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Arrow | Recensione 5×08 – Invasion (3)

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Arrow | Recensione 5×08 – Invasion (3)

Invasion! è stato il terzo episodio di questo grande crossover targato DC, ma è stato anche e soprattutto il centesimo episodio di Arrow, e immagino sia proprio in virtù di questo che abbiamo avuto modo di rivedere tantissimi volti familiari, e che la narrazione in generale si sia concentrata soprattutto sui personaggi nati e cresciuti all’interno di questo show, rendendo i vari Barry, Cisco e Kara dei comprimari di poco conto – nonostante si trattasse per l’appunto del crossover.

Devo ammetterlo, l’episodio mi è piaciuto moltissimo e non affermavo una cosa del genere da almeno due stagioni intere. La storyline principale – ovvero quella riguardante Prometheus – è stata momentamente messa in panchina perché l’invasione aliena è un problema leggermente più pressante, quindi ripartiamo esattamente da dove ci aveva lasciato l’episodio di The Flash, ovvero al rapimento alieno in pieno stile X-Files (anche se quelle capsule mi ricordano molto Roswell in realtà, o forse Dragon Ball?). Dopo aver visitato isole deserte e sperdute, dopo aver scoperto dell’esistenza di mondi paralleli come Earth 2, dopo aver visto le linee temporali cambiare giusto quella volta di troppo, stavolta entriamo nel regno del e se…? Come sarebbe la vita dei nostri personaggi se l’isola non fosse mai esistita, se Oliver non fosse diventato Freccia Verde, se i suoi genitori non fossero morti, se Laurel non fosse morta, se Sara non fosse stata presa sotto la propria ala dalla Lega degli Assassini? Sarebbe idilliaca, ecco come sarebbe. Così idilliaca da sembrare quasi finta, perché in verità lo è, finta.

Quello che ho trovato particolarmente interessante non è tanto questo assaggio di felicità che è stato dato ai nostri personaggi, ma il fatto che questa realtà creata dai loro subconsci grazie agli alieni sia una realtà che non solo cancella tutti gli errori che hanno fatto e che li hanno portati a trovarsi nella posizione in cui si trovano adesso, ma che ripercorre anche la linea temporale dei loro rimpianti annullandoli uno dopo l’altro, è una realtà nella quale trovano la validazione che hanno sempre desiderato e mai trovato, una realtà dalla quale nessuno vorrebbe mai più uscire, perché significherebbe ripetere troppi addii dolorosi, ed è ancor più doloroso dire addio per la seconda volta dopo aver avuto un assaggio della vita che sarebbe potuta essere.

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E così Oliver sta per sposarsi con Laurel, con l’amore (apparente) della sua vita, senza averla mai tradita con la sorella, senza averla trascinata involontariamente nel clan dei vigilanti – in un percorso che l’ha infine portata alla morte – senza averla mai fatta soffrire come l’ha fatta soffrire – al punto che perfino il papà Lance è felice di vederlo al fianco della figlia, cosa che nella realtà vera non è mai stata.
Thea non è la figlia problematica che era, quella a cui dover sempre star dietro, ma è una persona adulta e matura su cui tutti sentono di poter fare affidamento, a partire dai suoi genitori.
Diggle ha coronato il suo sogno di essere lui Freccia Verde, perché diciamocelo francamente dai, all’interno del Team Arrow lui è quello che più di chiunque altro sente ‘sua’ la missione – Oliver escluso, ovviamente.
Ray non ha il cuore spezzato da un amore perduto e non ce l’ha nemmeno da Felicity, che invece è la sua fidanzata e insieme sembrano tipo la coppia dell’anno.
E infine c’è Sara, che non è morta e risorta un numero imprecisato di volte, che non è dovuta diventare adulta in dieci secondi netti dopo essere stata accolta dalla Lega degli Assassini, che non ha perso la sorella nel peggiore dei modi possibili proprio quando l’aveva finalmente ritrovata.

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Insomma, c’è una fetta di felicità per tutti in questo quadro, ed è proprio per questo che è tutto ancor più straziante. È doloroso vederli avere flash della loro vita reale, vedere le loro menti risvegliarsi, ma è ancora più doloroso vederli lasciare tutto quanto per tornare alla realtà, vederli perdere nuovamente tutto.

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La scena finale di questa realtà immaginaria, quella in cui Moira, Robert, Tommy, Roy, Felicity e Laurel danno tutti validazione e perdono a Oliver, è stata la seconda più intensa dell’episodio. Rivedere dei personaggi che non sono più fra noi dare la loro benedizione a Oliver, a lui che ha passato tutti questi anni a dannarsi e colpevolizzarsi per tutto e tutti, per la morte del padre, per quella della madre e soprattutto per quelle di Tommy e di Laurel, vedere il suo sguardo, pensare che magari forse ora riuscirà a tormentarsi un attimo di meno (lo so, mi sto illudendo). E poi vedere Roy e Felicity, che sono ancora vivi ma non più al suo fianco, non in senso stretto, e capire che Oliver ha ancora bisogno di loro, che sente la mancanza di ciò che erano, del vecchio team e di Felicity al suo fianco come partner non soltanto in crime. E a questo proposito, credo sia molto più che emblematico il fatto che Oliver inizi a risvegliarsi e a ricordare la realtà vera, solo quando vede il grattacielo con la scritta Smoak Technologies.

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Dicevo che la scena di gruppo è stata la seconda più intensa dell’episodio perché secondo me il podio spetta a Thea. Ormai avrete capito che il suo personaggio è il mio preferito in assoluto, ma credo sia oggettivamente oggettivo che la scena nella quale decide di rimanere nella realtà fasulla sia stata qualcosa di assolutamente indescrivibile. Lei sa che nulla di ciò che la circonda è vero, sa che i genitori e Laurel continuano a essere morti, sa che papà Queen in realtà non è suo padre, ma decide di rimanere, perché preferisce avere quella felicità fittizia piuttosto che essere la protagonista di altri addii – salvo poi capire che è proprio facendo questa scelta, rimanendo lì, che finirà per pronunciarne di nuovi, più permanenti e soprattutto più reali, visto che rimanendo perderebbe il fratello che è ancora vivo, e tutto il resto degli amici, anch’essi ancora vivi. Sono felicissima che Thea abbia rispolverato il costume da Speedy, che per un po’ sia tornata a essere quella che era, quella che in realtà non ha mai smesso di essere, e spero di rivederla in questi panni anche dopo il crossover.

Se proprio devo trovare dei difetti a questo episodio, direi che risiedono solo e soltanto nel fatto che di crossover ha ben poco. Barry e Supergirl praticamente non si sono visti, e Roy e Sara non riesco a considerarli propriamente ‘crossover’, visto che a tutti gli effetti sono nati in Arrow e – soprattutto per quel che riguarda Sara – continueranno ad appartenervi. Ma in fondo è stato giusto così, in un episodio – il centesimo – che doveva celebrare la serie, è stato giusto dare spazio solo a chi alla serie appartiene – o è appartenuto – sul serio.

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Per il resto, ho amato Curtis e Cisco VS dispositivo alieno, voglio più scene di loro due insieme, questi due bambinoni troppo cresciuti che di fronte a materiale tecnologico si esaltano come un bimbo di fronte ai Lego di Star Wars!

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Ho anche amato lo snobbismo di Rene nei confronti del metaumano e dell’aliena, devo ammettere che il suo personaggio sta iniziando a starmi veramente simpatico.

Spero che questo episodio tutt’altro che noioso non rimanga un’eccezione, ma che sia piuttosto il preludio a un’innalzamento alla qualità della serie. Non pretendo si torni ai fasti delle prime due stagioni – che sono abbastanza realista da riconoscere che siano perduti per sempre – ma ad esempio in questo episodio non ho rischiato di addormentarmi nemmeno una volta, non l’ho passato controllando il tempo residuo e chiedendomi perché non passasse mai e non ho concluso la visione indignata dal nonsense e dalla noia. Insomma, già eliminare queste cose sarebbe un gigantesco passo in avanti – ma come sono una povera illusa quando spero che i tempi da piagnone di Oliver siano finiti, immagino di esserlo anche quando spero che la serie si risollevi. Vi prego autori, datemi torto, VI PREGO!

Con questa recensione si conclude anche la mia breve avventura con Arrow – perché da settimana prossima le recensioni torneranno nella mani della loro legittima autrice. Vi ringrazio di cuore per avermi seguito e vi lascio invitandovi a visitare le seguenti pagine!

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

1 COMMENT

  1. Grazie a te e alla tua simpatia!

    E congratulazioni alla serie per questo invidiabile traguardo, sì dico così perché in un periodo come questo dove le serie muoiono come mosche, è fantastico arrivare al 100 episodio

    della puntata ho trovato struggente l’addio di Oliver ai suoi genitori e a coloro che sono morti o lontani, vedi Roy, e bellissima Thea nella sua incertezza, restare o tornare nella realtà? felicissima che abbia scelto la seconda

    Magnifici i nostri che combattono contro i loro mostri personali: Sara contro Damien l’assassino di Laurel, Oliver contro Slade l’assassino di sua madre, Thea vs Malcolm che goduria quando lo fa fuori, John contro HIVE che gli ricorda suo fratello e Ray contro i soldati di Slade che uccisero la sua fidanzata

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