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The Writer | 1.03 – Nothing Will Come Of Nothing: Write Again

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The Writer | 1.03 – Nothing Will Come Of Nothing: Write Again

THE WRITER
CAPITOLI PRECEDENTI

1.01 – Midsummer Night’s Nightmare
1.02 – Something is rotten in the state of England

large_CollegeInteriorIncredibile, non riesco davvero a credere a quello che sta succedendo. Sono arrivato in anticipo a lezione, sembra non esserci ancora nessuno in giro per l’edificio. Nemmeno l’aula sarà aperta, ne sono certo. Esterrefatto riguardo il grande orologio posto nell’atrio dell’Accademia. 7.45. Non c’è dubbio, sono in anticipo! Con tutta calma imbocco il lungo corridoio alla mia destra e mi dirigo verso l’aula 705, “Drammaturgia Moderna”, il professor Kinley è perennemente in ritardo quindi posso permettermi di godermela questa passeggiata. In lontananza vedo già qualcuno appoggiato alla porta dell’aula, riconosco subito la sagoma e l’abbigliamento… per non parlare di quella borsa rossa… è Jim. Merda! Il mio buon umore scema di colpo, dovrò salutarlo e non ne ho nessuna voglia, spero vivamente che eviti di rivolgermi la parola e non si mostri per quello che è.

Speranze vane lo so già.

Rapido sfilo dalla tasca dei pantaloni il cellulare, senza bisogno di controllare, ho già sbloccato lo schermo e aperto Whatsapp, cerco Helen tra le ultime conversazioni e digito:

“Sono in anticipo. E’ ancora tutto chiuso. C’è solo Jim… muoviti!”

Avvicinandomi valuto ogni  possibilità che mi vengono in mente:

-Potrei passargli davanti a testa bassa e andare alla macchinetta del caffè in fondo al corridoio.

-Potrei salutarlo con un “ciao” freddo e distaccato.

-Potrei fermarmi lì e far finta di nulla senza proferir parola.

-Potrei buttarlo a terra e riempirlo di calci e pugni per punirlo per tutto quello che ci ha fatto passare e per il coglione che si è rivelato essere.

Vagliando le varie ipotesi del mio elenco mentale e sondando in tasca se mi sia rimasto qualche spicciolo, manca solo che faccia la figura di merda di andare a prendermi un caffè e torni con le mani vuote perchè sono al verde, propendo per un “Ciao” gelido e mi appoggio al muro opposto del corridoio. In tutta risposta Jim alza gli occhi dal giornale che stava leggendo, mi guarda e riabbassa lo sguardo senza nemmeno rispondere al mio saluto.

Divento nervoso, lo prenderei a sberle. Rivaluto mentalmente l’ultima possibilità del mio elenco, ma il mio cellulare mi distrae vibrando in tasca, è Helen ne sono certo.

“Prendi a calci quello S.T.R.O.N.Z.O.!”

Lapidaria come sempre. Mi spunta un sorriso sulle labbra ma cerco di non darlo a vedere. Alzo gli occhi a fissare lo “S.T.R.O.N.Z.O.” e lo vedo ancora immerso nella sua lettura, o almeno sa fingere molto bene, ma sono certo che non si sia accorto del cambio della mia espressione. Mi cade l’occhio sulla pagina di testa del giornale che ha tra le mani e il titolo principale a caratteri cubitali non può far a meno di attirare la mia attenzione:

“IL RE SMEMBRA IL SUO REGNO”

E in calce poco sotto

“Il gruppo editoriale ‘Le Roi’ è pronto a cedere la maggioranza al miglior offerente”

Inizio a fantasticare su quanto sarebbe bello fare parte di quel mondo, ma un chiacchiericcio mi distrae, stanno arrivando altri studenti mattinieri e con loro anche l’inserviente che si occupa di aprite tutte le porte delle aule impegnate quella mattina. Gli ultimi arrivati si piazzano davanti alla porta, infastiditi che qualcuno sia arrivato prima di loro e che possa avanzare pretese sui quei posti in prima fila che sentono loro per diritto. La cosa non mi tocca, io non sono un tipo da prima fila, figuriamoci poi nelle lezioni soporifere del professor Kinley.

Fingo di giocare con il cellulare, aspetto che tutti entrino, persino Jim, oltrepasso la porta e firmo il registro delle presenze sulla cattedra, salgo la scalinata dei posti a sedere per sceglierne uno abbastanza lontano da Jim.

Mi siedo, tolgo dallo zaino il mio portatile, lo collego a una delle prese poste sui tavolini, lo accendo e rivedo sul desktop, salvato, quel file, il file di quel racconto. Ho ancora un po’ di tempo prima che la lezione inizi, decido di aprirlo, ci clicco sopra e instantaneamente ho una fitta alla testa, il dolore è lancinante, mi trattengo il capo con una mano e improvvisamente tutto diventa nero.

Non so quanto tempo sia passato, è la voce di Helen a riportarmi alla realtà.

“Inutile arrivare presto se poi ti metti a dormire sulla tastiera del computer.”

Cerco di darmi un contegno e di sistemarmi.

“Che stai scrivendo?”

Mi sorprende questa domanda, guardo il monitor, mi ricordo di aver aperto il file, fisso le pagine. 32. Sono aumentate! Dannazione è successo di nuovo! Il panico mi assale. Rapido chiudo il file con la X, ovviamente mi appare il messaggio “Desideri salvare?”, premo invio sul “Sì” già preselezionato. Il tutto sotto lo sguardo divertito e curioso di Helen. Cerco di pensare a una scusa, ovviamente non mi viene in mente nulla. Azzardo un “N—niente”. In tutta risposta Helen esordisce con un “Zse… ti starai scrivendo le fanfiction zozze sugli One Direction come le dodicenni” e si mette a sedere.

City-Landscape-Wallpaper-Eving-Time-PhotoNEW YORK. Sono trascorsi circa tre giorni da quando il mondo dell’editoria statunitense è stato scosso da uno dei più grandi capovolgimenti avvenuti negli ultimi anni. Il protagonista indiscusso di questa notizia esplosiva, Jacques Le Roi, presidente dell’omonimo gruppo editoriale; ha invitato a pranzo i capi redattori delle tre riviste che ha scelto come possibili ereditieri del pacchetto di maggioranza delle azioni del suo gruppo ormai prossimo allo smembramento. Ci troviamo nel lussuoso ristorante del Four Seasons, spesso anche centro nevralgico di meeting di lavoro consumati tra champagne e caviale. Jacques Le Roi non è certamente da meno a queste consuetudini e il Four Seasons è quasi la sua seconda casa da quando ha acquisito alcune azioni della celeberrima squadra di Football, New York Giants. Al centro del ristorante, quasi deserto alle 12:00 in punto, è apparecchiato con eleganza e classe un tavolo per quattro persone, ma nessuno degli ospiti né tantomeno il loro conviviale è ancora arrivato.

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thewriter_edmundAlle 12:01 la porta del ristorante si apre per la prima volta e permette l’ingresso nella sala ad un uomo distinto e affascinante sulla cinquantina. Elegante e con prestanza giovanile, si tratta del capo redattore della rivista “INTEL” con sede a Los Angeles, un uomo realizzato e sicuro di sé in apparenza, ma tante volte più debole e superficiale di quanto la serietà del suo volto possa lasciar trasparire. Puntuale al secondo, Edmund Johansson aveva pianificato da giorni il suo tempestivo arrivo all’appuntamento nella speranza di fare fin dai primi minuti una buona impressione sul presidente Le Roi e magari, anticipando i suoi rivali, avere anche la possibilità di scambiare alcune parole da solo con Jacques Le Roi. Deluso dall’assenza dell’ospite principale, Edmund sceglie comunque di accomodarsi, nell’attesa sfila il suo IPhone dalla tasca della giacca e invia un messaggio a un destinatario ancora sconosciuto. La sua attenzione viene però richiamata dal lieve rumore che accompagna la porta d’ingresso del ristorante e che permette al secondo ospite di entrare in sala.

 

Jules è appena arrivata e, svestendo i suoi immancabili occhiali da sole, dà un’occhiata alla sala in cerca del tavolo giusto. Riconoscendo subito Edmund, ripone gli occhiali nella borsa e si dirige decisa, ma sempre con classe, verso il collega. Jules è impeccabile nello stile e nei modi di fare, indossa una gonna nera a lunghezza ginocchio e una camicia di seta azzurra mentre i capelli le cadono ondulati sulle spalle. Giunta al tavolo, si siede alla destra di Edmund che saluta cordialmente.

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JULES
Salve! Edmund Johansson,
di “INTEL” vero?
(porgendo la mano)

Il fascino di Edmund evidentemente non viene rispecchiato dalle sue maniere in quanto con aria di superiorità finge di non conoscere o non ricordare il nome di Jules o della sua rivista.

EDMUND
(stringendo la
mano di Jules)
Si certo, e lei è …

JULES
(senza scomporsi)
Jules Davenport,
BE YOURSELF, di
New York

EDMUND
Ah già, certo, la
rivista esordiente
di cultura generale vero?

JULES
(capendo la
provocazione)
Esordiente non direi
esiste già da tre anni
ormai!

EDMUND
Tre anni? Nel mondo
dell’editoria equivalgono
a tre settimane al giorno d’oggi!

JULES
Si, capisco di
cosa parla, la mia rivista
presentò un pezzo sull’editoria
moderna ad un concorso
un paio di anni fa,
aggiudicandosi il primo
premio. C’era anche la
sua rivista in gara o
ricordo male?

EDMUND
(gelido)
No, ricorda perfettamente

Jules è una giovane donna umile nella personalità nonostante le sue origini aristocratiche, non ha mai permesso che la sua fortuna potesse influenzare il suo lavoro o i rapporti sociali. Ma Jules è anche una donna determinata che non permette a nessuno di zittirla o di farla sentire inappropriata in un mondo nel quale è entrata in punta di piedi, ma che nel suo piccolo ha conquistato rimanendo sempre sé stessa. Le provocazioni e le insinuazioni di Edmund le aveva raccolte fin dal momento in cui aveva messo piede nel ristorante e il collega le aveva stretto la mano con superiorità, come se volesse firmarle un autografo. E al momento giusto Jules aveva deciso di mettere fine a quella conversazione, a modo proprio, presentandosi davvero come solo lei sa fare. Il silenzio ricade quindi al tavolo ma viene interrotto pochi secondi dopo quando la porta d’ingresso si apre per l’ennesima volta accompagnando l’arrivo del terzo ospite.

thewriter_deliaDelia Martinez entra nella sala come se stesse facendo un favore a qualcuno arrivando lì, in un ristorante in cui probabilmente non avrebbe mai messo piede se non fosse per l’occasione, essendo un mondo completamente lontano dal suo. Delia Martinez è una giovane donna di origine latina, coetanea di Jules, proveniente da Brooklyn ma residente da tempo a Chicago, dove ha fondato la sua rivista “EXTREME” partendo praticamente dagli spiccioli che aveva messo da parte per gran parte della sua vita. Dallo stile inconfondibile, tra un casual aggressivo e uno sportivo moderato, Delia si presenta ad ogni modo come una donna che non passa inosservata, bellissima e particolare più di quanto lei stessa immagini. Dal passato difficile e turbolento, Delia e la sua rivista sono lo specchio di Chicago, freddi, cinici e pronti a tutto pur di portare a termine il lavoro o di raggiungere l’obiettivo, ma al tempo stesso Delia non è il tipo di persona pronta a scendere a compromessi o a mostrarsi diversa da quello che è solo per piacere agli altri.
Notando il tavolo al centro della sala, Delia raggiunge gli ospiti già accomodati e si siede quasi come se volesse sfidarli, li guarda intensamente restando inizialmente in silenzio. Dopo alcuni istanti, in cui Edmund non ha neanche alzato gli occhi dal suo smartphone, Delia sposta il suo sguardo puntandolo su Jules, cercando quasi di studiarla, ed esordendo poi con un’affermazione improvvisa prima ancora di presentarsi.

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DELIA
Ho AMATO il tuo numero
di Febbraio 2015!
Il modo in cui avete
descritto città come
Manhattan, Santa Fè o anche la
mia Chicago è stato grandioso,
realistico ed originale

JULES
(sorpresa ma felice
del complimento)
Wow, ti ringrazio!
Chicago è una città
che adoro, ha tanto
da dire

DELIA
Per chi sa ascoltare!
Sono Delia Martinez comunque

JULES
Si, so chi sei,
è un piace conoscerti,
Jules Davenport

Delia porge la mano a Jules che la stringe cordialmente, ma quando Edmund alza distrattamente la sua mano per incontrare quella di Delia, quest’ultima la tira indietro e si risiede comodamente appoggiando la schiena sulla sedia e posando le braccia sui braccioli come se fosse seduta su un trono.

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DELIA
Il nostro anfitrione
si sta facendo desiderare

EDMUND
Avrà certamente questioni
importanti da sbrigare,
non crede?

DELIA
Non devi leccargli
il culo davanti a me amico,
non sono io a
distruggere la mia
compagnia

Jules accenna un sorriso che cerca di nascondere mentre Edmund sembra quasi imbarazzato dal carattere diretto di Delia. Nel frattempo un cameriere si avvicina al loro tavolo

CAMERIERE
Buongiorno signori!
Il signor Le Roi ha chiamato
avvertendo che arriverà in po’
in ritardo

DELIA
Ma davvero?
Non me ne ero
resa conto

CAMERIERE
Se nel frattempo,
avete voglia di ordinare
qualcosa, sono a vostra
disposizione

EDMUND
Bene allora,
prenderò un bicchiere
di Brunello del ‘98

JULES
Un calice di Chardonnay
per me

CAMERIERE
(riferendosi a Delia)
E per lei signora?

DELIA
Birra

CAMERIERE
Birra?

DELIA
Avrete birre in questo posto

CAMERIERE
Si, certo, è solo che …

DELIA
(capendo dove quella
conversazione stava
arrivando)
Si? La ascolto,
la prego continui …

CAMERIERE
(imbarazzato)
Ha qualche preferenza?

DELIA
Bionda doppio malto,
e non si scomodi a
spillarla, lo farò io

Mentre il cameriere si allontana, Jules sorride ancora una volta, adora la spontaneità di Delia e il suo coraggio di essere sempre sé stessa. Edmund al contrario continua a credere di essere l’unico a meritare di stare in quel posto.

EDMUND
Forse non è abituata
signorina Martinez, ma
in posti come QUESTO
la birra non è esattamente
l’ordine ideale

DELIA
Forse non è abituato,
signor Johansson, a sentirselo dire
ma da dove vengo io non ci sono
orari e posti adeguati per
drink adeguati e
onestamente non me ne potrebbe
fregare di meno del favoloso
Four Seasons

EDMUND
Perché è qui allora?

DELIA
Perché sono stata invitata
e per il bene della mia rivista sarei
a disposta a dividere il tavolo
anche con il signor Presidente
qui di fronte

Il cameriere arriva con i rispettivi ordini e li posa sul tavolo di fronte agli ospiti. Mentre Edmund assapora con eleganza il vino, Delia afferra la birra bevendo un sorso direttamente dalla bottiglia. Divertita e stranamente ammirata da quella genuinità, Jules appoggia lo stile di vita di Delia, contrastando la sobrietà di Edmund.
Mentre degustano le loro bevande, i tre commensali non si accorgono che le porte del ristorante si stanno aprendo nuovamente e Jacques Le Roi entra nella sala con estrema sicurezza ed egocentrismo, aspetti tipici della sua personalità. Con fare smargiasso ed eccentrico, Jacques raggiunge il tavolo e si siede con tranquillità, non curante del ritardo.

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JACQUES
Eccoci qui!

EDMUND
Signor Le Roi,
è un onore conoscerla!
(porgendo la mano
che Jacques stringe senza
troppa enfasi)

JACQUES
Spero di non aver tardato troppo

EDMUND
Ah no, si figuri,
siamo qui da poco

DELIA
Si, eravamo sul
punto di mimetizzarci con
l’arredamento ma
non si preoccupi

JULES
Perdoni la franchezza signor
Le Roi ma se potessimo
arrivare al dunque
sarebbe l’ideale

JACQUES
Mi piace una donna
determinata!
Semplice miei cari ospiti,
siamo qui perché come avrete saputo
il gruppo Le Roi sta per chiudere i
battenti e i suoi pacchetti
azionari verranno suddivisi tra
le riviste che più riterrò all’altezza
del nome Le Roi e una delle vostre
potrebbe essere la fortunata vincitrice
del pacchetto di maggioranza

DELIA
E cosa dovremmo mai fare
per conquistare l’ambito premio?

JACQUES
Dovrete semplicemente presentarmi il vostro
prossimo numero! Ho scelto le vostre riviste
perché sono diverse, originali, classiche ma
in modo moderno ed elegante, e il
numero che più mi colpirà o incontrerà
i miei gusti, si aggiudicherà la fetta più
grossa del gruppo

JULES
Quindi, se ho capito bene,
dobbiamo lusingare i suoi gusti
per “vincere” questo concorso?
E il nostro stile? I nostri mondi?
Che ruolo hanno in tutto questo?

JACQUES
Non sia così melodrammatica
sig.na Davenport,
voglio solo vedere se le vostre riviste
sono all’altezza del nome Le Roi,
fate semplicemente del vostro meglio.
La scadenza è esattamente tra 7
giorni, dato che siamo a metà mese
ho immaginato che buona parte del
vostro numero fosse già pronta

DELIA
Numero che andrà rifatto
da zero a questo punto

EDMUND
Non dovrebbe essere difficile no?

DELIA
Per te non di certo
dato il tuo stile, come dire,
inesistente

JACQUES
Bene, ora che tutto è
stato chiarito, direi di
mangiare qualcosa.
Ah, signorina Davenport,
mi piacerebbe parlarle in privato
nel mio ufficio al piano di sopra
dopo pranzo, per discutere
di alcuni dettagli

JULES
(non convinta)
Va bene, ma che sia
breve, ho un numero da
terminare

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612. Jules bussa alla porta di una stanza del Four Seasons, ma quando dall’altra parte Jacques Le Roi la apre permettendole di entrare, la ragazza si trova di fronte a quella che si assomiglia più a una camera da letto che ad un ufficio. Restando in piedi nei pressi della porta, Jules cerca di arrivare subito al sodo cominciando a sentirsi a disagio in quella situazione.

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JULES
Aveva detto che voleva
parlarmi privatamente nel
suo “ufficio”, di cosa
si tratta

JACQUES
(versandosi
dello champagne
in un bicchiere)
La sua rivista
signorina Davenport
mi piace molto, devo ammetterlo,
e volevo confessarle che al momento
è in pole position tra le mie preferenze,
per questo speravo di poterle dare dei
“consigli” su come vincere la gara
senza troppi sforzi

JULES
“Consigli”??

JACQUES
Si, perché ho notato
che BE YOURSELF hai i contenuti
ma l’editore a mio parere
non riesce davvero a gestire
la rivista, non sa osare

JULES
Lei crede? Io penso
onestamente che il mio editore
sia l’anima della rivista,
nonché co-fondatore

JACQUES
Lei è ancora inesperta in questo
mondo sig.na Davenport,
un editore sbagliato molte volte,
può essere la fine della rivista

JULES
Cosa sta cercando di
dirmi sig. Le Roi?

JACQUES
Sarò franco,
John Sullivan non è
l’editore adatto per una rivista
che porterà il marchio Le Roi

JULES
Allora la mia rivista
non è adatta a quel marchio
signor Le Roi perché
non rinuncerò mai
a John Sullivan

JACQUES
(accomodandosi sul letto)
Capisco. E apprezzo la
sua lealtà signorina Davenport,
ma non voglio ancora rinunciare a
lei, ci sarebbe un’altra opzione Jules,
posso chiamarla Jules vero?

JULES
(capendo le intenzioni
del suo interlocutore)
Signorina Davenport sarebbe meglio

JACQUES
(ignorando la freddezza
di Jules)
Pensavo che magari, essendo
così ben propenso verso la
sua rubrica, potremmo conoscerci meglio …

Jules, esterrefatta e scossa dalla situazione che stava vivendo, cerca di mantenere la calma fingendo con tutte le sue forze di non aver capito perfettamente quale fosse la seconda condizione per ottenere quelle azioni.

JULES
Sta scherzando vero?

JACQUES
(ridendo)
Avanti sig.na Davenport, non è
più la ragazzina che ha lasciato
la sua bella vita aristocratica
a Londra per inseguire il suo sogno
in America, è una donna adesso
e saprà bene che i sogni non si
raggiungono gratuitamente. Se non è
disposta a scendere a compromessi
per il bene della sua rivista,
forse questo non è davvero il mondo
adatto a lei. Non mi risponda ora,
si prenda il suo tempo,
domani ci sarà un altro meeting
con gli altri due capi redattori,
se la vedrò lì vorrà dire che è
intelligente così come sembra

Ancora visibilmente scossa, Jules non riesce neanche a rispondere, lascia semplicemente di corsa la stanza e l’hotel. Una volta in strada si accascia su una panchina cercando di riprendere fiato e di riordinare le idee. La testa le sembra sul punto di esplodere e ogni volta che ripensa alle parole di Jacques, una sensazione di nausea la colpisce, come un pugno nello stomaco. Ha bisogno di parlarne con qualcuno, ma non può chiamare John, se gli avesse parlato delle condizioni di Le Roi avrebbe anche accettato di lasciare la rivista pur di non ostacolarla e Jules non è disposta a perderlo. Così, quasi senza pensarci, Jules afferra il telefono dalla borsa e fa partire la chiamata verso un numero registrato recentemente ma che, per qualche motivo, appartiene all’unica persona con cui sente il desiderio di parlare.

JULES
(al telefono)
Ciao, sono Jules,
ci siamo incontrati tre giorni fa, ricordi?
(sorride ascoltando
la risposta dall’altra parte
del telefono)
Mi chiedevo se fossi libero
e magari ti andasse di
prendere un altro caffè insieme
(attende, poi sorride ancora)
perfetto allora, tra mezz’ora
allo stesso posto?
Bene, a dopo

Riagganciando Jules sembra riuscire a respirare di nuovo e continuando a sorridere, ferma un taxi e sale a bordo.

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La mattinata è trascorsa in tranquillità, la lezioni di Kinley non è stata nemmeno troppo pesante, probabilmente è tutto merito della presenza di Helen accanto a me che continuava a distrarmi parlandomi e indicando tutto quello che il ragazzo nuovo stava facendo poche file più avanti alla nostra. Helen quando si fissa su qualcosa diventa ossessiva.

Mi preparo per andare via, abbiamo 2 ore di buco, sistemo lo zaino mettendoci dentro tutte le mie cose. Mentalmente elenco tutto ciò che ho tirato fuori nel corso della mattinata e verifico di aver rimesso tutto dentro: computer, alimentatore, blocco degli appunti, penne varie… c’è tutto! Helen è già pronta e mi sta aspettando, ma non sta inveendo sulla mia fobia di dimenticare qualcosa, è troppo presa dal fissare il didietro del ragazzo nuovo che come tutti noi si sta preparando per uscire dall’aula. Alzo lo sguardo, intravedo Jim mentre ripone il blocco degli appunti nella sua borsa rossa. Un ricordo mi ritorna improvvisamente alla mente. Durante i primi anni di università e soprattutto durante il periodo in cui il nostro trio ha convissuto, Jim teneva sempre con sé un’enorme agenda rossa, era come un’appendice del suo corpo, la usava per tutto, per gli appunti, come diario, come valvola di sfogo, più volte l’ho visto disegnarci dentro oppure strapparne delle pagine. Non ci si separava mai e soprattutto non lasciava mai che nessuno ci si avvicinasse, nemmeno noi potevamo. Il suo rapporto con quel mostro rosso era davvero morboso. Quella volta in cui Helen per scherzo gliela nascose sotto al materasso ho davvero temuto per il peggio, le sue urla isteriche, gli insulti, l’ansia, forse con quello scherzo abbiamo veramente esagerato. Il mio viaggio sul viale dei ricordi però viene interrotto improvvisamente.

“Muoviti! Sta uscendo, dobbiamo seguirlo e vedere dove sta andando!”

Helen aveva un piano in mente, doveva seguire la sua preda, studiarla ed essere pronta per l’attacco definitivo in cui l’avrebbe fatta cadere nella sua tela.

abc-american-bar-coffee-romaThe Blue Box. Si chiama così il bar in cui Jules e Roman si erano conosciuti tre giorni prima, in un incontro che definire fortuito sarebbe quasi riduttivo. Qualcosa, una forza che non riusciva neanche a spiegare, aveva spinto quasi letteralmente Jules a voltarsi, all’uscita del bar, e a notare quell’uomo un po’ goffo e confusionario che raccoglieva i pezzi di un plastico mandato in frantumi da qualcuno che non si era neanche fermato ad aiutarlo. Così si era avvicinata e, aiutandolo a rimettersi in sesto, aveva incontrato Roman, un uomo che non voleva lasciare andare perché le sembrava di conoscerlo da sempre e con cui aveva accettato quindi di prendere un caffè. Pochi giorni dopo quel momento magico, Jules sta raggiungendo nuovamente il Blue Box per rivedere Roman perché è al suo fianco che aveva trascorso l’ora più serena e felice che avesse vissuto dopo tanto tempo.
Il taxi che Jules ha preso all’uscita del Four Seasons si è appena fermato davanti al Blue Box. Roman l’aspetta già da qualche minuto, in trepidazione e visibilmente emozionato, aspetto che lo rende ancora più adorabilmente goffo del solito, ma allo stesso tempo terribilmente affascinante. Mentre Jules scende dall’auto, Roman le si avvicina, porgendole la mano per aiutarla, poi ancora emozionato le sorride e la saluta.

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ROMAN
Ciao! È bello rivederti

JULES
(sorridendo
dolcemente)
Si, sono contenta
che tu abbia accettato,
scusa per la telefonata
improvvisa

ROMAN
No, scherzi, è
stato il momento migliore
della giornata

JULES
Allora non devi aver
avuto una gran giornata

ROMAN
Sta migliorando incredibilmente

Si conoscono da poco tempo ma Roman ha già la capacità di dire la cosa giusta al momento, lasciando Jules letteralmente senza parole.

ROMAN
Ti va di entrare?

JULES
In realtà pensavo di
fare due passi, ti andrebbe?

ROMAN
Non chiedo altro

E sorridendosi, Roman e Jules iniziano a camminare mentre il sole comincia a colorare di sfumature arancioni il cielo, il tramonto si sta avvicinando. Notando l’espressione un po’ preoccupata di Jules, Roman prova a parlarle con tutta la delicatezza e la dolcezza su cui potesse fare affidamento.

ROMAN
Va tutto bene?
Non voglio impicciarmi,
è solo che sembri preoccupata

JULES
È così evidente?

ROMAN
Solo un po’!
Posso fare qualcosa per
aiutarti?

JULES
In realtà …
oddio ti sembrerò patetica,
avevo davvero bisogno di
parlare con qualcuno,
avevo bisogno di parlare con te

ROMAN
Non mi sembri patetica,
sono io a sentirmi onorato,
dimmi tutto

JULES
È un problema di lavoro,
diciamo che c’è la possibilità
di un’incredibile promozione,
se possiamo chiamarla così,
ma per ottenerla dovrei
vendere il mio migliore amico,
o me stessa

ROMAN
Che razza di persona
può averti offerto una tale
promozione?

JULES
Qualcuno che nella vita
non ha mai ricevuto un NO
come risposta

ROMAN
Beh chiunque lui sia,
se prova a farti del male
in qualsiasi modo …
Scusa, sono un idiota,
non sono nessuno per dirti questo

JULES
(sorridendo)
No, mi piace che tu
l’abbia detto,
ma in realtà non è
questo il problema

ROMAN
E qual è?

JULES
Penso di essere io,
non so, forse non sono
tagliata per il mondo in cui
lavoro, non sono
pronta a rinunciare a tutto
quello in cui credo e temo
che questo possa ridurre le
mie possibilità

ROMAN
Jules posso farti una domanda?

JULES
Certo

ROMAN
Chi vuoi essere? Tra 5 o 10
o 15 anni, qual è la persona
che vedi nel tuo futuro?

JULES
Quella che sono adesso,
non voglio cambiare,
non voglio diventare qualcuno
che odio,
qualcuno che ho cercato
di non essere per tutta la
mia vita

ROMAN
E allora hai già
la tua risposta Jules,
e non permettere a nessuno
di farti dubitare di questo

JULES
E se dovessi deludere
le persone che mi circondano?

ROMAN
Allora non sono le persone
di cui hai bisogno nella tua
vita se non riescono a vedere
quanto meravigliosa e bellissima
tu sia

Jules sorride quasi imbarazzata, così abbassa lo sguardo. Roman se ne rende conto e cerca di rimediare a quello che teme possa essere stato un errore.

ROMAN
Scusa, non volevo
esagerare, è solo che
lo penso davvero e
a volte non riesco a
controllare quello che dico,
soprattutto con te,
non riesco neanche a guardarti
senza incespicare nelle parole,
sono un disastro

In quel momento tutto è terribilmente perfetto, Roman è perfetto e Jules non vuole neanche aggiungere una sola parola, non avrebbe fatto nulla che rischiasse di rovinare quella sensazione che avverte. Per la prima volta dopo tanto tempo, si sente travolta da emozioni che non riesce a controllare, ma che non vuole allontanare perché sono semplicemente giuste, immense. Così, ancora in silenzio, l’unico modo in cui risponde alle parole di Roman è alzando nuovamente lo sguardo, sorridendogli, questa volta senza paure, e afferrandogli dolcemente la mano. Poi, tenendosi ancora per mano, Roman e Jules continuano a camminare, come se in quel momento non avessero bisogno di nient’altro nella loro vita.

2014-New-York-USA-Manhattan-City-MorningLa mattina seguente al primo incontro con Le Roi, Jules si era svegliata più decisa e sicura di sé di quanto non lo fosse il giorno precedente. Il pomeriggio con Roman le aveva donato nuovamente le certezze di cui aveva bisogno e le aveva permesso di provare emozioni che forse non aveva mai davvero vissuto, non così intense per lo meno. Quella stessa sera, tornata a casa, aveva anche chiamato John, doveva dirgli tutta la verità, non solo in quanto co-fondatore della rivista, ma soprattutto in quanto migliore amico, quella persona che le era stato vicino e aveva creduto in lei quando nessun altro lo faceva, e l’aveva seguita letteralmente dall’altra parte del mondo quando insieme avevano lasciato l’Inghilterra per inseguire il loro sogno. La conversazione con John non era stata facile da affrontare, proprio come aveva previsto, ma alla fine, dopo essere passati da “Io lo stendo quella stronzetta” a “Bruciamogli la stanza d’albergo”, John e Jules avevano raggiunto una decisione comune, l’unica possibile in tutta questa storia.
Pronta di buon ora, Jules esce di casa e un taxi è già fermo di fronte al suo portone, l’attende per condurla alla sede newyorkese del gruppo editoriale Le Roi. Una volta arrivata, Jules raggiunge decisa l’ufficio del presidente, ovviamente posizionato a uno degli ultimi piani di uno dei grattacieli più moderni e all’avanguardia di New York. La porta dell’ufficio è ancora chiusa, la segretaria del presidente Le Roi sta facendo accomodare Delia e Edmund già arrivati e in attesa di incontrare Jacques. Ma Jules non ha intenzione di attendere oltre, le servono soltanto due minuti per quello che deve dire a Jacques e non resterà lì seduta ad aspettarlo. Così, senza neanche chiedere il permesso, passa velocemente davanti ai suoi colleghi e spalanca la porta dell’ufficio noncurante delle proteste della segretaria.

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JULES
(a Delia e Edmund)
Ci vorrà soltanto un minuto ragazzi
(irrompendo nella stanza)
Mi perdoni l’irruenza signor Le Roi
ma attendeva con ansia una mia risposta
e non mi sembrava giusto farla aspettare oltre

JACQUES
(imbarazzato)
Signorina Davenport non
mi sembra il caso di fare scenate,
abbassi la voce e chiuda la porta
per favore

JULES
Perché? La preoccupa che gli altri
sentano? Stia tranquillo, devo
solo dirle due parole: AL DIAVOLO!
Al diavolo lei e le sue azioni,
al diavolo le sue condizioni
e il suo mondo squallido
e corrotto! Ho creato la mia rivista
dal nulla, contro il parere di tutta
la mia famiglia e sa BENE che la
mia famiglia non è di certo l’ultima
della scala sociale inglese!
Ma ce l’ho fatta, con le mie
forze e soprattutto con le mie convinzioni
e non sarà di certo lei a distruggere
tutto quello a cui ho consacrato la
mia intera vita. Quindi signor Le Roi,
la ringrazio per la generosa offerta
ma la rivista Be Yourself non è interessata
alle sue azioni
e se dovessi ancora sentire il suo nome
o se in qualche modo proverà ad ostacolarmi,
si renderà conto dell’influenza del nome
Davenport ANCHE oltreoceano

E così com’è entrata, come un tornado, Jules lascia l’ufficio del presidente, avviandosi verso l’ascensore del piano. Prima che potesse allontanarsi però, Delia la ferma afferrandole un braccio.

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DELIA
Jules ma che diavolo
succede? Va tutto bene?

JULES
Ci conosciamo da poco
Delia ma tu mi piaci quindi
ti darò un consiglio: continua
ad essere sempre te stessa,
non permettere a nessuno di cambiarti,
anche se ti diranno che non sei adatta
o giusta per questo mondo,
va avanti Delia, come hai
sempre fatto
(prendendo un biglietto dalla sua borsa)
Questo è il mio numero,
di qualsiasi cosa tu abbia bisogno
chiamami, adoro la tua
rivista e magari un giorno
potremo parlare e progettare
qualcosa insieme se ti va

DELIA
(ancora un po’ sorpresa)
Va bene, lo farò

JULES
A presto allora

E detto questo sorride un’ultima volta a Delia, che ricambia dolcemente, e poi entra in ascensore, lasciandosi alle spalle l’ennesima tentazione che aveva cercato di cambiarla.

cafeteria_v1_460x285La caccia all’uomo di Helen ha preso piede, dopo un pedinamento a distanza lungo diversi isolati, finalmente ci siamo fermati. La sua preda il cui nome in codice al momento è IL BONBON è appena entrata in ‘Cafeteria’, il luogo dove il caffè lo fanno d’oro. Helen sta fingendo di parlare al telefono camminando avanti e indietro davanti alle vetrate per riuscire a puntare il suo bersaglio. Mi avvicino al listino prezzi appeso fuori all’ingresso e mi sento svenire, 10 dollari per un capuccino. Cerco di attirare l’attenzione di Helen e con molta disinvoltura le faccio presente che il prezzo di una qualsiasi cosa lì dentro è fin troppo proibitivo per le mie tasche, in tutta risposta mi sento dire “Pago io, taci e fingiti gay che non sia mai che possa pensare che stiamo insieme…. TROVATO!”. Helen mi strattona e mi trascina dentro al locale.

cafeteria_v1_460x285(1)L’interno non è troppo affollato, BONBON è seduto a un tavolino con una ragazza bionda, Helen sta già fumando, “Sediamoci qui!”, “Ok” le rispondo. Mai contraddirla in queste occasioni. Non mi posso lamentare, il divanetto su cui sono seduto è veramente comodo e mi ci voleva un po’ di riposo dopo tutto questo pedinamento. Helen è rapita a bersagliare il suo obbiettivo con delle occhiate fulminee volte a carpirne i segreti più reconditi, “Sarà sua sorella!”,”Beh, anche se fosse la sua fidanzata io non sono gelosa!”, “Magari è solo un’amica”… e via via dicendo.

Ordiniamo, paga Helen quindi oltre a un bel capuccino bollente ordino anche un paio di brioches, tanto vale approfittare della situazione.

Qualcosa si muove sul nostro fronte… o per lo meno su quello di Helen visto che io mi trovo di spalle e mi è stato vietato di girarmi per non dare nell’occhio. La ragazza bionda e “bruttina”, stando al racconto di Helen, si è alzata per andare alla toilette, Helen rapida sfila dalla sua borsa il porta trucchi e la segue repentina, lasciandomi con un “NON TI MUOVERE!” imperativo. Il tempo passa, inizio a giocare con i rimasugli di caffè, chissà, magari se solo sapessi leggere il fondo della tazza potrei diventare ricco giocando alla lotteria. D’ un tratto però i miei pensieri vengono distratti da qualcosa che sta succedendo alle mie spalle, un uomo e una donna stanno parlando. E’ come se tutto il locale si fosse ammutolito e sentissi soltanto loro. Non posso girarmi, sarebbe veramente da impiccioni se mi mettessi anche a fissare chi sta parlando. Sento solo alcune frasi:

“Una è fuori Eddie, adesso tocca a quella piccola criminale di Chicago, quelle azioni DEVONO essere tue, devi assicurarti che Jacques le dia a TE, a qualsiasi costo”

“Jacques è astuto ma non sarà un problema convincerlo, non preoccuparti amore”

“Non lo sono”

Vengo raggelato da quelle parole, le ho già sentite, quelle stesse identiche frasi mi risuonano già nella mente. Di nuovo quelle fitte alla testa. Non riesco a pensare ad altro.

Helen è ritornata, si siede e mi fissa, “Rick cosa sta succedendo, sei pallido come un fantasma”, si sta preoccupando “mica starai per vomitare, ti prego non qui, non farmi fare una figura di merda!”.

Mi alzo di scatto, tutti i rumori del locale sembrano essere tornati, la mia testa sta vorticando come in un vortice, afferro la mia borsa ed esco correndo, inciampo nei miei stessi piedi, riesco a rimenere in piedi, corro…

DEVO TORNARE A CASA, ORA!

To-be-continued

The Writer è un’opera di fantasia, una fanfiction nata con l’unico scopo di intrattenere.
Se ti ha fatto piacere leggere questo capitolo, se ti sono piaciuti alcuni personaggi più di altri, o semplicemente se vuoi lasciare traccia della tua opinione, il posto più adatto per farlo sono proprio i commenti qui sotto.

I due autori, Walkerita e Lestblue, saranno felici di ascoltare ciò che pensi e di fare del loro meglio per rendere questa lettura un’ esperienza valida.

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Ringraziamo le seguenti PAGINE FACEBOOK per il loro supporto e vi invitiamo a passarle a trovarle e a lasciare un bel MI PIACE!

Le Lande Incantate / • Clara Oswald » Jenna Louise Coleman. / ϟAlfred Enoch Italia / • Thank you; Always • Castle / Billie Piper Italia / Lyndsy Fonseca ϟ Italian Fanpage / David Tennant Italian Page / Doctor Who pagina italiana / Doctor Who Channel / Just A Mad Man With A Blue Phone Box.

Non dimenticate di recuperare anche le due piccole anteprima di The Writer se ancora non l’avete fatto:

SNEAK PEEK #1 | SNEAK PEEK #2

8 COMMENTS

  1. Jules mi piace tantissimo, una donna di classe ma allo stesso tempi alla mano, che ha saputo crearsi una carriera lontana dall’influenza dalla sua importante famiglia, vita che da quello che ho intuito le stava abbastanza stretta. E credo che Roman sia proprio l’uomo adatto a lei, partner che condivide i suoi stessi ideali anche se viene da un contesto totalmente diverso.
    La storia di Rick mi entusiasma sempre di più, sul perché dei blackout e perché non ricordi quello che scrive e sul fatto che abbia sentito parlare di Jaques proprio nel tavolino vicino al suo (e qui forse la mia domanda se i personaggi siano reali o esistano solo nella mente del The Writer trova risposta).

    • Grazie Marianna!!! è bellissimo vedere quanto già abbiate abbracciato i personaggi e la storia!! Ottima la tua analisi di Jules!! E vedrai, avrai sempre più risposte andando avanti!

  2. Delia si è decisamente presentata con un bel biglietto da visita. Già mi piace! Potrebbe rientrare nella lista dei miei personaggi preferiti.
    Tanto di cappello a Jules che non si è lasciata comprare. Non a caso la sua rivista si chiama BE YOURSELF e nell’affrontare Jacques è rimasta fedele a se stessa. Così si fa!

    • Esplosioni di gioia!!! Ogni volta che apprezzate un personaggio nuovo per noi è un traguardo raggiunto!! Delia è sicura di sè e non permette a nessuno di metterle i piedi in testa! E Jules è dolce e riservata ma è pur sempre una Davenport!

  3. Wow ragazzi è meraviglioso, arrivo a fine capitolo e nemmeno me ne accorgo! Dovrebbero essere lunghi almeno il doppio!! Jules è fantastica e vederla con Roman mi entusiasma da matti! Ship! Ship! Ship!

  4. Ho già espresso il mio commento riguardo questa fanfic su Facebook, ma lo ribadisco anche qui: è GENIALE. Scritta divinamente, intrigante e completa di tutto! Vi faccio i miei complimenti e attendo con ansia i prossimi capitoli!!

    PS: Rita, mi aspetto qualche personaggio col volto di qualcuno del cast di Chuck, mi raccomando!! U.U ahahahah complimenti ancora ❤

  5. Ho adorato alla follia il primo capitolo e poi amato anche di più il secondo, ora sono impazzita per questo! Sarà un continuo crescendo? Non riesco più a smettere di leggere, mi ha preso moltissimo come storia ed oltre ad essere molto interessante, il modo in cui è scritta è davvero geniale!
    Andando ai personaggi e alle scene non solo con questo capitolo è aumentato il mio amore per personaggi già presentati nei capitoli precedenti, ma sono impazzita anche per Delia! Ho adorato il suo modo di porsi e anche le sue interazioni con Jules (fiuto una possibile brotp).
    Poi ho amato davvero tanto Jules in questo capitolo, anche nei precedenti è stata fantastica, ma qui l’ho trovata meravigliosa.
    Ho amato quando ha detto “Allora la mia rivista non è adatta a quel marchio signor Le Roi perché non rinuncerò mai a John Sullivan” mi sono proprio immaginata Billie perfettamente, così come quando manda al diavolo quel viscido di Le Roi, davvero fantastica!
    Sempre parlando di Jules ho amato come abbia deciso di chiamare proprio Roman (I’m gooooing down with this ship!) e ovviamente ho amato come lui sia stato meraviglioso con lei, è proprio il tipo di uomo che mi fa impazzire e lo amo ogni riga di più e inoltre penso proprio che sia l’uomo giusto per Jules.
    La scena dove si prendono per mano mi ha riscaldato il cuore, ho immaginato Billie e David tra le strade di New York… la meraviglia.
    Ora parlando di Rick… la sua storia mi incuriosisce sempre di più, è personaggio molto intrigante e non vedo l’ora di vedere come continui la sua storyline e poi adoro il rapporto tra lui ed Helen e AMO Helen, mi fa morire quella ragazza, ci vorrebbe una persona come lei nelle vite di ognuno di noi.
    Bene, credo di aver detto più o meno tutto. Vado a leggere il quarto capitolo *-* e grazie per aver condiviso questa storia con noi!

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