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Avvocato per la difesa: il finale di Lost

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Avvocato per la difesa: il finale di Lost

Quest’oggi, Vostro Onore, desidero portare alla vostra attenzione e a quella di tutti i membri della giuria un caso apparentemente chiuso da tempo ma in realtà ancora dibattuto in ogni dove, visto l’impatto planetario avuto dalla serie di cui andremo a discutere e della quantità di aspettative (più o meno deluse) accumulate in vista dell’attesissimo finale andato in onda il 23 maggio 2010.

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Parliamo del tanto contestato finale di Lost, show che è entrato a pieno titolo nell’Olimpo di quelle serie che hanno fatto la storia e che, per i motivi più disparati, continuano a far parlare di sé anche a distanza di anni. E tra i motivi più disparati a volte ci sono anche quelli negativi, come le critiche dei detrattori. Questa mia arringa non mira a far cambiare idea a quelle persone che non vedranno mai i pregi del series finale di Lost perché non ne hanno mai apprezzato la storia e la struttura in primis, perché entreremmo nel reame degli insindacabili gusti personali. Gli esponenti dell’accusa a cui vorrei rivolgermi sono chiaramente quelli che Lost l’hanno sempre amato, fin dall’inizio, e sono rimasti delusi solo dalla conclusione, e questi si dividono fondamentalmente in due categorie: quelli che non hanno gradito il finale perché non ha soddisfatto le loro aspettative (missione dura, ma spero di portare un po’ d’acqua al mio mulino per accordarci almeno su qualche punto) e quelli a cui non è piaciuto perché non l’hanno capito.

Riguardo questi ultimi, un qualsiasi blog/sito affidabile o le parole dirette degli autori dovrebbero già aver chiarito abbastanza la situazione, ma a scanso di equivoci: NO, i Losties non erano tutti morti fin dall’inizio. Non so perché, forse un passaparola o non saprei cosa, ma questa teoria continua a deviare le menti degli spettatori da anni. OB-IP199_lost_E_20100524091946In realtà tutto quello che è successo sull’Isola (e fuori) dall’incidente dell’Oceanic in poi (tranne i flash-sideways, ovvero quegli squarci di realtà alternativa iniziati a vedere nella sesta e ultima stagione) è successo realmente: niente sogni, niente purgatorio/inferno (anche se credo quest’ultima teoria sia nata grazie all’affermazione di Richard all’inizio dell’episodio incentrato sul suo passato… o è l’affermazione che è stata scritta per Richard APPOSTA per alimentare una diceria già in circolo in rete? Francamente dopo tutto questo tempo ho ricordi vaghi sulle discussioni allora in auge su internet e mi sembrerebbe come decretare se sia nato prima l’uovo o la gallina). La realtà alternativa dei flash-sideways non è davvero una realtà: come suo padre spiega a Jack (e a noi) in quel finale, si tratta di una specie di limbo che i nostri protagonisti si sono creati inconsciamente in attesa di “svegliarsi” e radunarsi tutti nello stesso posto, un gruppo di persone che venivano da background diversi e (i superstiti perlomeno) hanno preso strade diverse in seguito, ma tutti accomunati da quell’incredibile esperienza che li ha segnati: il tempo passato insieme sull’Isola aveva fatto creare loro un legame che non poteva semplicemente spezzarsi alla fine delle loro vite, ma li ha portati a rincontrarsi in quel limbo dopo la morte per passare oltre tutti insieme. Sono morti tutti in momenti diversi della loro vita (chi nella prima stagione, chi nella quinta, chi come Jack nell’ultima inquadratura del finale e chi, come Sawyer o Kate, presumibilmente molto dopo), ma si sono “aspettati” dall’altra parte, f426c1ca76ed72e8_SawyerJulietLostSeriesFinalquando tutti sarebbero stati pronti (abbiamo visto anche alcuni, come Ben, che in questa circostanza ancora non lo erano). Questo è il nocciolo di tutta la sesta stagione, non solo del series finale. Non pretendo che questo chiarimento faccia sentire i fan meno presi in giro di come lo erano credendo di aver assistito a sei stagioni di avventure di gente morta in un’Isola che in realtà è una metafora del Purgatorio…no, invece è proprio quello che vorrei! Far capire perché a mio vedere il finale di Lost, seppur lasciando un minimo di amaro in bocca a chi ha fedelmente seguito passo passo e con trasporto ogni singola vicenda dei sopravvissuti all’incidente aereo (e quale series finale non lascia almeno un minimo di amaro? È un caso oggettivamente più unico che raro che l’intero fandom di una serie molto seguita sia unanimemente concorde nel promuoverne la conclusione al 100%), è tutto sommato la chiusura migliore per questo show.

E nel farlo vorrei soffermarmi su quelle che sono state le critiche più comunemente mosse ad esso:

1) Perché i flash-sideways? Questo titolo comprende in realtà una miriade di dubbi legati al dipanarsi dell’ultima stagione e che, anche se con minore insistenza rispetto ad altre critiche, spesso riemergono nelle discussioni pro vs contro questo series finale. Innanzitutto, per legarsi al “troppa carne al fuoco per niente” di cui parlerò meglio al punto successivo, comprendo il disorientamento di chi si era fatto una “lista di misteri” e sperava di spuntarne uno a puntata quando, nella première della sesta stagione, anziché un dubbio risolto si trova di fronte a un nuovo dilemma. Viene da chiedersi perché disturbarsi a creare una realtà alternativa che ci ha fatto arrovellare il cervello per 16 (tecnicamente 18) episodi quando il fine ultimo era dirci che tutto quello che abbiamo visto in questi flash non è reale, si tratta solo di un luogo di transizione. Era davvero necessario scomodarsi tanto? lost6x01-0050Sempre nell’ottica del tipo di prodotto che ci hanno offerto i malefici Darlton per sei anni, io credo di sì: far cambiare rotta inaspettatamente alla narrazione in Lost è stato pane quotidiano anche in passato (ricordate il finale della terza stagione, in cui scopriamo che i soliti flashback sono stati sostituiti da flashforward?), quindi comprendo il desiderio di stupire lo spettatore anche a una manciata di episodi dal gran finale inserendo un nuovo elemento di dibattito. Non sarà stato particolarmente utile ai fini dell’economia narrativa e forse in parecchi non hanno gradito la trovata per motivi di altro genere, ma io non riesco a bocciare la scelta in toto e, nell’ottica della svolta più mistica che si è scelto di dare alla serie in prossimità della fine, in fondo non è stata neanche così fuori posto.

2) Aspettative deluse. È il motivo cardine che muove un’intera categoria di delusi: dopo la dedizione allo show, la fiducia incondizionata nell’operato di Lindelof e Cuse, la certezza che ci forniranno risposta a tutti i mille misteri che hanno elaborato nel corso della storia, abbiamo un finale che non ci spiega nulla e devia totalmente verso il lato più spirituale. La mia obiezione principale a questa critica è: arrivati a un certo punto volevate davvero un finale che snocciolasse schematicamente uno per uno tutti i misteri rimasti insoluti nel corso della serie? Io per prima, quando ho iniziato la visione di questo doppio episodio e ho realizzato che almeno il 70% di quello che non ci era stato chiarito fino ad allora non avrebbe certamente trovato risposta nei successivi 104 minuti, ho aggrottato la fronte con perplessità, ma quando lo schermo si è oscurato alla fine avevo le guance umide e già un enorme senso di vuoto (so che conoscete la sensazione!). Il finale è stato un rispecchiare il percorso di Jack, dal suo frequente conflitto uomo di scienza-uomo di fede in opposizione a John Locke alla finale accettazione di una spiritualità più forte della sua razionalità. L’uomo ha accettato l’esistenza di un cuore dell’Isola (e di diventare il custode di quel posto) e di molte altre cose che trascendono la comprensione umana, e con il senno del poi deviare anche la narrazione da un focus più “scientifico” (la spiegazione razionale dei molti misteri legati alla natura dell’Isola) verso una risoluzione più spiritualelost-jack-dad-reunite non la vedo come una facile scappatoia da parte degli autori ma come un percorso quasi obbligato. A chi ha malignato che sia stata una trovata dell’ultimo minuto posso rispondere che credo invece ciecamente nella dichiarazione degli autori che l’arrivo avrebbe dovuto essere quello da tempo, e a dimostrarlo ci sono infiniti richiami alla continuity, più evidente tra tutti il più volte ripetuto mantra “Si vive insieme, si muore da soli”: quante volte l’abbiamo sentito nel corso della serie? Il finale smentisce definitivamente quella convinzione, attraverso le parole di Christian Shephard: “No one does it alone, Jack”.
È naturale che una serie come Lost, che ha condito le vicende di un gruppo di sopravvissuti a un disastro aereo su un’isola sperduta con elementi misteriosi e sovrannaturali, abbia attirato numerosi fan proprio per questo secondo aspetto più che per l’introspezione dei personaggi e l’analisi dei loro comportamenti, ma alla fine dei giochi guardandoci indietro vediamo episodi intervallati da flashback sulle vite di questi personaggi prima di finire sull’Isola e come il loro essere si riflette nella vita “in branco”, in situazioni che mettono alla prova le loro capacità. L’elemento sovrannaturale ha arricchito la narrazione degli eventi sull’Isola creando quell’alone di mistero e dando vita alle infinite congetture dei fan sui forum dedicati alla serie, ma quello che sembra essere sfuggito a molti è che, alla base di tutto, c’è una storia molto più legata alle persone che ai misteri che li hanno interessati. Alla fine della fiera ci interessa davvero sapere che ci fa un orso polare in un’isola del Pacifico? lost-series-finale-discussion-damon-lindelof-carlton-cuseA me no, anche perché mi ero già scordata della sua comparsa all’inizio della stagione seguente, quello che invece mi è rimasto dopo la conclusione dello show è l’esplorazione della natura umana compiuto inserendo queste persone in un contesto non comune, con lo stesso successo che trovo finora tra gli show post-Lost partoriti sempre dalla mentre di J.J.Abrams sia ben riuscito solo nell’universo di Fringe. Per apprezzare davvero questo finale penso ci si debba dimenticare dei misteri accumulati nel corso delle stagioni e prenderli come quello che simboleggiano: domande che tutti noi ci poniamo nel corso delle nostre esistenze, senza riuscire a trovare risposta a ognuna. Se vedessimo questo finale, e in seguito di nuovo tutta la serie, nell’ottica di ciò che ora sappiamo, penso che il viaggio dei Losties apparirebbe ancora più chiaramente come la metafora della vita che credo abbia voluto essere: le sfide quotidiane, i dubbi mistici, i contrasti e molto altro ancora, solo posti in un contesto estremo per enfatizzarne alcuni aspetti. Se una delle critiche legate alle aspettative deluse recita “gli autori hanno furbamente puntato tutto sui sentimenti per distrarci dal fatto che non hanno risposto alle nostre domande”, a questo punto la mia risposta è “ben venga”.

3) Non ha senso! Così, senza ulteriori spiegazioni, è uno dei commenti negativi più diffusi e, proprio per la sua vaghezza, uno di quelli a cui trovo più difficile controbattere: perché non avrebbe senso?
Perché troppo “romantico”? Abbiamo detto che, sotto la scorza sovrannaturale nella trama di Lost, batte un cuore umano, e che per questo il finale incentrato sui saldi rapporti interpersonali e su come questi possano trascendere le nostre esperienze su questa Terra ha ragione di esistere e anzi è a mio parere l’unico possibile.
Perché non risponde a molti quesiti? Chiediamoci quanti di quei quesiti avevano davvero bisogno di una risposta e poi se davvero, alla fine del percorso fatto, ci sarebbe piaciuto un freddo elenco di risposte anziché il “caldo abbraccio” di una chiusura come quella a cui abbiamo assistito.
Anche solo visivamente e strutturalmente parlando, Lost si conclude con un anello finale che chiude la catena aperta nel pilot e lo riflette in più modi: il viaggio di scoperta di Jack si chiude in mezzo al canneto, dove era iniziato, trova sempre il cane Vincent accanto a lui, un aereo decolla laddove nel pilot un altro si era appena schiantato, e poi il famoso close-up sull’occhio che si chiude, richiamo all’occhio che si apre nei primi secondi del primo episodio.  E vi assicuro che Jack non era uno dei miei personaggi preferiti, ma quegli ultimi momenti dedicati a lui erano dovuti, e la prima parola che mi è venuta in mente al termine di quella scena così ben orchestrata, con l’accompagnamento del tema “Moving On” (standing ovation in generale a tutte le musiche create per lo show da Michael Giacchino) fino alla dissolvenza in nero finale con comparsa del logo è stata POESIA, pura poesia.
Il viaggio dei Losties, tutti e non solo Jack, è paragonabile a quello dei protagonisti di un bildungsroman: è stato crescita, formazione, cambiamento, scoperta di sé…e considerando il finale come apoteosi di questi aspetti direi che a mio avviso il tutto ha perfettamente senso.

lost-closed-eyeLa disputa tra coloro che hanno adorato e coloro che sono rimasti delusi dal finale di Lost va avanti da un po’ e sono abbastanza sicura proseguirà finché ci saranno nuovi spettatori che decideranno di prendere in mano la serie per un recupero, la mia arringa non ha la pretesa di convincere la totalità dei membri della fazione opposta a rivalutare le loro posizioni, ma spero che sia base di riflessione per chi fonda le proprie critiche su fattori che a mio parere non appartengono al messaggio che Lost voleva trasmettere al pubblico con le vicende dei suoi personaggi.

“Life and Death” è anche il titolo di un tema musicale ricorrente nello show, oltre a far parte della catchphrase già ricordata in precedenza, ed è in sintesi quello che la serie racconta: vita e morte, drammi più o meno grandi dell’esistenza terrena, domande più grandi di noi, dibattito sulla vita oltre la morte.

In sostanza, Vostro Onore, la difesa sostiene che il finale ci ha raccontato qualcosa che l’intera serie aveva già esplorato durante tutto il suo corso e rappresenta perciò l’unica via possibile al termine di un percorso come quello fatto insieme ai protagonisti, alle cui vicende ci siamo così appassionati perché si tratta di persone più o meno perdute che provano a ritrovarsi, e non tanto perché coinvolte in misteri da sviscerare.

Ho terminato.

LOST

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

9 COMMENTS

    • Ahahah io anche avrò scritto le stesse identiche parole almeno 3 volte tra i commenti nel gruppo Noi…Telefilm Addicted, alla fine ho pensato che facevo prima a farci un articolo!
      Comunque è bello vedere che siamo parecchi nel club di chi ha apprezzato 😉

  1. io ho ancora la pelle d’oca ogni volta che si parla di lost e del suo finale…io l’ho ADORATO in un modo mai successo prima!
    un finale migliore secondo me non potevano farlo, Lost è sempre stato una serie concentrata sui personaggi…tutto il mistero era solo una cornice, una cornice fantastica senza dubbio…i misteri hanno portato ad amarlo forse ancora di più, ma chi ha visto lost può capirlo: quello che amiamo tanto e che ancora oggi a distanza di anni ricordiamo e portiamo nel cuore sono i personaggi! Chi non ha amato Boone che porta la penne a Jack subito dopo il disastro? o Hurley che doveva tenere d’occhio Clare…o Locke che si guarda i piedi muoversi….le scritte sulla mano di Charlie, i soprannomi di sawyer, le lentiggini di kate, la follia di desmond, la telefonata con Penny, “io ho sempre un piano” di Benjamin Linus…la prima conversazione tra sahyd e hurley, il momento in cui kate ricuce la ferita a jack…potrei andare avanti per ore, sono questi i momenti che ricorderemo sempre e non l’orso polare ( che poi li spiegavano il motivo, erano esperimenti della dharma), il rifornimento di cibo che precipitava sull’isola ect..
    non mi stancherò mai di dire quanto ho amato questa serie,e non dimenticherò mai i finali di stagione malefici che mi facevano friggere letteralmente il cervello nell’attesa della stagione sucessiva!
    Grazie per questo articolo Ale, mi hai fatto tornare alla mente tutte quelle bellissime sensazioni che ho provato e ho ripercorso ancora una volta i momenti migliori di questa meravigliosa serie che ha cambiato la storia delle serie tv, tanti ci hanno provato a imitarne le strutture ma pochi, anzi nessuno a mio avviso, ci è ancora riuscito!

    • Grazie a te del commento, è stato bellissimo anche per me ripercorrere molti bei momenti di questa serie scrivendo l’articolo.
      Sottoscrivo ogni parola che hai detto, e il bello è che poco tempo fa mi è stato detto che non è più il caso di parlare di Lost ormai…eppure io vedo che i fan più fan sono sempre felici di partecipare alle discussioni, ma soprattutto continuano a spuntare nuovi spettatori che, alla fine dei recuperi, hanno ancora esattamente gli stessi dubbi (e le stesse critiche) che ho scritto qui sopra. Quindi no, credo non se ne parli mai abbastanza, e sono felice che anche altri siano d’accordo 😉

  2. Ma il problema di Lost non è la puntata finale! Ma la puntata 6×15! Non avessero dato risposte e fosse rimasto tutto sul vago e nella nostra immaginazione! Magari! Con Across the sea hanno dato risposte, e sono un insulto. Hanno fatto un episodio puramente fantasy che spiega tutto con la magia, la fonte di luce, vita, morte e rinascita e vattellapesca e il gemello buono e quello cattivo. Che originalità. E la ruota che la giri e incanali la luce per lasciare l’isola. Ah, si? -.- E quelli che non hanno capito il finale…ma esistono davvero??!! Ma se lo dice lo stesso padre di Jack che sono in un limbo dopo la morte e che sono morti tutti perché, sai, prima o poi si muore e morti tutti si sono ritrovati lì assieme perché l’isola è stata la parte più importante della loro vita. Che c’è da capire se lo dice forte e chiaro? Peccato non poter vedere tutto quello che è successo dopo la morte di Jack, la vita dei sei sopravvissuti fuori dall’isola e di hugo e ben sull’isola, senza Jack che ho sempre odiato *.* Quello sarebbe stato interessante

  3. Capisco il punto di vista di chi ha apprezzato la serie….
    Io sono una di quelle che, mio malgrado, si aspettava una risposta a tutti i misteri, proprio tutti. Diavolo, voglio sapere cosa ci facevano gli orsi polari nell’isola… Sono pro-spiritualità, e proprio per questo le domande e i dubbi che mi pongo nella vita non li lascio in sospeso, ma ci indago. Secondo me molti sono abituati alla spiritualità di molte religioni monoteiste, specialmente il cristianesimo: <>, quante volte mi è stato detto dai parroci cristiani quando chiedevo qualcosa di inspiegabile…Persino gli atei ci ricorrono a volte. Ma non esiste solo quella di spiritualità. Tutto ha una spiegazione, secondo la mia religione, puoi raggiungere la verità con la scienza e con lo spirito, puoi trovare da solo le risposte e non con un libro sacro. Menomale che esistono altre mentalità. Il mondo è bello perché è vario. Voi ci avevate mai pensato? Forse non sono l’unica che ha letto questo articolo e che la pensa come me. Scusate se vado troppo OT

    • Assolutamente d’accordo con la tua ultima affermazione, per quello mi piace esprimere sempre i miei pareri personali quando scrivo: perché nella varietà del mondo è impossibile pensarla tutti allo stesso modo, ma essendo una persona aperta a nuove idee mi piace pensare che a quello che scrivo può seguire una risposta nei commenti che magari mi espone un parere opposto e mi illumina su qualcosa a cui non avevo pensato, così come invece magari quel nuovo spunto mi fa ragionare e alla fine decido comunque che mi sento di rimanere sulle mie posizioni.
      In questo caso sì, hai giustamente notato che il mio articolo è stato scritto da una persona che ha apprezzato la serie, ma come saprai l’aver apprezzato Lost nella sua interezza non ha fermato diversi fan dal lamentarsi del finale. Non riesco a seguirti sul ragionamento religioso che hai fatto perché non so quale sia il tuo credo e comunque non vorrei entrare troppo in questioni personali, ma rimanendo sulla questione telefilmica e più strettamente sull’aver o meno “accettato” questa scelta per il finale di Lost, io ho espresso ovviamente la mia idea sul perché ho trovato le scelte fatte calzanti e ho motivato questo parere, ma in quanto soggettivo rimane un parere aperto a discussioni e anzi mi fa piacere avere un confronto anche con chi la pensa diversamente.

      Come scrivevo in un altro commento, a quanto pare non si parla mai abbastanza di questa serie e sono felice che anche questo mio piccolo contributo a riportare in auge la discussione su Lost capiti ancora sotto agli occhi di qualcuno di tanto in tanto.
      Grazie per essere passata 🙂

  4. Parere mio: hai interpretato la serie secondo il tuo punto di vista (o meglio,ognuno lo ha fatto a suo modo). Il finale ci sta eppure ho la sensazione che nel corso delle stagioni sia stato modificato. Lost ci ha abituati già dalla prima puntata ai misteri e poi col susseguirsi delle puntate,alle risposte. Nell’ultima puntata,però,ci viene spiegato che tutti loro si sono ritrovati sull’isola perché erano “soli” e di conseguenza ci viene mostrato come queste persone,dopo una serie di avventure insieme,abbiano trovato il loro scopo. Tutto molto spirituale,molto commovente. Ma perché scomodarsi tanto su Jacob e il fratello (Smokey)?
    Perché creare tutta la storiella di due bambini senza poteri il quale devono fare da guardia a una sorgente? Smokey come si è trasformato in fumo ? (E non intendo quando cade nella sorgente luminosa). Jacob come ha fatto ad acquistare la longevità assoluta? Sono solo alcune delle domande che lost ci ha abituati a fare per poi avere una risposta eppure a questo non ci ha dato una risposta! Jacob è il bene,Smokey è il male..va bene,ci sta! Ma perché creare una storiella su la madre che viene uccisa e su loro che vengono “rapiti” da questa donna che li plagia sul fatto che la sorgente deve essere assolutamente protetta? Si poteva benissimo fare diversamente! Come fa Jacob ad “uscire” dall’isola per reclutare i candidati quando poi Smokey non era riuscito nel suo intento? Perché non permettere a Smokey di lasciare l’isola prima che diventasse il male se Jacob aveva accettato l’incarico di proteggere l’isola? Sono domande a cui non si è dato risposta non perché di carattere spirituale ma perché dovevano permettere alla serie di seguire questo corso. Eppure erano domande a cui era IMPORTANTE rispondere non come la stupidata dell’orso polare,quella è una risposta stupida da chiedere un po’ come quell’altra “chi sono gli altri?” tutte domandine a cui ci ha risposto lost nel susseguirsi delle puntate ma senza nessuna effettiva utilità. Mi è piaciuto molto lost,il finale è stato azzardato e azzeccato,ma sono rimasto deluso dalle domande importanti a cui la serie doveva rispondere

  5. A distanza di anni dal momento in cui e’ stato scritto questo post mi trovo a commentare ancora LOST… ho letto tutti i vostri commenti,condivisibili o meno (da me) viene fuori che ovviamente ognuno ha una visione personale della cosa e sicuramente molte questioni non vengono spiegate. Ma secondo me non ce n’era bisogno…Lost e’ incentrato sulla vita dei Losties, si fanno accenni a tutto cio’ che viene prima di quegli avvenimenti ma non trovo fondamentale che vengano date risposte anche se ovviamente la curiosita’ e’ umana e quindi ci si fanno mille domande. Ma io personalmente ho amato il finale di Lost come tutta la serie,forse li per li lascia quel senso di amaro in bocca ma piu’ che per i quesiti irrisolti penso sia per la tristezza del fatto che fosse finito. Adesso,dopo tanti anni,la sto rivedendo insieme alla mia ragazza che non l’aveva vista ai tempi,e ad ogni cavolo di episodio ancora mi viene da piangere ripensando alle scene finali,a loro che si ritrovano e si riconoscono… ne ho viste tante di serie TV ma continuo a cosiderare LOST la migliore di tutte, dopo anni e anni ancora penso ai personaggi,alle loro vicende,a tutte le riflessioni che queste serie ti porta a fare durante la visione… per me un capolavoro senza tempo.

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