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The Writer | 1.10 – …And thanks to all at once and to each one

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The Writer | 1.10 – …And thanks to all at once and to each one

THE WRITER
CAPITOLI PRECEDENTI

SNEAK PEEK #1
SNEAK PEEK #2

1.01 – Midsummer Night’s Nightmare
1.02 – Something is rotten in the state of England
1.03 – Nothing Will Come Of Nothing: Write Again
1.04 – Let not light see my black and deep desires
1.05 – Write with me
1.06 – The Truth is inside my head
1.07 – Once Upon A Globe
SNEAK PEEK #3
SNEAK PEEK #4
1.08 – Close to the edge
1.09 – Welcome to the theatre…

https://www.youtube.com/watch?v=pF_cHVIY_-g

Luci sfuocate. Veloci. Intermittenti. Poi di nuovo il buio per alcuni istanti. Voci distanti e sconosciute. Stanno correndo, per i corridoi e contro il tempo, stanno cercando di salvarla. Ancora il buio, un’altra volta. Jules combatte, cerca di restare presente a se stessa ma la testa le fa male, troppo male e per quanto si sforzi, non riesce a tenere gli occhi aperti, è troppo difficile e vorrebbe solo lasciarsi andare per non sentire più dolore.

Ma proprio nel momento in cui la sofferenza sembra voler prendere il controllo delle sue volontà, una voce la riporta indietro, le chiede di lottare, di vivere. Con le ultime forze che le restano, Jules apre nuovamente gli occhi, nonostante la sua debolezza riconosce quella voce, nonostante la vista sfuocata riconosce quel viso che adesso corre con lei e l’accompagna nel suo percorso, nella lotta tra la vita e la morte.

ROMAN
Sì, così Jules,
apri gli occhi,
ti prego apri gli occhi,
sono qui, sono qui con te,
ti prego non lasciarmi,
resta con me Jules,
non andartene,
RESTA CON ME!!

Roman è lì con lei, Jules sente la sua voce ma non riesce a parlargli, non riesce a dirgli quello che prova per lui quando invece è tutto ciò che vorrebbe fare in quegli ultimi istanti di lucidità. Non vuole lasciarlo, non vuole che l’ultimo ricordo di lei sia il loro litigio. Adesso le sembra tutto così stupido e inutile: la sua crociata contro Edmund, il desiderio di rivincita, il suo spingersi oltre il limite per dimostrare di meritare il suo posto nel mondo, lei che non aveva mai avuto bisogno di conferme, lei che conosceva bene il suo valore e per cui le opinioni altrui non contavano davvero. Jules cerca di seguire la voce di Roman, ma le sue parole diventano sempre più lontane, sempre più incomprensibili e il suo ultimo pensiero è una promessa a sé stessa: se avesse riaperto gli occhi ancora una volta, se avesse avuto la possibilità di passare ancora un momento con Roman, John, Amilton o Delia, non l’avrebbe sprecato, non avrebbe più permesso al suo orgoglio di accecarla e impedirle di vedere ciò che davvero più conta nella sua vita. E poi di nuovo il buio.

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“Non so perchè ti stia mandando questo sms, ma ho bisogno di te, sento di averlo. Jules ha avuto un incidente. Roman”

Le mani mi tremano, il telefono per poco non mi cade di mano.
Helen che cazzo stai combinando!
Decido di cambiare destinazione. Devo raggiungere Roman e Jules, non posso abbandonarli ora, è colpa mia. Cerco rapido il numero di Roman nella mia rubrica, squilla ma non risponde.
I secondi sembrano minuti.
Al terzo squillo decido di chiudere la chiama…
“Rick dove sei?” appena in tempo
“Sto arrivando! Dove siete? Come sta?”
“L’hanno portata in sala operatoria, non lo so, siamo al Presbyterian Hospital”
La chiamata si chiude improvvisamente. Devo muovermi! Non riesco a pensare ad altro!
Mi affaccio al bordo del marciapiedi, alzo un braccio e subito un taxi mi si affianca.
“Al Presbyterian Hospital, faccia presto!”

Le porte che separano il futuro di Jules dalle persone che l’aspettano nel suo presente si sono chiuse da alcuni minuti ormai e tutto ciò che resta a Roman, John e Delia è una straziante attesa. John resta seduto con le mani intrecciate sulla testa mentre non riesce ad impedire alle lacrime di solcare quel viso sempre allegro, sempre solare. Roman è ancora fermo, incredulo e distrutto dal dolore, di fronte alle porte che ha visto chiudersi davanti ai suoi occhi mentre Jules, la sua Jules, scompariva dietro di esse. Delia invece continua a camminare freneticamente, ricalcando volta dopo volta sempre lo stesso spazio, senza fermarsi, senza ragionare. All’improvviso poi, di fronte a una delle pareti perlacee dell’ospedale, Delia si ferma di colpo e con gli occhi completamente lucidi comincia a sbattere violentemente il pugno contro il muro, senza pensare al dolore perché quello che prova dentro è più forte di quanto possa esserlo quello fisico. Di fronte a quella scena, a pochi centimetri da lei, John scatta in piedi e di forza solleva Delia cingendola con un braccio alla vita e allontanandola da quel muro nonostante le sue resistenze. Solo dopo aver messo abbastanza distanza tra lei e il pericolo di farsi ancora del male, John lascia andare Delia, più razionale ma ancora fortemente ferita.

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JOHN
Che cosa pensi di fare?
Guarda quella mano, è una
fortuna se non hai spezzato
tutte e cinque le dita!

DELIA
(gridando)
Non m’importa!
Sono stata un’egoista,
è colpa mia se Jules è
lì dentro adesso,
è tutta colpa mia,
distruggo tutto quello
che tocco, sono un disastro
e Jules ne sta pagando
le conseguenze!!

JOHN
Smettila adesso,
non è colpa di nessuno se
non di quel bastardo che l’ha
investita senza neanche fermarsi!

DELIA
Non è vero, io l’ho convinta,
io l’ho portata da Derevko,
se solo non l’avessi mai contattata
adesso non saremmo qui,
ADESSO LEI NON STAREBBE LOTTANDO
PER LA SUA VITA!
Dovrei esserci io in quella sala
operatoria, NON LEI!

JOHN
Delia no! Non è colpa tua,
conosco Jules da tutta la vita ormai,
credimi,
l’avrebbe fatto in ogni caso,
con o senza di te,
lei è così, impulsiva e determinata,
si getta nelle situazioni
a capofitto, che siano giuste o sbagliate!

DELIA
Ma se io …

JOHN
(interrompendola)
No, niente se!
Non potevi farci niente Delia,
nessuno di noi poteva,
nessuno avrebbe potuto evitarlo!

DELIA
Voglio solo che stia bene,
voglio solo …

Delia si interrompe perché proseguire fa troppo male adesso, un dolore che non pensava avrebbe provato ancora una volta perché non credeva di poter tenere a qualcuno nel modo in cui tiene a Jules. E in quel momento Delia guarda Roman, vorrebbe aiutarlo, vorrebbe chiedere scusa anche a lui, ma nonostante ogni singola espressione del suo volto trasmetta la sofferenza che sta provando adesso. Roman ricambia il suo sguardo con dolcezza, senza alcun rancore, senza rabbia, perché in quel singolo istante, in quella sala d’attesa, tutto ciò che accomuna tre persone così diverse è l’amore puro e incondizionato che provano per Jules.

ROMAN
John ha ragione, non è colpa tua,
nessuno avrebbe potuto prevedere …

E mentre pronuncia quelle parole, Roman si ferma di colpo, come se all’improvviso tutto diventasse più chiaro, come se quella follia di cui aveva sentito parlare poco prima adesso diventasse l’unica possibilità di salvezza e la sola chance che ha di aiutare Jules adesso somiglia tanto a un salto nel buio: credere.

ROMAN
Scusate, devo fare una telefonata

Senza dire altro, Roman si allontana da John e Delia, deciso ad abbracciare anche l’impossibile pur di riavere Jules.

 

thewriter_jimDevo sbrigarmi, devo arrivare prima di Rick, devo raggiungere Helen devo riprendermi la mia agenda, rivoglio la mia vita. Sceso in strada ho preso un taxi e sono arrivato qui, qui davanti al portone del palazzo dove abita Helen, ho fatto bene a pedinarla e a scoprire dove si era trasferita. Bravo Jim!

Suono un campanello a caso, invento una scusa, “Pubblicita!” è la più banale. La signora che ha risposta al citofono mi apre al primo colpo. Devo esser fortunato. Helen non deve sospettare io stia arrivando. Salgo i gradini a due a due, non so nemmeno io da dove mi arrivi tutta questa energia. Dev’essere l’adrenalina.

Eccomi, ancora 5 gradini mi separano dal quinto piano, ci sono quasi. Qualcosa non va, ma non lo vedo subito. Mi avvicino alla porta rossa e vedo una busta appesa con dello scotch.

PER RICK E JIM… O MAGARI NESSUNO DEI DUE, CHISSA’

La scritta, impressa con un pennarello nero sulla busta, mi si imprime nella mente. Helen ci sta aspettando. Un brivido mi sale lungo la schiena, sono solo e lei è qui che aspetta… non ho nulla per difendermi.  Mi faccio coraggio, stacco la busta e la apro…

“Non so se almeno uno di voi due sia sopravvissuto e sia riuscito a mettere insieme i tasselli del puzzle e arrivare fin qui, ma ehi, io non ci sono! Se riuscite a sfuggire al mio ultimo regalino, mi troverete al Denyse Wharf e con me c’è anche l’agenda!”

Non riesco nemmeno a focalizzarmi su quell’ultima parola che qualcosa mi colpisce alle spalle, un colpo netto, forte. Cado a terra, mi manca il respiro, mi volto a fatica.

Davanti a me c’è un uomo con il cappucciodella felpa a coprirgli metà volto e con in mano una mazza da baseball.

“Non farai più del male alla mia Helen, brutto pervertito!” Mike rialza la mazza pronto colpirmi nuovamente.

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Primo. Secondo. Terzo Piano. Il piccolo numero digitale scandisce l’ennesima corsa dell’ascensore e la sua tenue luce al led attira l’attenzione di Roman che continua a guardarla intensamente mentre aspetta, con le braccia incrociate e il volto segnato dalla rabbia e dal dolore. Di fronte all’arrivo del numero 5, Roman sposta lo sguardo sulle grandi porte dell’ascensore che ora si aprono permettendo a Rick di ritrovarsi faccia a faccia con Roman in un momento che per entrambi sembra diventare ogni secondo più assurdo.
Rick compie immediatamente un passo in avanti ma prima che possa pronunciare anche solo una sillaba, Roman gli afferra un braccio con forza, costringendolo a seguirlo. Poi, una volta assicuratosi di non aver attirato occhi indiscreti su di lui, Roman apre la porta di un piccolo ripostiglio a pochi passi dal corridoio e una volta dentro, al sicuro, spinge violentemente Rick contro uno scaffale.

ROMAN
(gridando)
SEI STATO TU!
TU LE HAI FATTO QUESTO!

RICK
Roman aspetta,
lasciami spiegare ti prego

ROMAN
(afferrando
Rick per la maglietta
con entrambe le mani)
NO! Volevi dimostrarmi
di aver ragione,
di avermi detto la verità
quando mi hai raccontato
tutte quelle stronzate
sul potere di scrivere il
futuro,
per questo l’hai investita!!

RICK
(spingendo via Roman)
NON SONO STATO IO!
Mi dispiace,
mi dispiace da morire Roman!
Non volevo andasse finire
così,
non l’ho scritto io!

ROMAN
Che diavolo vuol dire?
Come puoi pretendere che io
creda alle tue parole?
TU SEI PAZZO!

Visibilmente sconvolto, con le mani ancora tremanti, Rick afferra un pezzo di carta da uno dei ripiani dello scaffale contro il quale Roman l’aveva spinto, si avvicina a un piccolissimo banco presente nel ripostiglio, agguanta la penna lì vicina e scrive velocemente qualcosa. Nel preciso istante in cui l’inchiostro smette di scorrere sulla carta, improvvisamente la luce della stanza si accende, illuminando debolmente il poco spazio presente. Ancora scosso, Rick si avvicina nuovamente a Roman, porgendogli il foglio appena scritto.

RICK
Non sono pazzo Roman e
devi credermi perché …
ti sto dicendo la verità!

Stranito e confuso, Roman guarda intensamente gli occhi di Rick, per la prima volta da quando l’ha incontrato, e sorprendentemente non riesce a leggerci cattiveria o furbizia ma soltanto tanto dispiacere e puro terrore. Poi afferrando il pezzo di carta che il ragazzo gli porge, Roman abbassa gli occhi su di esso e un brivido di inquietudine attraversa tutto il suo corpo leggendo chiaramente quell’unica frase scritta pochi istanti prima:

“LA LUCE SI ACCESE IMPROVVISAMENTE ILLUMINANDO IL RIPOSTIGLIO IN CUI ROMAN SI TROVAVA”

Sono trascorsi solo pochi minuti, Roman ripete in continuazione i suoi passi, gli unici che può compiere in uno spazio così piccolo mentre Rick continua a parlargli senza sosta e a raccontargli storie ed episodi sempre più assurdi, al limite di ogni immaginazione, parole che se qualcun altro in quel momento avesse ascoltato, avrebbe certamente rinchiuso entrambi in un istituito di igiene mentale. Ma ora tutto gli sembra diverso, adesso Roman riesce a crederci perché ha appena assistito alla verità e non può più sfuggirle. Il dolore che prova però diventa ancora più lancinante perché quel racconto non sta aiutando Jules, quelle parole così impossibili e fatali non l’avrebbero aiutata.

RICK
Non so perché o COME l’abbia fatto,
ma Helen ha interferito
nel destino di Jules,
nel modo più sbagliato e malvagio,
forse per ferire me,
non lo so e non mi importa,
ma voglio che tu capisca
che non sono stato io,
non avrei mai potuto,
o VOLUTO!

ROMAN
È tutto sbagliato,
tutto assurdo,
non può essere vero …

RICK
Lei come sta?

ROMAN
È in coma …
Il chirurgo che l’ha operata
ci ha appena informati,
poco prima che arrivassi tu,
lei è …
(pausa)
in coma e io non posso fare
niente per aiutarla!!

Roman si appoggia alla parete del ripostiglio con entrambe le braccia tese, abbassando la testa, incapace adesso di fermare le lacrime mentre il dolore prende il sopravvento e lo pervade completamente. Rick gli si avvicina, vorrebbe aiutarlo, vorrebbe poter avere il potere di salvare Jules, ma non sa come fare, non conosce ancora bene le sue abilità, ricorda in modo confusionario le parole di Jim, ma non ha avuto il tempo di parlarci davvero, di chiedergli spiegazioni e di ottenere tutte le risposte di cui ha bisogno.
Voltandosi nuovamente verso di lui, Roman lo supplica disperatamente.

ROMAN
Tu puoi aiutarla,
ti prego fa qualcosa,
scrivi di lei,
permettile di svegliarsi!

RICK
(mortificato)
Io … non posso farlo,
non saprei come!
Ho appena capito di cosa
sono capace ma questo …
questo è più grande di me!
Non sono Dio Roman,
io non posso giocare con la
vita, con la morte o con
l’amore,
non so nemmeno io cosa posso fare!

ROMAN
E noi allora?
Io e Jules? Di noi
hai scritto, ci hai fatto incontrare
e innamorare!

RICK
Non sono stato io Roman!
Sì, io ho fatto in modo che
Jules si voltasse quella mattina
al Blue Box, che si avvicinasse
a te ma il resto,
il resto è merito vostro,
VOI vi siete innamorati,
VOI avete scelto di stare insieme,
io ho soltanto raccontato le
vostre storie! Non lo so, forse …

ROMAN
Forse cosa?

RICK
Forse eravate destinati
l’uno all’altra!

ROMAN
E adesso …
adesso potrei perderla
per sempre! Dimmi cosa devo
fare Rick,
io non so cosa fare!

Roman è sconvolto, annientato dal dolore, confuso. Rick continua a guardarlo, sente il suo cuore spezzarsi ma non può far niente per evitarlo, non in quel momento.

RICK
Vorrei poterti aiutare,
vorrei poter salvare Jules,
ti giuro che se solo sapessi
come fare,
lo farei!
Ma una cosa la so per certo Roman:
lei ti ama, come non ha mai amato
nessuno prima d’ora,
non so come faccio a saperlo ma è così,
io … la conosco!
Va’ da lei, parlale,
dille quello che provi,
se c’è qualcuno che può salvarla
sei tu Roman,
non io,
TU

Roman ascolta attentamente le ultime parole di Rick, per pochi istanti si guarda dentro, ciò che prova per Jules lo riempie totalmente, è un sentimento talmente intenso e profondo che nessuno avrebbe mai potuto descriverlo, nessuno avrebbe mai potuto crearlo, è soltanto suo, suo e di Jules. Roman abbraccia quell’emozione come se fosse la sua unica speranza, la sua ancora di salvezza, e tutto ciò che desidera adesso è andare da lei, restare al suo fianco, e fare tutto il possibile per rivederla sorridere ancora una volta, per distruggere quel muro immaginario che adesso li divide. Prima di lasciare il ripostiglio, Roman si volta nuovamente a guardare Rick, quel ragazzo che sembra conoscerlo meglio di quanto lui conosca se stesso.

ROMAN
E se non dovesse bastare?

RICK
Non so come andrà a finire Roman,
ma so che vi ritroverete,
vi ritroverete sempre

E con un briciolo di speranza in più nel suo cuore, Roman lascia il ripostiglio e Rick alle sue spalle mentre il ragazzo capisce di dover affrontare i suoi incubi peggiori e di doverlo fare ORA.

 

“Dove sei?” Jim risponde al telefono al primo colpo.

“Ti stiamo aspettando Rick, stiamo facendo una bella festa qui da Helen, perchè non ti unisci a noi? Jim sta già piangendo dalla gioia e non vede l’ora di averti qui” rimango spaesato, è la voce di Mike, perchè Mike ha il cellulare di Jim?

“Cosa sta succedendo?”

“Sbrigati!”

“No non farl…” la voce di Jim in sottofondo viene spezzata.La chimata si interrompe bruscamente. Sono completamente allibito, Helen che cazzo stai combinando?!

 

LOS ANGELES. Lydia è seduta sul divano della sua casa sulla spiaggia, adora vivere lì, soprattutto quando è sola, in silenzio, e tutto ciò che riesce a sentire sono solo le onde dell’oceano a pochi metri di distanza, mentre la spiaggia è deserta perché per quel giorno il tempo aveva deciso di deludere tutti gli appassionati del sole e del caldo afoso, cambiando le loro abitudini. Lydia guarda nuovamente la sua casa, non l’ha mai vista davvero, era semplicemente casa, era scontato che l’avesse perché lei è Lydia Johansson e ottiene sempre ciò che vuole. Tanti aspetti della sua vita li aveva dati per scontati, lei che invece era solita ponderare ogni momento, ogni decisione, donare il giusto valore a ogni singola parola. Per questo motivo aveva fatto attendere Edmund per un intero mese prima di dargli la sua risposta alla proposta di matrimonio, perché dieci anni prima Lydia si era ritrovata a dover decidere che tipo di persona voler essere. Una ragazza sconosciuta, una sera di novembre, le aveva suggerito di essere soltanto se stessa, ma Lydia non era certa che fosse abbastanza, e forse una parte di sé non lo sa ancora oggi.
Persa nei suoi pensieri, Lydia non si accorge che suo marito Edmund sta rientrando in casa, dopo aver lasciato la sua redazione. Notando la moglie assorta completamente nelle sue riflessioni, Edmund la richiama.

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EDMUND
Lydia, non sapevo fossi
già a casa. Mi ha chiamato
il detective Morales, le indagini
sulla morte di Benny proseguono ma
si perderanno nei mille sospettati
che continuano a trovare nel
suo passato. Non arriveranno mai a noi!

LYDIA
(voltando lentamente
il suo viso per guardare
Edmund)
A TE. Non arriveranno mai a TE.

EDMUND
Sì certo, è quello che ho detto

LYDIA
No Edmund, è quello che hai fatto

Edmund resta confuso e stranito in seguito a quella dichiarazione mentre Lydia si alza con molta eleganza dal divano, un ultimo sguardo all’oceano Pacifico fuori dalla sua enorme finestra e poi si volta nuovamente verso il marito.

EDMUND
Che ti prende oggi?

LYDIA
Niente, stavo solo pensando.

EDMUND
A cosa?

LYDIA
Al nostro matrimonio. Ricordi
quando mi facesti la proposta?

EDMUND
Certo, ho aspettato due mesi
per la risposta! Ma ne è valsa
la pena!

LYDIA
UN MESE, hai aspettato un mese.
È successo qualcosa di particolare
in quel mese?

EDMUND
E dovrei ricordarlo? Sono passati
dieci anni tesoro, e all’epoca
avevo appena scoperto le gioie del
vino grazie a te!
(ride)

LYDIA
(gelida)
Ed eri ubriaco anche quella sera
di Novembre quando
hai investito una ragazza e sei
fuggito a tutta velocità lasciandola
in fin di vita alle tue spalle?

Edmund sembra quasi colpito in pieno volto da una raffica di vento gelido che lo immobilizza, dipingendo un’istantanea di paura sul suo viso.

EDMUND
M-ma di cosa stai
parlando?

LYDIA
NON. PROVARCI.
Lo sai benissimo e lo so anch’io,
adesso. Ho visto il filmato,
ho visto la tua maledetta Chrysler,
ho letto il tuo nome sul contratto
d’acquisto da Marty. Sei stato tu,
sei sempre stato tu.

EDMUND
Tesoro ascoltami …

LYDIA
Non chiamarmi tesoro, non ora,
ero lì Edmund, quella sera io ero lì,
ho visto tutto, ho visto quella
ragazza cadere sull’asfalto,
ho fermato la sua emorragia
CON LA MIA GIACCA EDMUND!

EDMUND
Lydia fu un terribile incidente,
avevo bevuto, era sera, e non riuscì
ad evitarla …

LYDIA
Hai proseguito senza fermarti
Edmund, l’hai lasciata lì a morire,
hai messo a tacere ogni indagine,
ogni tentativo di arrivare alla
verità!! MA CHE RAZZA DI UOMO SEI?
LIZ HA QUASI PERSO L’USO DELLE GAMBE
PER QUELL’INCIDENTE!!

EDMUND
(stupito)
Liz? La tua amica …
che abita a Londra?

LYDIA
Già, era lei quella sera,
è lei che hai lasciato
dietro di te

EDMUND
Lydia mi dispiace davvero …

LYDIA
NO, non basta, non più

Lydia si allontana da Edmund di pochi passi ma lui le afferra il braccio con forza impedendole di andare via.

EDMUND
Lydia cosa credi di fare adesso?
Vuoi denunciarmi? Il reato sarà
caduto in prescrizione

LYDIA
QUEL reato

EDMUND
Stai parlando di Benny?
Ci sei dentro anche tu mia cara,
hai le mani legate! E non fare
la santarellina con me, non sei
migliore di me, tesoro

LYDIA
Ah credimi, lo so bene.
Ma c’è qualcosa che non sai
Eddie, posso essere
PEGGIORE di te, quindi
toglimi subito le mani
di dosso o la denuncia
non sarà il tuo problema maggiore

Edmund lascia andare immediatamente la presa e visibilmente spaventato, cerca di reagire come meglio può alle parole di Lydia.

EDMUND
Vuoi il divorzio? È questo che vuoi?
Benissimo, avrai la metà di tutto
ma lascia fuori questa storia,
la tua amica sta bene adesso,
non puoi semplicemente dimenticare?

LYDIA
Ho già dimenticato Edmund,
ho dimenticato cosa siano la gentilezza
e l’umiltà, ho dimenticato la compassione
e la giustizia, ho dimenticato chi fossi
prima di incontrarti

Lydia si allontana da Edmund, dirigendosi verso la porta. In un ultimo disperato tentativo di fermarla, Edmund la richiama.

EDMUND
Perderai tutto Lydia,
non eri nessuno prima di diventare
mia moglie!
DOVE STAI ANDANDO ADESSO??

LYDIA
A ricordare

Chiudendo la porta alle sue spalle, per la prima volta dopo dieci anni, Lydia sa esattamente cosa fare e ne è orgogliosa.

 

thewriter_jimTutto è successo veloce, troppo veloce, mi sento in colpa per quello che ho fatto. Ma dovevo farlo. Dovevo mettere la parola fine a tutto questo.

Mike mi ha legato a una sedia, ho ripreso i sensi appena in tempo per avvertire Rick del pericolo, ma tutto questo non è servito, non è servito a nulla. Rick è caduto nella trappola, è venuto a salvarmi e ha anteposto la mia salvezza a quella dell’agenda. Ma io ho rimesso a posto le cose. Io ci sono riuscito. E lo fatto per noi. Per me e Rose. Per me e l’agenda.

Mike è stato deviato da Helen, non so nemmono io come sia riuscita a convincerlo che io l’abbia violentata a Londra. Ma c’è riuscita e ora è del tutto motivato a farmela pagare, a me e a Rick che ha tenuto nascosto il fatto. Helen eri una merda!

Rick è caduto nella trappola, ma aveva l’arma segreta con sé, la pistola che doveva servire a far uscire dai giochi uno di noi due. La stessa pistola che è bastato mostrare al fedele cane da guardia per farmi liberare, la stessa pistola che ha decretato la fine.

Dopo cinque ore di volo, Lydia era giunta a New York. Era quasi l’alba lì ormai e una tenue luce cominciava a schiarire i colori del cielo, per tutti tranne che per Roman, John e Delia, distrutti emotivamente, ancora al capezzale di Jules in ospedale, inermi e impotenti di fronte al suo stato di coma. Lydia aveva raggiunto la redazione della rivista BE YOURSELF, ma una volta lì, i collaboratori di Jules l’avevano informata sull’accaduto.
Insicura e spaventata come non lo era mai stata prima, Lydia resta adesso immobile e in piedi in un corridoio dell’ospedale, con un dossier misterioso tra le mani mentre a pochi metri da lei, Roman, John e Delia siedono in silenzio in sala d’attesa, aspettando e pregando per un miracolo. Voltando per caso la testa verso l’esterno della stanza, Delia nota e riconosce Lydia all’inizio del corridoio e senza attendere oltre, scatta in piedi e la raggiunge di gran fretta, mentre la rabbia comincia a prendere sempre più il sopravvento su di lei.
Ormai di fronte a Lydia, Delia lascia andare tutta l’ira e la sofferenza accumulata nelle ultime ore.

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DELIA
CHE DIAVOLO CI FAI TU QUI?
VATTENE ORA O GIURO SU DIO
TI AMMAZZO CON LE MIE STESSE
MANI!

LYDIA
Capisco il suo risentimento
sig.na Martinez ma la prego,
mi permetta di parlarle,
solo per un minuto

DELIA
Per dirmi cosa?
Che il suo maritino sta esultando
perché adesso non dovrà
più preoccuparsi di Jules?
Beh gli dica di non sperarci
troppo, Jules si sveglierà
e per lui sarà finita!

LYDIA
Non sapevo dell’incidente
della sig.na Davenport,
mi dispiace davvero,
mi dispiace per tutto Martinez,
mi permetta di rimediare

DELIA
E come vorrebbe farlo?
Tornando indietro nel tempo?
Impedendo a suo marito di ricattarmi?
Diventando un essere umano
decente?

LYDIA
No, restituendovi ciò che vi ho tolto

Lydia porge il dossier a Delia che incuriosita lo afferra e ne legge il contenuto. Poi, sconvolta, Delia torna a guardare Lydia, incredula di ciò che ha appena letto.

DELIA
Ma è consapevole di cosa mi ha
appena consegnato?

LYDIA
Credo proprio di sì, visto che
sono stata io a mettere insieme
quel dossier. Come noterà,
NON C’È NIENTE che possa ricondurre
a me, sono tutte le informazioni
che le servivano per rivelare la vera
natura degli affari di Edmund,
non voglio entrarci, né ora, né mai.
Tra me e Edmund è finita e non voglio
saperne più niente, il dossier è suo,
ne faccia quello che vuole

DELIA
Perché? Perché lo sta facendo?

LYDIA
Perché per una volta voglio provare
a guardarmi allo specchio e riconoscermi
come non succede da troppo tempo.
All’interno del dossier ci sono
anche tutte le informazioni che
Edmund aveva raccolto su di lei

DELIA
(sorpresa)
Devo ringraziarla adesso?

LYDIA
Non mi deve niente.
Spero che la sua amica
si riprenda, davvero,
questa storia ha già fatto troppi
danni

Lydia sta per congedarsi da Delia ma prima di poter andar via, la ragazza la richiama, sorprendendola.

DELIA
Lydia …
Grazie.
Ti auguro di riuscire a
riconoscerti in
chiunque tu voglia essere

LYDIA
(sorridendo debolmente)
Grazie a te Martinez,
e non permettere a nessuno
di definirti,
mai

Lydia e Delia si scambiano un ultimo sguardo di approvazione e poi, contemporaneamente, intraprendono percorsi differenti, opposti, e se la prima si avvia verso l’uscita dell’ospedale, la seconda torna in sala d’attesa e adesso più che mai, non vede l’ora di poter parlare nuovamente con Jules per raccontarle quello che è appena successo.

 

RESIDENZA DAVENPORT. Amilton si appoggia con tutte le sue forze alla piccola ringhiera che cinge l’ampio balcone, guarda in basso, i due metri d’altezza che lo separano dal giardino sottostante adesso diventano una spirale confusa di colori e forme dai labili contorni. Tutta la realtà intorno a sé sembra ruotare a ritmi accelerati, diversi da lui che adesso invece vive il tempo a rallentatore, quanto basta per assaporare ogni singolo istante di quell’incubo reale, di quella verità che tanto cercava e che ora vorrebbe non aver mai saputo. Amilton si allontana dalla ringhiera, cerca di riappropriarsi della sua stabilità mentre gli occhi colpevoli di sua madre Trudy seguono i suoi movimenti.

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TRUDY
Amilton ascoltami,
tu non capisci,
non è ciò che credi …

AMILTON
STA. ZITTA.
È tutto
così chiaro ora,
tu assumi integratori di
potassio da anni, per le tue
carenze alimentari, TU eri al
suo fianco OGNI SERA mentre
assumeva quelle pillole per
l’ansia, TU ERI SUA MOGLIE
e l’hai ucciso!!
Come hai potuto farlo?

TRUDY
Amilton calmati adesso,
lasciami spiegare …

AMILTON
Ma spiegare cosa??
Come l’hai ucciso?
Come hai complottato con suo
fratello per togliergli la vita?
Avrei dovuto capirlo subito,
Clyde è troppo stupido per
pensare a un piano del genere,
ma TU,
TU sei sempre stata spietata,
razionale, gelida …
Non posso crederci …

TRUDY
So che non puoi capire Amilton,
ma tuo padre non era perfetto,
io e Jonathan abbiamo costruito
l’impresa di famiglia dalle fondamenta,
con i soldi che avevo ereditato da mio
padre, e per quella compagnia
abbiamo sacrificato la nostra intera
gioventù, per poter dare a te e a tua sorella
la vita che meritavate!
Ma negli ultimi tempi lui era cambiato,
voleva lasciare tutto,
voleva vendere l’impresa e distruggere
TUTTO QUELLO che avevamo costruito,
non potevo permetterlo …

AMILTON
(sconvolto e incredulo)
Aspetta …
Ti stai giustificando con me?
STAI DAVVERO CERCANDO UNA MOTIVAZIONE
alle tue azioni?
HAI UCCISO MIO PADRE!!
Come puoi credere che le tue parole
possano bastare,
possano giustificare ciò che hai fatto?
Tu …
Tu sei un mostro!
Lui ti amava, si fidava di te,
voleva passare del tempo con la sua
famiglia e per questo l’hai ucciso!

Trudy cerca di avvicinarsi a suo figlio facendo un passo in avanti verso di lui ma in quel preciso istante, rendendosene conto, Amilton indietreggia istintivamente, rimettendo la giusta distanza tra lui e quella donna che adesso non riconosce più.

TRUDY
Amil ti prego, cerca di capire,
è un segreto che non potevo più
tenere dentro,
mi stava distruggendo,
vorrei solo che tu potessi
capire,
ho sbagliato, lo so, ma si trattava
della mia vita,
della compagnia di famiglia …

AMILTON
Famiglia??
QUALE FAMIGLIA??
Hai ucciso tuo marito,
hai IGNORATO per anni tua figlia,
non conosci tua figlia!

TRUDY
Ho sempre amato te e Jules
ma non ho mai saputo come
avvicinarmi davvero a voi …

AMILTON
Perché la compagnia era tutto ciò che
ti interessava, la compagnia
E CLYDE!
Mi fate schifo

TRUDY
Non dire così Amil, ti prego …

AMILTON
Ascoltami bene,
papà è morto,
e per quanto mi riguarda
lo sei anche tu!
Ma non questa storia,
non questa volta,
tu e Clyde non la passerete liscia,
chiamerò Jules e insieme
metteremo fine a questa storia

Amilton prova ad allontanarsi ma Trudy si avvicina velocemente a lui, afferrandogli con forza il braccio.

TRUDY
Non farlo Amilton,
vivi la tua vita,
lascia stare tua sorella
e dimentica questa storia,
mi dispiace figliolo ma
non puoi farci niente

AMILTON
Non sottovalutarmi,
non mi fermerò finché
tu e Clyde non pagherete
per quello che avete
fatto a mio padre

TRUDY
Non posso permettertelo

AMILTON
E cosa pensi di fare?
Ucciderai anche me?
LASCIAMI ANDARE ADESSO!

Amilton prova a divincolarsi, ma Trudy continua a mantenere una forte presa sul suo braccio. Amilton la guarda negli occhi, quello sguardo non è familiare, quella donna non è più sua madre adesso, ma soltanto una persona disposta a tutto pur di ottenere ciò che desidera.

AMILTON
Va’ al diavolo

Con uno scatto repentino e deciso, Amilton si libera con forza dalla morsa di sua madre, ma in quel momento una concatenazione di eventi si mette in moto come un domino fatale e inarrestabile. Nel perdere improvvisamente la presa sul braccio di Amilton, l’equilibrio di Trudy vacilla, costringendola a indietreggiare di alcuni passi, senza prestare attenzione alle sue spalle. In quel momento infatti, Trudy non riesce ad evitare una delle piccole piante che adornano il suo giardino e questo ostacolo le fa perdere completamente il controllo del suo corpo che, indietreggiando velocemente e in modo disordinato, si scontra violentemente con la piccola ringhiera, superandola e atterrando in maniera scomposta sul giardino sottostante, dopo una caduta di due metri. Amilton si accorge della fatalità quando ormai è troppo tardi. Con lo scatto più veloce che possa compiere, prova ad afferrare sua madre prima della caduta ma ogni tentativo è vano e il ragazzo guarda sconvolto il corpo inerme della madre sul giardino della residenza Davenport.
Sono trascorse già due ore dall’incidente, Trudy resta ora ricoverata in ospedale in condizioni critiche mentre Amilton, dopo aver soccorso immediatamente sua madre, ha informato le autorità spiegando dettagliatamente le dinamiche dell’incidente. Esausto e stravolto, Amilton ripensa a quella verità che ha rovinato la sua vita ma che, nonostante tutto, non vorrebbe dimenticare perché significherebbe tornare a vivere nell’oblio, nell’insicurezza e in una realtà in cui erano le scelte altrui a definirlo. Distrutto e sconvolto, Amilton bussa alla porta di uno stabile londinese, il 6A, e la persona che ritrova dall’altra parte è la sua unica speranza, l’unica ancora di salvezza per il suo futuro, l’unica per la quale vale la pena essere un uomo migliore, un uomo all’altezza di essere visto con lei. Di fronte a Liz, Amilton si mostra in tutta la sua fragilità, in tutto quel dolore che adesso lo riempie.

the writer_amilton.pngthewriter_liz

AMILTON
(fortemente scosso)
Ciao … io …
ho bisogno di te

LIZ
(spaventata)
Amil cos’è successo?
Entra dai

AMILTON
No, non ancora,
mi sembra di impazzire Liz,
non riesco a respirare,
non riesco a pensare,
tutta la mia vita,
la mia famiglia,
è stata solo un’eterna bugia
e adesso sta crollando tutto
come un castello di sabbia,
io …

Amilton è annientato dal dolore, i suoi occhi sono ormai ricolmi di lacrime e la voce spezzata da una sofferenza che gli afferra la gola e gli impedisce di parlare. Liz accarezza dolcemente il suo viso, prendendogli la mano.

LIZ
Amil ascoltami,
non sei solo ok?
Qualsiasi cosa stia succedendo,
l’affronteremo insieme,
non sarai mai solo,
io e Rhys ci saremo sempre per te,
guardami Amil,
sono qui,
sono qui per te

AMILTON
Non avrei mai voluto chiedertelo …
ti prego non …

LIZ
(interrompendolo)
Mai,
non ti lascerò mai Amil

Istintivamente, Liz abbraccia Amilton che adesso la stringe come non ha mai fatto con nessuno prima. E proprio tra le sue braccia, ancora una volta, nel momento più brutto della sua vita, Amilton riesce a sentirlo, riesce ad avvertire quella sensazione che credeva di non poter più provare. Al fianco di Liz, Amilton semplicemente lo sa: in un modo o nell’altro, tutto si sarebbe risolto e lui sarebbe stato felice, di nuovo.

Alla fine ci era riuscito. Roman aveva finalmente ottenuto il via libera per vedere Jules, per restare solo con lei, per poterle dire tutto ciò che sentiva dentro, nella speranza così di vivere un miracolo, raggiungendola ovunque lei fosse e riportandola a casa.

Roman entra nella stanza d’ospedale in cui Jules si trova, inerme, indifesa, vulnerabile, ma in qualche modo sempre forte, una combattente decisa a lottare fino all’ultimo per la sua vita. Chiudendosi la porta alle spalle, Roman si avvicina al letto di Jules, afferra la sedia poco distante da lei e si siede al suo fianco, tenendole la mano dolcemente e parlandole come se potesse ascoltarlo.

thewriter_romanthewriter_jules

ROMAN
Sai Jules, scrivendo per il blog,
mi è capitato tante volte di leggere
di persone in coma riportate indietro
dalle voci dei loro cari,
ma la verità
è che non ho mai capito se ci credessi o no,
era tutto troppo surreale,
troppo bello per essere vero.
Ma adesso,
adesso non c’è niente che vorrei di più
al mondo perché ho bisogno di parlarti Jules,
ho bisogno di sapere che tu possa
ascoltarmi in qualche modo e magari
tornare indietro,
tornare da me.

(pausa)

Siamo qui per te Jules,
io, John e Delia,
siamo tutti qui al tuo fianco
e non desideriamo altro se non di
vederti sorridere ancora una volta,
di poter sentire la tua voce.
Non puoi fare così lo sai,
non puoi entrare nelle nostre vite,
costringerci a non poter più fare a meno
di te e poi pensare di lasciarci,
non è giusto

Roman si ferma ancora una volta. Nessun cambiamento da parte di Jules. Solo quel suono costante proveniente dal monitor al suo fianco, il display che gli mostra il suo cuore che batte, che lotta, purtroppo senza apparenti risultati.

ROMAN
Non so neanche cosa stia facendo!
Sono qui che parlo da solo,
sperando che tu possa ascoltarmi …
è una follia vero?
Eppure non riesco a lasciarti,
non riesco ad aspettare lì fuori
senza vederti, senza tenerti per mano,
senza dirti quanto tu sia importante per me!
Ci sono così tante cose che dovrei dirti,
tante cose che ho scoperto e che devi
sapere ma …
sembra tutto così stupido ora, così inutile,
perché tutto ciò che vorrei dirti è che …
Jules Davenport, io …

Ma quelle parole stentano a uscire dalla sua bocca, come se il dolore le bloccasse, come se pronunciarle rendesse quella situazione ancora più vera di quanto già non lo fosse. Roman stringe la mano di Jules tra le sue, ma non riesce più a parlare perché la morsa che tiene il suo cuore in ostaggio adesso fa troppo male, impedendogli anche di respirare. Con gli occhi ancora chiusi, Roman vive il momento più brutto della sua vita, appoggiando delicatamente la testa sul letto di Jules, al fianco della sua mano. E proprio nell’istante in cui Roman decide di abbandonarsi al suo dolore, lasciando andare sempre di più la speranza che fino a quel momento gli aveva permesso di lottare, una VOCE, come un sogno, lo richiama, lo riporta in superficie proprio mentre stava per affogare.

JULES
Ti Amo

Roman alza di scatto la testa e ciò che vede di fronte a sé è più bello e magico di qualsiasi sogno, di qualsiasi favola che sia mai stata scritta.

ROMAN
C-cosa hai detto?

Ancora un po’ a fatica, Jules allontana dal suo volto il piccolo tubicino che le permetteva di respirare e poi, accennando il sorriso più dolce dell’universo, ripete quelle parole immense che ha appena pronunciato.

JULES
“Ti Amo”,
spero che finisse così quella
frase …

ROMAN
(ridendo di
felicità)
Sì, sì, finisce così,
io ti amo Jules Davenport!

JULES
(sorridendo)
Bene,
perché ti amo anch’io Roman,
non immagini quanto!

Più felice di quanto lo sia mai stato in tutta la sua vita, Roman si avvicina dolcemente a Jules e senza neanche pensarci, prende il suo viso tra le mani e la bacia delicatamente, ricambiato da Jules che con tutte le sue forze cerca di tenerlo vicino a sé, ricordando in quell’istante la promessa che aveva fatto a se stessa: la vita le ha concesso una seconda possibilità e questa volta non l’avrebbe sprecata per nessuna ragione al mondo.

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“Voltati Helen!”

“Fermi vi prego! Cosa state facendo? Non voglio farvi del male.”

Non dimenticherò mai Denyse Wharf. Non riesco a chiudere occhio senza pensarci.

Al nostro arrivo, Jim ha voluto a tutti i costi tenere lui la pistola, ho dovuto assecondarlo, era irragionevole, continuava a urlare era completamente fuori di sé.

E’ colpa mia. Sono stato io a portare con me quella pistola.

“Voltati Helen! Ridammela, la rivoglio” Jim urla.

Quello che mi stava passando davanti era come un film, un film che si muoveva al doppio della velocità mentre io ero fatto di pietra, un gargoyle che non riusciva a muoversi, che non poteva fermare la furia che stava invasando Jim.

“Ridammela!”

Helen infila una mano sotto la giacca, sta per estrarre qualcosa.

BOOM

Sbatto le palpebre più e più volte. Jim ha il braccio teso, tiene stretta la pistola fumante. Jim ha sparato. Jim ha veramente sparato a Helen. Chiudo gli occhi e li riapro, no, non è un sogno. Helen è a terra, disarmata. Una aureola cremisi sta circondando la sua testa. Era indifesa. La mano le è scivolata fuori dalla giacca. Sta stringendo dei fogli, dei fogli strappati dell’agenda.

Nella mia testa la sua mano fredda stringe ancora quei fogli. Non riesco a smettere di rivivere quella scena ogni volta che chiudo gli occhi. Sono ormai giorni che non dormo, sono ormai settimane che tutto questo mi perseguita.

Ho aiutato a occultare un cadavere, ho aiutato Jim a spingere ciò che rimaneva della mia migliore amica nel mare. Ho assistito inerme alla scena di Jim che le strappava i fogli di mano.

Sono colpevole! Non merito di vivere!

Passano giorni, settimane o forse solo secondi, chi può dirlo? Il tempo non è una scienza esatta, è più che altro un … wibbly wobbly timey wimey! Le vite dei nostri protagonisti proseguono senza sosta, affrontando sfide e cambiamenti, abbracciando scelte e decisioni, inconsapevoli della possibilità di essere soltanto pagine, soltanto parole che qualcun altro scriverà. Ci sarà chi vorrà aiutarli a compiere il loro destino lasciandoli liberi di vivere secondo le proprie regole, così come ci sarà chi invece vorrà comandarli, giocare con loro, punirli per il proprio diletto. La prima pagina di un giornale mostra la foto di Edmund Johansson in manette per collusione con attività criminali mentre, dall’altra parte del mondo, Lydia Quinn bussa alla porta dell’unica persona di cui può fidarsi più di quanto si fidi di se stessa. Del tutto ristabilita, nel suo appartamento, Jules prepara sul piccolo tavolino vicino al divano cinque calici di vetro mentre poco distanti da lei Delia, John e Mercy sembrano discutere su ciò che avrebbero dovuto bere in quel momento, birra o vino. Jules li guarda divertita per poi sedersi proprio sul divano alle sue spalle, a fianco dell’uomo che ama e che adesso la stringe forte a sé, per non rischiare di perderla ancora. A Londra Amilton cerca di riprendere in mano la sua vita, ma il suo percorso non è ancora concluso anche se, adesso, ha la certezza di non doverlo compiere da solo.
E in lontananza qualcuno osserva e legge tutte le loro vite come capitoli di un libro, pagine di una sceneggiatura, destini che si intrecciano e crescono insieme, giorno dopo giorno. Nuove storie stanno per essere scritte, nuove vite stanno per essere stravolte, nel bene o nel male, il viaggio non è ancora terminato, ma non sarà il traguardo a definirli, sarà il modo in cui tutti loro sceglieranno di arrivarci, restando fedeli a loro stessi o permettendo a qualcun altro di vivere e scrivere la loro vita.
“Grazie, dunque, a tutti insieme e a ciascuno, che noi invitiamo” a seguire ancora le nostre storie, quando e se torneranno, e a leggere insieme a noi le nuove parole racchiuse nell’anima e nel cuore del The Writer.

 

APPENDICE

[spoiler title=’CLICCA QUI PER LEGGERE’ style=’default’ collapse_link=’true’]

3 MESI DOPO
Sono mesi che non vedo e non sento Jim. Da qual giorno abbiamo fatto in modo che i nostri sguardi non si incrociassero mai, eppure ora è qui, sulla porta di casa mia e mi sta porgendo questo foglio.

“Leggilo” mi intima.

Prendo il foglio tra le mani, poche righe scritte con una scrittura tondeggiante che riconosco al volo. Helen!

Siete degli stronzi, avete tentato di uccidermi! La pagherete, lo sapete vero? Jim, Rick, vi è piaciuto il mio scherzetto d’addio?! Avevo bisogno di una piccola vacanza e cosa c’è di meglio che inscenare la propria morte per scappare coi soldi di mamma e papà? Qui nella busta c’è un po’ di roba per voi. Buona lettura!

“Dammela, damella ora!”, Jim è veramente pallido, un fantasma… un fantasma come quello di Helen che è tornato per tormentarmi.
All’interno della busta trovo un foglio strappato, strappato da quella agenda che ha rovianto le nostre vite.

Sarah era una tossica, una tossica che avrebbe fatto qualsiasi cosa per una dose, una tossica a cui rimanevano poche ore di vita graziata dalla sua scrittrice, graziata da un destino infimo fatto di droga e violenza. Sarah quella mattina era stata svegliata dal suono isistente del campanello, la dose della sera prima le girava ancora nelle vene. Con notevole difficoltà si spinse fino alla porta. Non c’era nessuno ad aspettarla, solo un piccolo pacco. Sarah lo portò in casa, lo aprì, senza nemmeno rendersi conto di cosa stesse facendo. I suoi gesti erano meccanici e dettati da un’istinto superiore. Una lettera spiegava il contenuto del pacco. Con difficoltà, dopo essersi stroppicciata più e più volte gli occhi, riuscì a mettere a fuoco cosa c’era scritto.

“Qui dentro troverai dei fogli, arrotolati, portali con te a Denyse Wharf e consegnali ai due ragazzi che verranno a prenderli. Salutali da parte mia! Come ricompensa per il tuo lavoro ti daranno 50 grammi di cocaina, la migliore, pura e pronta solo per te. Intanto qui dentro troverai un piccolo assaggino. Buon trip!”

Sarah frugò nella scatola e trovò una piccola dose in un sacchettino di plastica trasparente. Non esitò un attimo e la sniffò tutta in una volta. La promessa di averne di nuova, soprattutto gratis, era grandiosa e non si fece nessuna altra domanda. Prese dei vestiti trovati sul divano d’ingresso, si infilò la giacca ed uscì. Sentiva già iniziare a scorrere in corpo quella forza che solo la migliore cocaina riusciva a darle. Ciò che Sarah non sapeva era che il suo volto agli occhi di Jim e Rick sarebbe sembrato identico a quello di Helen Bright e che da lì a poco il veleno che aveva appena inspirato avrebbe fatto il suo corso e avrebbe dato il colpo definitivo al suo ormai fragile corpo.

Sono allibito, cosa era successo?! Jim legge sul mio volto la perplessità, “C’è un terzo foglio” mi suggerisce.
E’ un ritaglio di giornale con qualcosa sopra scritto con un pennarello rosso. Sembra che sappia benissimo cosa mi sta passando per la mente, forse anche lui ha avuto la mia stessa reazione.

“Heila stronzi, vi è piaciuta la storiella?! Beh, ora non vi resta altro che scovarmi. Riuscirete a trovare la vera Fantastica Helen prima che faccia altre cose come questa!”

TRAGEDIA A NEW YORK. L’autobus che trasportava la classe prima della scuola elementare Roosvelt è uscito di strada. Si contano 5 feriti tra corpo docente e studenti.

“RIUSCIRETE A TROVARMI?
P.S. sarebbe morta comunque, ma grazie mille dell’aiuto!”

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The Writer è un’opera di fantasia, una fanfiction nata con l’unico scopo di intrattenere.
Se ti ha fatto piacere leggere questo capitolo, se ti sono piaciuti alcuni personaggi più di altri, o semplicemente se vuoi lasciare traccia della tua opinione, il posto più adatto per farlo sono proprio i commenti qui sotto.

I due autori, Walkerita e Lestblue, saranno felici di ascoltare ciò che pensi e di fare del loro meglio per rendere questa lettura un’ esperienza valida.

Ringraziamo le seguenti PAGINE FACEBOOK per il loro supporto durante queste settimane e vi invitiamo a passarle a trovarle e a lasciare un bel MI PIACE!

“Le citazioni di Lucas Scott” – One Tree Hill / Le Lande Incantate / • Clara Oswald » Jenna Louise Coleman. / • Thank you; Always • Castle / Billie Piper Italia / Lyndsy Fonseca ϟ Italian Fanpage / David Tennant Italian Page / Doctor Who pagina italiana / Doctor Who Channel / Just A Mad Man With A Blue Phone Box.

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The Writer nasce dall'unione delle menti geniali di due vecchie guardie di Telefilm Addicted, Lestblue & Walkerita, che, intente a cercare di conquistare il mondo, hanno deciso di manipolare le menti dei loro followers con una fanfiction originale da urlo (almeno così loro credono). The Writer si ispira ad eventi realmente accaduti, o forse no, starà a voi deciderlo. Accompagnati in questo primo viaggio da sua maestà il Bardo, Walkerita e Lestblue sono pronti a catapultarvi nel mondo della Scrittura, così come non l'avete mai visto!

8 COMMENTS

  1. Helen è una pazza scatenata, non solo è una manipolatrice disposta a tutto per ottenere tutto ciò desidera ma è proprio un’assassina senza scrupoli. Giocare con le vite dei personaggi del racconto evidentemente non le bastava più ed allora ha deciso di rovinare le vite di Jim e Rick, rendendoli spettatori dei suoi crimini e probabilmente godendo del senso di colpa che la morte di poveri innocenti provocherà in loro. Sta disgraziata.
    Per quanto riguarda Lydia io me lo sentivo che avrebbe preso la scelta giusta, voleva fama e potere ma nel cercare di ottenerli aveva perso se stessa. Aveva sposato una brutta persona e con il passare degli anni lo era diventata anche lei, era circondata da tanta gente che però le stava accanto solo per il suo cognome e per paura di attirarsi le antipatie di una famiglia tanto potente.
    Amilton potrà finalmente cominciare a vivere la sua vita con Liz e Rhys, le uniche persone che lo amano veramente per quello che è (senza ovviamente dimenticare l’amore incondizionato di sua sorella che però vive a 5000km di distanza) e non per il suo nome e i suoi soldi.
    Per fortuna Jules è sopravvissuta all’incidente ed ha avuta una seconda chance per poter vivere il suo amore con Roman e sono sicura che sfrutterà al meglio questa possibilità.
    Per concludere voglio dirvi che avete fatto un lavoro magnifico ed i vari episodi sono uno meglio dell’altro. Anche se all’inizio abbiamo conosciuto personaggi totalmente diversi tra di loro alla fineerano tutti collegati tra di loro, in una racconto armonioso e che invogliava il lettore a volerne sapere sempre di più.
    E poi ammettiamolo, chi se lo aspettava che la più pazza di tutti alla fine si sarebbe rivelata proprio Helen, l’amica frivola del protagonista? 🙂

    • Cosa possiamo dirti per ringraziarti Marianna? Sei stata con noi fin dall’inizio, con i commenti, le opinioni, le teorie e le aspettative, GRAZIE DI CUORE! Meravigliosa come sempre la tua analisi dei personaggi, ognuno di loro ha seguito un percorso e quello di Lydia è stato uno dei più affascinanti da sviluppare, così come la crescita di Amilton o la rivelazione della vera personalità di Helen! Come hai notato, Amil nonostante tutto può davvero contare su quelle persone che lo amano e lo proteggono sempre e questo lo ha salvato in fondo e gli ha permesso di restare se stesso! Per quanto ci riguarda è stato un onore condividere questa storia con te! Grazie!

  2. Io sono letteralmente sconcertata da questo finale. Avete concluso questa prima stagione con un cliffhanger pazzesco, il quale mi rende già impaziente per la seconda stagione. Perchè ci sarà una seconda stagione, vero???
    Ve l’avevo già detto in precedenza, ma ve lo ripeto: siete stati davvero bravissimi nello scrivere i colpi di scena. Non mi aspettavo che l’incontro/scontro tra Amilton e la madre potesse avere un capovolgimento simile; leggevo della caduta di Taddy e la davo per morta, invece è sopravvissuta. Poi, finora aver dato della pazza bastarda ad Helen è stato un riduttivo… è proprio psicopatica!
    E’ sorprendente, perchè di fondo, riflettendo sul comportamento di Helen e Jim, si può dire che abbiano agito per lo stesso scopo: il volere. Jim scriveva perchè voleva la ragazza di cui ora non ricordo il nome (sorry) ed Helen perchè voleva vendetta.
    Lydia alla fine ha preso la giusta decisione e ne sono contenta perchè è un personaggio che ha iniziato a piacermi giusto in questi ultimi episodi, e vorrei tanto leggerla mentre si rimette in gioco ritrovando se stessa.
    Grazie per aver salvato Jules. Grazie per aver fatto nascere un’amicizia sincera tra le Jelia. Grazie per aver fatto avvicinare ancor di più gli Amiliz. Ma sopratutto GRAZIE per scritto questa storia e avermici fatto appassionare, completamente. Ho notato la vostra passione per la scrittura per la dedizione che avete messo nel raccontare ogni personaggio e ogni situazione, e questo vi fa veramente onore. Okay, adesso basta… la finisco qua XD

    • Ok così però ci fai piangere!!! Grazie a te, per tutti i commenti, per il supporto, per averci seguiti e per aver apprezzato la nostra storia, è andato tutto oltre le nostre migliori previsioni quindi ancora GRAZIE MILLE per tutto! E oggi abbiamo scoperto che a quanto pare ci sarà una seconda stagione di The Writer quindi tieniti pronta, torneremo!!!! 😀 Il fatto che tu abbia apprezzato tutti i colpi di scena che abbiamo preparato è per noi un traguardo raggiunto, abbiamo sempre cercato di colpire senza stra-fare o esagerare quindi è magnifico che questo sia stato apprezzato! Siamo anche felicissimi che Lydia e Helen siano stati due personaggi che hanno lasciato il segno grazie ai loro percorsi praticamente opposti, era fondamentale la caratterizzazione dei personaggi! E poi adoriamo che tu abbia creato il nome Jelia, è una BROTP che abbiamo amato sviluppare! Ancora grazie!

      • Contentissima di sapere che tornerete con una seconda stagione #eccounagioia. Continuerete ad avere il mio sostegno 😉

  3. Ho seguito the writer fin dall’ inizio e devo dire che mi ha fatto impazzire. Davvero.
    Siete bravissimi a scrivere e la storia è davvero stupenda.
    Sono rimasta incollata al racconto fino alla fine.
    Aspetto con ansia il seguito! 😉

  4. Ed eccoci qui all’ultimo episodio di questa storia incredibile.
    Voglio innanzitutto commentare l’episodio come ho fatto con gli altri e poi essendo (purtroppo) l’ultimo capitolo voglio soffermarmi un po’ anche sulla storia in generale.

    IL FINALE
    Partiamo dall’inizio, ho amato come Roman proprio in un momento come questo abbia deciso di chiamare Rick, come abbia deciso di credere, perché era l’unica cosa che gli rimaneva, ed ha visto nelle parole di quel “pazzo” con cui aveva avuto una strana conversazione una SPERANZA.
    La scena nella sala d’attesa dell’ospedale è stata STRAZIANTE, avevo un senso di tristezza e angoscia assurdo, ero in ansia con John e Roman, ma indovinate chi è che mi ha fatto scendere le lacrimucce? DELIA! Lei mi ha davvero spezzato, inoltre ho apprezzato tantissimo quel momento, dove erano tutti insieme in attesa di notizie, perché nonostante le diversità, i diversi mondi, i diversi caratteri lì in quel momento avevano tutti una cosa in comune: l’AMORE per Jules, ognuno di loro la amava follemente, ognuno a modo suo.
    Ora un’altra cosa di cui voglio parlare, o meglio una persona, è LYDIA.
    Intanto vorrei dire che aspetto un momento come quello nella sala d’attesa da quando ho conosciuto Lydia e Delia, sono due personaggi che fin da subito mi hanno colpito e affascinato. Due personaggi complessi e pieni di sfumature e speravo davvero che dopo il loro incontro (o scontro??) focoso e la loro “rivalità” potessimo vedere un momento del genere, perché in fondo fin da subito SAPEVO che Lydia aveva tanto da mostrare e mi sono sentita orgogliosa insieme a lei, per come ha preso in mano la sua vita con determinazione e coraggio.
    Un altro personaggio che sicuramente si è dimostrato sempre pieno di determinazione è Amilton e beh in questo episodio ha avuto coraggio da vendere, non è facile provare ad immedesimarsi in una storia come la sua eppure sento di aver sentito quel misto di emozioni insieme a lui, rabbia, shock, delusione, voglia di giustizia, mi sento sentita parte di quel tormento interiore e quando la madre si è buttata penso che la mia faccia abbia fatto concorrenza alla sua.
    Però dopo tutta questa tremenda situazione, in tutta questa oscurità Amil riesce a vedere una luce in tutta questa faccenda e la vede in quella persona che non lo ha mai abbandonato, che è rimasta ed è stata disposta ad aspettarlo e realizza quindi che è arrivato il momento di smettere di aspettare, ho amato la scena tra loro due.
    Una scena che mi è riempito il cuore è stata poi quella dove Jules si risveglia, le parole di Roman e la speranza nelle sue parole, in quelle parole che aveva quasi paura a pronunciare e poi quel momento arriva e Jules si sveglia ed è lei a pronunciare quelle parole, parole così semplici ma che pronunciate da loro sembrano più vere che mai.
    Dopo questo momento di gioia, ci troviamo al momento decisivo, a quel momento che metterà la parola “fine” ( o forse no..) in quella storia, un momento pieno di tensione, suspense e ansia.
    Finale che personalmente ho trovato perfetto e adattissimo alla storia, che ti lascia con una strana sensazione, come se anche tu che hai letto avessi vissuto quei momenti e non riuscirai a scordarli facilmente, come se anche tu fossi stato parte di quella storia.

    E poi che altro dire? Bellissime le parole che avete scritto dopo, le ho trovate piene di significato e mi hanno commossa.

    Adesso che ho commentato un po’ questo finale vorrei commentare la storia in generale.
    Partiamo dal fatto che parlerò di questa storia proprio come di una serie tv, perché non mi stancherò di ripetere che lo stile è proprio vicinissimo a quello delle serie, ed è una particolarità che ho apprezzato molto di questa storia. Ho letto molti libri e anche se gli autori avevano tutti stili diversi erano comunque stili che si adattano allo stile tipico di un libro (ho ripetuto stile troppe volte ma okay), mentre questo vostro stile è una cosa nuova in cui personalmente non mi ero mai imbattuta e l’ho amato.
    Sembra strano da dire “Ho letto una serie tv!” ma onestamente è proprio quello che mi verrebbe istintivo dire e davvero penso che se questa storia fosse portata in uno schermo sarei la prima a seguirla e ad attendere con ansia l’uscita dei sottotitoli ( o magari fare direttamente la diretta!). Si, sicuramente avete ancora un MONDO di cose da imparare prima di diventare dei veri e propri tv writers ma sicuramente siete sulla buona strada, perché si nel mondo delle serie tv ci sono davvero dei GENI, ma ci sono anche tante serie di successo che non hanno NULLA da invidiarvi.
    La storia è davvero interessante e a mio parere geniale e ora vi dirò meglio cosa me l’ha fatta apprezzare così.
    Quali sono le cose che più amo in una serie tv di solito?

    Sicuramente la trama generale deve attirarmi almeno un minimo (anche se mi sono ritrovata ad amre personaggi e serie di cui inizialmente non ispirava la trama, ma non è questo il caso!) e questo sicuramente è accaduto con la vostra, mi ha affascinato fin da subito questa cosa dello “Scrittore” e l’alone di mistero che lo circondava fin dal pilot, quindi una serie che inizia con un pilot che tiene incollata allo schermo e ti fa venire subito la voglia di iniziare il successivo sicuramente parte già con i punti a suo favore!

    Un’altra cosa che per me è FONDAMENTALE in una serie tv è la caratterizzazione dei personaggi e la sua coerenza perché se c’è una cosa che mi fa davvero uscire fuori di testa è quando vedo una mancanza di coerenza in quella che era la caratterizzazione di un personaggio o quando noto che stanno sfiorando l’ooc.
    Per questo devo farmi i miei complimenti perché per persone ancora “inesperte” come voi sicuramente non deve essere stato facile mantener questa coerenza e fare una caratterizzazione interessante e realistica eppure CI SIETE RIUSCITI ALLA GRANDE.
    Con 10 episodi siete riusciti a presentare molti personaggi e a condurre le loro storyline in modo fantastico, storyline diverse tra loro che si intrecciano in quella che è una storia avvincente, entusiasmante, che ti cattura e ti fa sentire parte integrante della storia.
    Ho amato il trio formato da Jim, Rick e Helen, che fin da subito ha avuto intorno a sé un alone di mistero e di tormenti, mi sono fatta molte domande su come fossero andate le cose tra loro e le risposte mi hanno lasciato a bocca aperta! Ho amato la storyline di Rick, ho provato ansia dopo ansia con lui, ho sentito l’adrenalina nel mio corpo e ho avuto i suoi stessi dubbi. Anche Jim mi ha colpito fin da subito e avevo bisogno di sapere perché si comportava in quel modo, perché sapevo che doveva esserci un motivo valido e volevo scoprirlo, ovviamente ho imparato ad amarlo ancora di più quando ho avuto il piacere di conoscerlo meglio.
    Poi abbiamo Helen, mi ha colpito fin da subito, una personalità sempre determinata per ottenere i suoi scopi, un po’ frivola ed esuberante, è stato fantastico andare avanti e conoscerla sempre meglio scoprendo cose che probabilmente non immaginavamo, ma che pensandoci bene rispecchiano perfettamente quella che è stata la sua personalità fin da subito.
    Ho avuto modo di conoscere persone molto simili a lei nella mia vita e se dovessi rifletterci e immaginarmele con un potere del genere, sicuramente il comportamento sarebbe più o meno quello.
    Ora entriamo meglio nelle parole di questi Scrittori da cui prendono vita molte delle vicende principale della serie.
    Ho amato davvero praticamente tutti i personaggi. Jules, la sua determinazione e la passione che mette nel suo lavoro. Roman che è un uomo da sogno per me, Amilton di cui ho amato la storia e l’interesse che ha messo nel voler scoprire la verità su suo padre e fare giustizia, Liz, il suo cuore buono e la sua dolcezza travolgente.
    John con la sua esuberanza e il suo sarcasmo che mi ha fatto sorridere spessissimo, così come Rhys e il suo legame con Amil.
    Lydia che mi ha catturato fin dallo sneek peak, sono rimasta affascinata dal suo modo di porsi e da come è rimasta colpita da quella ragazzina di 15 anni che poi con il tempo è diventata come un porto sicuro per lei, una delle poche (se non l’unica) a conoscerla davvero per quella che è. Poi quando l’ho vista apparire nell’episodio, nonostante ce l’avevo un po’ con lei perché voleva prendersela con la mia Delia e sentivo di volerla proteggere, ho capito che era un personaggio pieno di sfumature di cui avrei apprezzato la storyline.
    Poi abbiamo Deila, sono rimasta estasiata dalla sua prima scena, ho AMATO quel suo modo di porsi e di essere semplicemente chi vuole essere (è un po’ il tipo di persona che vorrei essere io in realtà) e con l’andare avanti della storia l’ho amata sempre di più, ho sentito quasi come “mio” il suo passato pieno di sofferenze e problemi e ogni volta che scoprivamo qualche piccola cosa in più su di lei ne ero contentissima, perché volevo saperne il più possibile su di lei.

    Okay adesso, vi parlerò di un altro aspetto che a me davvero fa impazzire nelle serie tv: le amicizie, le brotp, quei tipi di rapporti che ti rimangono dentro.
    Partiamo sempre dal trio Jim, Rick ed Helen, perché si per quanto particolare, complesso e tormentato ho amato anche il loro rapporto. Vediamo prima Helen e Rick, che sembrano più uniti di prima in seguito all’allontanamento di Jim, per poi arrivare alla fine della storia dove Jim e Rick sono di nuovo uniti e questa volta sono contro Helen, ho trovato molto affascinante questa dinamica.
    Anche amicizie come quella tra Rhys e Amilton o quella tra John e Jules sono state PIACEVOLISSIME da leggere, infatti le ho adorate in ogni loro manifestazione.
    Poi arriviamo alle mie preferite ovvero: Lydia e Liz e le “Jelia” (si chiamano così right?)
    Partendo dal presupposto che pensavo che dopo Marigold e Rosie (Rita sa di cosa parlo) ne sarebbe passato di tempo prima che mi affezionassi ad un’ amicizia in questo modo e invece…eccomi qua.
    Una delle cose che spesso apprezzo molto nei rapporti è quando un personaggio, che molto spesso è quasi chiuso in una corazza, che spesso si nasconde dietro un “velo” per non mostrare la sua parte più umana e più fragile riesce ad aprirsi in modo naturale e spontaneo con una persona, ma lo fa in un modo così genuino che quasi non se ne rende conto. Ed è una cosa che ho visto in brotp come Lady Mary e Anna, in Marigold e Rosie e ora ho ritrovato in questi due rapporti, infatti così come Mary e Marigold si sono aperte e mostrate senza esitazioni a Anna e Rosie, così anche Lydia e Delia lo hanno fatto con Liz e Jules. E io l’ho amato!
    Ora siccome potrei continuare per ore ma non voglio fare le 3 di notte a scrivere un commento che poi occuperà non so quanto spazio ahah, mi avvio verso la conclusione.
    Ovviamente anche l’amore ha avuto la sua parte importante in questa serie, abbiamo Roman e Jules e la storia che fin da subito mi ha affascinato, per il legame che c’era tra quei due mondo apparentemente così diversi, ma in cui infondo si sono ritrovati e innamorati, perché erano destinati e si ritroveranno sempre.
    Poi ci sono Liz e Amilton, forse inizialmente troppo spaventati di andare oltre a quell’amicizia a cui erano abituati, ho amato il loro rapporto e le loro scene mi hanno riscaldato il cuore.
    Ora per concludere voglio ringraziare entrambi per avermi distratto dallo stress quotidiano con questa storia che è stato un piacere leggere e che ho amato davvero più di quanto credevo possibile.
    Grazie per aver creato questi personaggi che mi hanno accompagnato in questi due giorni di intensa lettura e grazie per averli scritti così bene, è stato un piacere rimanere sorpresa dai vostri colpi di scena, dalle vostre scelte e dalle storyline. Spero di potervi leggere ancora, perché ho amato farlo.

    • ah, volevo aggiungere una cosa.
      Voi avete scritto di uno Scrittore che rende vive le sue parole, i suoi personaggi, le vicende che racconta ed è un po quello che avete fatto anche VOI, anche se in senso metaforico, avete reso vive le vostre storie, i vostri personaggi, lo avete fatto facendoli sembrare così reali e umani, facendoli sentire così vicini al lettore. Voi per me siete stati gli Scrittori.

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