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True Detective | Recensione 2×05 – Other Lives

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True Detective | Recensione 2×05 – Other Lives

Carissimi addicted, eccomi qua per esaminare il quinto episodio di questa seconda stagione, episodio che mi ha lasciato francamente un po’ combattuta.

La puntata si apre con un bel salto temporale, che ci porta avanti di sessantasei giorni rispetto al cosiddetto massacro di Vinci. Le indagini sulla morte di Caspere sono state dichiarate ufficialmente chiuse e il procuratore generale Geldolf si è candidato come governatore.

Anche per il nostro quartetto la vita è decisamente cambiata. Semyon forse non è passato dalle stelle alle stalle, ma si è dovuto trasferire in una casa estremamente modesta e il rapporto con la moglie sembra sempre più avviato sulla rotta del fallimento.

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Velcoro, ormai totalmente disilluso sul suo mestiere, ha lasciato la polizia ed ha accettato di lavorare per Frank. Il suo vecchio tenente passa a trovarlo e, per la prima volta nel corso della storia, emergono dubbi legati alla figura di Dixon, il membro fantasma di questa strampalata task force, morto nello scontro a fuoco con i messicani.
Pare che Dixon fosse in possesso di alcune foto, il cui soggetto non viene precisato, e che stesse svolgendo ricerche su qualcuno.

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La povera Bezzerides è stata sbattuta in terapia stile alcolisti anonimi ed è stata relegata nello sgabuzzino delle prove, mentre Woodrugh, inspiegabilmente, è stato l’unico a ottenere un premio e a essere promosso detective… peccato che lo abbiano sbattuto a occuparsi di frodi fiscali, non esattamente il lavoro dei sogni per uno il cui unico piacere è stare sul campo e correre sulla sua moto. Inconsciamente, le autorità hanno ottenuto l’effetto opposto a quello desiderato e hanno reso Paul la creatura più miserevole fra i tre.

Semyon non ha dimenticato l’omicidio di Caspere e comincia a indagare su un’altra morte sospetta, quella di Ali Komunyakaa, l’uomo che aveva rilevato la Archeron Waste Management, una società liquidata da Frank, che l’aveva utilizzata per spargere metalli pesanti sui terreni del corridoio. La morte di Ali gli era sembrata da subito strana, perché non riusciva a spiegarsi come un individuo praticamente astemio avesse potuto ubriacarsi al punto da mettersi al volante e lanciarsi giù per il pendio di una collina.

La lotta per la paternità di Velcoro nel frattempo ha preso decisamente una brutta piega, perché la moglie gli ha chiesto di sottoporsi a un test di paternità. Francamente io son d’accordo con Ray, un figlio è di chi lo cresce, il corredo genetico non conta nulla. Fatto sta che l’ex-poliziotto ha bisogno di una marea di soldi per sostenere le spese legali e Semyon ne approfitta per chiedergli di pedinare Blake, su cui ha cominciato a nutrire sospetti già da tempo. Frank è convinto di avere un nemico e non si fermerà finché non lo avrà stanato.

Nel frattempo Paul annuncia alla madre il lieto evento, convinto, non si sa bene in base a cosa, che lei ne sarà felicissima. Manco a dirlo quel fiore di donna gli da dell’idiota (unica volta in tutta la stagione in cui mi sono trovata d’accordo con lei) e si dispera perché secondo lei il figlio si sta rovinando la vita.
Scopriamo anche che Woodrugh, da quel genio indiscusso che è, aveva lasciato da lei, un’alcolizzata con il vizio del gioco, i ventimila dollari che aveva riportato dall’Afghanistan. La cosa splendida, che mi fa provare perfino un po’ di pena per lui, è che si stupisce che la megera glieli abbia rubati! Alla scoperta del furto segue una lite abbastanza furibonda e stereotipata (“Mi hai rovinato la vita!”, “Ma se eri una sgualdrina!”, “Ah, ma quanto sei ingrato! Guarda che tanto lo so che sei gay!”). Ordinaria amministrazione. Certo è che ci aspetteremmo di più, sia per quanto riguarda i dialoghi, sia a livello di caratterizzazione dei personaggi, da uno scrittore come Pizzolatto, che ha creato i lunghi pipponi di Rust e ci ha fatto apprezzare le mille sfaccettature di uomini complessi e tormentati come quelli che hanno animato la prima stagione.

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La ragazza con la sorella scomparsa chiama la Bezzerides e le consegna un mazzo di foto che ha ricevuto per posta. La maggior parte sembrano essere state scattate ai fantomatici festini a cui partecipava Caspere, che compare nelle immagini assieme ad altre figure di una certa importanza, come un senatore della repubblica. Alcuni scatti ritraggono anche i diamanti trovati all’interno della cassetta di sicurezza del consigliere e in seguito misteriosamente scomparsi.

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L’insoddisfazione di Jordan alla fine la porta a un confronto con il marito. Gli rivela di essere certa di non poter aver figli e aggiunge che lo ama e che vuole restare al suo fianco, ma che non ha intenzione di stare a guardare mentre lui perde nuovamente se stesso.
Frank rimane colpito dalle parole della compagna e quando lei se ne va la raggiunge a casa, arrivando anche ad acconsentire all’adozione di un bambino, cosa che sembrava escludere assolutamente nei precedenti confronti.

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A quanto pare Frank non è l’unico ad avere ancora dei dubbi sulla morte di Caspere. Ai nostri fantastici eroi viene proposto di partecipare a un’investigazione riservata speciale che ufficialmente dovrebbe occuparsi di trovare Irina Rulfo, ma che mira in realtà a scoprire la verità sulla morte del consigliere e a provare la corruzione della polizia di Vinci, del sindaco e soprattutto del procuratore, che a quanto pare è riuscito a candidarsi solo dopo aver ricevuto dei fondi di dubbia provenienza.
Ani e Paul, insoddisfatti della loro condizione attuale, accettano con entusiasmo, mentre Velcoro si convince solo dietro la promessa di una pesante intercessione dell’ufficio del procuratore nella causa di affidamento di Chad.
Velcoro scopre anche che lo stupratore di sua moglie è stato catturato e questo può significare una sola cosa: all’epoca Frank gli aveva mentito e gli aveva consegnato un finto colpevole per incastrarlo (e penso che l’unico sorpreso da questa rivelazione sia proprio l’ex-detective, perché, andiamo… un gangster che aiuta un poliziotto spinto solo dal proprio senso di giustizia? Non sta né in cielo né in terra!).

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McCandless propone a Semyon di farlo tornare in affari per il corridoio della ferrovia se riuscirà a trovare e consegnare l’hard disk scomparso di Caspere. Frank, che sembrava essere tornato sulla retta via dopo la discussione con la moglie, non riesce a resistere alla tentazione di rientrare velocemente in possesso della sua posizione e delle sue ricchezze e vende l’anima per cinque miseri lotti di terreno.

Velcoro torna a far visita a Pitlor, lo psichiatra di Caspere, e stavolta, usando tutte le buone maniere che lo contraddistinguono, riesce a ottenere qualche informazione in più.
I famosi festini erano nati da un’idea dello stesso Caspere e di Tony Chessani, il figlio del sindaco. Il medico si occupava solo di ritocchi chirurgici sulle ragazze che venivano impiegate, ma i due organizzatori, a quanto pare, avevano approfittato di quegli incontri per accumulare materiale con cui ricattare i propri ospiti, fra cui proprio McCandless, il presidente della Catalast. Questo spiegherebbe perché la società sborsava cifre ragguardevoli per pagare l’auto e l’affitto del consigliere…

Nel frattempo, nuovi interrogativi emergono attorno al nome di Dixon. Nel tentativo di rintracciare i diamanti scomparsi, Woodrugh scopre che un gioielliere aveva ricevuto una visita dal poliziotto, che voleva sapere se qualcuno aveva cercato di vendergli le pietre. L’incontro, tuttavia, era avvenuto ben prima del ritrovamento della cassetta di sicurezza di Caspere, quindi come faceva l’uomo a sapere dell’esistenza dei diamanti e perché non li aveva inseriti nella lista dei gioielli rubati?

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Ani scopre che l’indirizzo da cui la ragazza scomparsa ha effettuato la sua ultima chiamata è uno di quelli presenti nel GPS di Caspere. Quando lei e Paul ci arrivano, però, trovano solo una casa apparentemente abbandonata da mesi. Uno stormo di corvi li guida tuttavia a una baracca nascosta nei boschi. All’interno, i due trovano solo copiose macchie di sangue e una sedia vuota, con residui di nastro adesivo ancora attaccati ai braccioli…

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L’episodio si conclude con Velcoro che bussa alla porta di Semyon, deciso ad affrontare una volta per tutte il suo antico alleato e a scoprire la verità.

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Ho letto in giro impressioni fortemente negative sulla puntata e, almeno inizialmente, ero quasi del tutto d’accordo con questi pareri. Analizzando l’episodio, però, mi sono resa conto che questo non è così “inutile” come può sembrare a un primo esame. Se ci pensiamo bene, in True Detective nulla succede per caso e in quest’ora ci sono stati mostrati tutta una serie di indizi e dettagli che sono passati un po’ sotto silenzio, ma che si riveleranno fondamentali per lo sviluppo della trama e per la soluzione dell’omicidio di Ben Caspere (basti solo pensare al modo in cui le indagini si sono finalmente spostate dal giro della prostituzione alle feste private, ai ricatti e ai traffici loschi legati al corridoio della ferrovia). Sono quindi moderatamente fiduciosa sui prossimi episodi, che saranno secondo me molto più serrati.
Quello che spero è che diano maggiore spessore ai personaggi di Ani e Paul, che al momento restano ancora un po’ in ombra rispetto a quelli di Velcoro e Semyon, che hanno goduto di un maggiore approfondimento psicologico.

Come al solito, vi do appuntamento alla settimana prossima e vi lascio con il trailer della prossima puntata!

https://www.youtube.com/watch?v=yhj3aOp0FdA

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