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Unbroken 1×08 – Happily Never After

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Unbroken 1×08 – Happily Never After

Isabel Sanchez Intro

«Mi chiamo Isabel Sanchez.
Per un anno sono stata lontana dai miei amici, dal mio ragazzo, dalla mia famiglia
e dalla mia città. 

Sono stata catapultata nel Medioevo con uno scopo:
diventare regina del regno di Castiglia. 

Ora sono tornata a Houston, ma tutto è cambiato. 

Il destino ha scelto un solo ruolo per me e solo il tempo potrà rivelarmi qual è.»

PREVIOUSLY ON UNBROKEN : QUI


“Da ogni film che vediamo e ogni storia che ci viene raccontata ci aspettiamo un lieto fine. Ma il mondo reale non funziona mai così: si viene rapiti e ingannati. Si va troppo oltre quando bisognerebbe stare fermi.  Si fanno gli stessi errori e non si impara mai.”

CAMERA ISABEL

Dopo una notte insonne, Isabel si alza dal letto, lentamente si avvicina all’armadio come se stesse trainando un carro armato e indossa la sua vestaglia di pile. Poi con la stessa lentezza, apre il primo cassetto del comodino. Prende un diario, uno di quelli ricoperti da una stoffa morbida e completi di lucchetto a forma di cuore. Un po’ infantile, penserebbero in molti, ma non sarebbe infantile se leggessero quello che c’è scritto dentro. Isabel torna nel letto, si infila sotto le coperte e apre il diario. Una sorta di lunga confessione scritta, con i suoi pensieri, la sua versione dei fatti. La sua storia. Sfoglia le pagine, una dopo l’altra…

FLASHBACK | SETTEMBRE 1048

Castiglia Garden

Isabel

Un venticello fresco scuote gli alberi del Castello di Castiglia, il sole opaco è alto e Isabel sta correndo per tutto il giardino. Si tiene la gonna del vestito per non rischiare di inciampare e ride, come non le capitava da troppo tempo. Si sente leggera e spensierata, una sensazione veramente piacevole.

Isabel: venite a prendermi, vediamo se riuscite a catturarmi!

Isabel continua a correre e saltellare senza pensieri mentre Enrico la segue, non troppo lontano da lei.

Enrico

Enrico: presa!!!

Enrico afferra Isabel per i fianchi e la fa roteare su se stessa per poi bloccarla e guardarla in viso.

Enrico: siete bellissima quando ridete!

Isabel arrossisce al complimento, era da tanto che non ne riceveva uno. Si guarda le punte delle scarpette poi sorride ad Enrico, tornando a fissarlo negli occhi.

Isabel: siete voi che mi fate ridere!

Enrico: se le nostre strade si sono incrociate Isabel, vuol dire che un motivo c’è.

Enrico solleva la mano di Isabel e le bacia il dorso.
Isabel accenna un altro sorriso, poi fa un passo indietro per allontanarsi.

Enrico: ho detto o fatto qualcosa che vi ha disturbata?

Enrico guarda Isabel con un’espressione preoccupata.
Isabel attende qualche secondo, prima di rispondere.

Isabel: no!

Isabel gli sorride, ancora.

Isabel: raccontatemi dei vostri piani per il futuro, le vostre terre e la vostra famiglia. Sono curiosa di conoscere colui che potrebbe essere il mio futuro marito.

Enrico: suona bene sentirsi chiamare “marito”!

Isabel sorride e riprende a passeggiare lentamente con Enrico accanto a sé.

Enrico: comunque dovete sapere che tutto ciò che mi appartiene e mi apparterrà, sarà anche vostro!

Isabel: mi fa piacere sentirlo.

Enrico: ma, voi sarete la mia priorità.

Isabel: vi ringrazio. Ma le parole se le porta via il vento!

Enrico: dovete credermi Isabel.

Isabel annuisce continuando a guardare davanti a sé.

Enrico: parlando della mia famiglia, ho due fratelli, entrambi duchi di Borgogna Ugo e Oddone. Quindi…

Isabel: avete poche possibilità di ereditare il titolo di Duca di Borgogna. È per questo che siete venuto qui per sposarmi.

Enrico: sapete già tutto. Mi dispiace.

Isabel: non dovete, Munia mi ha già spiegato tutto.

Enrico: nei prossimi giorni verrà anche mio cugino Raimondo, ve lo presenterò. Anche lui deve sposarsi.

Isabel: questi matrimoni saranno tutta una questione politica, vero?

Enrico: i piani iniziali erano così. Un’alleanza tra Castiglia, Navarra e Borgogna per conquistare altri territori. Ma non vi nego che i miei sentimenti nei vostri confronti stiano crescendo. Spero che per voi sia lo stesso.

Isabel smorza l’ennesimo sorriso.

Isabel: sto bene quando sono con voi, ma ancora non posso confermarvi nulla.

Enrico: a causa del Conte Ruggero di Castiglia, vero?

Isabel: non proprio.

E in quel preciso istante, Isabel pensa a Daniel, a Houston e a come ha lasciato tutto indietro con fin troppa facilità.

CASTELLO DI CASTIGLIA

Munia

Il portone del Castello di Castiglia si apre. Munia è in cima alle scale e guarda l’ingresso principale. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato. Sapeva che avrebbe rivisto Garcia, quello che considerava suo figlio anche se non lo era. Nonostante non fosse sua madre naturale, si era instaurato fin da subito un rapporto di reciproco rispetto e adorazione, elementi che erano venuti a mancare con il vero figlio: Ferdinando.

Servo: Garcia III Sachez di Navarra e sua moglie Stefania Foix, vostra maestà.

Il servo fa un inchino d’innanzi alla coppia, poi si sposta leggermente di lato per farli entrare nel castello.

Garcia Stefania

Munia scende lentamente le scale per raggiungere i due.

Munia: Garcia, Stefania…da quanto tempo!

Stefania sorride. Garcia prende la mano di Munia e la sfiora con un leggero bacio.

Garcia: come state?

Munia: Isabel è qui. Entrambe stiamo molto bene.

Garcia: ci ha fatto piacere ricevere il vostro messaggio.

Stefania: è successo qualcosa di grave?

Munia: non proprio. Andiamo nel salone.

Munia si incammina, seguita da Garcia e Stefania. Al loro passaggio ogni servo e guardia si inchina, per rispetto.
Il salone è enorme. Una porta di legno pregiato lo divide dal corridoio principale, in un angolo delle poltroncine con un tavolino e da un’altra parte dei cantori riproducono qualche suono fluido.

Munia si siede alla poltrona principale e fa cenno ai due di accomodarsi.

Munia: vi ho chiesto di venire fin qui perché è mio dovere dirvi quello che sta succedendo veramente.

Stefania: ne siamo consapevoli, entrambi.

Munia: Isabel è in costante pericolo. Ha due pretendenti, come ben sapete ma se vogliamo concludere un accordo il prima possibile, deve sposarsi entro la fine dell’anno.

Garcia: dov’è mia sorella, ora?

Munia: è fuori in giardino con Enrico di Borgogna.

Garcia: sono sicuro che capirebbe l’importanza del matrimonio. Dell’alleanza politica.

Munia: non penso sia così. Isabel è cresciuta con una mentalità superiore e diversa alla nostra. Da dove viene lei, il matrimonio è riconosciuto come atto formale di unione di due persone che si amano.

Stefania: quindi vostra figlia non solo è indecisa se sposarsi ma è indecisa anche su chi deve sposare, dico bene?

Munia: senza dubbio il contratto tra Castiglia, Navarra e Borgogna è indissolubile. Quindi Isabel, deve obbligatoriamente sposare Enrico, ma è presa anche dal vostro conte.

Garcia: Ruggero di Sicilia?

Munia: esattamente.

Stefania: come avete intenzione di procedere?

Munia: uccidendo Ruggero.

Stefania spalanca gli occhi, poi si volta verso Garcia, il quale è piuttosto taciturno.

Stefania: Garcia?

Garcia: non lo accetto.

Munia: capisco che è come un fratello per voi, ma avete un’alternativa migliore?

Garcia: effettivamente si.

Garcia si alza dalla poltroncina e appoggiando il dorso della mano sotto il mento, si incammina avanti e indietro per l’angolo del salone.

Garcia: pensateci bene Munia. Il matrimonio tra Isabel ed Enrico, sarebbe valido per un’alleanza politica. Per espandere i nostri territori verso Borgogna. Cosa succederebbe se Isabel sposasse Ruggero, invece?

Munia: una guerra? Una ribellione?

Garcia si ferma e guarda Munia con entusiasmo.

Garcia: questo avverrebbe senza un trattato. Se Isabel sposasse Ruggero, ci espanderemmo in Sicilia. E questo vuol dire, più flotta navale, maggiore probabilità di conquista del Mediterraneo.

Stefania: siete sicuro di quello che dite? Dite che Ruggero accetterebbe?

Garcia: Isabel, qualche terra, un titolo in più e una promessa firmata dal Papa. Non può non accettare.

Munia sorride alle parole di Garcia. Sorride perché lui aveva tutto ciò che le ricorda suo marito, un’innata bellezza, spirito di iniziativa e una grande mente.

Stefania: come volete procedere?

Munia: scrivo al Papa. Voi Garcia, parlate con Isabel.

Garcia: nel remoto caso in cui Isabel dovesse ancora essere indecisa, saranno i due contendenti a sfidarsi per sposarla.

Munia annuisce contenta e guarda Stefania.

Munia: restate fino a domani, almeno.

Stefania: assolutamente!

Garcia: mi farebbe molto piacere incontrare Isabel.

Munia: ho fatto sistemare la sala per gli allenamenti. Garcia, le darete lezioni di difesa oggi pomeriggio.

Garcia: credevo non me lo avreste mai chiesto!

Munia: è bene che vostra sorella sappia difendersi, con il pericolo a cui è esposta ogni giorno.

Garcia: è accaduto qualcosa negli ultimi mesi?

Munia: nulla di grave. Solamente che a quanto pare, dei pirati vogliano rapirla.

Garcia: pirati?

Munia: il vostro artiere Pablo mi ha accennato qualcosa. Si tratta di pirati pisani. Ancora non ne abbiamo avuto la conferma. È bene essere preparati, con un esercito.

Garcia: come mai non ne sapevo nulla?

Munia: non volevo allarmarvi, soprattutto considerando tutte le ostilità con vostro fratello.

Stefania: infatti, non dimentichiamoci di Ferdinando e Sancha.

Munia: ci ho già pensato io.

Stefania: cosa intendete dire?

Munia: ho una spia al Castello di Leòn.

Garcia: una spia?

Munia: preferisco non dirvi nulla.

Garcia: vi fidate di questa spia?

Munia: completamente.

Corridoio Castello

adela

Adela cammina spedita lungo un corridoio secondario del Castello di Castiglia. Ha in mano uno straccio e un secchio d’acqua che cerca di non far cadere.
Qualcuno l’afferra per un fianco poi le copre la bocca con una mano.
Adela cerca di dimenarsi facendo cadere il secchio d’acqua.

Adela: ai…

Viene trascinata in un angolo buio, poi viene lasciata libera.
Adela scrolla le spalle e fa un sospiro di sollievo.Pablo

Adela: Pablo! Mi avete spaventata da morire! E mi avete fatto cadere il secchio d’acqua. Lasciatemi sistemare prima che qualcuno se ne accorga.

 

Pablo sorride e prende Adela per il volto guardandola negli occhi.

Pablo: nessuno se ne accorgerà!

Pablo si sporge verso Adela per baciarla, ma la ragazza si scansa.

Adela: per favore. Fatemi fare il mio dovere!

Pablo: avevo bisogno di vedervi. Sono settimane che questa storia va avanti di nascosto, nessuno se ne è mai accorto.

Pablo si avvicina di nuovo con il viso.

Adela: no! C’è il vostro padrone qui al castello!

Pablo: Garcia è qui?

Adela: sì!

Pablo: non mi interessa.

Adela: sei incontenibile!

Adela scuote il viso e a quel punto si butta addosso a Pablo. Lo spinge contro l’angolo buio del muro e inizia a baciarlo con foga. Pablo fa scivolare le mani sotto la gonna della ragazza poi con forza la solleva portandosela in braccio. Le divora le labbra, le sfiora il collo e scende fino in prossimità del seno.

– ehm…ehm!

Qualcuno tossisce, distogliendo l’attenzione dei due.

Pablo spalanca gli occhi e fa immediatamente tornare Adela con i piedi a terra. Adela in un qualche modo cerca di sistemarsi il corpetto dell’ingombrante abito.

Isabel è lì, con il secchio d’acqua semi vuoto in mano e con l’altra mano appoggiata ad un fianco. Dal suo sguardo severo e altezzoso, non traspare nessuna comprensione.

Adela: vostra maestà Isabel!

Adela fa un mezzo inchino e Pablo la segue a ruota.

Adela: scusatemi vostra maestà, mi vergogno così tanto.

Isabel non si cura tanto delle parole di Adela, il suo sguardo è fisso su Pablo.

Pablo: scusatemi, vostra maestà.

Isabel fa un sospiro nervoso e passa velocemente una mano sull’abito per stenderselo bene, una sorta di rito per mantenere la calma.

Isabel: stavo andando ad allenarmi con Garcia. Presumo che questo vi appartenga.

Isabel allunga il secchio verso Adela.

Adela annuisce e prende il secchio. In viso è completamente paonazza dalla vergogna.

Adela: non succederà mai più, vostra maestà.

Isabel ancora una volta ignora le parole di Adela. Nonostante sapesse che ci poteva essere del tenero tra i due, si sente in qualche modo tradita. Pablo in particolare era stato il primo di cui si era fidata, qualcuno che le ricordava un po’ Daniel e vedere come aveva posto le sue attenzioni su qualcuna che non era lei, l’aveva ferita.

Isabel: pensate a pulire il pavimento prima che passi qualcun altro. E Pablo, andate da Munia. Ditele che vi ho mandato io.

Isabel sospira un’altra volta e senza aggiungere null’altro supera i due, lasciandoseli alle spalle nel pieno della loro umiliazione.

Sala esercizio

Garcia: è molto importante stare in guardia quando avete una spada in mano. Puntatela sull’avversario, ma dovete pensare di avere altri due occhi posteriori.

Garcia fa per colpire Isabel con la spada, ma la ragazza si difende. Si scansa sulla destra e punta la spada sul petto di Garcia.

Isabel: dicevate?

Garcia blocca Isabel per l’avambraccio, poi fermandole la gamba la fa cadere, afferrandola prima di farla atterrare a terra.

Garcia: di tenere sempre la guardia alta. Pausa?

Isabel ha il fiatone, si sente a pezzi dopo più di un’ora di allentamento. L’ultima volta che si era sentita così era capitato durante una maratona alla Lamar High School.

Isabel: decisamente si!

Garcia: come primo allenamento non siete andata male.

Isabel prende un bicchiere d’acqua da una serva e lo beve tutto d’un sorso.

Isabel: in realtà non è il primo allenamento!

Garcia: nel futuro utilizzate le spade?

Isabel: oh, no! Ci sono armi molto più potenti! Armi capaci di distruggere un intero paese.

Garcia: sembra straordinario!

Isabel: mmm, non credo proprio. La mentalità è diversa. I Paesi sono diversi, la situazione politica e religiosa è diversa. Ci sono ancora guerre ma ci sono anche più alleanze e fini comuni.

Garcia: un giorno mi racconterete tutto. Sono curioso!

Isabel: è un po’ difficile da ricordare tutto ciò che è successo negli anni successivi a questo.

Isabel ripensa velocemente alle lezioni di storia prese a scuola e si lascia scappare un sorriso, pensando a come tutto ciò ormai sembra un lontano ricordo.

Garcia: quindi, tornando alla vostra capacità di utilizzare la spada, mi svelerete mai il vostro segreto?

Isabel ridacchia.

Isabel: non è un segreto, semplicemente il conte Ruggero ha voluto darmi qualche lezione in privato.

Garcia è stupito e si siede comodamente su una panca di legno incrociando le braccia.

Garcia: continuate…

Isabel: null’altro.

Garcia: quindi è vero che vi piace il Conte?

Isabel: sono affascinata da lui, così come lo sono di Enrico.

Garcia: sapete che dovete sposarvi con il principe?

Isabel: ne sono consapevole. Ma non sono ancora pronta a fare quel passo.

Garcia: perché state iniziando ad avere dei sentimenti per Ruggero.

Garcia conclude come se fosse un’affermazione ovvia.

Isabel: in realtà riguarda ciò che ho lasciato a casa.

Isabel si siede accanto a Garcia e guarda un quadro di fronte a sé.

Isabel: nel futuro.

Garcia: avevate qualcuno nel vostro cuore?

Isabel: sì. Sono consapevole di averlo lasciato nel nulla, me ne sono andata senza avergli detto addio. Mi manca.

Garcia: lo amavate?

Isabel: follemente!

Isabel si volta verso Garcia e abbassa infine lo sguardo.

Garcia: appartenete a questo luogo oramai, dovete ragionare come si ragiona in questi tempi. È bene che voi scegliate chi sposare.

Isabel: ora posso anche scegliere? Non era stato deciso dai miei genitori che avrei dovuto sposare Enrico?

Garcia: vostra madre ha scritto al Papa per stipulare un nuovo trattato. Il principe Enrico di Borgogna o il conte Ruggero di Sicilia. Avete anche la possibilità di scegliere, se non accadrà saranno loro a scontrarsi per voi. Dovete sapere che non capita quasi mai qualcosa del genere.

Isabel è particolarmente sconvolta e prende un altro bicchiere stracolmo di acqua.

Isabel: dovrei sentirmi privilegiata?

Garcia: per questo dico, fate una scelta!

Isabel: e se tornassi a Houston. Alla mia vita di tutti i giorni?

Garcia: e volete lasciare tutto?

Isabel: se non riesco a scegliere, sì.

bagno medioevo

Ferdinando

Nel frattempo al castello di Leòn, Ferdinando si sta godendo di ottima compagnia in una vasca riempita d’acqua e infusi profumati alla lavanda.
È completamente nudo, occhi chiusi ed è immerso nell’acqua calda. Si gode quel momento come non mai. Di fronte a lui, dall’altra parte della piccola vasca, Claire gli sta massaggiando i piedi.

Claire

Claire: così va bene, vostra maestà?

Ferdinando annuisce e apre gli occhi sorridendo alla dama.

Ferdinando: premete di più sotto l’alluce.

Claire sorride ed esegue la richiesta.

Ferdinando: così va meglio. Siete brava.

Claire: vi ringrazio.

Ferdinando: non potevo scegliere una dama migliore.

Claire: così mi fate arrossire, vostra maestà.

Ferdinando: non vergognatevi di me. Mi fido di voi, dovreste fidarvi di me, anche voi.

Claire: mi fido di voi. Sono solamente la vostra amante, vi fiderete di me, fino ad un certo punto.

Ferdinando: non dite così, Claire.

Ferdinando immerge i piedi nell’acqua e si avvicina alla ragazza, fissandola negli occhi. Catturato dal suo sguardo, dalla sua sensualità.
Claire sorride, apparendo intimidita, cercando di entrare nella parte della ragazza ingenua.

Claire: siete sicuro che vostra moglie non entri in camera?

Ferdinando: Sancha si è fatta portare a Castiglia. Deve parlare con Garcia.

Claire: ohh, e come mai? Vi turba la cosa?

Ferdinando sorride e da un bacio a stampo forte, quasi violento a Claire. Poi si allontana con gli occhi che bramano di voglia di sesso.

Ferdinando: per niente. Sono qui in ottima compagnia.

Claire tuttavia, cerca di scansarsi.

Claire: cosa è successo tra vostra moglie e Garcia?

Ferdinando: prima di scegliere me come futuro marito, era promessa sposa a Garcia.

Claire: ohhh, non lo sapevo. Cos’è successo poi?

Ferdinando: Garcia ha iniziato ad appetire i miei territori e Sancha non era d’accordo. Non era d’accordo perché odia mia madre.

Claire: Sancha odia Munia?

Ferdinando annuisce e si sporge nuovamente sulle labbra di Claire.
Claire porta immediatamente le mani in avanti sul petto di lui, per bloccarlo.

Claire: e come mai?

Ferdinando: crede che sia stata lei a uccidere suo fratello e tutta la sua famiglia.

Claire: e perché mai avrebbe dovuto farlo?

Ferdinando: è convinta che Munia fosse l’amante di suo fratello, Bermudo.

Claire: mi dispiace, vostra maestà.

Ferdinando: sono convinto che è da quel momento ha iniziato a cercare di vendicarsi di mia madre, prima con Sancho e Isabel…e ora prenderà di mira Garcia.

Claire: e voi, non fate nulla?

Ferdinando: non faccio nulla perché non posso, non perché non voglio.

E in quel momento esatto, Claire ottiene un quadro completo della situazione. In qualche modo avrebbe avvisato Munia di tutte le novità.
Accenna un sorriso, falsamente dispiaciuto, poi appoggia le mani sulle spalle di Ferdinando e lo tira verso di sé, con l’intento di far credere a Ferdinando che di tutto ciò non le interessi niente.

camera munia

Munia è rinchiusa in camera sua. Su un immenso tavolo ha diverse carte, pergamene e libri. Ripensa a ciò che è successo da quando suo marito Sancho non è più tornato a casa e ancor di più ripensa al tradimento di suo figlio Ferdinando. In tutta quella storia c’è qualcosa che non quadra e la rende irrequieta.
Qualcuno bussa alla porta.

Munia: prego, entrate.

Pablo apre la porta e fa un passo dentro la camera, seguito da un inchino.

Pablo: vostra maestà, vostra figlia Isabel mi ha mandato da voi.

Munia: chiudete la porta.

Pablo: certo, vostra maestà.

Pablo esegue l’ordine poi si incammina verso Munia.

Munia: volevo parlarvi.

Pablo: prima che dite qualcosa volevo scusarmi per quello che è successo.

Munia: di cosa state parlando?

Pablo aggrotta la fronte, rendendosi conto che, a quanto pare, Isabel non aveva detto a Munia di averlo beccato con Adela.

Pablo: niente di importante. Prima voi.

Munia accenna un sorriso e incrocia le mani davanti al petto.

Munia: dunque, quanto ci tenete ad Isabel?

Pablo: è la mia futura regina, ci tengo quanto basta per proteggerla.

Munia: molto bene. Ve la sentite di fare da spia?

Pablo: a quale scopo, vostra maestà? Se posso chiedere.

Munia: proteggere Isabel, ovviamente. Se farete quello che vi dirò, verrete ricompensato con del denaro, una terra e un titolo.

Pablo spalanca gli occhi e la bocca contemporaneamente. Non si sarebbe mai aspettato una proposta del genere.

Pablo: se mi offrite questi privilegi, vuol dire che si tratta di una cosa importante, vostra maestà. Qualcosa a cui tenete particolarmente. Accetto l’incarico ma vorrei sapere perchè proprio io? Non appartengo neanche a questo regno.

Munia: perchè fin dal primo momento che vi ho visto, ho notato che avete occhi solo per Isabel.

Pablo: vostra maestà…

Munia: non mi interessa. Ma siete anche consapevole che non potete conquistarla, senza titoli, senza un futuro.

Pablo: vostra maestà, io sto bene nella mia povertà.

Munia: che ne dite di star bene, nella ricchezza?

Pablo è completamente senza parole. Sorride come un ebete e fa un inchino dopo l’altro alla Regina.

Pablo: ditemi cosa devo fare.

Munia fa un sospiro come a volersi liberare di quel tassello doloroso che tiene dentro di sé.

Munia: arruolatevi all’esercito di Leòn. Spiate mio figlio Ferdinando, Sancha di Leòn e l’amante di Ferdinando, Claire. Ogni qualvolta noterete qualcosa di anomalo, scrivetemi e non dite nulla a nessuno. Nemmeno ad Isabel.

Pablo: vostra maestà, io mi sento onorato, ma diventare parte del vostro nemico…

Munia: verrete ricompensati, come ho detto. E qualora Isabel torni alle sue origini, potrete raggiungerla.

Pablo guarda nuovamente Munia in modo sospettoso e ripensa a quella sera in cui Isabel gli aveva detto che non apparteneva a questo regno.

Pablo: cosa intendete dire con “le sue origini”?

Munia: Isabel viene da un’altra realtà. Da un altro tempo. Parlatene con lei.

Pablo: lo farò vostra maestà. Lo farò, sicuramente.

campagna

Isabel e Ruggero sono in un prato isolato, ma dentro i confini di Castiglia. Sono sdraiati per terra sopra ad un telo e ammirano il cielo. Le loro mani sono intrecciate, il solo tatto tra i due provoca dei brividi piacevoli su Isabel.

Ruggero

Ruggero: quella nuvola sembra un cavallo!

Isabel: a me sembra un maiale!

Ruggero sorride e si gira di profilo per ammirare Isabel e i suoi lineamenti.
Isabel osserva le nuvole in cielo ma sentendosi lo sguardo di Ruggero addosso, inevitabilmente si volta a guardarlo.
I loro visi sono vicinissimi, i loro nasi si sfiorano e tutta l’atmosfera è così rilassante e romantica.

Isabel socchiude gli occhi, lasciandosi trasportare dal momento e Ruggero si avvicina di più alla sua bocca fino a toccarla.

Isabel riapre lentamente gli occhi e sorride.

Isabel: qualcosa non va?

Ruggero: sto bene con voi.

Isabel sorride nuovamente e lo bacia dolcemente. Ruggero assorbe tutta la dolcezza di quel bacio, ma si allontana prima del previsto.

Ruggero: ho bisogno di sapere che anche voi state bene con me. Che anche voi mi volete come io voglio voi.

Isabel annuisce poi si tira su, mettendosi a sedere.

Isabel: ovviamente sto bene con voi, Ruggero. Ma sapete anche che sono promessa sposa a Enrico!

Ruggero: per una forza politica, per un trattato firmato senza di voi.

Isabel: sono consapevole che non sia corretto, ma funziona in questo modo. Lo devo accettare. È il mio dovere da futura regina.

Ruggero sospira e si passa le mani davanti al viso, poi si tira su e si mette anche lui seduto. Guarda Isabel e le accarezza la testa giocando con una ciocca di capelli.

Ruggero: provate dei sentimenti per Enrico?

Isabel: no, conte. Non so neanche io cosa provo. So solo che devo agire come una vincitrice su quello che mi sta succedendo.

Ruggero: e cosa dite di me?

Isabel: come ho detto, sto bene con voi. Mi sono affezionata a voi, ma è tutto complicato.

Ruggero: se vi dessi la possibilità di fuggire con me, lontana da questa terra, lo fareste?

Isabel spalanca gli occhi, stupita.

Isabel: sareste disposto a fare tutto questo per me?

Ruggero: la mia domanda è, voi scappereste da tutto, da tutti?

Isabel ci pensa su. Lo farebbe? Se ne andrebbe? Mollerebbe tutto ciò che le sta succedendo, per lui?

Isabel: dove vorreste fuggire?

Ruggero: ovunque voi vogliate.

Isabel sorride non tanto per la richiesta del Conte, ma quanto per il fatto che forse, potrebbe avere una via d’uscita, per tornare a casa sua, a Houston, da sua madre Kim, da suo padre Robert ma soprattutto dall’amore della sua vita: Daniel.

ROYAL CAMERA ISABEL

Qualcuno bussa al portone della camera reale di Isabel. La ragazza è seduta davanti a uno specchio mentre si sistema i capelli.

Isabel: avanti.

La porta si apre e Adela fa un passo in avanti seguito da un inchino. Isabel per un attimo la guarda in malo modo.

Adela: vostra maestà, il principe Enrico di Borgogna vorrebbe vedervi.

Isabel si alza e si volta verso l’ingresso sistemandosi il corpetto.

Isabel: lasciatelo entrare Adela.

Adela: si vostra maestà.

Adela fa un altro inchino ed esce a chiamare Enrico.
Dopo qualche secondo Enrico entra nella camera di Isabel e si avvicina alla ragazza per baciarle la mano. Nel frattempo la porta della camera viene chiusa da Adela.

Isabel: Enrico, cosa ci fate qui?

Enrico: avevo urgenza di vedervi Isabel.

Isabel: è successo qualcosa?

Gli chiede Isabel preoccupata.

Enrico: no, assolutamente!

Isabel: cosa volete allora?

Enrico: questa mattina ho realizzato una cosa.

Isabel: cosa?

Enrico: voglio voi. La mia vita è diventata migliore da quando vi ho incontrata. Il mio cammino si è illuminato. Voi siete la fonte della mia felicità. Sono pronto a passare il resto della mia vita con voi.

Isabel sorride a quelle parole. Suonano quasi come una dichiarazione d’amore.

Enrico: ditemi qualcosa. Se avete bisogno di qualsiasi cosa, potete chiedermela. Sarò contento di esaudire ogni vostro desiderio, Isabel.

Isabel guarda Enrico negli occhi.

Isabel: non mi viene in mente nulla, in questo momento.

Enrico: vi amo, Isabel.

Isabel sorride un’altra volta. Era decisamente una dichiarazione d’amore. Isabel non si era mai sentita così corteggiata, amata e venerata. Il suo corpo sta per esplodere a mille, travolto da troppe sensazioni.

Isabel: in realtà c’è qualcosa che potreste fare…

Enrico: di cosa si tratta?

Isabel esita un po’. Qualche secondo. Poi tutto accade velocemente.
Si solleva in punta di piedi e appoggia le labbra su quelle di Enrico. Lo bacia castamente, come quando si cerca di capire se si prova qualcosa per chi si ha davanti.
Enrico invece è piacevolmente sorpreso. Avvolge Isabel tra le sue braccia e affondando le dita tra i suoi capelli, ricambia il bacio. Ci mette passione, foga.
I due continuano a baciarsi, disperatamente, intrecciando le loro lingue come un vortice di emozioni.
Isabel toglie velocemente la maglia di Enrico e per un attimo si allontana dalle sue labbra per guardarlo negli occhi. Per capire in profondità, se sia pronto per quel passo. Ma la risposta al suo dubbio non tarda ad arrivare.
Enrico solleva in braccio il corpo minuto di Isabel e la va a stendere sul letto. Le accarezza il collo e il seno che quasi esplode dal corsetto dell’abito e inizia a slacciarle tutti i laccetti dell’abito ingombrante. Isabel sorride e cerca di rilassarsi mentre affonda le unghie nella schiena di Enrico e cerca nuovamente di baciare disperatamente la sua bocca.

Isabel: aspettate.

Enrico guarda Isabel con aria interrogativa.

Isabel: non dovremmo aspettare il matrimonio?

Enrico: se volete aspettare, non è un problema. Credevo che visto che siamo destinati al matrimonio, potessimo affrettare le cose. Pensavo che da come vi siete mossa, vol- …

Isabel: certo! Certo che lo voglio.

Isabel non fa terminare la frase ad Enrico, il quale sorride e subito dopo la bacia. E senza altri indugi, i due riprendono da dove si erano fermati.

INGRESSO PRINCIPALE CASTIGLIA

In prima serata, al castello di Castiglia sono tutti impegnati a preparare la cena per i tanti ospiti presenti. I servi corrono avanti e indietro tra le cucine e il salone principale e la monarchia si sta preparando al meglio.
Isabel esce dalla sua camera per raggiungere il salone per cenare. Sorride e scende le scale saltellando con la testa fra le nuvole. In quella giornata era successo di tutto e di più e non riusciva a non pensare a quanto fosse tutto fin troppo perfetto.
Di colpo si blocca.
In fondo alle scale, Ruggero la sta aspettando.

Ruggero: Isabel!

Isabel fa un sorriso di circostanza.

Isabel: Conte! Mi stavate aspettando?

Ruggero: esattamente.

Isabel si sente il battito del cuore accelerare. Scende lentamente gli ultimi scalini giungendo in prossimità di Ruggero.

Ruggero: siete bellissima!

Isabel: vi ringrazio.

Ruggero le prende la mano e la guarda negli occhi.

Ruggero: siete felice? È successo qualcosa di bello?

Isabel: come?

Ruggero: siete scesa giù dalle scale saltellando!

Isabel: sì, sto bene! Ho passato una bella giornata e sono felice.

Ruggero: allora permettetemi di rendervi ancora più felice e di concludere questa giornata nel migliore dei modi.

Isabel: cosa intendete dire?

Ruggero sorride e si sporge verso Isabel per accarezzarle il viso.

Ruggero: sposatemi.

Isabel: cosa?

Isabel spalanca gli occhi, non sicura di aver sentito bene.

Ruggero: sposatemi, combatteremo insieme, supereremo tutto insieme. Uno accanto all’altra. E se poi volete, fuggiamo insieme.

Isabel: io? Ma… io… non…

Ruggero si inginocchia davanti a Isabel.

Isabel: oddio, cosa state facendo?

Ruggero cerca un anello nelle tasche dei suoi pantaloni e quando lo trova con entrambe le mani lo alza e lo porge verso Isabel. La guarda negli occhi e le sorride.

Ruggero: Isabel Sanchez, futura regina di Castiglia, giovane donna eccezionale, volete sposarmi?

Isabel è completamente rarefatta. Porta entrambe le mani davanti alla bocca, le si legge la felicità negli occhi, ma allo stesso tempo l’angoscia e la paura. I minuti sembrano interminabili e lo spazio attorno a loro due sembra immobile. Dovrebbe rispondere a Ruggero, ma Enrico e Daniel sono fissi nella sua mente.
E ancor peggio, Pablo è proprio davanti a loro che li sta fissando.

Pablo: cosa sta succedendo?

Ruggero si alza da terra e guarda Isabel in attesa di una risposta, poi guarda Pablo.

Ruggero: ho appena chiesto a Isabel di sposarmi…

Pablo: voi, cosa???

Pablo sembra quasi infuriato, il suo sguardo trasmette solo rabbia.
Isabel se ne accorge ben presto.

Isabel: io…Conte, io…

Ruggero guarda Isabel e sorride. Le prende una mano e gliela bacia.

Ruggero: prendetevi tutto il tempo che vi serve per riflettere. Pensate solamente a quanti vantaggi avreste.

Isabel annuisce poi guarda Pablo completamente sconvolta. Non si aspettava quel gesto ne tanto meno sapeva come reagire.

Ruggero si avvicina a Pablo e gli porge la mano.

Ruggero: con permesso. Non ci siamo ancora conosciuti. Volevo ringraziarvi per aver portato in salvo Isabel.

Pablo squadra Ruggero in malo modo poi scrolla le spalle e allunga la mano per stringergliela, ma si blocca di colpo.
Lo nota subito. Nota quell’anello nero, con un grande stemma rosso. Un teschio rosso scarlatto.

CASTELLO DI CASTIGLIA

Dopo quasi una giornata intera, Sancha è arrivata a Castiglia. Un servo apre la carrozza e dopo aver fatto un inchino, l’aiuta a scendere.

Sancha

Sancha: dite a Garcia che lo aspetto fuori. Devo parlargli.

Servo: certo, vostra maestà.

Il servo si dilegua verso l’interno del castello e Sancha si guarda attorno, ammirando il paesaggio circostante e sistemandosi la mantella regale.
Dopo un po’, Garcia fa la sua uscita dal castello. Sospira nel vedere Sancha e armato di pazienza e calma si avvicina a lei.

Garcia: cosa volete?

Sancha: volevo parlarvi.

Garcia: parlate!

Sancha: in privato.

Garcia: allora entrate.

Garcia si volta per entrare ma Sancha lo blocca per il polso. Garcia è alquanto stupito da quel gesto quindi si volta nuovamente a guardarla in attesa che lei dica qualcosa.

Sancha: non voglio che Munia o vostra moglie mi vedano.

Garcia: e perché?

Sancha: riguarda Ferdinando.

Garcia: allora, rechiamoci nelle stalle.

Sancha: nelle stalle?

Garcia: nessuno ci vedrà.

Sancha: ma, nelle stalle, come la plebe?

Garcia: non possiamo lasciare il castello.

Sancha: …va bene.

Garcia la guarda un attimo scuotendo la testa, poi si incammina verso una zona secondaria del castello di Castiglia. Sancha lo segue, coprendosi il viso con il cappuccio del mantello per non farsi notare.
Attorno è tutto buio, solo qualche candela accesa e il castello illuminato, qualche cavaliere vede Garcia e d’innanzi a lui s’inchina, non badando a Sancha.

I due arrivano alle stalle, Garcia fa capolino all’interno per vedere se c’è qualche altra presenza, ma è tutto vuoto, eccetto i cavalli.

stalle castiglia

Garcia: siamo soli.

Sancha: bene. Mi pento di aver preferito Ferdinando a voi.

Garcia aggrotta la fronte.

Garcia: che intendete dire?

Sancha: voi siete felice e Stefania vi ama.

Garcia: sono sicuro che Ferdinando vi ama lo stesso.

Sancha: non lo metto in dubbio. Ma voi ben presto avrete un erede e sarete ancora più fortunati.

Garcia: non capisco dove volete arrivare.

Sancha: Ferdinando tra poco morirà, non ci siamo ancora sposati e in malattia non potremo procreare.

Garcia: in malattia?

Sancha rimane in silenzio per un attimo, quell’attimo che basta a Garcia per capire che c’è qualcosa che Sancha gli sta tenendo nascosto.

Sancha: sì, sì. Questo è ciò che ha predetto il veggente. Non è neanche possibile portarlo lontano da qui per evitare la malattia.

Garcia: ancora non capisco come mai mi state parlando in privato.

Sancha: voglio un erede al trono, un vostro erede. Una volta che Ferdinando sarà morto.

Garcia è sconvolto. Inizia a camminare avanti e indietro per la stalla, si passa una mano tra i capelli, il tipico gesto che aveva quando era nervoso.

Garcia: questa richiesta è assurda!

Sancha: diventereste conte di Leòn.

Garcia si blocca e guarda Sancha ancor più sconvolto.

Sancha: non è sempre stato il vostro obiettivo ampliare i vostri domini?

Garcia: ovviamente.

Sancha si avvicina a Garcia e gli sorride.

Garcia: ma non tradendo la mia famiglia!

Sancha accenna un sorriso di circostanza e annuisce.

Sancha: e a pensare che una volta ero innamorata di voi, proprio perché non vi fermavate davanti a nulla.

Garcia la osserva. Sancha lo nota. I due si scrutano, immobili, come non facevano da tempo. Il silenzio incombe su di loro e basta per dire ciò che le parole non riescono ad esprimere.
Il loro legame c’è ancora, è ancora forte. Anche se si erano allontanati, traditi e odiati, ma in qualche modo si sarebbero ritrovati. Sancha per lo meno la pensava così.

OTTOBRE 1048

camera munia

Isabel: madre! Dobbiamo andare da quel veggente!

Garcia: Munia, siamo consapevoli del rischio, ma Isabel ha perfettamente ragione.

Munia è nella sua stanza, in piedi che guarda Isabel e Garcia seduti su un divano e pensa alle parole dei due. Le vicende dell’ultimo mese l’avevano allarmata di più e ciò che le rimaneva da fare era affrontare la situazione una volta per tutte.

Garcia: ci avete detto della lettera della vostra spia, è una fonte sicura, è una prova.

Munia: la lettera non dice esplicitamente che Sancha ha chiesto a Richard di fare la maledizione per far sparire Isabel!

Garcia: ma parla di come Sancha ha iniziato a vendicarsi di voi, prima con vostro marito e poi con Isabel!

Isabel: è abbastanza chiara la frase.

Munia: volete andare veramente da quel veggente? Sapete cosa significherebbe se qualcuno ci vedesse?

Isabel: verremo tutti e tre condannati a tradimento e favoreggiamento per la stregoneria.

Munia: e non è questo quello che vogliamo, non sapendo neanche se effettivamente Sancha ha collaborato con Richard. Rischiamo di andare lì per niente.

Garcia: sentite, noi ci presentiamo alle grotte con l’intento di saper la verità. Giusto?

Munia annuisce.

Garcia: lo prendiamo di assalto facendogli credere che sappiamo tutta la storia. In quel caso poi sarà lui a dirci se è tutto vero oppure no e a quel punto ci dirà la vera versione dei fatti.

Isabel annuisce convinta.

Isabel: madre, è un piano geniale!

Munia: non ne sono convinta, ma se questa è l’unica alternativa allora faremo così. Andremo il prossimo mese, quando ci sarà un freddo e quasi nessuno uscirà dalle proprie abitazioni. Non avviseremo nessuno e soprattutto non dovremo farci vedere da nessuno.

MANEGGIO FIENILE LEON

Ferdinando e Claire sono sdraiati su una coperta distesa su un ammasso di fieno mentre guardano il soffitto del fienile abbandonato nella campagna spagnola. I due sono abbracciati, vicini e Ferdinando sbaciucchia la fronte di Claire.

Ferdinando: state bene Claire?

Claire annuisce. Aveva appena fatto una cosa proibita per lei che era povera e donna: aveva perso la verginità con il futuro Re di Castiglia.

Ferdinando: parlatemi…

Claire: non sono brava a spiegare le mie sensazioni.

Ferdinando: si me ne sono accorto. Almeno provateci.

Claire: va bene ci provo.

Claire si volta per bene di profilo cosi da sfiorare le proprie labbra con quelle di Ferdinando.
Ferdinando la guarda come a volerla scavare a fondo, è concentrato, serio e bramoso. A Claire si mozza il fiato.

Claire: se Sancha venisse a saperlo… O vostro fratellastro Garcia? O addirittura vostra madre Munia?

Ferdinando: non lo verranno mai a sapere!

Claire: ma…

Ferdinando non la lascia finire di parlare che la bacia.

Ferdinando: credetemi. Ho ragione io.

Claire gli accarezza delicatamente la guancia. Ferdinando preso dalla voglia di possederla, le sale sopra e le blocca le mani sopra la testa prima di affondare la bocca in quella di lei.

– ehm… ehm…

Pablo fa una mezza tosse vedendo una coppia presa dalla passione nascosta nella sua stalla.

Claire si tira su, Ferdinando si volta.
Pablo spalanca gli occhi e subito dopo si inchina.

Pablo: vostra Maestà non volevo disturbarla. Me ne vado…!!!

Pablo imbarazzato si volta e accelerando il passo va verso l’uscita della stalla.

Ferdinando: fermatevi!!! Tornate indietro.

Ferdinando scende salta giù dal fieno e indossa velocemente i pantaloni.
Pablo a testa bassa esegue l’ordine e torna da Ferdinando.

Ferdinando: cosa avete visto?

Pablo: io? Io…non ho visto niente vostra maestà.

Ferdinando: bene. Molto bravo, se solo osate…

Pablo annuisce insistentemente.

Pablo: sì sì ho capito signore. Non proferirò parola.

Ferdinando: perfetto, questi sono per il vostro silenzio.

Ferdinando tira fuori una busta di velluto con delle monete e la lascia tutta a Pablo.

Ferdinando: fatene buon uso! E ora, andatevene via!

Pablo si inchina un’altra volta e di corsa va via, fuori dalla stalla.

Ferdinando: mi dispiace per l’inconveniente. Dove eravamo rimasti?

 

Ruggero ha lasciato il castello in assoluta segretezza. Infatti, assicuratosi che nessuno lo vedesse, si è allontanato dai confini di Castiglia e ha raggiunto il mare.
Una grande imbarcazione è ferma al porto e un gruppo di uomini sta trafficando armi, spezie e beni preziosi.

galeone

Ruggero: Antonio!!!

Antonio si sente chiamare e raggiunge di corsa Ruggero.

Antonio

Antonio: è successo qualcosa?

Ruggero: non è successo niente, diamine!!!

Antonio nota la sconforto di Ruggero.

Ruggero: Isabel non ha ancora accettato di sposarmi ne di fuggire con me!

Antonio: sono sicuro che lo farà ben presto!

Ruggero: le ho detto che la proteggerò e che combatterò con lei, ma non mi ha ascoltato. Mi sono comportato da imbecille e lei mi ha ignorato!!!

Antonio: magari, dovresti essere te stesso!

Ruggero: credi che accetterebbe di sposare un uomo pericoloso?

Antonio fa spallucce.

Ruggero: sono sicuro che tiene qualcuno nel suo cuore. Ucciderò quel qualcuno.

Antonio: ma, se fai così non conquisterai mai Isabel!

Ruggero: dobbiamo rapirla!!! Il prima possibile! Siamo pirati Antonio e per noi Isabel è il bene più prezioso che Dio potesse darci!

DICEMBERE 1048

Bosco (2)

E’ pieno inverno, il venticello è freddo, gli alberi sono spogli, le foglie secche abbandonate a se stesse sulla distesa d’erba e la prima neve ha lasciato le stradine ghiacciate.

Isabel, Garcia e Munia sono a cavallo da soli. Solo loro tre. Era una delle poche volte in cui avevano preferito muoversi da soli, senza carrozza o scorta.

Munia: dovremmo essere quasi arrivati. La casa è vicina alle grotte di Ojo Guareňa.

Garcia: è un luogo molto macabro, spero abbiate portato almeno una spada a testa.

Isabel: grazie alle vostre lezioni e a quelle di Ruggero sono diventata una guerriera ormai!

Munia: avete già deciso quando sposarvi con il principe di Borgogna?

Isabel: non ancora madre.

Garcia: avete dei ripensamenti, Isabel?

Isabel: madre…

Munia: Isabel, figliuola è arrivato il momento di fare quel passo. Lo sai che i reali non sono molto pazienti. È la vostra occasione, anzi è l’occasione della nostra famiglia.

Isabel: lo so … ma …

Munia: nessun ma. Dovete prendere Enrico come vostro sposo, sigillate quell’accordo, il prima possibile. Non mi interessa se non lo amate, l’amore non è importante. L’accordo matrimoniale, si.

Isabel pensa alle parole della madre. Enrico, Ruggero, Pablo… e Daniel. Non può prendere una decisione così su due piedi. È troppo confusa e c’è troppa posta in gioco.

Isabel: a maggior ragione! Il conte Ruggero mi ha chiesto di sposarlo! Non posso decidere qual è l’offerta migliore per il regno, madre!

Garcia sospira poi decide di intervenire.

Garcia: se non ti sarai decisa entro la fine del mese, procederemo in un modo più diretto.

Isabel: cosa intendete dire?

I tre fermano i cavalli in prossimità di una casetta circondata da diversi arbusti e da un orto. Scendono dai cavalli e vanno a legarli ad un albero.

Garcia: ve lo spiegherò solamente se non avrete deciso chi sposare.

Munia è la prima che si avvicina alla piccola porta di legno e bussa.
Isabel e Garcia, dietro di lei attendono ansiosi.
La porta si apre.

Richard: e voi chi siete?

Munia: Io sono Munia Sanchez di Castiglia e loro sono i miei figli, Garcia III Sachez di Navarra e Isabel Sanchez.

Richard: ah.

Richard stupito fa un inchino.

Richard: come posso aiutarvi vostra Maestà?

Munia: so che siete un veggente, siamo in pericolo e abbiamo bisogno del vostro aiuto.

Richard: non so di cosa stiate parlando.

Garcia: quanto volete?

Richard: non si tratta di soldi. Non ho questo potere. Mi dispiace deludervi.

Richard richiude la porta.
Munia si volta verso Isabel e Garcia.
Garcia non ci vede più dalla rabbia. Mancanza di rispetto e falsità sono le cose che odia di più.
Si fa spazio vicino alla porta e inizia a bussare.

Garcia: Richard, aprite!

Bussa ancora.

Garcia: aprite questa dannata porta o la sfondo io con tutta la mia forza!!!

Isabel: Garcia calmatevi…

Garcia bussa ancora e ancora, sempre più forte. Insistentemente.
La porta si riapre e Richard sbuffa, facendoli entrare.

CASETTA DISPERSA DI RICHARD

Richard: prego, accomodatevi. Posso offrirvi qualcosa Signori?

Isabel si abbassa il cappuccio della mantella e si guarda attorno. Munia chiude la porta dietro di sé.
Garcia ignora la domanda e studia la casa.

Garcia: per essere un malvivente, vi trattate bene con questa abitazione.

Richard: grazie signore.

Garcia: vi mantiene qualcuno?

Richard: no signore, guadagno tutto vendendo frutta e verdura al mercato e il ricavato lo utilizzo per vivere.

Garcia: notevole.

Isabel prende un piccolo ritratto da una mensola e la guarda bene, poi si rivolge a Richard.

Isabel: questa chi è?

Richard: è mia sorella Claire…

Isabel: vive qui con voi?

Richard: no.

Isabel: capisco.

Isabel preferisce non fare altre domande, poi guarda Munia. Munia nel vedere il ritratto deglutisce.
Garcia estrae la spada e la punta al collo di Richard.

Garcia: quando la smetterete di mentirci?

Richard alza le mani come a volersi arrendere.

Garcia: inginocchiatevi, qui davanti a me!

Richard si inginocchia immediatamente.

Garcia: diteci tutta la verità!

Richard: non so di cosa stiate parlando, signore.

Garcia spinge di più la punta della spada nella gola.

Garcia: avete intenzione di continuare a mentire? Non ci impiego due secondi a staccarvi la testa!

Munia si avvicina a Richard, lo afferra per i capelli e gli fa andare la testa indietro.
Isabel pietrificata, rimane a guardare la scena, senza proferire parola.

Munia: quindi?

Richard deglutisce.

Garcia: sappiamo che avete lavorato per conto del mio fratellastro Ferdinando.

Richard rimane in silenzio.

Garcia: allora?

Richard alza lo sguardo verso Garcia.

Richard: è vero, ma ora non si può tornare indietro.

Garcia lo afferra per il collo e con una spinta lo strattona verso la panca per farlo sedere.
Richard si volta verso Isabel.

Richard: è tutta colpa vostra!!!

Isabel spalanca gli occhi. Munia tira uno schiaffo a Richard.

Isabel: state zitto!!!

Munia: non osate mai più rivolgervi così a mia figlia, vostra futura regina!

Garcia: voglio sapere tutto, riguardo all’accordo che avete fatto. Sono disposto a tutto.

Richard si massaggia la guancia poi sospira.

Richard: Tutto? Bene. Ferdinando sapeva già da tanto tempo che avevate una sorella. Era l’unico, oltre a vostra madre, a saperlo.

Munia: come faceva a saperlo? Io non l’ho svelato mai a nessuno!

Richard: non lo so e non me l’ha mai voluto dire. Il nocciolo della questione è che per permettere a lui e a Sancha di diventare eredi di tutto il regno di Castiglia, avrebbero dovuto far fuori prima di tutto Sancho, vostro padre.

Richard ridacchia.

Richard: quando Ferdinando è venuto a sapere di questa vostra misteriosa sorella, probabilmente lo disse a Sancha e a quel punto Sancha venne da me chiedendomi aiuto. In cambio di protezione e cure eterne da parte loro, ho mandato Sancho e Isabel in un altro mondo. Un’altra realtà molto lontana da questa.

Munia: quindi, mio marito non è morto in battaglia?

Richard nega con la testa.

Isabel: e potrebbe ancora essere vivo, negli anni 2000 in America.

Richard: esatto. In questo modo Ferdinando e Sancha avrebbero conquistato tutte le terre di cui avevano bisogno e sarebbero riusciti finalmente a coronare il loro sogno di vivere per sempre felici e contenti regnando l’intero Regno di Castiglia e Leon. Il tutto sarebbe potuto avverarsi. Peccato però che Isabel ha aperto il portale che collegava le due realtà.

Isabel guarda Richard, poi Munia e Garcia.

Isabel: siete un verme!!! Un mostro!!! Giuro su Dio che un giorno vi ammazzerò!!!

Munia si avvicina alla figlia e l’abbraccia, cercando di calmarla.
Richard fa un sorrisino maligno.

Richard: ora che vi ho detto la verità possiamo passare alle trattative del nostro accordo?

Garcia: tutto qui? Un semplice capriccio di Ferdinando e Sancha? Non potevano dichiararci guerra, semplicemente?

Richard: probabilmente credevano di togliersi dal pericolo una volta per tutte.

Garcia: è vero che Ferdinando morirà a breve?

Richard: assolutamente sì e Sancha diventerà erede diretta al trono di Leòn.

Richard guarda Munia e sospira.

Richard: quando voi morirete Sancha sarà erede anche del trono di Castiglia, dato che il vostro primogenito Ferdinando sarà morto.

Isabel: no, no… e no! Non permetterò che questo succeda! Io diventerò regina del regno di Castiglia o ucciderò quella sgualdrina con le mie stesse mani.

 

FEBBRAIO 1049

Sono passati due mesi interi da quando Isabel, Munia e Garcia hanno avuto l’incontro con Richard. Mesi di ostilità, cacce, piani, dolori… ma anche di gioie, divertimenti e amore.

INGRESSO PRINCIPALE CASTIGLIA

Isabel sta camminando nel corridoio principale del castello quando vede Pablo venirle in contro di corsa, trafelato.
Era da tantissimo tempo che i due non si rivolgevano parola, si erano scambiati uno sguardo durante la cena di Natale, ma nulla di più. Da quando Isabel gli aveva rivelato la verità, tra i due non era rimasto nulla.

Pablo: Vostra maestà!

Pablo si inchina d’innanzi ad Isabel.

Isabel: Pablo…

Pablo guarda Isabel. Per un attimo si perde nei pensieri, quasi fosse ipnotizzato e le sorride. Ma Isabel spezza il momento.

Isabel: cosa volete?

Pablo: devo parlarvi, in privato.

Isabel: non ci sente nessuno qui.

Pablo: non ne sono sicuro, vostra maestà. Le voci corrono, i corridoi rimbombano.

Isabel: e d’accordo. Andiamo nella torre dell’ovest.

Pablo annuisce e Isabel si incammina con lui alle calcagna.

Isabel: spero che sia qualcosa di grave… Pablo.

Pablo: molto grave, vostra maestà.

I due proseguono camminando in silenzio per tutto il castello. Isabel è davanti e Pablo a qualche metro di distanza, dietro di lei, per rispetto.

Arrivano in cima alla torre dell’ovest, Isabel si toglie la chiave che ha dal collo e apre la porticina di legno. Fa cenno a Pablo di entrare e quando si è assicurata che il ragazzo sia nella stanza, entra anche lei, chiudendosi la porta dietro di sé.

Isabel: parlate.

Pablo: riguarda vostro fratello Ferdinando.

Isabel: sono tutt’orecchi.

Pablo: l’ho visto fare l’amore con una donna che non è Sancha!

Isabel: non è sconvolgente, considerando che è normale…

Pablo: si, ma Sancha di Leòn dovrebbe essere l’amore della sua vita! Ferdinando ha firmato un trattato in cui dichiara che non avrebbe mai fatto uso di un’amante ne prima, ne durante il matrimonio.

Isabel: questo non lo sapevo. Ma senza prove, non posso attaccare…

Pablo: ne sono consapevole.

Isabel: avete per caso sentito Ferdinando pronunciare il nome dell’amante?

Pablo: Clarinda… Claire… Carole… qualcosa del genere.

Isabel: d’accordo. Tutto qui?

Pablo: sì, tutto qui.

Isabel: da quanto lo sapete?

Pablo: da tanto…

Isabel: e me lo dite solo adesso???

Pablo: avevo paura di Ferdinando!

Isabel: lasciate perdere.

Pablo: e di voi.

Pablo fa un passo incerto in avanti verso Isabel.

Pablo: io volevo…

Isabel porta una mano in avanti.

Isabel: non osate…

Pablo annuisce e abbassa lo sguardo, rimanendo immobile e in silenzio.

Isabel: sapete, ho notato una cosa…

Pablo: cosa?

Isabel: dovreste portarmi più rispetto. Sono superiore a voi, dopotutto. Non avete usato l’appellativo con me.

Pablo: credevo che…

Isabel: credevate cosa? Che perchè quando ci siamo conosciuti vi ho dato il permesso di trattarmi da amica, lo possiate fare anche ora? Mettetevi in testa una cosa, Pablo; da quando avete osato non credermi più, la mia opinione su di voi… è cambiata.

Pablo apre la bocca per replicare ma Isabel porta una mano in avanti.

Isabel: non replicate.

Pablo è quasi sconvolto dal comportamento autoritario di Isabel. La ragazza era decisamente cambiata rispetto a quando l’aveva conosciuta.

Isabel: ora andate. Sapete come tornare indietro. Preparatemi un cavallo. Parto tra mezz’ora e non ditelo a nessuno.

Pablo si limita a fare un inchino, poi si volta per andarsene, completamente affranto.

salone castello

Nel salone principale del castello di Castiglia è stato allestito un grande tavolo. Munia e Garcia sono rispettivamente a capotavola mentre Enrico e Ruggero sono uno di fronte all’altro nei diversi lati del tavolo.

Munia: Principe, Conte… io e Garcia vi ringraziamo per la vostra cortese disponibilità.

Sia Enrico che Ruggero annuiscono.
Garcia si pone comodo sulla sedia sporgendosi leggermente in avanti.

Garcia: come ben voi sapete, Isabel può rappresentare il futuro del nostro regno ma non solo. La sua scelta implica l’espansione del regno verso tutta l’Europa… in direzione di Borgogna o della Sicilia.

Munia: la scelta di Isabel dipende da voi.

Enrico: io e vostra figlia siamo destinati a sposarci. È l’accordo!

Munia: qualora non foste voi la scelta di mia figlia, il Papa ha acconsentito di annullare l’accordo.

Ruggero: immagino che ci abbiate convocati per un motivo.

Garcia: esattamente. Vogliamo mettervi di fronte ad una sfida.

Ruggero ed Enrico guardano Garcia con aria interrogativa.

Garcia: sarà un duello fino all’ultimo sangue.

Enrico: questo vuol dire…

Munia: che andrete avanti a combattere finché Isabel non sceglierà, al costo di vedere uno di voi due morto. Sconfitto.

Ruggero: vostra maestà, questo non è corretto.

Enrico annuisce.

Munia: queste sono le regole. Se volete lasciar perdere fin da ora, potete andarvene, vorrà dire che il vostro cuore non è mai appartenuto a mia figlia!

CASTELLO LEON

Pablo aveva diligentemente preparato il cavallo di Isabel subito dopo il loro spiacevole incontro e la ragazza era partita appena possibile per raggiungere il castello di Leòn entro serata.
E così avviene.
Isabel fa rallentare il cavallo dalle cinghie appena è in prossimità del castello di Leòn. Poi scende e legando l’animale ad un albero si incammina dritta e sicura di sé verso il lungo viale ciottolato. Delle guardie accorrono subito per fermarla, ma Isabel, in assoluta libertà si fa catturare per farsi trascinare all’interno del castello.

Sancha: cosa succede???

Guardia: un’infiltrata, vostra altezza!!!

Sancha: Isabel?

Le guardie tengono stretta Isabel.
Sancha guarda attentamente la ragazza poi fa cenno alle guardie di allontanarsi. Le due guardie fanno un inchino ed eseguono l’ordine di Sancha.

Isabel: non era il benvenuto che mi aspettavo, ma l’importante è essere qui.

Isabel si sistema il corpetto e le maniche del sontuoso abito.

Sancha: cosa volete?

Isabel: la verità, Sancha.

Sancha: non so di cosa stiate parlando.

Isabel: avete costretto Richard a mandare me e mio padre avanti nel tempo.

Sancha: ma cosa dite? Non avete prove che confermano le vostre parole!

Isabel: le avrò ben presto, Sancha.

Isabel accenna un sorriso e si gira per andarsene.

Sancha: avete già finito? Tutta questa strada per non ottenere nulla?

Isabel guarda nuovamente Sancha.

Isabel: e chi vi dice che io non abbia ottenuto nulla?

Sancha guarda Isabel con aria interrogativa.

Isabel: ah, lo sapete che tra i vostri alleati, in questo castello, si potrebbe nascondere un traditore?

Sancha: c-cos-?

Sancha non fa in tempo a replicare che Isabel prende di nuovo parola.

Isabel: ci vediamo al mio incoronamento Sancha. E, non osate a interferire un’altra volta, o vi ucciderò con le mie stesse mani.

Sancha: e verreste punita per questo!

Isabel: siete sicura? Perché se c’è una cosa per cui voglio ringraziarvi è quella di avermi dato la possibilità di poter viaggiare da una realtà all’altra, senza essere fermata. Sarà difficile trovarmi, dopo avervi uccisa.

bosco notte

Isabel esce dal castello di Leòn velocemente e monta a cavallo per tornare a Castiglia prima dell’alba. Cavalca verso i boschi, ma qualcuno con un altro cavallo spunta fuori da un albero bloccandole il passaggio.

Isabel mette a fuoco di chi potrebbe trattarsi e spalanca gli occhi appena si rende conto di chi ha davanti.

Isabel: Pablo?

Pablo: vostra maestà…

Isabel: cosa ci fate qui?

Pablo: non potevo correre il rischio di farvi venire fin qui, da sola.

Isabel: è bene tornare a Castiglia, prima che sia troppo tardi.

Pablo: prima di tornare a Castiglia ho bisogno di parlarvi.

Isabel: ancora? Cosa avete scoperto questa volta?

Pablo: riguarda voi e me, vostra maestà.

Isabel sospira e scende lentamente dal cavallo.

Isabel: d’accordo, ma intanto allontaniamoci da qui.

Pablo annuisce e anche lui scende dal cavallo. Entrambi iniziano a passeggiare lungo la stradina in terra battuta, immergendosi nel bosco.

Isabel: prego, parlate.

Pablo: mi volevo scusare.

Isabel: per cosa esattamente?

Pablo: per non aver creduto in voi, per avervi sostituita con un’altra donna, per avervi mancato di rispetto.

Isabel: prima di tutto, non mi avete sostituita. Tra noi due non potrà esserci mai nulla. Amate Adela?

Pablo: no, Isabel. Non la amo.

Isabel sospira nervosamente continuando a camminare con lo sguardo fisso davanti a sé.

Pablo: sono fidanzato con lei, per non pensare a voi.

Isabel: mi dispiace deludervi ma voi siete povero, siete un servo.

Pablo abbassa lo sguardo, intimorito.
Entrambi rimangono in silenzio per qualche minuto, concentrandosi sul tragitto, poi Isabel si volta lentamente verso di lui.

Isabel: cosa vi ha fatto cambiare idea sul credermi?

Pablo: vostra madre. Vostra madre mi ha detto che non venite da questa realtà e mi sono sentito così in colpa per non avervi creduto quella sera che avevate bisogno di me.

Isabel: ne sono contenta.

Pablo: scusatemi, vostra maestà.

Pablo si inginocchia davanti ad Isabel e incrocia le mani come a voler chiederle perdono.
Isabel rimane stupita dal gesto di Pablo, per quanto voglia essere una donna forte e di potere, non può non provare compassione a quel gesto. Così, lentamente si abbassa anche lei e con le mani solleva il viso di Pablo per guardarlo negli occhi.

Isabel: avete il mio perdono.

Pablo: grazie.

I due si guardano intensamente, gli occhi di Pablo sono come emozionati e quelli di Isabel sono così luminosi che sembrano sorridere.

Pablo: un’altra cosa…

Isabel: ditemi.

Pablo: non sposate Ruggero nè Enrico.

Isabel: devo…

Pablo: non fatelo!

Isabel: e perché?

Pablo: perché posso darvi ciò che vi serve. Ben presto avrò un titolo, delle terre… e molte ricchezze!

Isabel: è impossibile! Ma come? Come fate?

Pablo non fa caso alle domande di Isabel, il suo sguardo è catturato dal suo viso.
La bacia.
La bacia con forza, solamente con un intenso contatto di labbra, poi di colpo si allontana e la guarda nuovamente in quegli occhi intensi.

Pablo: e perché vi amo. Vi amo dal primo giorno che siete arrivate qui.

Isabel è sotto shock, non riesce a tirar fuori una parola. Si sente come se fosse chiusa in una campana di vetro. Guarda Pablo, lo scruta negli occhi, poi sposta lo sguardo sulle labbra e le si spunta un sorriso sul viso.

Pablo: perché sorridete?

E in quel momento esatto, Isabel afferra il viso di Pablo e lo bacia. Nessun pensiero nella sua testa, nessuna paura…solamente la voglia di amare qualcuno per cui ricambia il sentimento. Lo bacia con passione, senza colpa. Lo bacia come a voler recuperare il tempo perduto. I due giocano volgarmente con le loro labbra e con le loro lingue, si intrecciano, si gustano e dopo tanto tempo, si lasciano andare in quel bosco così vuoto, ma pieno del loro amore.

TEMPO PRESENTE

CASA ISABEL

Kim

Kim è uscita dalla sua camera da letto per andare in cucina, al piano inferiore a bere un bicchiere di acqua. Sono le 4 di notte, la casa è silenziosa e illuminata solo dalla luna. Cammina lungo il corridoio e passa accanto alla camera di Isabel. Nota la porta semi aperta e la lampadina accesa. Apre poco a poco la porta e sbircia dentro, cercando di non fare rumore.

Isabel è nel letto e con le coperte disfatte dorme beatamente. Kim sorride poi senza far casino decide di entrare per spegnere la luce della abatjour. Si avvicina al comodino quando si accorge che accanto alla figlia c’è un diario. È aperto.
Le due avevano sempre avuto un bel rapporto mamma-figlia, un rapporto aperto in cui si dicevano tutto eppure da quando era tornata dopo un anno, le cose erano cambiate. Isabel a malapena la salutava.

Spinta un po’ dalla curiosità e soprattutto dalla preoccupazione, Kim afferra il diario. Legge velocemente la prima pagina, poi senza disturbare la quiete, spegne la luce ed esce dalla camera di Isabel. Si porta il diario con sé, con l’intento di leggerlo entro il risveglio della figlia.

 

“Ma il lieto fine esiste solo nelle favole.
La vita invece, è una storia che va raccontata bene e solitamente ci si aspetta un finale inaspettato.
Ed è proprio così che si impara tanto.
Ad esempio, c’è sempre speranza se si vuole fortemente qualcosa: che sia una battaglia da vincere o un amore non corrisposto. Anche se l’universo è contro di voi, anche se ogni cosa non va come vorreste.”

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Da sempre appassionata di moda, libri e tatuaggi, è nata e cresciuta a Milano dal 1991 con le avventure di “Xena: La Principessa Guerriera”. Ha sempre sognato di essere una supereroina per salvare il mondo dai cattivi ma, nel 2007 un colpo di fulmine con Gossip Girl che le ha permesso di diventare una vera drogata di telefilm di qualsiasi genere: drama, teen drama, fantasy e action. In un’altra vita, se non fosse un’organizzatrice eventi, avrebbe frequentato “un’accademia del complotto” con Blair Waldorf, poi sarebbe diventata Emily Thorne con tanto di doppelganger appressa, si sarebbe felicemente sposata con Oliver Queen, avrebbe cantato in un duetto con Blaine Anderson, sarebbe stata collega di Katherine Pierce e amica di Emma Swan. Da non dimenticare che, ovviamente, avrebbe fatto parte dell’ –A Team! Ma il suo modus operandi è “la vita non è un telefilm”, quindi vive segretamente la sua doppia identità: una ragazzaccia spericolata di Milano amante dello shopping e della bella vita e una sognatrice romantica incantata a guardare telefilm 24 ore su 24 !

2 COMMENTS

  1. MANOOOOO QUELL’INSIPIDO DI PABLO NOOOO!

    Molto meglio Ruggero, ora che è venuto fuori che è pure pirata poi 😀
    Ma com’è che la vogliono tutti sta Isa, che avrà mai?..bah!
    Comunque spero che Isa si prenda una di quelle cotte epiche per Justin e resti nel presente tranquilla e beata!

  2. Enrico, Ruggero… per me può farsi anche suo fratello…. ma Pablo noooooooo …uff xD
    Bellissimo episodio, finalmente scopriamo molte cose riguardanti il passato e mi è piaciuto tantissimo!!! *-*

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