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This is us 2×08 – Numero 1, di nome e di fatto.

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This is us 2×08 – Numero 1, di nome e di fatto.

Cosa devo dirvi, questa puntata è stata una vera MAZZATA.

Protagonista indiscusso è Kevin, ormai lo sapete, il mio fratello preferito, il fratello maggiore, ma solo da un punto di vista temporale. Kevin è distrutto, è un insieme infinito di piccoli pezzi che non stanno più insieme, e questa puntata ci ha mostrato da cosa deriva il suo infinito dolore.

Kevin ironicamente è il numero uno della famiglia Pearson, è lui che ha fatto tutte le cose per primo: parlare, camminare, baciare una ragazza… lui è sempre arrivato primo. E in effetti Kevin è il classico adolescente adorato da tutti: non è particolarmente brillante a scuola forse, ma ha un talento innato per il football, e sappiamo tutti come questo in America voglia dire avere un passe-partout per i college più importanti, no matter what. E Kevin sa di essere in gamba, sa di poter ambire al MEGLIO, e LUI VUOLE IL MEGLIO. È in questo contesto che Jack attraversa il suo periodo più difficile, ha appena ammesso le sue difficoltà e i suoi problemi, e agli occhi di Kevin questa è una debolezza anziché un pregio.

I genitori sono quelle figure che da sempre ci sembrano invincibili, sono degli eroi e ci sembra sempre che niente e nessuno possa superarli, o metterli al tappeto. Eppure anche i genitori, come tutti, possono affrontare momenti di debolezza, possono sbagliare e quando questo succede per i figli può essere difficile da accettare.

Nel suo momento di maggior splendore, che corrisponde al peggior momento del rapporto padre-figlio, ecco che succede ciò che cambierà per sempre la vita di Kevin: si rompe il ginocchio. La sua carriera sportiva è FINITA. FINITA: quanto deve essere difficile per un ragazzino accettare il fatto che NIENTE SARÀ MAI COME TE LO SEI PREVENTIVATO? In una parola, TERRIBILE. Ed è proprio il padre a dare a Kevin la forza di rialzarsi, a dargli una ragione per continuare a lottare e non solo per le parole e per l’essere presente, ma perché Jack è l’esempio vivente di quanto sia importante non mollare anche nei momenti più duri. La scena in cui Jack si inginocchia in cucina, in piena notte, chiedendo la forza di accettare quello che non può essere cambiato è la dimostrazione di quanto Jack voglia sempre riuscire a supportare le persone che ama, a far sì che loro si sentano sempre importanti, che abbiano tutto quello che vogliono dalla vita e non riuscirci, non esserne all’altezza è il suo fardello da accettare. Ma è un non essere all’altezza o un non sentirsi all’altezza? Sicuramente la seconda, ma poco importa perché alla fine è ciò che sentiamo dentro a influenzarci.

E così Kevin si rimette in piedi ma la vita è lì pronta a sferrare un altro colpo: Jack muore (e non sappiamo ancora come) e lui è di nuovo a terra. Jack era importante per Kevin, era il suo modello, era la persona che più di tutti voleva che fosse fiera di lui, e ora se ne era andato. E questa puntata ci mostra due cose di Kevin: la prima è il suo disperato bisogno di sentire suo padre dirgli di essere fiero di lui.

La seconda è il suo disperato bisogno di aiuto, lui lo grida a tutti eppure NESSUNO LO ASCOLTA. Anzi, dinnanzi a un discorso del tutto sconclusionato, fatto da una persona chiaramente UBRIACA, il pubblico lo osanna a grandissimo perché lui non può non essere così. Persino la sua ex compagna di corso, un medico peraltro adesso, è troppo invaghita dell’idea che aveva di lui per accorgersi di come Kevin fosse conciato, e lui le aveva detto chiaramente “se anche fossi qua nudo, mi farebbero i complimenti per come sono vestito“.

E quando finalmente Kevin tocca il fondo, quando arriva al limite, quando perde la catena che rappresenta non tanto il suo unico ricordo di suo padre ma più che altro il simbolo della SUA FORZA, ecco che decide che è arrivato il momento di chiedere aiuto. Eppure qualcun altro ha bisogno di lui, già perché tutte le chiamate di Kate e di Toby erano una richiesta di supporto, Kate ha perso il bambino e lui lo scopre da Randall. Ecco, io mi chiedo da mercoledì se Kevin riuscirà a tirarsi insieme per essere forte e supportare la sorella oppure se questo continuare a tenere dentro il suo dolore, la sua convinzione di essere un fallito, di non valere niente e di non avere nulla da offrire, non farà altro che spezzarlo sempre di più.

Io sono convinta che urlare fuori il proprio dolore e il proprio bisogno di aiuto sia il primo passo per la risalita, lenta ma possibile. E in questo contesto vedere che la sorella a cui tiene più di se stesso ha bisogno di lui potrebbe essere uno stimolo a reagire, ma anche se ha ammesso di avere un problema, Kevin deve avere la forza di affrontarlo.

QUESTO E QUELLO…

1. L’interpretazione di Justin Hartley è stata davvero EMOZIONANTE, SENTITA, VERA. Tutto il dolore di Kevin, il suo sentirsi inadeguato erano TANGIBILI. Le lacrime INEVITABILI.

2. Quanti hanno pensato che fosse andato a letto con la ragazzina alzino la mano… Io sì. E invece no, sono ancora indecisa se esserne felice oppure no…quasi quasi avrei preferito fosse lei.

3. Ma io dico, Randall, tu che vedi tuo fratello conciato così, puoi seriamente pensare che stia bene?!?! NON NE POSSO PIU’ di vedere che nessuno lo considera come persona che può soffrire.

BONUS… sono contenta che gli autori ci abbiano regalato questa puntata perché ci hanno mostrato come la spirale discendente di Kevin non fosse così insensata, ma frutto di una serie di ferite presenti nell’anima di questo meraviglioso ragazzo fin dalla più tenera età. Ferite che nonostante tutto ha sempre cercato di rimarginare, ma che la vita non ha mai permesso si cicatrizzassero del tutto.

Vi lascio con il promo del prossimo episodio, intitolato “Number Two” e del tutto dedicato a Kate, come ci si poteva aspettare dal cliffhanger alla fine di questo appena trascorso… Io ve lo dico, sto già malissimo, non so reggo il dolore di Toby (e di Kate ovviamente…)

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