disponibile, anche grazie agli incoraggiamenti di Nick e Coach, ma infila una figuraccia dietro l’altra con la sua goffaggine, fino ad arrivare a mentire sul suo lavoro quando scopre che lei disprezza la polizia. Ovviamente alla fine farà la cosa giusta e le dirà la verità, da buon Winston, ma nel frattempo ci ha regalato le sue solite perle di nonsense e per questo gli voglio bene. Una parentesi che ho trovato interessante ma forse non proprio ben sviluppata, all’interno di questa sottotrama, è senz’altro quella sulle discriminazioni razziali: ho percepito un tono diverso nel modo in cui Winston e Nick, con l’inserimento improvviso di Coach, hanno discusso l’argomento, molto poco da sitcom, e l’avrei anche trovato uno spunto interessante se non avessero deciso di chiuderla in due battute buttando poi tutto in caciara con le imitazioni di Eddie Murphy (che però mi hanno fatta scompisciare, questo devo dirlo).

Poco da dire sul breve minutaggio dedicato a Schmidt e CeCe, che condividono la scena insieme da soli per la prima volta da secoli, hanno un bel momento di vicinanza ma alla fine nulla di fatto, visto che nonostante il tentennamento di Schmidt nei confronti dell’atteggiamento autoritario di Fawn (già visto, già superato) alla fine rimane con la consigliera.

Fawn è però l’astro più brillante della storyline principale, in cui fa da contrappeso alla solita svampita Jess che, personalmente, ho trovato più triste che altro con le trite e ritrite gag da tipa goffa, che avevano stufato già ai tempi in cui ha dovuto pubblicizzare la Ford al posto di CeCe su una piattaforma girevole un paio di stagioni fa. Insomma, accoppiata finora inedita quella Jess-Fawn ma che ricrea una dinamica ormai consolidata e direi quasi logora all’interno dello show. Speriamo che il ritorno a fine mese con gli ultimi due episodi di stagione ci regali un buono sprint finale!

Castle | 7×19 – Habeas Corpse by WalkeRita

11082562_1626825200884934_7237161156223452412_nEpisodio piuttosto lento l’ultimo andato in onda di Castle, che vede al centro della scena il contrasto tra piccoli avvocati più simili a televenditori da fiere di paese che a rappresentanti della legge e della giustizia. In un ambito in cui molto probabilmente sarebbe più competente Alexis le cui apparizioni non sono mai abbastanza, la vittima del giorno è proprio uno di questi strani personaggi da cartelloni pubblicitari e spot televisivi, facilmente riconosciuto da tutti gli insonni della squadra che ne recitano le battute a memoria mentre HoneyMilk Ryan si ritrova sorprendentemente e nuovamente escluso (ricordiamoci il caso di Johnny Wong) dalla vita notturna di New York che scorre tra i canali televisivi. Mentre le indagini dunque proseguono come sempre tra vita privata e ambito lavorativo, la personalità della vittima si riempie di luci ed ombre e la persona sotto la maschera comincia ad assumere contorni più nitidi, nel bene o nel male. Nonostante infatti la finzione e gli interessi che inevitabilmente prendono il sopravvento sulla professione, la vittima sembrava possedere ancora un puro senso di giustizia con cui cercava di guidare una quotidianità che troppe volte si era macchiata di errori e proprio l’estenuante ricerca delle prove che avrebbero smascherato un incidente accuratamente coperto e letteralmente seppellito ha portato la vittima a scontrarsi con una coalizione di parti colpevoli in egual modo che non era disposte a lasciar scoprire i propri scheletri nell’armadio, decidendo quindi di mettere a tacere l’unico tra loro che non si era lasciato comprare e coinvolgere in un business che sembra essere diventato la priorità principale di chiunque faccia parte di quel mondo. Sorpresi da questo inconsueto senso di giustizia, il team del Dodicesimo affianca alle indagini una delle più divertenti storyline personali mentre le coppie Ryan-Esposito e Beckett-Castle si preparano per sfidarsi alla serata di beneficienza promossa ogni anno dalla Polizia di New York. E se Ryan e Esposito danno assolutamente il meglio di loro in una coreografia che resterà indelebile nella storia della serie, la chimica tra Castle e Beckett si dimostra per l’ennesima volta nella volontà di mettere i desideri dell’altra persona davanti ai propri, scegliendo questa volta un palcoscenico più intimo dove esibirsi.

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Il boss <del>delle torte</del> di Telefilm Addicted; un dittatore spietato che tortura i suoi collaboratori affinchè possano rendere al meglio. Quando non è impegnato ad organizzare attentati terroristici verso i membri del suo staff che non si impegnano come dovrebbero, ama guardare decine e decine di serie tv tanto da non avere più tempo per fare altro. Ama alla follia The O.C., ma svaria dai teen drama alle serie sci-fi, dai mystery alle comedy. Le uniche serie che non gli vanno giù sono le serie procedurali. Il suo sogno? New York ovviamente! <b>Instagram:</b> <a href="https://www.instagram.com/lucavalle.ig">@lucavalle.ig</a>

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