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5 Nuove stagioni di serie tv che stanno superando le aspettative

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5 Nuove stagioni di serie tv che stanno superando le aspettative

Giunti quasi al consueto giro di boa delle serie tv che seguono la tradizionale trasmissione autunno-primaverile, è arrivato il momento di delineare un primo bilancio delle nuove stagioni al momento in onda, evidenziando quelle che finora hanno rispettato o addirittura ecceduto le mie personali aspettative. In realtà, considerati i miei nuovi standard (leggi anche “la mia attuale scarsa propensione a recuperare gli episodi arretrati”), questo articolo intende premiare principalmente quelle serie tv che con le nuove stagioni hanno saputo creare e mantenere, almeno in questa prima parte, un ritmo narrativo originale, intrigante e attraente, che mi coinvolgesse tanto da spingermi a controllare quanti minuti avessi ancora a disposizione e non quanti ne mancassero alla fine del supplizio.

Nella speranza quindi di non ritrovarmi contraddetta al traguardo di fine stagione, con cauto ottimismo, passiamo in rassegna le cinque serie tv che al momento stanno affrontando a testa alta la sfida con le aspettative dei newtork e dei fan.

1. 5 Nuove stagioni di serie tv che stanno superando le aspettative: Doctor Who – Stagione 12

Il paradosso con questa serie sta nel non riuscire a capire se la sorpresa maggiore sia inserirlo in questa lista delle migliori nuove stagioni o meno, perché “Doctor Who” non avrebbe mai dovuto essere uno show tanto incerto da essere messo in dubbio ma al tempo stesso la fiducia era purtroppo calata ai minimi storici, tanto da non mettere davvero in conto una tale inverosimile ripresa.

Sebbene in bilico tra la profanazione imperdonabile di un passato che sostiene l’essenza stessa della serie e la creazione di un nuovo capitolo che andrebbe solo a rafforzare la mitologia senza mutarla, una realtà resta innegabile: la dodicesima stagione di questa serie “profuma” di “Doctor Who, parla come “Doctor Who” e soprattutto vive e insegna a vivere come “Doctor Who” ha sempre fatto.

Con una scrittura tanto attenta, vivace, coinvolgente e profonda da non sembrare affatto conseguente all’undicesima stagione, i primi cinque episodi della nuova stagione, con tutti i rischi e i timori che li circondano, hanno finalmente alimentato e ravvivato una serie sul punto di perdere la sua identità, hanno fatto rinascere discussioni, teorie, ipotesi, hanno riacceso quell’appagante ed eccitante sensazione di amore per la conoscenza e per il mistero che “Doctor Who” ha saputo padroneggiare con maestria nel corso della sua intera esistenza.

Attraverso l’introduzione della nuova incarnazione del Master di Sacha Dhawan, la presentazione della misteriosa identità del Dottore di Ruth e soprattutto la rivisitazione di “eroi dimenticati” come Ada Lovelace e Nikola Tesla che ricevono finalmente l’attenzione e la gratitudine che meritano per aver plasmato il nostro presente, la dodicesima stagione di “Doctor Who” sembra aver davvero ricordato cosa significhi portare quel titolo. Preghiamo solo che non dimentichi in seguito la storia che l’ha creato.

2. 5 nuove stagioni di serie tv che stanno superando le aspettative: Burden of Truth – Stagione 3

Burden of Truth” è al momento per me uno degli show più avvincenti, definiti e stabili tra quelli che compongono il mio palinsesto settimanale, non è quindi una sorpresa, per quanto mi riguarda, che la sua terza stagione stia percorrendo la stessa strada precisa ed equilibrata delle precedenti due, portando in scena una narrazione lineare e profonda ma soprattutto una trama orizzontale che, con dieci episodi a disposizione, non ha il tempo o la voglia di perdersi in momenti filler e si rivela invece sempre viva, sempre intensa, sempre soddisfacente.

Burden of truth” è un legal drama che ha un obiettivo ben preciso e ogni volta lo raggiunge e lo porta a compimento con una straordinaria e graduale evoluzione della storia principale che si intreccia perfettamente con le parentesi aggiuntive e che soprattutto eccelle contemporaneamente nella caratterizzazione psicologica dei personaggi e delle loro relazioni.

La terza stagione sposa nuovamente gli obiettivi alla base della serie, con una terza trama orizzontale che riporta Joanna a Milwood ma che soprattutto la rimette nuovamente faccia a faccia con un passato che non ha ancora affrontato del tutto e con una serie di problemi psicologici che non vengono silenziati o risolti miracolosamente solo grazie alla nuova avventura professionale e alla salutare relazione con Billy. La nuova stagione sta presentando Joanna come un realistico ed umano “work in progress”, una donna scissa tra la persona che credeva di essere e quella che in realtà è e vuole diventare, e lo sta facendo riportando nella sua vita i demoni e i guardiani del suo passato, tra gli errori e le bugie di suo padre e quelle ferite personali che non vuole ammettere neanche a se stessa ma che è costretta a riconoscere perché è proprio in quelle ferite che il caso della stagione affonda le sue radici.

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Con le debolezze di Billy ancora da sviluppare e il destino di Taylor e Owen ancora da definire, “Burden of truth” raggiunge il traguardo di metà stagione con una serie di interrogativi aperti, con storie che aspettano solo di essere raccontate e con conti del passato che devono essere chiusi una volta per tutte. Forte di una necessaria e ammirevole rappresentazione delle minoranze e delle comunità indigene delle località canadesi, “Burden of Truth” nella sua modestia non lascia nulla al caso, segue con attenzione tutti gli aspetti che rendono una serie meritevole e infine definisce la propria identità con maggiore personalità rispetto ad altri show che vantano il doppio del loro budget e della loro visibilità.

3. 5 nuove stagioni di serie tv che stanno superando le aspettative: Manifest – Stagione 2

Sebbene siano stati trasmessi solo i primi quattro episodi, non si può negare quanto “Manifest” sia tornato più convincente di come l’avevamo lasciato alla fine della stagione d’esordio. Quella che infatti doveva essere la serie rivelazione per eccellenza della stagione 2018/2019 ha in realtà ceduto il primato a “New Amsterdam”, perdendo nel corso della prima stagione quell’originalità intrigante che aveva caratterizzato i primi episodi. Con il nuovo corso, però, Manifest” sembra aver ridotto quella dispersione narrativa che aveva quasi condannato una serie destinata ad eccellere, concentrando tutta l’attenzione su una storia orizzontale principale e sul mistero ad essa legata, ossia la natura delle “chiamate” e la funesta premonizione che incombe su tutti i sopravvissuti del volo 828 e su Zeke, il cui legame con i passeggeri resta ancora un mistero. Sebbene sia sempre vivo l’interrogativo maggiore che guida la narrazione, vale a dire cosa sia effettivamente avvenuto al volo del miracolo, e soprattutto si stiano sviluppando con ordine anche le indagini che ruotano intorno al piano segreto del Major, il focus principale di questa prima parte di stagione sembra essersi stabilizzato, aiutando in questo modo anche la concentrazione dello spettatore che non si perde in troppe domande senza risposta.

Per una rinata Grace, anche lei più stabile e pienamente inserita nella trama principale, i primi episodi della seconda stagione di “Manifest” presentano anche un sempre meno sopportabile Jared, i cui sentimenti per Michaela potrebbero presto “danneggiare” la sua lealtà nei confronti dell’ex, inevitabilmente legata ora a Zeke, che rappresenta al momento la sua migliore controparte. Il recente quarto episodio ha finalmente inserito nuovamente Saanvi nelle dinamiche collettive della serie dopo un inizio vissuto un po’ a bordocampo, mentre Ben tiene tra le mani, con sicurezza e fascino (once Charming, always Charming), le redini della leadership della storia. Se è vero che il percorso della seconda stagione è ancora agli esordi, è anche vero che “Manifest” sembra aver corretto la traiettoria del suo volo per riprendere il posto che gli spetta tra le serie più originali e affascinanti degli ultimi 5 anni.

4. 5 nuove stagioni di serie tv che stanno superando le aspettative: New Amsterdam – Stagione 2

Ultimo fiore all’occhiello della NBC che ha assicurato al suo nuovo “E.R.” altre tre stagioni (pericolosa arma a doppio taglio), che “New Amsterdam” si stia riconfermando il medical drama di cui avevamo bisogno non è in fondo una gran sorpresa ma una rassicurante certezza. Il finale della stagione d’esordio aveva in fondo realizzato una sorta di “profezia” che aleggiava sulla serie fin dal pilot, togliendo dalla scacchiera narrativa e dalla vita di Max un pezzo fondamentale per il suo equilibrio ma anche per l’evoluzione di una trama drammatica di cui lo show evidentemente si nutre.

Questa prima metà della seconda stagione ha scelto quindi di seguire maggiormente i percorsi individuali di tutti i personaggi che compongono il team principale del “Dam”, a discapito forse di una fondamentale dinamica di gruppo ma permettendo anche in questo modo un’evoluzione più omogenea dei diversi protagonisti, seppure a volte con evidenti stacchi di percentuale di screentime e presenza.

Perno di centrale di questo primo ciclo di episodi è infatti Helen Sharp, che se nella prima stagione è stata “spogliata” della sua immagine pubblica a favore di un ritorno alle sue origini essenziali di medico al servizio dei pazienti, in questa seconda stagione dispiega nuovi aspetti della sua professionalità e della sua personalità, aprendo gli orizzonti della sua visione sulla medicina moderna e rivelando una ribellione prorompente nella gestione dei suoi compiti che lo stretto legame con l’amministrazione ospedaliera aveva forse anestetizzato per troppo tempo ma che adesso la perdita del suo ruolo di leadership nel reparto di oncologia le restituisce come un inaspettato risveglio.

Troppo spesso relegata ai problemi derivanti dalla sua dipendenza e dalle conseguenze dell’incidente, appare ancora sottovalutata rispetto al resto del team la dottoressa Lauren Bloom che invece, in quanto capo del pronto soccorso, ogni volta che ne ha la possibilità, eccelle nella sua commistione di umanità, ironia e intuizione, un aspetto che la rende non solo un medico straordinario ma anche un personaggio che ha ancora molto da dire. Degna di nota è la sequenza continua di circa 15 minuti che apre il sesto episodio e che vede Lauren al centro di una serie di emergenze a catena che invadono il pronto soccorso e che ruotano intorno a Janet Montgomery come unico pilastro del cast principale.

Alle soglie di una spirale discendente per la psicologia di Iggy Frome, “New Amsterdam” è solo all’inizio di un percorso che promette ancora una narrazione emozionante e diversa da ciò che è stato fatto finora, nella speranza che la longevità non rovini l’autentica anima di questa serie.

5. 5 nuove stagioni di serie tv che stanno superando le aspettative: 9-1-1 – Stagione 3

Un po’ come per “New Amsterdam”, anche “9-1-1” è in realtà una serie che presenta come suo maggiore punto di forza una straordinaria costanza nel mantenere un ritmo e un livello qualitativo sempre alti e sempre soddisfacenti. Con un perfetto equilibrio nella gestione rapida e avvincente della trama di ogni singolo episodio, nonostante “9-1-1” non possegga quasi mai una storyline orizzontale che occupi un arco di puntate, anche le storie più squisitamente filler di questa serie presentano una scrittura tanto attenta e profonda da non risultare mai fini a se stesse e mai prive di un’emozionante umanità.

Le caratterizzazioni dei protagonisti in questa terza stagione non dimenticano né ignorano i diversi eventi drammatici della stagione precedente, dimostrando in questo modo un percorso di crescita in cui tutti loro scendono a patti con le rispettive sofferenze e con i traumi del passato, proprio come accade con i fantasmi e i demoni personali che ancora “perseguitano” Maddie ed Eddie e che mettono anche a rischio la stabilità del presente.

Con una perfetta gestione della coralità del suo ensemble, “9-1-1” sta conducendo la sua nuova stagione con un giusto equilibrio di verosimiglianza e licenze “artistiche”, non dimenticando mai quelle particolarità narrative che rendono la serie differente dalle colleghe di genere.

https://twitter.com/911onFOX/status/1201969069710180352

A metà o quasi del loro percorso, con le loro nuove stagioni, questi show stanno vincendo al momento la sfida con il successo che li ha preceduti e con quello che ancora potrebbero raggiungere, alzando inevitabilmente lo standard delle aspettative ma rivelandosi così nuovi punti di riferimento di un panorama televisivo che vive costantemente in precario equilibrio.

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

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