Home Recensioni This is us 2×04 – Tutti i nodi vengono al pettine… o quasi.

This is us 2×04 – Tutti i nodi vengono al pettine… o quasi.

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This is us 2×04 – Tutti i nodi vengono al pettine… o quasi.

Ben ritrovati!

Questa è la prima puntata di questa serie in cui non piango: EVENTO INCREDIBILE.

Ebbene sì, lo confesso! Ma non perché non sia stata una puntata intensa, tutt’altro, semplicemente perché è stata una puntata ricca di rivelazioni, alcune perfino felici (anche qua ci sta un “EVENTO INCREDIBILE”).

L’episodio ha seguito tutti i tre i fratelli Pearson, sia nel presente che nel passato, insieme ai loro genitori.

Inizio subito dalla notizia positiva: Kate è incinta!!!

Toby impazzirà di gioia quando lo scoprirà! E Kate è così felice, e determinata a non perdere quel suo fagiolino che è davvero bello vederla così. Per tutta la puntata mi sono chiesta se tutta la sua concentrazione fosse dovuta davvero al voler “entrare in un vestito“, eppure quel “primo incarico retribuito” mi sembrava troppo una cosa buttata lì giusto per… non gli hanno dato troppo peso o almeno non quanto ne stavano dando al fatto che lei facesse esercizi su esercizi, e quando è entrata nel negozio ho pensato “Ok, adesso questa me la devono spiegare, perché dopo un anno di dieta ed esercizi non è che inizi a prendere vitamine o roba simile… ci deve essere qualcosa di diverso!E infatti poi BOOM! Eccola distesa su di un lettino, INCINTA. CHE NOTIZIA BELLISSIMA!!! Mi chiedo però come questa novità possa collimare con il fatto che, l’anno scorso, erano uscite indiscrezioni che volevano come requisito fondamentale che l’attrice perdesse gradualmente il suo peso, se adesso è incinta come fa a perdere peso? O magari grazie alla gravidanza perdere (all’inizio) più peso? Oppure non è più una cosa rilevante… o magari succederà qualcosa di brutto che la porterà a perdere peso?!? NON POSSO NEMMENO PENSARCI.

Poi c’è la famiglia di Randall, e il lento e difficile inserimento di Deja. In questa puntata ancora una volta possiamo vedere quanto Randall e Beth siano complementari: non solo perché le bambine vanno da Beth per il bacio sulle ferite e da Randall per la canzone di “sollievo”, ma perché sono davvero una squadra che si supporta e che si spalleggia, che si passa la palla fino alla meta. Eppure, con Deja questo non sembra funzionare.

Deja è una ragazzina che vive nel mito della madre, ha bisogno di una figura femminile che la supporti, che creda in lei e in cui possa credere, una figura che “sostituisca” la madre, in quanto tale e in quanto amica/confidente. E Beth in questo è davvero bravissima: riesce a capirla, riesce a capire i suoi silenzi, riesce a oltrepassare quella barriera altissima Deja ha costruito tra lei e il mondo. 

E poi… poi scopre che la sua fiducia è stata “mal riposta”, Beth ha parlato con il marito e così Randall vuole condividere con la ragazzina parte delle sue ansie, o meglio del modo in cui cerca di superare queste sue ansie, insomma, vuole essere un supporto. Peccato davvero che Randall non abbia capito che lui per lei adesso non esiste, lei non sa cosa voglia dire avere un padre. Aveva iniziato così bene scusandosi per l’accaduto alla sala da bowling, e poi ecco che il castello costruito si è frantumato sotto i loro piedi. Deja arretra nella sua posizione e lo fa tagliando via quella parte di legame che si era formata. Letteralmente. E’ stato un colpo al cuore anche per me, ma me lo aspettavo da quando Randall ha iniziato il percorso dello stress: dentro di me urlavo “fermati ti prego, non farlo, peggiorerai le cose“, e infatti così è stato. Prima di tutto devono farsi vedere, agli occhi di Deja, come la squadra che sono, devono farsi vedere FAMIGLIA, e io credo che Beth ce la farà a riaprire un varco in quel muro di ragazza. E si porterà dietro anche Randall.

Nel passato abbiamo conosciuto la mamma di Rebecca: i gemelli sono malati e la nonna viene in supporto. MA CHI TE L’HA CHIESTO DICO IO?!? Rebecca (e tutta la famiglia in realtà) non è particolarmente felice di avere in casa sua madre, cerca di mandare giù la cosa – come anche razionalmente le consiglia Jack- dicendole anche che due mani in più non possono che far bene, eppure Rebecca è insofferente. E alla fine capiamo perché: la cara nonnina (se tutte le nonne fossero così hai voglia…sembrava tipo la sorella maggiore di Becca!) non solo critica la figlia PER TUTTO, ma discrimina anche i nipoti. Forse non lo fa per cattiveria, ma l’ignoranza è meno grave o meno pungente? Non credo. Lei ha messo un’etichetta su Randall: non perché lo conosce, o perché ha visto e capito la persona che è, ma semplicemente per il colore della sua pelle. Ed è vero che non fa niente di cattivo verso di lui, gli occhi di un bambino non vedono malizia (forse), ma non fa neanche nulla per conoscere il nipote, perché di fatto è come se fosse DIVERSO dai gemelli. E lui è sicuramente una persona diversa dagli altri, così come Kevin è diverso da Kate, così come siamo tutti diversi, ma essendo tutti cresciuti in uno stesso contesto, nella stessa Famiglia, tutti fanno parte di essa, in tutto e per tutto, condividendone passioni, abitudini e usanze. E ho trovato bellissimo il modo in cui Jack e Rebecca fanno capire a Randall (che è sicuramente un ragazzino sopra la media) quanto alcune parole, seppur indirette, siano lo stesso taglienti e di insulto. E Randall capisce, eccome se capisce.

Anche questa volta ho lasciato Kevin per ultimo perché, anche questa volta, mi ha distrutto il cuore.

Kevin non voleva altro che suo padre fosse fiero di lui, e c’era riuscito, con il football: lui non era solo bravo, era un campione. IL CAMPIONE DI SUO PADRE. Non poteva esserne più fiero. Eppure in un momento tutto gli è crollato addosso: un infortunio al ginocchio gli ha stroncato la carriera, e suo padre è morto. Dai flashback della scorsa puntata si capisce che più o meno la morte del padre è accaduta nel periodo (credo) immediatamente successiva all’infortunio di Kevin. Lo dico più che altro dall’età dei ragazzi.

Jack era un padre meraviglioso, attento ai desideri e alle necessità dei figli, stimolante, sfidante… tutto ciò che un figlio necessita per diventare adulto. E lui e Kevin erano molto legati, Jack era in grado di smuovere dentro il figlio le leve giuste per farlo combattere, per fargli tirare fuori la grinta e farlo credere in se stesso. Bellissima la scena dell’urlo contro il prurito. Così, adesso, dopo 20 anni, Kevin fa un tuffo nel passato con la sola differenza che adesso non c’è nessuno a fargli forza, a smuoverlo. Nessuno fisicamente: ma il ricordo di suo padre non la lascerà mai, ed è vedendo le cassette in cui suo padre CREDEVA IN LUI, che trova la forza per non abbattersi, per NON MOLLARE. E sì, forse prendere gli antidolorifici e non stare a riposo non è la strada giusta per la sua salute, quella fisica, ma lo è per il suo spirito, per la sua anima, deve credere di rendere ancora orgoglioso di lui suo padre. Io vi giuro che ADORO Kevin, è un personaggio così complesso, come tutti in questa serie è vero, ma lui è quello indubbiamente più sottovalutato e più fragile, nonostante tutti pensino il contrario. Quanto dolore c’è dentro di lui, quanta voglia di urlare. E questo dolore soffocato con le pillole. Speriamo riesca a buttare tutto fuori.

QUESTO E QUELLO…

La scena in videoteca con Rebecca vogliosa di un film pieno di manzi…REBECCA UNA DI NOI!

Quando Rebecca parla di Martin Luther King e Randall sconvolto pensa che gli abbia sparato sua nonna… ahahahahah, sono morta dal ridere!

Toby e la Famiglia Pearson: incredibile quanto lui si sia integrato e quanto bene voglia a Kevin oltre che, ovviamente, a Kate. Un uomo dolce, ironico e davvero eccezionale, con un pessimo gusto nel vestire. DICIAMOCELO.

Vi lascio con il promo del prossimo episodio, intitolato “Brothers

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Nata negli anni 80, grazie al suo papà clone di Magnum P.I., cresce a pane e “Genitori in blue jeans” (dove si innamora di Leonardo di Caprio che troverà poi in quei film tanto amati come "What's Eating Gilbert Grape" o “Total eclipse”), l’uomo da 6 milioni di dollari, l’A-Team, Supercar e SuperVicky. L’adolescenza l’ha trascorsa tra Beverly Hills 90210, Santa Monica e Melrose Place..il suo cuore era sul pianeta di Mork e alle Hawaii..anche se fisicamente (ahimè) era sempre e solo nella provincia bergamasca. Lettrice compulsiva fin dal giorno in cui in prima elementare le hanno regalato Labirinth è appassionata di fantasy (Tolkien è il suo re, Ann Rice e Zimmer Bradley le sue regine) e di manga (Video Girl AI in primis per arrivare a Paradise Kiss e Nana), anche se ultimamente è più orientata a letture propedeutiche pediatriche! Ama studiare (tra laurea, dottorato e master ha cominciato a lavorare a 28 anni!!) ed imparare, ma non fatela arrabbiare altrimenti non ce ne è per nessuno!

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