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Breaking Bad | Bryan Cranston e Aaron Paul commentano il finale della serie

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Breaking Bad | Bryan Cranston e Aaron Paul commentano il finale della serie

bb love[ALLERTA SPOILER!! NON leggete l’articolo se non avete ancora visto il finale di serie di Breaking Bad, ovvero l’episodio 5×16 intitolato Felina. Di seguito sono riportati grossi spoiler!]

Erano insegnante e studente. Maestro e apprendista. Figura paterna e figlio problematico. Manipolatore e manipolato. Heisenberg e Hoodie. Due complici che, con addosso tute protettive, fanno un mucchio di soldi. Comunque abbiate visto Walter White (Bryan Cranston) e Jesse Pinkman (Aaron Paul) – e ci sono buone probabilità che la vostra opinione sia cambiata radicalmente durante le cinque stagioni – i due uomini saranno per sempre associati al cuore annerito e all’anima corrosa di Breaking Bad, lo show di AMC in cui si cucinava metanfetamina. La relazione tra i due si è consumata in modo spettacolare nella stagione finale, quando Jesse, essendosi reso conto che Walt era responsabile della quasi morte di Brock, il figlio della sua ex fidanzata Andrea, ha aiutato l’agente della DEA Schrader (Dean Norris) a (quasi) consegnare Walt alla giustizia. Walt ha cercato vendetta, prima consegnando Jesse ai neo nazisti (che lo hanno torturato e gli hanno poi concesso due cucchiaiate di gelato) e poi tornando dal freddo e solitario New Hempshire per far fuori Jesse e lo Zio Jack (Michael Bowen) e la sua banda. Ma quando Walt ha visto la terribile condizione del suo ex compagno di laboratorio, ridotto in schiavitù e vestito di stracci, che si è scoperto non essere un partner alla pari di questi crudeli fautori della supremazia bianca nella preparazione della metanfetamina, ha cambiato idea in modo istintivo e ha salvato Jesse dal fuoco infernale in cui stavano tutti per sprofondare.

Che cosa pensano Cranston e Paul del finale della loro coraggiosa avventura, che ha lasciato in vita solo uno dei due? Proseguite nella lettura per scoprirlo.

Definendo il finale “soddisfacente al 100%”, Paul dice a EW: “Pensavo che Walt sarebbe stato l’unico a cavarsela. Amo il fatto che verso la fine Walt stia per andare ad una missione suicida e stia per far fuori tutti quanti, incluso Jesse, ma che poi veda che cosa gli hanno fatto passare. I suoi capelli sono lunghi, lui è assente. Non ha più l’anima e Walt decide che si merita una seconda occasione, quindi si getta su di lui. Per lui si getta su un proiettile…ed è una cosa bellissima”. Aggiunge con una risatina: “È un bene che Walt abbia avuto quello che si meritava, perché è un uomo davvero, davvero malvagio e doveva morire”.

BB-5x16-2Nel girare la scena in cui Jesse si rifiuta di sparare a Walt, Paul ha soddisfatto un (semi) appagante desiderio che aveva da anni. “Ho sempre avuto davanti a me l’immagine di Jesse che punta una pistola alla testa di Walt, davvero” spiega. “Pensavo ‘Deve finire così’ e nel profondo volevo che Jesse uccidesse Walt. Ma mentre ci avvicinavamo alla fine, ho realizzato che non lo volevo davvero. Jesse non può più uccidere nessun altro, anche se poi finisce con l’uccidere Todd. Ma quella era in realtà autodifesa e Jesse doveva scappare. Ma è un bene che a Jesse sia stata inflitta quella tortura negli ultimi quattro o cinque mesi, che sia stato messo in una buca…perché nemmeno Jesse è innocente. Ha fatto delle cose davvero molto cattive. È un bene che a Jesse sia stato fatto passare tutto ciò, così ha avuto del tempo; credo che comunque si meritasse di andarsene da tutto e fuggire. Non si sa dove vada…” Paul, però, ha un paio di idee su che cosa sia successo a Jesse. “Nella mia mente, se ne va il più in fretta possibile” dice. “Pensa ‘Oh mio Dio’. Credo che probabilmente vada da Brock e gli dica addio, se gli è possibile, o almeno lo veda da lontano e poi se ne vada. Forse in Alaska, forse in Nuova Zelanda. Diventa un pilota di bush. È tutto parte della storia”.

Cranston crede che Gilligan e i suoi autori abbiano confezionato un finale sia “molto soddisfacente” che “per nulla apologetico” per questa storia spietata. “È adatto. È completo” dice a EW, spiegando che il finale ha dato a entrambi i personaggi un appropriato ricongiungimento e un’appropriata separazione. “Quando vedo Jesse, questo sentimento involontario prende il sopravvento su di me” dice di Walt. “È stato trattato da cani – come un cane bastonato – e mi sconvolge e impulsivamente lo proteggo. Lui se la cava. È giusto che l’uomo che è stato così sfruttato e maltrattato abbia un’occasione. E mi piace come finisce perché non è tipo ‘Oh, si è ripreso i soldi’. No. Ha solo la sua vita, quindi ha una chance – solo una chance”. Crede che il finale rinforzi l’idea che Breaking Bad sia “una tragedia di livello quasi shakespeariano…la tragedia non è un gruppo di uomini cattivi che fanno cose cattive, non è ‘Oh, hanno ucciso i buoni!’. La tragedia è quando i cattivi sono commiserati, quando ti rendi conto che sarebbe potuta andare in un altro modo” dice. “C’era speranza per loro un tempo. Macbeth! Oh! Nel suo significato più vero, la nostra storia è una tragedia, una tragedia americana. Non è in stile ‘I buoni vincono il male’, non è ‘I buoni contro i cattivi’, è molto più torbido di così. Ci sono delle sfumature: non è bianco o nero”.

Il sacrificio non pianificato di Walt nel difendere Jesse dalla pallottola non solo ha mostrato l’umanità che era rimasta in Walter White, ma ha anche sottolineato il valore del loro rapporto, non importa quanto fosse spezzato. “Quando sente che i cristalli blu sono ancora in giro, che Jesse sta cucinando, lui pensa ‘Che bastardo! Li ha convinti a diventare partner, sta ancora cucinando! Ucciderò tutti!” dice Cranston. “E poi lo vedo e il brandello di umanità che è rimasto in Walter White viene mostrato nel momento in cui agisce. Quindi, se c’è qualcosa che lo può riscattare dal punto di vista degli spettatori, è quel momento. Addirittura dà a Jesse il permesso di ucciderlo. Jesse ha la pistola e me la punta contro e dice ‘Lo vuoi?’. Allora io rispondo ‘Sì. Penso che sia giusto. Fallo. Hai bisogno di farlo, fallo. È okay’. E poi lui dice ‘Se lo vuoi, allora fallo da solo. Non lo farò io per te’. Almeno c’è stata una conclusione della loro collaborazione. La loro amicizia era importante. Ed è grazie a quel passato che hanno condiviso e a quell’amicizia che c’erano le basi per quel gesto impulsivo. Perché altrimenti sarebbe solo un ‘Cristo, guarda quel ragazzo, quel povero bastardo’, ma non ho intenzione di rischiare la mia vita per uno sconosciuto. C’è più che semplice conoscenza. Ha radici profonde. Ed è autentica. Perché a volte non conosci la profondità di quello che provi finché non lo metti alla prova. Ecco perché penso sia un finale soddisfacente. È ancora sincero per Walter White. Perché lo ha sempre provato. Ma non è sdolcinato. Non nasce da un ‘Oooh, Jesse’. È tipo…’Cristo’. Se possibile, mi fa odiare Jack ancora di più per la sua crudeltà”.

Cranston pensava che il signore dalla metanfetamina dovesse morire per regalare a molti fans di Breaking Bad la chiusura che cercavano? “Per via del suo amore per la famiglia, ho pensato ‘Non sarebbe catapultato in un inferno su misura per lui se avesse visto morire la sua famiglia – sua moglie, suo figlio, la sua bambina piccola – e lui fosse sopravvissuto?” dice. “Anche quello sarebbe stato ottimo. Ma in fin dei conti penso che questa sia la conclusione migliore. Una conclusione davvero soddisfacente. E sono così grato per questo”.

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Con il corpo è in Italia, con il cuore è in Giappone, con la testa è negli USA. Ritiene di avere ottime potenzialità come sceneggiatrice di “finali alternativi” e come moglie di attori talentuosi e affascinanti (magari con l’accento british e le fossette). In una serie cerca persone e non semplici personaggi, mondi più che location, non un sottofondo ma vere e proprie emozioni musicate, vita, non una storyline. Nel suo universo ideale la birra è rossa e il sushi è in quantità abbondante, le Harley Davidson sono meno costose, la frangia non è mai né troppo lunga né troppo corta e il suo favorito arriva incolume al finale di serie. Forse ha troppi smalti, mentre per i tatuaggi, i cani, i gadget di Spongebob e i libri troverà sempre il posto. Tiene pronti la balestra, i viveri e l’hard-disk zeppo di serie: l’Apocalisse Zombie non la coglierà impreparata!

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