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Dracula | Recensione 1×07 – Servant to Two Masters

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“The greater measure of mine is defy this blasted curse they’ve placed on my head”

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Eccoci qui, dopo un salto di ben 4 settimane per la pausa natalizia, a commentare insieme questo settimo episodio di Dracula. Ci eravamo lasciati con il dubbio (perlomeno io ero rimasta con questo dubbio come ultima domanda nello scorso episodio) se Harker sarebbe riuscito o meno a capire chi aveva davvero orchestrato tutta la storia delle false calunnie ai danni del generale Shaw. Risposta breve: sì. In un confronto a inizio episodio Jonathan mostra la sua insospettabile e finora ben celata (sono troppo dura con lui, ma in realtà confesso che dopo un meh iniziale ora come personaggio non mi dispiace neanche così tanto come voglio far credere) acutezza e mette Grayson davanti all’unica persona con il giusto movente e le risorse sufficienti per architettare un tale complesso piano ai danni di Shaw: lui. Faccenda liquidata in fretta con Alexander che si scompone appena, ma credo questo breve siparietto tra i due avesse perlopiù la funzione di mettere per una volta Harker di fronte alla vera natura spietata del suo capo, rendendolo più incline al sospetto nei suoi confronti (non solo a livello professionale ma, se possiamo fidarci di quei pochi secondi di promo del prossimo episodio, anche in relazione al suo rapporto con Mina).

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Ma veniamo ai punti chiave di questo “Servant to Two Masters” che, devo dire, mi ha convinta. Come molti di voi anche io, prima di andare a fare analisi più approfondite della trama di un episodio per capire se il voto finale è positivo o meno, per dare un’impressione a caldo mi baso su “quanta voglia avevo di mettere in pausa e andarmi a fare una tisana durante la visione”. Ecco, soprattutto considerando la più volte sottolineata (a da molti anche criticata) caratteristica di Dracula, ovvero il suo ritmo poco concitato e gli episodi che spesso possono risultare a tratti un po’ lenti, devo dire che di questa 1×07 mi ha stupito l’apparente velocità con cui siamo arrivati ai titoli di coda. Non so se è stata solo una mia impressione o se magari dipendeva semplicemente dall’essere stata un mese senza seguire gli sviluppi della trama e quindi più propensa a riprendere la visione con curiosità, ma giunti al “Next Friday on…” mi sono trovata un secondo spaesata dal fatto che fossero già passati i 40 minuti e questo, a caldo, è bene.

Parliamo ora delle tre storyline principali su cui l’episodio si è sviluppato:
La dimostrazione di Grayson
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Il macchinario che sfrutta l’elettromagnetismo per creare energia elettrica wireless è stato finalmente perfezionato e Alexander è pronto per la presentazione in pompa magna della sua nuova invenzione, che affosserà la British Imperial Coolant (e gli affari dell’Ordine con essa), attuando finalmente la tanto da lui e Van Helsing agognata vendetta. Sì, come no, tre episodi prima del finale… Qualcosa mi diceva che a livello narrativo non era ancora arrivato il momento di infliggere il colpo di grazia al nemico, e infatti i piani dei due vengono bloccati da una trovata semplice e geniale (nonché una crudele bastardata, vista la gente che ci rimette per il loro tornaconto): un poliziotto corrotto dall’Ordine si occupa di contaminare il latte venduto intorno allo stabilimento di Grayson, andando poi a bloccare l’ampiamente pubblicizzata dimostrazione e chiedendo di spegnere il macchinario, additato come la causa dei malanni degli abitanti della zona. Come detto: semplice, geniale e una crudele bastardata.

Il rapporto con Mina
In tutto questo, però, Grayson arriva solo a fuochi fatti perché impegnato ad aiutare Mina a organizzare un ballo nell’ospedale psichiatrico di suo padre, convinta da Grayson stesso che la danza sia il metodo migliore per risollevare un po’ gli animi dei pazienti del posto. Mina, che ricordiamo già abbastanza attratta dall’uomo, approfitta del mancato presentarsi di Jonathan per fare un po’ di fusa ad Alexander… che però deve allontanarsi dalla donna a causa del problema che continua a tormentarlo per tutto l’episodio.
Di tutte le storyline di questo episodio a mio vedere questa è decisamente la più debole e meno interessante, il rapporto tra i due sembra continuare a fare un passo avanti e due indietro: in ogni puntata Grayson fa qualcosa di carino per Mina, lei è contenta, fa gli occhi dolci ma poi torna da Harker… insomma, un po’ ripetitivo, o gli si dà una scossa decisiva oppure pace.

Una breve parentesi d’obbligo riguardante sempre Mina, anche se di riflesso, è poi quella legata a Lucy, che dopo la piazzata dell’amica torna con la coda tra le gambe da Lady Jane, che da parte sua le consiglia di farla pagare all’insensibile Mina provandoci con Jonathan. WTF? Ok, io sinceramente continuo a non capire dove vuole andare a parare con questo giochetto, visto che dal mio punto di vista togliere Harker a Mina significherebbe solo liberarla dalla zavorra e convincerla definitivamente a scegliere Grayson (sono poco oggettiva, mi sa). Anche se in realtà tutta questa macchinazione spiegherebbe il discorso tra Lady Jane e Grayson sul ferire qualcuno colpendogli la persona amata (in effetti mi pareva strano che una che la svende al primo che passa si preoccupasse davvero che il marito la tradisce. Davvero, qualcuno di voi aveva anche solo sospettato che avesse un marito?): il fine di questo piano, diciamocelo, abbastanza contorto potrebbe a questo punto essere, al contrario, ingelosire Mina al punto da farla tornare a preoccuparsi unicamente del suo fidanzato, dimenticando una volta per tutte Grayson. E qui già ci sarebbe un senso… ditemi anche la vostra impressione, se ne avete, perché io ammetto che con questi piani multistrato alla Gossip Girl rimango sempre un  po’ confusa.

La battaglia dell’Ordine
Sul fronte opposto, Browning decide di ricorrere all’intervento di Harker e di giocare a carte scoperte con lui, conducendolo al suo cospetto e presentandosi come membro dell’Ordine. Mettendo tutta la faccenda della lotta ‘energia elettrica vs petrolio’ su un piano più politico (mantenere l’equilibrio con gli Ottomani, fornitori del petrolio, per evitare una loro ritorsione e il possibile scoppio di una guerra), Browning cerca di puntare sul lato patriottico di Harker, tuttavia ancora un po’ titubante.
Un altro ramo di azione dell’ordine è quello di Davenport, trittico di dresdache ha intercettato l’interesse di Grayson per un certo Trittico di Dresda, venduto all’asta a Budapest e per l’acquisto del quale Alexander incarica il fidato Renfield (cosa che fa intuire quanto tenga a questo misterioso dipinto). Sempre interessato a scoprire la cosa a cui Grayson tiene di più al mondo per poi privarlo di essa, Davenport riesce alla fine ad impadronirsi di questo trittico raffigurante Ilona, nella cui figura l’uomo riconosce… Mina Murray! Ops…

Al di là di queste storyline, il leitmotiv di tutto l’episodio è stato, come la citazione iniziale fa intuire, il passo successivo che Grayson vuole intraprendere per cercare di combattere la propria natura e riavvicinarsi il più possibile all’umanità perduta. Dopo il successo con il siero, che gli permette di godere per un po’ della luce del sole senza finire in fiamme, e il lavoro di Van Helsing per migliorarne ancora le prestazioni (ora siamo a circa 4 ore di effetto), Alexander decide di passare allo step seguente: combattere la sua fame incontrollabile. “I will not kill, I will not feed. I will live as a man or not at all” afferma deciso di fronte a un preoccupato Van Helsing, il cui copione di questa settimana è stato scambiato con quello di una mamma preoccupata che non fa che ripetere al figlioletto “Ma hai mangiato? Ti vedo un po’ sciupato…”. Terribile spreco per me, non solo per via del mio ormai noto interesse per questo personaggio e desiderio di scoprire qualcosa in più del suo passato, ma anche perché, proprio in termini di economia dell’episodio, vista l’insistenza a livello visivo e non solo per farci assistere alla sofferenza di Grayson nel reprimere il suo impulso non era poi così necessario farlo rimarcare come un mantra anche dal professore… insomma, una volta poteva bastare, poi cercate di usare uno dei miei personaggi preferiti in questa serie per altro che non sia fare la balia a Grayson! Che direi se la cava abbastanza bene anche da solo: quando alla fine non ce la fa più a stare digiuno, approfitta dello screzio con il poliziotto corrotto di cui sopra e si fa il suo meritato pasto.

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Ed è a questo punto che vediamo il confronto che ho più adorato di tutto l’episodio: Grayson, consapevole del suo non riuscire a combattere la sua natura, rivolge la sua rabbia non più solo contro l’Ordine che l’ha ridotto così, ma contro colui che, riportandolo in vita e promettendogli sieri contro le ustioni solari e qualche altro trucchetto del genere, gli aveva dato false speranze di guarigione: Van Helsing, appunto. Grayson è fin dall’inizio mosso non solo dal desiderio di vendetta contro coloro che gli hanno tolto tutto, ma anche impegnato in una lotta contro se stesso, un percorso solitario di redenzione per riconquistare il suo lato umano.
Questo è un tema esplorato da questa serie che mi è piaciuto molto fin da subito, puntare un riflettore non solo sul Dracula demone notturno ma anche sul lato “nostalgico”, quello che desidera il tocco del sole sulla pelle non tanto per salvare le apparenze con chi gli sta intorno ma per se stesso, perché il momento in cui ha capito di essere stato maledetto la consapevolezza di non essere più come gli altri esseri umani si è manifestata come sofferenza ai raggi solari. Nel semplice atto di camminare alla luce del sole c’è il desiderio di sentirsi di nuovo vicino a ciò che era, e in questa scelta di provare a combattere la sua fame di sangue umano c’è un ulteriore sviluppo di questa sua personale battaglia.

Inoltre, come ho già ribadito molte volte, tra le particolarità che ho apprezzato c’è il rapporto anomalo con Van Helsing, che in questa trasposizione è alleato e non avversario di Dracula. Ma questo Van Helsing è molto più stratificato di quanto questa descrizione possa far pensare: non è alleato di Dracula per sua volontà  ma perché non ha avuto altra scelta, nel suo aiutarlo a combattere la natura di vampiro non c’è l’appoggio di un amico ma la semplice consapevolezza che ciò è parte del piano per giungere al loro fine ultimo. Van Helsing e Dracula non si piacciono, è ovvio, combattono la stessa battaglia fianco a fianco per mera necessità, ma nella franchezza senza troppi fronzoli con cui Van Helsing ha sempre dispensato le sue amare verità al vampiro (“non sarai mai come gli altri uomini”, “non riuscirai mai a placare la tua fame”) c’è tutto il suo mettere in chiaro la natura del loro rapporto, un ostilità pacata così perfettamente in contrapposizione con i toni minacciosi e la voce grossa che invece è solito usare Grayson. Ma in questo ultimo “ti ucciderò per questo” c’è qualcosa di più, di diverso, che mi ha davvero colpita.

Quindi, in sostanza, voto positivo a questo ritorno dopo la pausa natalizia, con un picco di gradimento per i minuti finali (non posso farci nulla, adoro quei due alla follia!).
Vi lascio, come al solito, con il promo del prossimo episodio e vi invito, se vi va, a lasciarmi la vostra opinione nei commenti. Alla settimana prossima con l’ottavo episodio!

http://www.youtube.com/watch?v=-uREhzL3jm8

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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