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Flash Recaps #25 | The Originals, Castle, Banshee, Stalker, RBS, Nashville!

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Flash Recaps #25 | The Originals, Castle, Banshee, Stalker, RBS, Nashville!

The Originals | 2×13 – The Devil is Damned by Etty90

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“Family is power”, è questa citazione di Klaus che, a mio avviso, raccoglie l’essenza di questo episodio, che ha visto lo svolgersi di una battaglia per la difesa di Hope su due fronti, da un lato Freya e Finn e dall’altro il resto dei fratelli Mikaelson. Le dinamiche familiari son complicate per le famiglie normali, figuriamoci per quelle che si portano dietro più di mille anni di trascorsi, tra segreti, complotti per distruggersi l’un l’altro, vendetta, paranoie varie e la conseguente mancanza di fiducia che ne deriva. Se ai trascorsi, ci mettiamo anche le follie visionarie del fratello di turno, non si può che aspettarsi il peggio.
Partiamo da Freya che questa settimana ci dà un altro assaggio della sua potente magia: scova in primis Finn e riesce successivamente ad aggirare l’incantesimo di protezione di Hope, Elijah e Camille. La cosa più sorprendente di tutte è il fatto che la maggiore dei Mikaelson sia l’unica a volere bene allo psicopatico Finn, certo non ha avuto forse modo di conoscerlo bene e, grazie al flashback dello scorso episodio, capiamo anche perché la ragazza cerchi prima Finn e non il resto dei suoi fratelli. L’aiuto che Freya offre al fratello non sembra poi così disinteressato: durante la loro carrambata, veniamo a sapere infatti che Dahlia ha iniziato la nipote alla stregoneria e che le ha anche lanciato una potente maledizione che la porta a vivere un anno di vita, e successivamente a dormire per un secolo. A questo va aggiunto che Freya ha tradito in qualche modo la zia e che questa sta cercando vendetta.
Sull’altro fronte, l’unione per la battaglia tarda ad arrivare a causa delle scelte di Kol. Maledetto da Finn e in fin di vita, Kol chiede aiuto a Klaus, finalmente riunito a Rebekah. La ragazza non sembra essere molto incline al perdono, sembra volergliela far pagare, tutto fino a quando non sente la disperata richiesta di aiuto del fratello, non ancora pronto a morire. Kol prima complotta contro il fratello e per fargli un dispetto spedisce la sorella in una specie di “Briarcliff 2 –La vendetta”, poi si lamenta e soffre per esser tagliato fuori dalle dinamiche familiari: c’è un po’ di contraddizione fra quello che fa e quello che vorrebbe realmente. In più capiamo quanto sia disfunzionale questa famiglia, quando uno dei suoi membri cerchi un’arma per proteggersi dalle azioni di un altro. Significativo è stato il successivo comportamento di Kol, che desideroso di ricucire il rapporto, mostra a Klaus un minimo di lealtà ed è così che tramite un mutuo atto di fede, i due si danno fiducia a vicenda unendo le forze per rompere l’incantesimo di Finn.
La guerra fra i Mikaelson ha come effetto collaterale quello di colpire la cerimonia di unificazione dei vari branchi di lupi mannari, che viene interrotta dalla cricca vampiresca di Marcel, sotto l’incantesimo del –nonlascianientealcaso- Finn. L’essenza della citazione iniziale può essere in parte anche ricondotta a ciò che sta succedendo nel Bayou: finalmente Hayley svela a Jackson il segreto su Hope e successivamente l’idea dell’uomo è quella di riunire sotto un unico Alpha più branchi di lupi mannari, traendo il massimo del vantaggio da quella unione: la liberazione dalla maledizione della luna piena, e dal quasi perenne scacco operato da vampiri e stregoni, l’acquisizione delle caratteristiche di ibrido di Hayley e, con la sottomissione degli Alpha e rispettivi branchi a Jackson, la creazione di un cospicuo esercito. Se per la serie “l’unione fa la forza”, questa potrebbe però portare un po’ di discordia, considerato il fatto che è dura mettere d’accordo varie teste e per i vecchi Alpha rinunciare a tutto il loro potere, sottomettendosi a un altro.
Cosa abbiamo imparato dall’episodio:
– L’arrivo di Dahlia è sempre più vicino: la fuga da un parente che ti dà la caccia per ucciderti è un must nella famiglia Mikaelson, prima Klaus e il resto dei fratelli, ora Freya con Dahlia, strega potente, vendicativa, bugiarda(tanto per cambiare) e soprattutto viva. La sua sete di vendetta e la volontà di far rispettare la maledizione lanciata su ogni primogenito saranno sicuramente due aspetti che porteranno ulteriori complicazioni ai Mikaelson, ma anche chissà, a nuove alleanze.
– Una domanda sorge spontanea: quali sono i poteri di Hope? Partiamo dal fatto che la ferita che si è fatta a inizio puntata, è guarita da sola e, mentre Camille sospetta dello zampino di Elijah, non si è vista minimamente la volontà dello zio di avvicinarsi alla nipote ferita, anzi il sangue che vede sul suo volto, evoca in lui un doloroso ricordo che sembra quasi portarlo a volerle stare lontano, timoroso di poterle fare del male. Alla presunta guarigione si aggiunge il modo, sicuramente provvidenziale, in cui fa spegnere il motore della macchina prima dell’esplosione della casa.
– Klaus è ancora capace di sorprendersi del fatto che qualcuno lo voglia morto: ecco questa è una cosa che mi ha lasciato un po’ perplesso, ormai non dovrebbe averci fatto il callo? Prima suo padre, poi sua madre e Finn nella terza stagione di The Vampire Diaries… e la lista potrebbe continuare per un po’. In più sembra che ultimamente la sua paranoia stia avendo meno effetto sui suoi comportamenti e che ora sia più incline a concedere la sua fiducia. Certo è che ormai non si tratta più di salvare solo se stesso, ma c’è in gioco anche la protezione di sua figlia, e diciamocelo, con il probabile arrivo di Dahlia, ha bisogno di tutto l’aiuto che può ottenere.
Per questa settimana è tutto, alla prossima!

CASTLE | 7×15 – RECKONING by WalkeRita

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Seguo Castle da sempre, adoro analizzarlo, studiarlo, capirlo, e arrivata alla settima stagione non ho dubbi nell’affermare che il 7×15 è stato uno degli episodi più belli che abbia mai visto nonché per quanto mi riguarda uno dei migliori che abbia visto in generale in questa stagione telefilmica. Andrew Marlowe torna a scrivere ed ecco che i personaggi come per magia riassumono quello spessore che hanno sempre avuto ma che ultimamente sembrava quasi dimenticato, le storie tornano a renderti il respiro affannoso perché l’ansia, la paura e l’inquietudine diventano tangibili, diventano una parte fondamentale dell’episodio, come un personaggio che non puoi vedere ma che senti come preponderante. Rob Bowman torna a dirigere e la scena ricomincia a colorarsi di tinte cupe ma riconoscibili come un marchio di fabbrica, i primi piani sui volti ti permettono di leggere le emozioni e i pensieri come fossero un libro aperto mentre luci e ombre convivono perfettamente perché mai niente è davvero bianco o nero, mai nessuno è davvero soltanto buono o cattivo. Kate Beckett è stata rapita, un intero distretto di polizia è in subbuglio per cercare di riportare a casa una di loro, Kevin Ryan, Javier Esposito, Victoria Gates e Lanie Parish combattono contro il tempo e contro quel nemico evanescente come fumo per salvare la loro amica mentre Richard Castle perde ogni controllo, perde il suo umorismo, la sua razionalità e perde anche la sua capacità di capire e trovare la storia dietro le azioni, di guardare oltre ed entrare nella mente del criminale perché senza Beckett la sua vita non è più la stessa, lui non è più lo stesso uomo, l’uomo migliore che è diventato al suo fianco e che adesso non concepisce di restare anche solo un altro giorno senza sua moglie. Allontanate Alexis e Martha per tenerle al sicuro, tra scatti d’ira, sensi di colpa e consigli fondamentali, Castle capisce di non poter più giocare seguendo le regole perché Jerry Tyson non l’ha mai fatto e l’unico modo per sconfiggerlo è quello di muoversi sul suo stesso livello, pensando non a quello che avrebbe fatto ma a quello che si aspetta che gli altri facciano in modo tale da anticipare quella mossa che lui non ha ancora pensato. Dall’altra parte del confronto, Kate Beckett si ritrova legata a un lettino mentre la sua perfetta nemesi la guarda dall’alto, con stima certo ma anche con la consapevolezza di essere superiore, di aver vinto. Ma alla fine Kelly Nieman cerca soltanto di convincere sé stessa di essere davvero migliore di Beckett e a dimostrazione di questa insicurezza, la Nieman sceglie di indossare il volto di Kate come maschera nella sua vita da fuggitiva, proprio come Anna Espinoza aveva fatto con Sydney Bristow. La verità però è che sia Jerry Tyson che Kelly Nieman avevano ignorato quegli aspetti nascosti dei loro rivali che si sarebbero rivelati fatali per il loro piano finale. In uno straordinario flashback esplicativo (montaggio dannatamente perfetto), Castle rivela la sua mossa vincente, tornando sé stesso ossia un uomo geniale, enigmatico e coraggioso ma soprattutto un uomo che da tempo non è più solo e mentre Tyson parla più di quanto avrebbe dovuto, Castle capisce di averlo in pugno e con una sola parola mette fine alla sua vita, tramite la mano e la precisione di Javier Esposito. Kelly Nieman invece aveva sottovalutato o forse non aveva mai capito quanto forte fosse l’istinto di sopravvivenza di Kate e quando cerca di portare a compimento il suo piano, Beckett si libera improvvisamente, le blocca il braccio e la guarda come non aveva mai fatto prima, con un sentimento negli occhi che definirei quasi cattiveria se non avessi la certezza che così non potrebbe mai essere. Castle, Ryan e Esposito raggiungono Beckett ma la persona che trovano è una donna che ha combattuto per la sua sopravvivenza e ha vinto mentre la Nieman giace senza vita ai suoi piedi. Il ritorno al Dodicesimo è trionfale, la Gates e Lanie rappresentano la ritrovata normalità per Castle e Beckett che, ancora una volta insieme, possono ricominciare a vivere la loro favola, tra un Grazie e un Sempre.

Stalker | 1×16 – Salvation by Lestblue

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Questo sarà un commento veramente flash. La serie continua a mantenersi su un livello easy destinato al grande pubblico (nessuno degli ultimi casi che abbiamo visto è stato realmente così “forte” da mettere addosso quell’ansia che uno show del genere dovrebbe trasmettere), un livello fatto di stratagemmi già tutti esplorati (il culto della setta di questo episodio urlava “GIa’ Visto” ogni minuto!) e sviluppati meglio in altri show. E’ vero, la particolarità di Stalker è che alla fin fine tutto si risolve nel collegamento tra la vittima e il suo persecutore… ma nel farlo, almeno per quanto mi riguarda, manca totalmente il pathos, ritrovo la profondità di un piatto persino nella caratterizzazione dei personaggi principali i quali non appaiono altro che come dei manichini che si muovo alla quasi cieca per poi far cadere dall’alto a uno di loro la ”rivelazione”, un deus ex machina che può essere utilizzato una volta… ma non sempre!
L’unica nota positiva è stato l’omicidio a fine episodio, omicidio che spero porterà una botta di vitalità (è veramente brutta questa frase!) allo show e alla vita di Jack.

Banshee | 3×06 – We Were All Someone Else Yesterday by Lestblue

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La scorsa settimana sono andato in silenzio stampa, è stato un episodio topos, una svolta sotto tutti i punti di vista e ho preferito non commentarla in quanto di stro**ate scritte da bimbiminchia ne ho lette tantissime e sinceramente non volevo farmi il sangue amaro cercando di spiegare che Banshee non è una serie incentrata su delle ship, non è una coppia a portare avanti uno show. Banshee è di più, Banshee è una cittadina tossica, Banshee corrode l’animo di chiunque, Banshee è perdizione, Banshee è la lotta per il giusto, non è una storia d’amore del ca**o.
Fatto questo piccolo sfogo, devo dire che questo sesto episodio è stato davvero toccante ed emozionante, la sua suddivisione tra “What If” e “The Day After” è stata fantastica. Vedere come Hood stia metabolizzando il lutto, vedere come si senta responsabile del male di chiunque, vederlo caricarsi di ogni colpa è stato a dir poco fenomenale, vedere l’odio e il rancore per se stesso e per le sue azioni prendere forma attraverso questo suo “sogno” non può non aver smosso l’animo anche delle persone più fredde e glaciali. “The Day After” invece ci ha portato avanti con la trama orizzontale, l’immortale Chayton ha avuto ancora la meglio, ma il suo sguardo di rancore a fine episodio non può che farci ritornare alla memoria il finale della 3×05 quando negli occhi di Hood si leggeva solo “REVENGE”.
Proctor ha avuto il suo bel da fare e sembra che la sua nuova relazione con l’infermiera non finirà di certo bene, Becca si è scottata con il fuoco e credo sia del tutto intenzionata a fargliela pagare e al momento la donna rappresenta senza ombra di dubbio un tallone d’Achille nel quale colpire.
Becca ama incasinarsi la vita, d’altra parte essendo figlia di due genitori così non poteva essere altrimenti, ma ora sembra essere finita pure lei in delle sabbie mobili pronte a inghiottirla, ma confido che Lucas possa riuscire a salvarla… nuovamente.

Red Band Society | 1×12 – We’ll Always Have Paris e 1×13 – Waiting For Superman by xsunsetbeauty
11015816_10205104196597412_926153223_n Benvenuti Red Banders a quello che sarà l’ultimo commento a questa meravigliosa serie. Quanti pianti in queste due ultime puntate! Ditemi che non sono stata l’unica haha. Non vorrei commentare i singoli fatti degli episodi perché come li ho visti io li avete visti anche voi quindi vorrei solo fare un commento conclusivo alla serie. Mi è piaciuto come l’hanno conclusa anche se effettivamente è un finale più che aperto. Avrei voluto sapere cose succede a tutti i ragazzi, perché anche se sono state solo 13 puntate mi sono davvero affezionata a loro, chi più chi meno. Ho letteralmente adorato le storylines di Kara ed Emma, un po’ meno quelle dei ragazzi ma sono state comunque piuttosto avvincenti. Avrei voluto vedere il sexy dottore con Brittany, ma sarebbe stato troppo scontato. Mi dispiace proprio che l’abbiano cancellata perché per quanto mi facesse piangere quasi ogni volta mi faceva pensare tantissimo e riflettere su quelle cose a cui non penso mai. Cosa ne avete pensato voi di questo finale? Vi ha soddisfatti? A me è piaciuta molto la scena finale sul tetto perché ha un po’ riunito il gruppo che si era leggermente sfaldato a causa delle vicende personali di ognuno dei personaggi. E’ stato bello vedere Charlie di nuovo attivo, mi sarebbe piaciuto vederlo così per tutta la puntata ma pazienza. Diciamo che se la scorsa puntata ci ha fatto piangere per cose brutte, l’ultima ha un po’ rimediato, facendoci lacrimare per le cose belle che finalmente hanno raggiunto i nostri eroi. Abbiamo scoperto finalmente cosa ha spinto Emma a cominciare a non mangiare più, e ho trovato quel momento di una delicatezza estrema, proprio come lei, ma ora che i diverbi con la madre sembrano essersi attenuati spero che la nostra morettina cominci ad aprirsi sempre di più e farsi aiutare. Leo si sottoporrà al trial per curare il nuovo tumore, incrociamo le dita! Dash è stato veramente tenero con Mae e anche se avrei voluto vederli insieme apprezzo la sua decisione, ovviamente, di mantenere le distanze. Jordi si sottoporrà all’intervento, ho tirato un grandissimo sospiro di sollievo, per un momento ho pensato davvero che se ne sarebbe andato con la nonna. Kara, la mia piccolina, inutile dire quanto abbia amato le scene a Parigi con Hunter, trovo che sia cresciuta tantissimo e abbia imparato il valore delle persone e dell’amicizia grazie a quelli che inizialmente riteneva solo degli sfigati rompipalle. Non voglio tirarla per le lunghe dal momento che sapete già come la penso su tutti i personaggi, quindi la chiudo qui, dicendo che questa serie mi è piaciuta molto e mi ha regalato tante emozioni. A presto!

Nashville | 3×13 – I’m lost between right and wrong by The Lady and The Band
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Queste donne di Nashville sono proprio delle badass!
Episodio intenso questo tredicesimo che ha visto ogni personaggio affrontare le conseguenze delle proprie azioni e qualcuno prendere finalmente una piccola rivincita.
Come era facile immaginarsi, Reyna si trasforma nella leonessa che tutti conosciamo e riesce a sistemare la questione Maddie con energia e decisione. Grandiosa!Adoro il suo personaggio: la sua capacità di essere fragile ma anche forte per coloro che ama è straordinaria. Non finirò mai di complimentarmi con gli autori per il modo in cui la caratterizzano. La scelta finale sulla custodia delle ragazze è stata dura ma anche necessaria: Teddy è da sempre una persona debole, facilmente manipolabile e Maddie e Daphne vanno protette.
L’energia è anche parte di Scarlett (altro personaggio che amo): il suo ottimismo, la sua vitalità, la disperata ricerca di infondere nello zio un po’ di speranza. La nascente story con il bel dottorino (dopo 3 anni certe cose si fiutano a km) non so quanto possa essere interessante ma comprendo la necessità di darle qualcosa da fare: questa terza stagione è stata un po’ sottotono, anche perché la seconda è stata un devasto continuo. Mi manca sentirla cantare, spero torni a farlo presto.
Sadie mi è piaciuta molto: ha affrontato il marito ed ha trovato nel suo produttore un amico. La sua storyline mi piace molto e sono curiosa di vedere come riuscirà a liberarsi di quell’essere immondo che le sta rovinando la vita.
Positiva l’idea di un’amicizia con Avery, un personaggio che aveva bisogno di una storia che fosse svincolata da quella di Juliette. È incredibile ripensare a quanto il suo personaggio sia cresciuto e maturato dalla prima stagione: un altro lavoro eccellente degli autori.
Un po’ messo  lì, invece, tutto il siparietto sul “Club dei cuori infranti”: Luke e Gunnar che affogano i dispiaceri nell’alcool è stata un po’ una parentesi per dirci che i due ci sono ancora e stanno soffrendo. Personalmente di Luke mi interessa poco (anche se sono comunque contenta che abbia superato la fase della «rabbia»), per quanto riguarda Gunnar, questa spirale autodistruttiva in cui cade ogni volta che c’è di mezzo il fratello deve avere una fine.  Il giovane Scott ha bisogno di rappacificarsi una volta per tutte con la memoria di Jason ed andare avanti con la sua vita.
Deacon ha deciso di lottare: finalmente!L’estrema credibilità del suo personaggio lo rendono uno dei migliori, narrativamente parlando. Questo però non lo esime dal raccontare alla sua famiglia quanto stia succedendo: prima o poi accadrà sicuramente qualcosa che lo rivelerà ed è meglio che sia lui a dire la verità, piuttosto che lo scoprano accidentalmente.
Layla sta meglio: bene. Le auguro tanta felicità. Mr Verme Viscido è stato licenziato: bene il doppio!Se lo merita!
La canzone di Maddie e quella di Sadie erano veramente belle. Spero le pubblichino.

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Classe 1988, nasce e cresce in Sicilia ma fin da piccola sviluppa una passione (direi quasi insana) per i viaggi. Ama conoscere nuove persone, lingue, culture e tradizioni, per questo ha mollato la facoltà di Giurisprudenza per studiare Lingue e Culture Straniere. Passa l'infanzia immersa nel suo primo amore: i libri. Ha praticamente letto di tutto, e seppur il suo libro preferito rimane Wuthering Heights (Cime Tempestose) ha sviluppato una predilezione per il genere Urban Fantasy (Le Cronache Dei Vampiri di Anne Rice e Lestat in particolare, la fanno da padroni nel suo cuore). L'adolescenza invece le spalanca il mondo delle serie tv, e fu così che tra Lestat e Morgana iniziarono a farsi spazio Lost, Charmed, Buffy, Veronica Mars, Scrubs, Dawson's Creek, The O.C e le Gilmore Girls. Quando deve scegliere un libro da leggere o una nuova serie da guardare segue molto l'istinto e le vibrazioni che essi le trasmettono e quasi mai è rimasta delusa. Vive seguendo due motti: Ad Maiora e Carpe Diem, e proprio questi l'hanno fatta approdare a Telefilm Addicted. Twitter: https://twitter.com/bettytossica88 Facebook: https://www.facebook.com/betty.smolder Instagram: bettysmolder88

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