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Finding Carter | Intervista a Kathrin Prescott

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Finding Carter | Intervista a Kathrin Prescott

1kAbbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Kathrin Prescott a proposito della nuova serie Finding Carter. Sprizzava entusiasmo da tutti i pori sia per lo show che per i colleghi, nonostante stesse affrontando la sfida dei TCA – una giornata intera fatta solo di interviste a raffica. Lo show ha una trama semplice – una bambina rapita a tre anni, ritrova la “vera” famiglia quando ne ha 16, scoprendo di avere anche una sorella gemella e un fratellino – ma a questo si aggiungono personaggi ritratti benissimo e un cast pieno di talento. Le relazioni sono complesse e promettono un futuro radioso per questo show, che ha esordito con ottimi rating.

Forse conoscete già Kathrin dai tempi di Skins, oppure potreste averla vista in Reign. Se non avete ancora avuto il piacere di vedere i suoi primi lavori, potrebbe sorprendervi scoprire che è originaria del Regno Unito. Se invece avete visto i suoi show precedenti, saprete che Kathrin può essere messa nella categoria dei nuovi e vecchi talenti – è giovane quanto basta da poter interpretare una sedicenne, ma ha l’esperienza necessaria da poter interpretare il personaggio principale di questo show. Finding Carter viene girato in Georgia. Fra gli altri membri del cast troviamo Cynthia Watros (Lost, House) nei panni di Elizabeth, Alexis Denisof (Angel, Grimm) è David, Milena Govich (Rescue Me, Law and Order) è Lori, e Meredith Baxter (Family Ties) e Chris Pine (CHiPs) interpretano i nonni. Oltre a questi ci sono Alex Saxon (The Fosters) nei panni di Max, Anna Jacoby-Heron in quelli di Taylor, Jesse Henderson che interpreta Gabe e Zac Pullman nei panni di Grant.

Finding Carter va in onda il martedì su MTV, e se vi siete persi i primi due episodi, potete ancora trovarli disponibili online.

Lo show è girato in Georgia?
Sì. Ad Atlanta. È molto bello. Abbastanza caldo… molto caldo! Ci sono 96°F al momento, e un sacco di umidità, ma la persone sono gentili, il cibo ottimo e ci sono molti musei e gallerie d’arte. È un bel posto.

Il cast è straordinario. Zac Pullman che interpreta Grant è fantastico…
Sì, è fortissimo.

1iCom’è stato lavorare con l’intero cast di Finding Carter?
È stato fantastico – davvero fantastico. Non ho mai lavorato a uno show nel quale ho interagito così tanto con tutti. Non solo con il cast. Con i produttori, i registi, il cast… chiunque! Sono tutti molto carini. Ci sono anche un sacco di donne – il che non è stato voluto, ma è semplicemente accaduto. Ad esempio il direttore della fotografia è una donna (Alison Kelly), molti dei produttori sono donne, il produttore esecutivo è una donna (Terri Minsky e Deborah Spera figurano entrambe come produttrici esecutive), il creatore è una donna (Emily Silver). Penso sia fantastico, tutte le donne del cast e anche gli uomini, sono meravigliosi. Hanno tutti un grande cuore, sono persone vere. Puoi conversare con loro. Sono molto supportivi, e simpatici. Li amo tutti.

La forte presenza femminile si vede nelle storyline. Volevo odiare Elizabeth ma non ci sono riuscita. Cynthia (Watros – Elizabeth) è… tridimensionale.
Sì. Ciò che amo di più dei personaggi di questo show, è che non sono bidimensionali, non sono o bianchi o neri. Quando li si vede per la prima volta, e si viene a conoscenza delle loro storyline, anche senza aver visto il pilot si pensa di poterli capire. C’è una donna cattiva che ha rapito questa ragazza, e la sua povera madre deve essere questa povera donna, poi li si conosce e si pensa che questa donna sia in realtà una stronza. La madre adottiva invece è adorabile, e lo si accetta, salvo poi capire che Elizabeth non è poi così stronza. È semplicemente traumatizzata, e dispiace per lei, poi si scoprono nuovi dettagli su Lori e ci si ritrova a pensare, aspettate un attimo – chi sono realmente queste persone? Credo sia fantastico, perché nella vita reale non è tutto bianco o nero, nessuno è interamente buono o cattivo, e se si mette qualcuno su un piedistallo, oppure lo si etichetta come cattivo, non si da loro la possibilità di dimostrare il contrario. Penso che lo show si avvicini molto alla vita reale. Nessuno è bidimensionale.

Si tratta di uno show acuto. Ci si aspetta che alcune delle scelte di Carter – bere, assumere droghe – abbiano conseguenze.
Per quel che riguarda le droghe, Carter le assume una sola volta. Be’, non proprio, ogni tanto fuma erba, ma l’unica volta che assume una droga pesante è quando prende la pasticca. E all’inizio dell’episodio, ci ritroviamo un mese dopo a vederla ballare in slow motion e sembra divertirsi molto. Si pensa, ‘wow, è una ribelle, si sta divertendo un sacco. Probabilmente sta meglio.’ Mi piace che non sia la verità. Nessuna delle persone che ho conosciuto e che ha perso la retta via l’ha fatto solo perché era ribelle o uno spirito libero. Se ti perdi in questa maniera, lo fai perché stai disperatamente cercando di fuggire da qualcosa, da un dolore che non hai accettato o che non ti sei ancora reso conto di provare. Per quel che riguarda Carter, all’inizio si può pensare che lo show ruoti intorno a questa ragazza cool che ha a che fare con questo e quello e blah, blah, blah, ma poi nel corso dell’episodio si capisce che è distrutta. Sta soffrendo tantissimo. C’era una battuta che è poi stata tagliata – cosa che mi è dispiaciuta tantissimo – di Max, quando lui e Taylor arrivano al party e vedono Carter e Max dice, “Oh wow. Carter diceva sempre che devi sentirti davvero a pezzi per volerti fare in questo modo.” Penso sia un’ottima battuta e che Carter non sia il tipo di personaggio che vuole assumere droghe e ubriacarsi solo per il gusto di farlo. Credo sia più matura, ma ha comunque intrapreso un po’ la strada dell’autodistruzione. Questo è un’altro lato positivo del non essere esattamente sicuri di cosa si stia guardando – capita quando si ha che fare con personaggi tridimensionali.

È uno show intelligente. Ti fa riflettere su ciò che i personaggi fanno e sulle loro motivazioni. Ha un senso psicologico. Non si tratta solo di fare la predica ai bambini.
Esatto. Si focalizza sui rapporti adulti tanto quanto su quelli fra adolescenti.

1hSo che hai una sorella gemella, che ha interpretato la tua gemella in Skins. Com’è recitare con una gemella che non lo è nella vita vera?
In molti mi hanno chiesto perché non sia stata ingaggiata la mia gemella. Mi lascia perplessa come cosa, perché non siamo le gemelle Olsen. Non lavoriamo sempre insieme. Lo so che non è ciò che intendi tu, ma su Twitter lo dicono tutti. Capisco ciò che pensano, lei è la mia gemella e recitava, lo fa ancora, ma ora è più concentrata sulla scrittura. È ciò che fa. Dopo Skins ha deciso che voleva scrivere. Sarebbe stato strano se avessero ingaggiato la mia gemella, perché a Carter non sarebbe rimasto nessun motivo per rifiutare la sua nuova famiglia. Sarebbe stato troppo ovvio il nostro legame, se fossimo risultate identiche. Capite che intendo? Mi piace il fatto che siamo gemelle ma che non siamo identiche. Molti gemelli non lo sono.

E voi siete diversissime. Ha senso che non abbiano scelto tua sorella, Taylor è così diversa e non solo perché non è identica a te, ma anche perché è cresciuta diversamente.
Sì, esatto.

Mi chiedo se sia stato difficile essere gemelle… non è che tu conosca Taylor…
Il fatto che siamo gemelle? Sono sempre consapevole di essere una gemella, e lo sono nelle scene che riguardano le gemelle… la cosa facile è che posso immaginare esattamente come sarebbe se la mia gemella mi dicesse una determinata cosa. Ma non ho bisogno di usare mia sorella per immaginarlo. E adoro Anna. È meravigliosa. Sono felicissima che interpreti la mia gemella. Ovviamente adoro mia sorella, ma abbiamo già lavorato insieme. È interessante lavorare con qualcun altro. È solo una coincidenza il fatto che interpreti di nuovo una gemella.

So che ti piace molto la fotografia, quindi sarebbe possibile vederti dietro la camera da presa?
La camera da presa? Ci penso sempre quando vedo gli operatori lavorare. Credo che un giorno, se imparassi a farlo, mi piacerebbe. Penso che potrebbe sempre esserci una parte di me che… per un po’ mi sono dedicata alla fotografia sul set, ma non è andata. Se faccio qualcosa con la produzione, a meno che sia scrivere o dirigere e magari nemmeno dirigere, se faccio qualcosa sul set, voglio che sia recitare. Se facessi altro continuerei a pensare di voler essere dall’altra parte, a recitare. Mi sono sentita così quando mi sono dedicata alla fotografia sul set. Mi piace la fotografia, quella cinematografica sarebbe fantastica. Mi piacerebbe farlo. Ci sono mille opzioni fotografiche che mi piacerebbe provare. Sto organizzando la mia prossima mostra. Mi ci dedico nel tempo libero.

1cCarter, Gabe e Max formeranno un triangolo?
Carter e Max non stanno uscendo insieme. Sono ex-ragazzo ed ex-ragazza. Anche se nel pilot non erano così platonici, lo sono diventati entro il secondo episodio – anche se il quasi bacio del pilot è stato per via del fatto che avevano bevuto – sono amici, sono usciti insieme in passato, ma credo sia finita lì… Non è un triangolo amoroso, e non lo è nemmeno quello fra Taylor, Gabe e Carter. Carter non capisce sul serio come mai a Taylor piaccia così tanto Gabe, perché lei ha un amico davvero affascinante ma con il quale non è più interessata a uscire, quindi per lei avrebbe senso che Taylor avesse un amico affascinante col quale non vuole finire a letto o uscire. Anche se Carter crede che a Taylor lui piaccia, non pensa che lo voglia davvero. Nel secondo episodio, e poi soprattutto nel terzo, Taylor e Carter scopriranno che il loro rapporto è molto più importante di quello con i ragazzi. Ecco un’altra cosa bella dello show. Le ragazze non sono sempre in competizione per qualche ragazzo. Spesso preferiscono il rapporto che hanno fra di loro – molte di loro, non solo Taylor e Carter – rispetto a quello con un uomo.

È curioso il fatto che i personaggi più giovani coltivino rapporti migliori di quelli più adulti.
Sì, è molto interessante. E sono rapporti più innocenti e puri, il che è quasi strano, perché si pensa che quando si è giovani si tenda a incasinare tutto. È un contrasto interessante.

Scopriremo di più su Lori in futuro?
Sì, ne scopriremo di più. Molto di più. La vedremo via flashback, ma anche nel presente. I personaggi verranno esplorati e spiegati. Le circostanze che hanno portato Lori a fare ciò che ha fatto sono estreme, e anche molto rare, ma… non so esattamente di cosa si tratti, non ho ancora letto gli script degli episodi 11 e 12. Non li abbiamo perché stiamo ancora girando. Non so come finirà, ma da conversazioni avute con gli autori so che la situazione che ha portato Lori a rapire Carter è stata eccezionale, e porta quasi a empatizzare con lei.

1gDi nuovo, un cast fantastico. Meredith Baxter e Chris Pine sono i tuoi nonni – meraviglioso!
Sono fortissimi! Lui mi fa morire! È la persona più divertente del mondo. Abbiamo girato una scena – e non so nemmeno io perché mi abbia fatto ridere così tanto. All’inizio l’ha detto in maniera divertente, e poi io non riuscivo a smettere di pensare a quanto fosse divertente, e la battuta era semplicemente, “oh. Mi sono mangiato del formaggio” e io non riuscivo a stare seria.

Speravo di poterti fare qualche domanda su Reign. Hai interpretato Penelope. Reign viene girato a Toronto, tu hai anche lavorato in UK. Quali sono le differenze fra Toronto, Londra e la Georgia?
Londra e Toronto sono molto simili. La Georgia non somiglia per nulla all’Inghilterra e nemmeno al Canada. Il Canada e l’Inghilterra, hanno qualcosa di particolare. In Canada sono stata solo a Toronto, ma l’atmosfera è molto simile. Non so cosa sia di preciso, ma anche i canadesi lo dicono spesso. So che parlano con un accento particolare, ma a parte questo non ci sono molte differenze culturali fra canadesi e inglesi, come invece si trovano fra inglesi e americani. Non è una cosa positiva o negativa, è solo un’osservazione. Ci sono molte meno differenze fra Inghilterra e Canada, che non fra Inghilterra e America, in particolar modo fra l’Inghilterra e la Georgia. Sono posti diversissimi. Più che altro si tratta di dimensioni. E di differenze culturali. Ho adorato Toronto. Mi piace molto il Canada. Mi piacciono anche la Georgia e l’America, ma è diverso. Ovunque ci sono pro e contro, perfino a Londra.

1lL’ultima volta che ti abbiamo visto in Reign, Penelope stava per sposare un membro della Flying Squad, quindi è possibile che ti si riveda in Reign?
Sì, è possibile. Per il momento non c’è nulla in programma. Non mi è stato fatto sapere nulla, ma non si sa mai.

È stato un arco molto bello, un gran personaggio.
È stato divertente interpretarla. Molto divertente. Hanno cucito questo vestito… tutto ciò che le ruotava attorno era interessante. Ho avuto la possibilità di andare a Toronto. Le persone che ci lavorano sono adorabili. Specialmente tutte le ragazze più giovani, ma lo dico solo perché con loro ho passato più tempo. Sono molto amichevoli e carine. È stato divertentissimo interpretare questa sottospecie di personaggio malevolo – con le sue buone ragioni – ma allo stesso tempo una donna molto forte. Mi è piaciuto.

Non ce lo si aspetterebbe, proviene dal mondo della servitù ma è molto astuta e di buon senso.
Sì. Non vuole per nessun motivo tornare alla vecchia vita. Ne vuole a tutti i costi una migliore. Potrà anche aver fatto scelte discutibili, ma magari non ha avuto nessuno a guidarla e mostrarle come ottenere ciò che vuole senza minacciare gli altri.

1mMa non è poi così diversa da Catherine (Megan Follows).
Esatto.

Devo farti i complimenti per l’accento – il tuo accento americano è splendido.
Grazie. Sono sempre paranoica a riguardo, penso sempre che la genti possa credere che sto cercando di prenderla in giro, cosa che non è vera.

Cosa ti attirato al ruolo di Carter?
Quello che ho amato subito di Carter, è che una sedicenne che però non è dipinta come l’adolescente tipo di uno show che ruota intorno a un’adolescente. Non ho mai visto una sedicenne dipinta in questa maniera, il che è strano perché penso di conoscere un sacco di sedicenni con opinioni proprie, una certa indipendenza, ma che non sono irriverenti o aggressive, e questo non si è visto molto spesso. Mi ricordo che quando mi sono presentata alla mia terza audizione, il regista mi ha detto che Carter è una specie di adulta incastrata in un corpo da adolescente, e mi è piaciuto. Qualcuno mi ha chiesto di descrivere Carter in due parole, e ho detto “adulta e giovane” perché è molto matura. Capisce subito le persone. È adulta per via di come si rapporta con gli altri e per come li vede, ma dall’altro lavo è ancora una sedicenne e ha ancora quel certo atteggiamento che a volte hanno i sedicenni.

1jCarter sembra star imparando delle cose da Taylor e Taylor da Carter. Carter si sta anche avvicinando ai ragazzi e ai genitori. Continuerà questo tema?
Sicuramente. Penso sempre che Carter debba sentirsi come se la sua altra madre – quella che l’ha rapita – sia morta, perché tutto a un tratto scompare e lei deve farsene una ragione. Non ha modo di chiudere quel capitolo perché non sa dove lei sia, non le può parlare, e c’è questa nuova donna che arriva e dice che quella non era sua madre, che lei è sua madre. Dev’essere molto traumatico. David ovviamente ha l’obbligo di supportare Elizabeth, ma allo stesso tempo, David non è il rimpiazzo di nessuno ed è per questo che il loro rapporto è meno complicato di quello fra Carter ed Elizabeth. E con Taylor e Grant è lo stesso, Carter non ha mai avuto fratelli quindi innanzitutto loro non stanno rimpiazzando nessuno e, secondariamente, lei è alla disperata ricerca di qualcosa di reale a cui aggrapparsi, un rapporto che possa essere completamente onesto. Penso che lo trovi prima in Grant, ma poi anche in Taylor. Magari non così facilmente come con Grant, ma c’è un legame forte anche con Taylor.

Se volete saperne di più della passione per la fotografia di Kathrin, questo è il suo sito. Se sarete abbastanza fortunati da trovarvi a Londra, UK, potete visitare la sua ultima mostra a St. Martin, alla The Fields Crypt Gallery di Trafalgar Square, dal 18 settembre al 13 ottobre.

Fonte

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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