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Bones / Sleepy Hollow | Recensione 11×05/3×05 – Cross-Over

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Bones / Sleepy Hollow | Recensione 11×05/3×05 – Cross-Over

Tutto ciò che c’è da sapere sul cross-over tra Bones e Sleepy Hollow è che ha funzionato. Come in molti avranno notato, la notizia del cross-over non ha avuto l’impatto che onestamente mi aspettavo sul mondo seriale nonostante l’unicità dell’evento, dato che credo di poter affermare che non ci sia mai stato prima d’ora un incontro tra due serie tv così diverse. Purtroppo possiamo probabilmente ammettere che questo doppio speciale di Halloween offerto dalla Fox ha appassionato soltanto i fandom dei due show che si sono ritrovati capovolti in un mondo lontano mille miglia da quello a cui sono abituati solitamente. Essendo grande fan di entrambe le serie tv, per me questa è stata una bellissima possibilità di essere parte di qualcosa di diverso, di tremendamente assurdo certo, ma anche estremamente coraggioso e per questa ragione non potrei essere più entusiasta. Il primo aspetto che voglio evidenziare di questo cross-over è in realtà secondo me il risultato migliore dell’incontro perché entrambi gli show hanno mantenuto fedelmente le loro caratteristiche più tipiche, non hanno stravolto affatto il loro spirito e la loro essenza più tradizionale ma al tempo stesso hanno saputo incontrarsi in maniera sottile, leggera e profonda contemporaneamente, divertente e particolare, per poi tornare alla loro normalità con le stesse credenze di partenza ma con una nuova curiosità verso l’ignoto e la diversità, verso quella coppia così distante eppure a volte terribilmente vicina. Non vi dirò che questo cross-over mi ha tolto il fiato dalla straordinarietà delle storie o che ha cambiato il volto delle serie tv perché onestamente nessuno dei due show possiede questi elementi, sia Bones che Sleepy Hollow giocano da sempre in casa, nel loro campionato, scegliendo con consapevolezza di privilegiare determinati aspetti più umani e emotivi della loro identità a discapito magari dello spettacolo, del facile dramma, dell’intrigo, in definitiva degli ascolti da urlo. E il cross-over ha rispettato pienamente anche questo loro carattere così innato, portando però ad entrambi gli show quel qualcosa in più, soprattutto nella seconda parte appartenente a Sleepy Hollow che secondo me porta in scena il suo episodio migliore della stagione finora, un episodio che profuma amabilmente di prima stagione e di origini, dove persino i personaggi di Betsy Ross e Joe Corbin sembrano trovare finalmente il loro giusto spazio nella storia. Per quanto mi riguarda, questo particolare evento seriale ha scelto di volare basso, di contenere i rischi forse, ma così facendo hanno anche evitato di stravolgere una realtà che nel caso di Bones dura da troppo tempo per essere cambiata ora e nel caso di Sleepy Hollow ha permesso di farci rivedere tutto ciò che amiamo di questa serie. Quindi non solo appoggio pienamente la decisione ma ne condivido le scelte con orgoglio, l’orgoglio di una fan per cui nulla è più importante della fedeltà allo spirito originario di uno show. Soddisfatta e affascinata, vi racconto il cross-over tra Bones e Sleepy Hollow.

 

THE RESURRECTION IN THE REMAINS

È Halloween. E capisci quanto importante sia questa festività in America quando anche la dott.ssa Brennan viene invasa dallo spirito del giorno e confeziona uno scherzo ben fatto, non imbarazzante e comprensibile a suo marito Booth, momento di cui ovviamente poi si vanta con chiunque voglia ascoltarla ma uno degli aspetti più belli di questa serie è che le persone che la circondano sono davvero felici della sua compagnia e quindi il momento in cui Brennan racconta a Cam delle sue gesta mentre entrano in laboratorio diventa quasi estremamente ordinario, quotidiano, come un giorno qualsiasi in un lavoro qualsiasi. In realtà, come succede da sempre in Bones, lo stacco tra la quotidianità e il dovere è repentino e svestiti i bellissimi occhi da demone di Hodgins, si ritorna a lavorare su quel nuovo caso che non potrebbe essere più in tema neanche se fosse voluto. Se sul primo tavolo d’acciaio infatti giacciono i resti di una giovane vittima scomparsa pochi giorni prima, è il secondo gruppo di resti ad attirare inevitabilmente la curiosità scientifica e antropologica, essendo stato ritrovato nei pressi della vittima, in una bara incisa con misteriosi simboli e appartenente senza dubbio al XVIII secolo, anni in cui la seconda vittima militava tra le forze armate della Corona Britannica, ossia le Giubbe Rosse. Segni particolari: manca la testa, essendo il teschio stato rimosso dal resto dello scheletro. Più si indaga sulla vita della seconda vittima, più i suoi interessi e il suo passato sembrano collegarla al secondo ritrovamento, in un contesto che diventa più oscuro e inquietante di quanto non apparisse all’inizio.

Il momento si avvicina, la strada è ormai quasi pronta per loro ma è un misterioso e antico libro di magia, ritrovato tra gli effetti personali della ragazza scomparsa, a stendere ufficialmente il tappeto rosso per un’entrata in scena che onestamente ho voluto riguardare due volte perché in quanto a effetto e fascino non era assolutamente mancante di nulla. Proprio nel momento in cui Hodgins stava prendendo il volo con teorie che mai come questa volta avrebbero trovato terreno fertile, Ichabod Crane e Abbie Mills irrompono con stile nell’ufficio della dott.ssa Brennan, rivendicando la giurisdizione sui resti del XVIII secolo e su tutte le stranezze ultraterrene che a quanto sembra lo circondano, perché quello è il loro ambito di competenza.

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Le dinamiche che a questo punto si aprono tra i personaggi nell’episodio rappresentano la vera ricchezza del cross-over, mostrando con ilarità e intelligenza le indiscutibili differenze ma anche le affascinanti somiglianze tra le due coppie principali. Da una parte Ichabod resta al Jeffersonian, in un laboratorio scientifico che vive di più tecnologia avanzata di quanta lui ne abbia mai vista da quando si è risvegliato nel XXI secolo. La sorpresa, la meraviglia, il fascino che un luogo così intriso di storia eppure così moderno ha su di lui vengono chiaramente espressi dalla luce che i suoi occhi emanano di fronte alla novità ma è lo sguardo della dott.ssa Brennan la vera particolarità dell’incontro.

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Temperance Brennan è il tipo di donna a cui non sfugge niente, letteralmente. Fin dall’inizio infatti i suoi occhi hanno interpretato la realtà oggettiva dei fatti senza ostacoli, senza dubbi, perché il mondo sensibile e scientifico si spiega davanti a lei senza segreti, privo di quei misteri che invece riempiono la vita di una persona ordinaria, di chiunque non sia Temperance Brennan. Ma di fronte a Ichabod Crane il suo sguardo perde il suo superpotere, le sue certezze, quella chiave di lettura che finora si era dimostrata infallibile. Brennan cerca di studiarlo, di capirlo, di inserirlo in un contesto sociale che rientri nelle sue conoscenze ma più ci prova, più quegli standard di giudizio si rivelano insufficienti per lui, come se di fronte a sé ci fosse un paradosso, quasi un errore nella sua concezione della realtà terribilmente evidente ma che in qualche modo non riesce a vedere o a spiegare. Secondo me è stato quasi frustrante per lei collaborare con l’unica persona che sfugge al suo controllo ma che allo stesso tempo la incuriosisce e la affascina per la stessa ragione.

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Ichabod dal canto suo cerca di smussare la sua loquacità ora che Abbie non è al suo fianco per tradurre o interpretare le sue caratteristiche, e il suo rapporto con il team del Jeffersonian alterna momenti di estrema conoscenza ad altri di affascinato stupore. Nella sua partnership con la dott.ssa Brennan, Ichabod si relaziona con più positivo interesse rispetto alla sua controparte ma per quanto l’amore per la storia sembri accomunarli, è la più profonda distanza d’animo a rendere il confronto così affascinante perché di fronte a uno scetticismo talmente assoluto da contrastare anche la sua oggettività (Brennan), Ichabod risponde con il suo spirito poetico, con lo sguardo di chi ha visto e provato di più, di chi vive ogni giorno l’impossibilità di spiegare razionalmente la realtà che ci circonda. Il contrasto che si crea quindi diventa quasi un incontro di scacchi in cui entrambi i giocatori hanno la possibilità di compiere le stesse identiche mosse ma è il modo in cui si sceglie di agire a diversificare le due squadre, a creare le loro differenze, a scegliere il bianco o il nero, la razionalità o la fede.

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Il documento originale redatto e firmato da Washington in cui si concedeva a Sleepy Hollow l’autorità sui resti del generale britannico William Howe (identificato tramite il riconoscimento facciale di Angela) diventa l’emblema del rapporto tra Brennan & Ichabod, di quel paradosso che Temperance non riesce a capire nonostante la spiegazione sia proprio davanti ai suoi occhi. Avendo infatti autentificato l’originalità del documento, Angela non può fare a meno di accertare anche l’esatta coincidenza tra la calligrafia presente nel testo e quella di Ichabod Crane, creando quindi una prova scientifica inconfutabile che aumenta le perplessità della Brennan. Anche l’astuta risposta di Ichabod che ipotizza il carattere ereditario della calligrafia facendo risalire dunque quel documento a un suo antenato, lascia Temperance in balia di una possibilità a cui non aveva pensato ma che in qualche modo la convince solo apparentemente, lasciando nel suo subconscio più nascosto un dubbio a cui non vuole trovare una soluzione perché significherebbe valicare confini a cui non aveva mai creduto.

Dall’altra parte invece, il confronto tra Abbie e Booth è certamente più facile da gestire, appartenendo entrambi a uno stesso mondo e allo stesso lavoro ma personalmente ho trovato incredibilmente interessante anche il lato più procedural e umano di questo cross-over, piacevolmente sorpresa dal collegamento tra questi due personaggi e tra le loro storie. Indagando insieme su quel caso per cui condividono l’interesse, Booth e Abbie danno vita a un faccia a faccia tra due lati di una stessa medaglia, tra due agenti accomunati dal desiderio di lavorare e combattere per un bene più grande ma che scendono sullo stesso campo con caratteri ed esperienze più diversi di quanto si noti all’apparenza. È fantastico vedere Abbie che in qualche modo travolge la quotidianità lavorativa di Booth, reggendo impeccabilmente il passo, dimostrando di conoscerlo quanto lui crede di conoscere lei ma soprattutto affrontando l’indagine come un’onda anomala su un castello di sabbia. Ma è proprio di fronte a quell’intraprendenza che Booth rivela di aver conosciuto August Corbin, ricordando ciò che lui gli disse proprio su Abbie e lasciando quest’ultima per la prima volta senza parole, come succede solo quando il nome di Corbin fuoriesce improvvisamente da una conversazione. Il momento personale che Abbie e Booth condividono in nome del ricordo di un uomo le cui conoscenze e i cui segreti sembrano non smettere mai di stupire ha un sapore incredibilmente intenso per essere vissuto da due personaggi che si incontrano per la prima volta perché Booth riesce a riconoscere, come solo lui sa fare, alcuni degli aspetti più belli e profondi di Abbie, riesce a leggere in lei la necessità di agire sempre e comunque, il desiderio di abbattere ogni tipo di barriera per raggiungere quel senso di giustizia che la riempie ma soprattutto l’istinto quasi innato di voler salvare il mondo, dovesse anche farlo da sola. In quel breve momento che trascorrono insieme, secondo me Booth diventa per Abbie la speranza di avere di più, di poter eccellere in quel lavoro che ama, senza per forza vivere questa esperienza come una gara di velocità e soprattutto senza caricarsi di pesi e responsabilità che non le appartengono.

Il finale dell’episodio di Bones chiude la storyline e il caso affrontati in perfetto equilibrio con la natura della serie, restando ben ancorati alla realtà oggettiva e concreta di cui Temperance è l’emblema e concedendoci anche quei momenti di leggerezza e serenità indispensabili e riservati non solo a Booth e Brennan ma anche a Ichabod e Abbie a cui ritagliano uno spazio tutto loro in un mondo così distante da quello in cui vivono.

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DEAD MEN TELL NO TALES

La seconda parte di questo cross-over sembra in questo modo quasi fortemente slegata dalla prima ma anche qui invece il confronto tra le due realtà è sottile, forse meno evidente di quanto ci si aspetterebbe da un cross-over ma così facendo, permette ad entrambi gli show di essere pienamente sé stessi ed è lampante quanto importante questa decisione sia stata per poter creare un episodio così ricco e vivo di Sleepy Hollow, una serie in cui lo spazio dedicato agli ospiti doveva essere necessariamente ridotto per potersi esprimere in totale libertà e tornare come ho anticipato nell’introduzione ad uno stile che mi ha ricordato molto gli sfarzi della prima stagione.

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Mentre Ichabod, Abbie, Jenny e Joe Corbin trascorrono infatti un’insolita serata di svago al bowling abbracciando la leggerezza della festa di Halloween, Pandora intercetta i resti del generale Howe in arrivo a Sleepy Hollow dal Jeffersonian, riportando il militare britannico nel regno dei vivi e promettendogli vendetta contro colui che una volta aveva provato ad ucciderlo: Ichabod Crane. Il collegamento che in questo caso si crea tra il sovrannaturale di Sleepy Hollow e l’empirismo di Bones nasce dalla necessità di ritrovare la prima tomba di Howe, secondo alcune scritture, custode della soluzione per sconfiggere questa nuova armata di zombie (che chiameremo Draugur perché siamo in Sleepy Hollow e siamo più fighi) messa in gioco da Pandora. Cercando quindi l’aiuto della dott.ssa Brennan e del laboratorio del Jeffersonian, Abbie e Ichabod sperano di risalire, tramite l’analisi degli unici resti rimanenti di Howe, al luogo della sua prima sepoltura. Ciò che entrambi ignoravano però è che la dott.ssa Brennan si sarebbe auto-invitata alla spedizione in nome del suo amore per l’antropologia e l’archeologia.

Il nuovo confronto tra le due partnership non fa altro che riconfermare tutti i caratteri evidenziati nella prima parte del cross-over, in una scena però che si arricchisce di nuove sfumature appartenendo questa volta al mondo di Sleepy Hollow. In uno dei momenti migliori dell’intero evento infatti, Ichabod e Brennan vengono divisi da Abbie e Booth da una trappola posizionata proprio nella tomba vuota di Washington e destinata all’armata dei Draugur. Mentre Ichabod e Brennan quindi affrontano nuovamente la realtà di fronte a loro con occhi completamente diversi, dall’altra parte Abbie e Booth agiscono come più sono abituati per riunirsi il prima possibile con le loro metà. Ed è quando questo avviene, Booth e Brennan escono di scena, lasciando a Ichabod e Abbie la libertà di affrontare questa nuova minaccia nell’unico modo che conoscono.

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Che sia fuoco greco o semplicemente napalm, Abbie e Ichabod affiancati da Jenny e Joe, riescono a ricreare l’arma necessaria per sconfiggere l’armata di Howe, riproducendo quindi lo stesso piano messo in atto secoli prima da Betsy Ross ma evitando adesso la distruzione dell’intera città. In una battaglia intensa, viva e tremendamente autentica per la natura e lo spirito della serie, Abbie, Ichabod, Jenny e Joe danno vita ad un’organizzazione di squadra perfetta, in cui ognuno occupa il posto migliore per vegliare sugli altri e per annientare l’esercito di Draugur, riuscendo perfettamente nel loro intento e riportando, anche solo per quella notte, la serenità a Sleepy Hollow.

In un episodio in cui la storia, i flashback, il compito dei due testimoni, le strategie e persino quei personaggi ancora dubbi come Betsy Ross e Joe Corbin trovano la loro perfetta collocazione nei tempi e negli spazi, Sleepy Hollow si concede anche la possibilità di aprirsi al cross-over e allo stesso tempo riappropriarsi, spero non solo per questa volta, della sua più autentica identità, tornando come ho detto alla sua essenza più vera e originale. Ultime riflessioni mi sembrano dovute su due aspetti della serie: da una parte c’è per me la scommessa vinta di questa stagione, vale a dire Pandora, il cui piano finale diventa sempre più inquietante perché per quanto Abbie e Ichabod continuino a respingere i suoi attacchi, è la sua tranquillità a turbarmi particolarmente, quasi come se tutte quelle minacce fossero per lei esclusivamente espedienti per raggiungere un fine, diversivi per rallentarli e tenerli occupati mentre la paura lentamente cresce sempre di più; dall’altra parte invece c’è la storyline individuale di Jenny e Joe Corbin, una storia che rischia di diventare superflua ma che adesso comincia ad intrecciarsi anche con il destino di Abbie.

Prima di lasciarvi, vi presento la top 3 di piccoli momenti a mio parere EPICI:

3- Ichabod Crane & Jack Hodgins fist bump, non so cosa sarebbe successo se fossero stati ancora un po’ insieme!
2- Temperance Brennan shippa Ichabbie!! Se solo l’ascoltassero!!

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1- LA BAMBINA VESTITA DA COOKIE LYON A SLEEPY HOLLOW! Chiudete tutto, abbiamo un vincitore!
Questo è tutto quindi per il cross-over più assurdo, ignorato, soddisfacente e ben fatto che abbia mai visto e personalmente non potrei essere più felice di avervelo raccontato.

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

2 COMMENTS

  1. Ciao! Bellissima analisi, complimenti! Sei riuscita a mettere in luce aspetti di alcuni personaggi che non ero riuscita a cogliere pienamente: non seguo Bones e quindi alcune dinamiche mi sono inevitabilmente sfuggite.
    Devo dire che dal punto di vista del cross-over ho apprezzato di più l’episodio di Bones: ho adorato gli scambi tra Ichabod e Brennan. Tuttavia anche l’episodio di SH non mi ha lasciata indifferente, sebbene per motivi più strettamente legati alla serie stessa: vedi storyline di Jenny e Joe o gli zombie con le giubbe rosse che ci hanno riportato le sensazioni della prima stagione dello show. Pandora, inoltre, mi piace tantissimo: il suo parlare con tono mellifluo, la sua pacatezza e il suo non scomporsi mai sono tutti elementi che mi inquietano non poco. Sono troppo curiosa di scoprire quale sia il suo piano finale. Vedremo!

    Comunque tanti kudos a Brennan che in 5 minuti ha capito tutto sugli Ichabbie. Speriamo che qualcuno l’abbia ascoltata…

    • CIAO!!!! Partiamo dal presupposto che ti adoro!! Sono d’accordissimo con te, dal punto di vista del cross-over l’episodio di Bones è stato più ricco ma dal punto di vista individuale ho amato l’episodio di Sleepy Hollow perchè sembrava davvero di tornare alle origini, con Ichabod & Abbie in piena guerra, aiutati da Jenny e Joe nei sotterranei, proprio come ai vecchi tempi!! Non sono una grande fan dei nuovi personaggi ma PANDORA è il MASSIMO!! E amo quello stesso aspetto che hai notato anche tu, la sua voce così pacata, eterea, leggera, non si scompone affatto e questo fa pensare che il suo piano sia ben più grande di quello che pensiamo! Infine Temperance come al solito ha capito tutto, come si dice “from her lips to writers’ ears”? 😀 GRAZIE MILLE DEL COMMENTO!!

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