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Constantine | Recensione 1×01 – Non Est Asylum

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Constantine | Recensione 1×01 – Non Est Asylum

“Where do you come from, John?”
“Oh, the sordid passions of my parents”

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Quando mi è stata assegnata questa serie da recensire sono esplosa di gioia, principalmente per due motivi: il primo è perché da fan del personaggio – anche se non esperta dei fumetti – aspettavo la serie più di moltissime altre; il secondo è… beh, demoni, angeli, occulto e un tizio in completo che indossa un impermeabile… ragazzi, è esattamente il mio genere!
Prima di parlare dell’episodio in sé, mi preme fare qualche puntualizzazione:

1. il livello si è alzato di netto dopo le ultime scelte fatte dalla produzione, vale a dire il cambio di rotta per il personaggio di Liv e quegli ultimi sedici minuti quasi totalmente modificati rispetto al pre-air. Grazie al cielo!
2. se vogliamo goderci questa serie dobbiamo scendere a patti con un’amara verità: John Constantine, qui, non fuma. Ora, ammetto che la cosa mi abbia lasciata inizialmente alquanto delusa perché la sigaretta, per John, non è un accessorio per conferirgli più carattere (come se ne avesse bisogno!), non è un plus che si può facilmente ignorare. Fumare è parte integrante di un personaggio diverso da quelli che conosciamo, diverso dal supereroe di turno che salva la bella e sistema la situazione.
La sigaretta per John è come l’impermeabile che indossa.
Purtroppo non possiamo fare nient’altro che piangerci addosso e, dopo un po’, ci stancheremo persino di ascoltare tutto questo disappunto, quindi… passiamoci sopra. Dobbiamo essere sinceri: in questo primo episodio non ho affatto sentito la mancanza di questo particolare, e voi? Forse a lungo termine questo deficit sorbirà un effetto diverso, ma per il momento devo dire che l’episodio è stato gestito egregiamente, al punto di celare il primo punto “debole” della serie.
O almeno è quello che appare agli occhi di un fan medio.
Tuttavia gli americani continuano a restare un mistero per me: far vedere personaggi che si sfondano di alcol va bene, ma guai a mostrarceli con una sigaretta tra le labbra.

Inizierei parlando di Matt Ryan. Già nei primi secondi in cui appare è chiaro a tutti, persino alle pareti, che il ruolo gli è stato cucito addosso alla perfezione insieme a vestito, cravatta e impermeabile. Matt Ryan È John Constantine, e su questo non ci piove. Per di più, il suo splendido accento inglese e l’arroganza del personaggio che induce chiunque – amici, parenti, telespettatori, estranei – a prenderlo a craniate sulle gengive è tutto quello che chi conosce anche un minimo il personaggio dei fumetti poteva desiderare.
La storia si apre in un manicomio dove lo stesso John ha deciso di farsi ricoverare. Dopo l’incidente di Newcastle, episodio che l’ha visto fallire e condannare per sempre all’inferno una ragazzina di nove anni di nome Astra, John è chiaramente combattuto tra il senso di colpa di non essere riuscito a salvare Astra, per lo più per via della sua arroganza, e la consapevolezza che il mondo fuori da quel manicomio non è di certo più al sicuro con lui chiuso lì dentro.

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Da questo simpatico siparietto si evince immediatamente che il senso di colpa di John non è affatto da sottovalutare. Preferisce, infatti, essere definito un “dilettante” perché è esattamente ciò che é: se fosse stato davvero “Maestro delle Arti Oscure” non avrebbe avuto alcun problema in passato, Astra sarebbe salva e non si sarebbe fatto rinchiudere in manicomio solo per farsi convincere che il mostro sotto il letto non esiste.
Però si sa, le vecchie abitudini sono dure a morire, e a John basta il nome di Liv, figlia di un vecchio, caro e defunto amico, per rientrare nei giochi.
Se il personaggio di John funziona alla perfezione, politicamente scorretto come ce lo si aspetta, non posso dire lo stesso di Liv.
Sarò sincera, dopo il pre-air tutti i personaggi mi avevano trasmesso qualcosa, positiva o negativa che fosse, tutti eccetto Liv. La donna è sostanzialmente una ragazzina in pericolo che viene salvata da John, impara la divinazione in trenta secondi, viene nuovamente messa in pericolo e se ne va perché quella vita è troppo pericolosa.

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E sì, lo so, razionalmente è quello che avrebbe fatto CHIUNQUE, e probabilmente la scelta di andarsene è stata la migliore così non saremo costretti a vederla nel futuro più prossimo… non ve lo so spiegare, quella ragazza mi ha irritato l’esistenza in appena 40 minuti.
Immaginate la mia gioia quando è saltato fuori che non sarebbe stata la co-protagonista della storia.
Ad ogni modo, Liv in questo episodio non è che un mezzo per un fine, grazie a lei veniamo a sapere che c’è qualcosa di grosso in ballo, che l’inferno è in fermento e solo John Constantine può fare qualcosa.
A questo proposito, interessante si presenta Manny, l’angelo con il compito di proteggere e sorvegliare Constantine. Quando guardi tante serie tv, in cui ti vengono presentate tante versioni di angeli, inizi a pensare che la caratteristica che dovrebbe accomunarli sia la scopa infilata laddove non batte il sole – sorry, Cas! – e quando salta fuori un angelo radicalmente diverso come Manny – ironico, sveglio e a tratti irritante – non puoi fare a meno di inserirlo immediatamente nella lista dei tuoi personaggi preferiti.
Anche se non sai ancora chi diavolo sia.
Anche se probabilmente nella prossima puntata lo odierai a morte.
Per quanto breve, ho davvero apprezzato il suo scambio di battute con John perché ha gettato le basi per quella che potrebbe diventare più di una grande alleanza… una grande amicizia, magari? John&Manny BFF
Dato che siamo in ballo, diamo uno sguardo agli altri due personaggi che ci sono stati presentati: Chas Chandler e Ritchie Simpson. Chas è uno dei più vecchi amici di Constantine con doti di sopravvivenza davvero fuori dal comune, della serie che se fosse finito sull’isola di Lost avrebbe potuto tranquillamente passare i mesi a prendere il sole senza preoccuparsi di tutto il resto. Nei fumetti John preferisce tenerlo lontano dall’azione, ma è chiaro che la serie prenderà una strada totalmente diversa.
Ritchie invece è un ex collega di John no, tu sei Daniel Faraday! che ha chiuso i rapporti con lui dopo l’incidente di Newcastle, ma il nostro eroe sa quali leve usare per farlo tornare a lavoro.
Per il momento ci sono stati solo presentati in maniera piuttosto frettolosa, quindi non so cos’altro aggiungere a riguardo.
E infine, lasciatemi dire due parole tra lo scontro verbale tra Constantine e Demon! Constantine. A me queste… queste “cose” fanno impazzire: quando un attore interpreta due personaggi diametralmente opposti che rappresentano il bene e il male della medesima personalità riesce spesso e volentieri a creare un’atmosfera che lascia lo spettatore con il fiato sospeso. Si resta lì, a bocca aperta, a chiedersi “chi la spunterà?” e credo che tutti gli applausi vadano a Matt e alla sua doppia interpretazione terribilmente convincente.
La scena in questione mi ha ricordato esattamente, sia per i dialoghi che per il resto in sé, lo scontro da Dean e Demon! Dean di Supernatural durante la terza stagione.

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How does it feel, Constantine, to lock eyes with your future?
It’s a bit unsettling to be honest, mate. It’s not my best look.

Supernatural 3×10

You can’t escape me, Dean. You’re gonna die. And this? This is what you’re gonna become!

CURIOSITA’

  • Il monologo finale, seppur con dovute differenze, richiama quello già visto nel numero 41 di Hellblazer, Dangerous Habits.

My name is John Constantine. I am the one who steps on the shadows, all trench coat and arrogance. I’ll drive your demons away, kick ‘em in the bullocks, and spit on them when they’re down, leaving only a nod and a wink and a wisecrack. I walk my path alone because, let’s be honest… who would be crazy enough to walk it with me? (Constantine 1×01)

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I’m the one who steps from the shadows, all trenchcoat and cigarette and arrogance, ready to deal with the madness. Oh, I’ve got it all sewn up. I can save you. If it takes the last drop of your blood, I’ll drive your demons away. I’ll kick them in the bollocks and spit on them when they’re down and then I’ll be gone back into darkness, leaving only a nod and a wink and a wisecrack. I walk my path alone… who would walk with me?Dangerous Habits)

  • Poco prima dell’incidente di Newcastle si innamorò del punk rock: dopo aver visto i Sex Pistols al Roxy Club a Londra nel 1977, John formò una band, i Mucous Membrane, composta da lui stesso (come leader), un batterista di nome Beano, Chas Chandler e il compagno liverpooliano Gary Lester.
  • L’elmo dorato che Liv prende tra le mani è l’Elmo di Dottor Fate, la maggiore forte di potere del personaggio in questione.

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  • Questo scambio di tweet tra William Shatner e Misha Collins fa riferimento alla straordinaria somiglianza tra l’outifit di John e quello di Castiel. Per chi non lo sapesse, l’outfit di Castiel di Supernatural è stato concepito per richiamare proprio quello di John Constantine.

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  • Chas guida il taxi perché John non ha la patente.

MENZIONE DELLA SETTIMANA

Ringraziamo chi di dovere per l’accento di Matt Ryan, i suoi love, bloody, bollocks.

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Sebbene Constantine sappia di già visto perché, ehi!, di angeli, demoni e occulto ormai ne abbiamo fin sopra i capelli, devo dire di aver apprezzato immensamente questo pilot perché il punto di forza non è il solito personaggio positivo che ci si aspetta: John Constantine è complesso, pieno di sfaccettature e oscurità, dalla lingua tagliente e con un senso dell’umorismo tutto suo. Come si può non apprezzare un personaggio simile?

E voi cosa mi dite? Avete apprezzato come me l’episodio o qualcosa non torna? Fatemelo sapere nei commenti. Vi lascio con il promo del prossimo episodio.

https://www.youtube.com/watch?v=-VVu8ZU74rQ

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

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