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True Detective | Recensione 2×06 – Church in Ruins

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True Detective | Recensione 2×06 – Church in Ruins

Salve, addicted! Ben ritrovati al solito appuntamento con la recensione dell’episodio settimanale di Noia Detect… ehm, volevo dire, True Detective. All’alba della sesta puntata, finalmente qualcosa sembra smuoversi e cominciano persino a succedere cose. Trattenete le lacrimucce di commozione e seguitemi!

Avevamo lasciato Semyon e Velcoro pronti ad affrontare un faccia a faccia destinato probabilmente a mutare radicalmente gli equilibri della serie.
Apprezzabilissimo il momento iniziale in cui i due sembrano mantenere la conversazione su generiche banalità, mentre invece stanno approfittando di quei pochi, preziosissimi secondi per studiare l’avversario e valutare il grado di pericolo a cui stanno andando incontro.

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Le prospettive di un epico confronto vengono subito demolite quando la giustificazione di Frank si riduce a una sterile pretesa di ignoranza. Ray lo accusa di averlo fatto diventare quello che è, di avergli precluso la possibilità di una vita migliore, ma il criminale gli ricorda di avergli fornito soltanto un nome: tutto quello che è seguito non è stato altro se non la conseguenza inevitabile di un desiderio compulsivo da sempre insito nel poliziotto. Semyon non ha distrutto l’uomo che avrebbe potuto essere, ma gli ha semplicemente fornito l’occasione di diventare ciò che da sempre, nel suo intimo, desiderava essere.
Quando Velcoro insiste per avere il nome dell’informatore di Frank, questi afferma che si trattava di uno dei suoi uomini, che all’epoca conosceva il presunto colpevole e che l’aveva sentito vantarsi dello stupro.

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Aggiunge inoltre che non ha nessuna intenzione di aiutare Ray a suicidarsi e che non gli permetterà di trasformare la sua cucina nel teatro di una sparatoria. Come prova della sua buona fede, lo libera dal giogo della loro collaborazione forzata e gli restituisce la sua libertà, sapendo probabilmente meglio di chiunque che quella libertà ormai non ha più nessun valore.
Insomma, io mi aspettavo un epico duello psicologico e invece è finita a tarallucci e vino. E andiamo.

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La scientifica esamina l’interno del capanno scoperto da Ani e Paul, ma gli agenti non riescono a essere molto precisi a causa della contaminazione della scena. Possono solo affermare che si tratta di sangue femminile e che proveniva da una donna affetta da gonorrea.

Velcoro riferisce a Frank di aver scoperto che Blake gestisce un giro di ragazze alle sue spalle e che nell’affare è coinvolto anche il figlio di Chessani. Lo informa che alle feste di cui si occupano i due partecipava anche Caspere e che lo Stato ha riavviato un’indagine informale su Irina Rulfo. Semyon gli confida che anche loro stanno cercando la Rulfo e gli propone un patto: gli consegnerà l’uomo che gli ha fornito l’informazione sbagliata sullo stupro di sua moglie in cambio dell’hard disk del defunto consigliere… alla faccia della libertà, insomma!

Frank Semyon: You may be one of the last friends I got.
Ray Velcoro: Wouldn’t that be fucked up.

Lo sceriffo locale non sa nulla delle feste che si svolgevano nella casa da cui aveva effettuato la sua ultima chiamata Vera, la ragazza scomparsa, e fa notare a Paul che l’edificio è proprietà privata e non è più territorio dello Stato.

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Velcoro affronta finalmente lo stupratore della moglie e gli augura di ottenere l’ergastolo, perché altrimenti dovrà vedersela con la sua vendetta che sarà qualcosa di decisamente meno digeribile.
L’ex detective sembra essersi addentrato ancora di un passo nell’oscurità che lo sta abbracciando, ma stavolta si tratta di un passo deciso e totalmente consenziente, senza nessuna finta pretesa di abbandono e passività nei confronti degli eventi.

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Paul trova finalmente alcune informazioni riguardanti i diamanti, che sembrerebbero essere delle pietre rubate da Sable Fine Jewelers a Hollywood nel novantadue. I proprietari della gioielleria, marito e moglie, vennero uccisi, ma dopo la loro morte il posto venne saccheggiato e la scena del crimine talmente compromessa che non si riuscì mai a trovare il colpevole. A ripulire il posto, però, non furono dei semplici sciacalli, perché mancava anche uno dei nastri delle telecamere di sorveglianza, il che fa pensare che quella della coppia fosse stata una vera e propria esecuzione.
I figli, Leonard e Laura, si salvarono nascondendosi in uno degli armadietti da esposizione.
Il caso, capitato in un periodo di generali disordini, venne archiviato quasi subito in seguito alla mancanza di sviluppi.

Athena riesce a trovare il modo di infiltrare Ani in una festa privata. Dovrà farsi trovare al Kali Club, fingere di essere lei e chiedere di un certo Bodgan. Un autobus la porterà nel luogo in cui si svolgerà il party, ma non le sarà permesso di portare un cellulare né la borsa.
Questo incontro ci mostra in una prospettiva del tutto nuova il rapporto fra le due sorelle, perché se da una prima, superficiale analisi ci era sembrato che Ani fosse la più forte e che fosse suo compito preoccuparsi per l’altra, in questa situazione i ruoli sembrano decisamente ribaltati (la dice lunga il dipinto rappresentante una donna che annega sulla terra ferma).

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I coniugi Semyon si recano a far visita alla vedova di Stan. La donna sembra intimorita da Blake, che dopo il funerale le aveva domandato se il marito le avesse raccontato qualcosa che potesse aiutarli a trovare chi lo aveva ucciso.
Frank cerca di consolare il figlio del suo defunto collaboratore, dimostrando di essere tutt’altro che negato per il ruolo di padre, forse proprio in virtù delle sue difficili esperienze di vita.

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A seguito di una mortificante visita sotto osservazione con Chad, Velcoro cede di schianto e cancella tutti i progressi fatti abbandonandosi a alcool e droga e tornando a toccare il fondo. Al colmo della disperazione, stringe un accordo con la moglie per preservare, per quanto possibile, l’innocenza del figlio. Se lei gli giura che non gli racconterà mai dello stupro e continuerà a fargli credere che Ray sia suo padre, lui non si opporrà alla custodia e sparirà completamente dalle loro vite. Ancora una volta, pur nella sua fragilità e imperfezione, Velcoro si rivela un ottimo padre, disposto a rinunciare all’unico affetto della sua vita pur di risparmiargli ulteriori momenti di disagio, dolore e umiliazione.

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Frank tortura uno dei Santa Muerte, i ragazzi di Ledo Amarillo, per scoprire qualcosa su Irina Rulfo e viene a sapere che le messicane hanno un luogo di ritrovo chiamato El Monte. Quando lui e i suoi fanno irruzione, incontrano due vecchie conoscenze, con cui Semyon riesce a stringere un accordo e che lo aiutano a mettersi in contatto telefonicamente con la donna, che gli racconta di aver ricevuto gli oggetti di Caspere che poi ha rivenduto da un poliziotto magro.
La Rulfo acconsente a un incontro, ma quando arriva sul posto Frank trova solo il suo cadavere: i messicani l’hanno uccisa per punirla per la sua collaborazione con le forze dell’ordine.

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Ani riesce a infiltrarsi alla festa, ma gli organizzatori la costringono ad assumere una forte sostanza stupefacente. Sotto l’effetto delle droghe, la poliziotta comincia a ricordare un abuso di cui è stata vittima quando era bambina.
Emerge finalmente l’aspetto più vulnerabile della donna, che finora era rimasto nascosto sotto un’apparente scorza da dura.

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Sconvolta, si rifugia in uno dei bagni in cui, inaspettatamente, ritrova Vera, la ragazza scomparsa. Riesce a trascinarla fuori dalla casa per miracolo e in giardino le due si ricongiungono con Paul e Ray, che hanno avuto la loro parte di fortuna e sono riusciti a trafugare un fascicolo di documenti che gettano finalmente luce sull’enorme accordo in corso per i terreni della ferrovia.
Il prezzo per questa scoperta è forse stato alto (per Ani le ripercussioni di questo tuffo nel passato potrebbero essere decisamente pesanti), ma finalmente la nostra squadra sembra avere in mano qualcosa di concreto con cui proseguire le indagini…

(Vorrei farvi garbatamente notare come il trailer non ci regali niente di interessante, a parte l’amichevole reminder che mancano solamente due episodi alla fine. Cosa che vale la pena di ricordare, visto che la stagione ancora ha da decollare…)

https://www.youtube.com/watch?v=XwG0zOD6ih8

2 COMMENTS

  1. Ti faccio i complimenti per le tue recensioni, io trovo molto difficile seguire questa seconda stagione perché giuro che non ci capisco niente, infatti appena finisco di guardare la puntata cerco subito la recensione per cercare una spiegazione a quello che ho appena visto 🙂 .
    Siamo alla puntata 7. che devo dire mi è piaciuta, e appena adesso comincio a ricordarmi i nomi.
    I personaggi sono talmente incasinati che secondo me sono in grado di migliorare ed evolversi fino ad un certo punto, Velcoro ad esempio ha rinunciato a suo figlio per il suo bene ma ovviamente qualcosa di stupido lo doveva fare e dopo essersi ubriacato ha distrutto casa.
    Condivido il discorso che gli ha fatto Semyon, quella parte aggressiva e violenta in cerca di vendetta di Ray c’è sempre stata, lui era come un candelotto di dinamite, e il gangster gli ha solo fornito il fiammifero per farla esplodere. A Vinci nessuno fa niente per niente, figuriamoci cercare un poliziotto qualunque per dargli il nome di uno stupratore. Ray avrebbe potuto usare la legge per punire il colpevole ma invece si è fatto giustizia da solo (cosa che Semyon aveva previsto).
    Ani era già in lotta con il mondo prima, non immagino niente di buono ora che ha scoperto della violenza subita.

    • Consoliamoci con il fatto che tanto da casa lo avevan comunque sfrattato XD Io mi ricordo solo i nomi di Semyon e Velcoro, agli altri ho saggiamente rinunciato e mi avvalgo dell’aiuto da casa lol Grazie mille per i tuoi complimenti ^^

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