Home Recensioni Will & Grace 9×01 – Quello strano senso di disagio

Will & Grace 9×01 – Quello strano senso di disagio

2
Will & Grace 9×01 – Quello strano senso di disagio

Devo ammettere che incontrare nuovamente i personaggi di Will & Grace ha avuto su di me un effetto duplice e non interamente piacevole: da un lato c’è stata la gioia di ritrovare vecchi amici, che hanno forse perso un po’ di smalto ma che sono ancora in grado di assestare esilaranti stoccate, dall’altro ho percepito per tutta la durata dell’episodio un senso di straniamento che mi ha infastidito e che mi ha impedito di abbandonarmi completamente alla visione.

Partiamo soprattutto con l’affrontare LA questione, quel grosso dubbio che ha tormentato un po’ tutti i fan da quando gli autori hanno annunciato che avrebbero fatto piazza pulita del finale: come cancellare in maniera plausibile due figli e una frattura durata quasi vent’anni? Semplice, facendo finta che si sia trattato solo di un sogno alcolico partorito dalla mente di Karen.
Come espediente l’ho trovato molto semplicistico e raffazzonato, ma è anche vero che non è che ci fossero molte opzioni per superare un ostacolo di tale portata e credo che nessuna soluzione sarebbe stata in grado di soddisfarmi, perché, per quanto dolceamara, la conclusione della serie l’ho sempre trovata “giusta”, la logica conseguenza del rapporto eccessivamente co-dipendente che esiste(va) fra Will e Grace.

Le battute sono state innegabilmente divertenti e hanno prevedibilmente attinto a piene mani alla scena politica attuale e al più o meno recente sbarco di Trump alla Casa Bianca. Proprio questo è uno degli aspetti che mi ha messo in allarme: questo ritorno sembra disegnato appositamente per cavalcare appieno l’onda delle mode del momento, vuoi che si tratti della critica alla disastrosa elezione del nuovo Presidente o dell’impazzare dei revival.

In questo primo episodio, che pure è stato capace di strapparmi diverse risate, Will & Grace mi è un po’ sembrato una pallida imitazione di se stesso, un ricordo che fatica a mettersi a fuoco nonostante o forse proprio a ragione dei tentativi esagerati di ricalcare esattamente i comportamenti e le battute che hanno fatto delle prime otto stagioni un cult.
L’impressione che ne ho ricevuto, personalmente, è quella che provavo da ragazzina quando beccavo la tardona leopardata sguinzagliata a piede libero in discoteca: magari si trattava di una gnocca, di una milfona pazzesca, ma c’era comunque una nota stonata che sembrava urlare “Puoi scatenarti quanto vuoi, ma questo non è più il tuo posto”.
È stato come trovare nell’armadio un vestito per cui si andava pazzi tanti anni fa, provarlo, vedere che tutto sommato ci entriamo ancora ma sentirlo in qualche modo estraneo, come se appartenesse a un’altra vita.

In sostanza, mi è sembrato di guardare Will e Grace che interpretavano i ruoli di Will e Grace e anche se le battute erano quelle “giuste” il tutto mi è risultato in qualche modo sbagliato e dissonante.

I personaggi sono ancora drammaticamente uguali a se stessi, nella buona e nella cattiva sorte, e se da un lato ci facilitano il processo di reintroduzione alla serie, possono risultare a un occhio eccessivamente esigente un tantino stantii e stereotipati.

Dal punto di vista della trama ho trovato deliziosi i siparietti fra Lenny e Jack e interessante il principio di approfondimento su quest’ultimo, che sembra dimostrare un minimo di evoluzione con la presa di coscienza della sua mancata maturazione e del suo essere rimasto inesorabilmente uguale a se stesso.

La staticità del personaggio di Karen non mi turba poi molto o almeno non quanto quella di Will e Grace che, come loro stessi sottolineano, si trovano nuovamente a prendere decisioni che si sono rivelate disastrose in passato e lo fanno con l’inspiegabile convinzione che questa volta tutto andrà per il verso giusto.

Non fraintendetemi, alcuni momenti mi hanno fatto sorridere, a volte persino ridere, ma il tutto è stato abbastanza fine a se stesso. Forse sono io che commetto l’errore di ricercare uno spessore eccessivo in una semplice commedia, ma sono figlia dei tempi di Friends e, per l’appunto, del vecchio Will & Grace e sono stata abituata “male”.

Continuerò a seguire gli episodi successivi perché sono sicura che riusciranno a regalarmi dei momenti di spensierato divertimento, ma credo comunque che questo primo episodio non sia stato all’altezza né delle enormi aspettative generate dall’annuncio del revival né della serie originale.

In attesa e nella speranza di ricredermi, vi do appuntamento alla prossima recensione!

 

Previous article Ask Ausiello | Scoop su Grey’s Anatomy, This Is Us, The Flash, Supernatural e tanti altri!
Next article Victoria | Recensione 2×06 – Faith, Hope and Charity
Avatar photo
Nata come Elisa, fin da bambina dimostra un’inquietante e insopprimibile attrazione per i telefilm e per il bad boy di turno. Le domeniche della sua infanzia le trascorre sfrecciando con Bo e Luke per le stradine polverose della sperduta contea di Hazzard. Gli anni dell’adolescenza scivolano via fra varie serie, senza incontrarne però nessuna che scateni definitivamente il mostro che dorme dentro di lei. L’irreparabile accade quando un’amica le presta i DVD di Roswell: dieci minuti in compagnia di Michael le bastano per perdersi per sempre. Dal primo amore alla follia il passo è breve: in preda a una frenesia inarrestabile comincia a recuperare titoli su titoli, stagioni su stagioni, passando da “Gilmore Girls” fino ad arrivare a serie culto quali “Friends” ed “ER”. Comedy, drama, musical… nessun genere con lei al sicuro. Al momento sta ancora cercando di superare il lutto per la fine di “Sons of Anarchy”, ma potrebbe forse riuscire a consolarsi con il ritorno di Alec in quel di Broadchurch…

2 COMMENTS

    • Spero onestamente di ricredermi con i prossimi episodi, ho amato troppo la serie originale per vederla “rovinata” ç_ç

Rispondi a MooNRiSinG Cancel reply

Please enter your comment!
Please enter your name here