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Constantine | Recensione 1×04 – A Feast of Friends

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Constantine | Recensione 1×04 – A Feast of Friends

tumblr_nf3pzfRA8O1r9ne5oo1_500Mi duole ammettere che questa settimana il mio entusiasmo è calato vertiginosamente. Nonostante questo episodio potesse rivelarsi il migliore fino ad ora credo che, semplicemente, sia stato raccontato male. Un vero peccato.
A Feast of Friends aveva tutte le potenzialità di questo mondo perché tratto interamente da Hellblazer, ma purtroppo queste potenzialità sono state, a mio parere, sfruttate solo in parte. In realtà ho letto commenti parecchio entusiasti da parte dei fan di Hellblazer e quindi immagino che la situazione sia abbastanza chiara: quello che per i fan di John Constantine è stato un piacevole reminder ai fumetti, non lo è stato altrettanto per chi – come me – è un fan meno preparato in materia o, se vogliamo, un profano che si approccia al mondo di Hellblazer per la prima volta.
Ma perché? Cosa è successo, esattamente? Personalmente posso dire solo una cosa: le emozioni che l’episodio intendeva suscitare a me non sono state trasmesse. Ma andiamo con ordine.
L’episodio vede, oltre il caratteristico monster of the week anche il ritorno di un vecchio amico di John, Gary Lester, un altro membro dei Mucous Membrane. Gary e John non si vedono da anni, dall’incidente di Newcastle e, come è ovvio che accada, i rapporti sono un po’ tesi. Gary, nel tentativo di fare ammenda dopo la scomparsa di Astra, libera un demone affamato intrappolato nel corpo di un giovane in Sudan. Il demone non può essere intrappolato da nessun oggetto magico ma solo e soltanto da un corpo umano, vivo e vegeto, e alla fine vedremo Gary sacrificarsi – o John sacrificarlo? – per farsi possedere dal demone, gesto che porterà inesorabilmente alla sua morte.
La trama è abbastanza lineare ma, come avete potuto notare, c’è qualcosa che non è chiaro. Gary si sacrifica, ma l’avrebbe fatto davvero se John non glielo avesse chiesto? Di chi è stata la scelta? Indubbiamente il messaggio che gli autori volevano inviare è un messaggio forte: da una parte è quello che tutti possono cambiare (Gary, per l’appunto, passa da codardo tossicodipendente a eroe), dall’altra è che per il bene superiore si deve essere disposti a sacrificare le persone amate (John non cerca altre soluzioni, non sbatte la testa contro il muro alla ricerca di una scappatoia ma accetta passivamente il destino di Gary).
Tutte cose molto belle, ne sono sicura, ma… ma no. Non mi è arrivato nulla: il dolore della perdita, il sollievo del sacrificio, la disperazione di aver perso un amico. Niente di niente.

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Ma ancora, perché? Perché questo episodio non mi ha trasmesso nulla? La risposta è sotto i nostri occhi: come puoi rendere un’amicizia e, conseguentemente, un sacrificio in nome di quella amicizia credibile in appena 40 minuti? Credo che se gli autori avessero deciso di protrarre la storyline di Gary per due, massimo tre, episodi forse la resa sarebbe stata diversa. Mi sarebbe piaciuto vedere John combattere contro i propri demoni interiori, mi sarebbe piaciuto vedere un po’ di indecisione… e invece cosa ci è stato mostrato? John si incazza perché Gary è tornato, John si incazza con Gary per aver messo fuori gioco Zed, John si riavvicina a Gary, John sacrifica Gary. È stato tutto troppo frettoloso, troppo meccanico.
Unico momento che ha dato un po’ di calore alle scene è il “litigio” tra John e Zed, in cui Zed lo accusa di aver tradito un amico che ha sempre voluto nient’altro che la sua approvazione e John che ribatte di non aver avuto altra scelta e che era stata avvertita sin dall’inizio che non sarebbe stato facile avere a che fare con una persona come lui e, che se la situazione non le sta bene, farebbe meglio ad andarsene. Ho apprezzato particolarmente questa scena perché vanno a scontrarsi due personalità molto diverse: è chiaro che Zed non riuscirebbe mai a fare quello che John fa, la sua coscienza glielo impedirebbe e John ha bisogno di una persona così al suo fianco, qualcuno che lo afferri per il trench ogni volta che si trova sull’orlo di una decisione estrema o sbagliata.
E a proposito di Zed… in questo episodio ha avuto un ruolo un po’ marginale. Abbiamo scoperto un suo nuovo potere, quello di assorbire e provare le sensazioni altrui, ma a parte questo non ho molto da dire su di lei. Zed è un personaggio molto particolare, ma Angélica Celaya è la sua mono espressione crucciata inizia a darmi fastidio. La vogliamo fare incazzare di più questa ragazza? Almeno le vedo un’altra espressione in viso!

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Oh, John… your jealousy is showing

E okay… e andata così! Nel prossimo episodio vedremo nuovamente Papa Midnite, il che mi fa sperare in un minimo di trama orizzontale. E voi che mi dite? Cosa ne pensate di questo episodio? Fatemelo sapere nei commenti. Ed ecco come sempre il promo del prossimo episodio!

https://www.youtube.com/watch?v=p_K1Elfw3G8

BONUS: questa immagine mi piaceva troppo per lasciarla su tumblr, quindi godetevela!

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

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