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British Addicted | #19

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British Addicted | #19

Diciannovesimo appuntamento con la rubrica più inglese che ci sia e sento che abbiamo perso una simpatica coincidenza. Fosse stata la numero 13 sarebbe caduta a fagiuolo con la grande notizia della settimana. Quella che fa salire l’ansia, provoca sentimenti contrastanti, ma che mette soprattutto tanta curiosità.

Ci siamo.
Oggi, dopo la finale maschile di Wimbledon, conosceremo il volto del tredicesimo Dottore.
Avete preferenze? Uomo? Donna? Dopo essere stata accontentata con Capaldi 4 anni fa, questa volta non ho pensato ad un attore che mi piacerebbe. Ecco, forse l’unica richiesta che avrei da fare è che sia finalmente ginger!

Qualche tempo fa vi avevo parlato di una nuova trasposizione di Piccole Donne in lavorazione.
Iniziano finalmente a trapelare notizie sul cast e mi sembra più che giusto iniziare dal nome che spicca più di tutti:
Angela Lansbury interpreterà la burbera zia March.

Il ruolo della matriarca della famiglia March, la roccia alla quale le figlie si aggrappano nei momenti di sconforto, è affidato a Emily Watson (Apple Tree Yard, The Theory of Everything), mentre Michael Gambon (Harry Potter) interpreterà Mr Laurence, il vicino dei March, nonché zio di Laurie.
Sono state scelte anche le interpreti delle quattro sorelle, tutte giovanissime: Maya Hawke, emergente, sarà Jo, Willa Fitzgerald (Scream: The TV SeriesMisfortune) vestirà i panni di Meg, Annes Elwy (Philip K. Dick’s Electric Dreams) sarà Beth, ed infine la piccola Amy sarà interpretata da Kathryn Newton (Big Little LiesHalt and Catch Fire).
La trasposizione del libro della Alcott si comporrà di 3 episodi ed andrà in onda nel 2018.

L’11 luglio è andata in onda la prima puntata del nuovo drama BBC, intitolato In the Dark.
Composto di 4 episodi, con protagonista MyAnna Buring, narra la storia della detective Helen che decide di ritornare nella propria città di origine per trascorrere il periodo della gravidanza.
Qui, il marito della sua migliore amica, viene accusato di aver rapito due ragazze. Passato e presente si mescoleranno, rivelando segreti che fino ad allora non erano stati svelati.

Dopo And then there were none e The witness for the prosecution, tornano i gialli di Agatha Christie.
Sarà Ordeal by innocence (in italiano Le due Verità) a vedere la luce quest’anno. Le riprese inizieranno questo mese ed il cast promette scintille, pescando tra tv e cinema:
Bill Nighy (Love Actually, Pirates Of The Caribbean)
Catherine Keener (Get Out, Capote)
Matthew Goode (The Good Wife, Downton Abbey)
Eleanor Tomlinson (Poldark, Loving Vincent)
Anthony Boyle (Harry Potter And The Cursed Child)
Ed Westwick (White Gold, Gossip Girl)
Luke Treadaway (Fortitude, A Street Cat Named Bob)
Morven Christie (The A Word, The Replacement)
Crystal Clarke (Assassin’s Creed, Star Wars: Episode VII – The Force Awakens)
Ella Purnell (Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children, Churchill)
Alice Eve (Star Trek Into Darkness, Black Mirror)

Ed è arrivato l’atteso momento dell’angolo delle vendite dei consigli, quest’oggi a cura di Walkerita.

Per il “British Addicted Consiglia …” di oggi scelgo di parlarvi di una serie talmente nuova e recente da non aver ancora terminato la sua prima stagione. Anche per questa ragione la mia opinione a riguardo non è interamente compiuta e decisa come può esserlo un giudizio su una serie o una miniserie che ho conosciuto talmente bene da renderla “mia” ma sento comunque di volerne parlare perché a colpirmi di questa novità è stato il potenziale di spessore che ho riconosciuto dall’inizio.

Fearless”, la cui prima stagione è composta da sei episodi, è una serie di genere Crime / Thriller, creata e scritta da Patrick Harbinson, che si appoggia sulla consolidata partnership tra la compagnia di produzione “Mammoth Screen” e ila rete di trasmissione e distribuzione ITV. Sottolineo queste note di produzione perché la serie sembra voler riprendere, a grandi linee, lo stile caratteristico di un altro crime drama appena concluso sullo stesso canale, ossia “Broadchurch”, un obiettivo raggiunto in realtà solo in parte sia per i fini differenti che la storia si impone, sia per scelte creative indipendenti. Se da un lato infatti “Fearless” può apparire inizialmente piuttosto lento nello sviluppo della vicenda, dall’altro ribadisco quell’incredibile potenziale che si avverte in ogni episodio e che inevitabilmente ti spinge a proseguire per la brama di riuscire a riconoscere e a ritrovare la verità e l’innocenza celate nella trama, due aspetti che, quasi con estrema evidenza, sembrano destinati a non coincidere mai del tutto in questa storia.

Il cast è probabilmente una delle carte davvero vincenti della serie, composto da nomi e volti facilmente riconoscibili per fama, carriera e apparizioni sempre più frequenti [tra i tanti, Wunmi Mosaku, “Dancing on the edge”/ “Black Mirror”; Jamie Bamber; Michael Gambon] ma a mio parere lo show è al momento quasi interamente retto dalla sua protagonista Emma Banville, interpretata magistralmente da Helen McCrory. Il personaggio della Banville, avvocato specializzato in “cause impossibili” e socialmente problematiche, è senza dubbio il cuore della serie e dalla sua storia, ne incarna sia la giustizia che fa da sfondo alla vicenda sia i dubbi e i lati oscuri che da essa a volte derivano, occupando una rischiosa posizione intermedia tra la figura di “paladina coraggiosa in grado di ribaltare e rivendicare un torto” e quella di “donna senza scrupoli che rimette in libertà un colpevole scuotendo nuovamente gli equilibri di una famiglia distrutta dalla tragedia”. È esattamente questo infatti il nucleo centrale dello show, una situazione costantemente in bilico tra le diverse sfumature dell’innocenza e della giustizia, tra personaggi che mostrano solo una facciata di una personalità tridimensionale e raccontano puntualmente solo una parte di una verità più ampia e più oscura in cui tutti appaiono coinvolti. In “Fearless” è il dubbio a proporsi progressivamente come protagonista indiscusso, in una storia in cui solo Emma forse cerca di emergere davvero in una quasi totale positività di carattere, nonostante le debolezze, le sofferenze e le conseguenze delle sue azioni che si ripercuotono in una vita privata innegabilmente disordinata. Degne di nota sono due ulteriori componenti dello show: da una parte, la sigla iniziale che accompagna perfettamente lo stile della serie, e dall’altra la storia di Miriam Attar, moglie di un rifugiato siriano accusato di collusione con l’ISIS, ospitata e difesa da Emma che in questo modo complica maggiormente la sua posizione agli occhi di autorità locali e internazionali.

In definitiva, credo che “Fearless” manchi forse di un mordente particolare che ravvivi gli episodi ma a mio parere compensa con una storia che, con i dovuti accorgimenti facilmente apportabili in futuro, merita l’attenzione dello spettatore e una seconda chance da parte della rete.

Un saluto alle pagine affiliate e a rileggerci tra due settimane!

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