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The Walking Dead – Voti a questo winter finale

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The Walking Dead – Voti a questo winter finale

Contro ogni ragionevole possibilità, tosse, mal di gola e altre amenità sono riuscite a catapultarmi a letto per la seconda volta in meno di un mese e mezzo, e questo con una tempistica sconvolgente che mi ha impedito di dedicarmi al winter finale di The Walking Dead se non con questo imbarazzante ritardo. Ma tanto, diranno molti di voi, presto o tardi che cambia? Starò comunque per spalare un po’ della solita merda anche su questo ennesimo episodio di uno show che a quanto pare il 99% della popolazione odia senza possibilità di appello o ama alla follia, senza mezze misure… beh, avendo già affermato anche in altre sedi di appartenere a quell’1% a cui le mezze misure piacciono ancora, ho deciso che per questo episodio renderò il mio pensiero più cristallino possibile mettendo i vari aspetti della puntata sotto forma di pagella, così da chiarire che per me NON “va tutto male, non piace mai nulla”, bensì trovo che di spunti interessanti TWD ne avrebbe ancora da sfruttare, eccome! Solo che spesso si guarda bene dal farlo, tutto qui.

Il rovinoso fallimento del piano – voto: 6+

Partiamo dal grosso elefante nella stanza, questo fantomatico piano che ci ha accompagnati per mezza stagione solo per essere apparentemente mandato all’aria da Daryl (ok, no, ci fanno sapere dalla regia che non è stata colpa sua, gli autori lo fanno chiedere ad alta voce da Daryl stesso a diversi altri personaggi giusto per togliere il dubbio a noi spettatori: scrittura pigra, il tuo nome è Johnson… e odio dirlo visto che si tratta dello stesso autore di buoni episodi di questa prima parte di stagione come “Some Guy” e “The Big Scary U”!). Innanzitutto non mi è ancora chiaro cosa sarebbe dovuto accadere se Daryl non fosse intervenuto con il camion kamikaze, lo step successivo (soprattutto la parte con gli Scavangers) mi sembra davvero molto un’incognita per essere parte di un piano che doveva tecnicamente essere a prova di bomba. E invece un semplice stratagemma di Eugene (che nonostante “la donna grassa”, ovvero il furgoncino con le casse stereo, fosse apparentemente il piano d’emergenza di default in caso di accerchiamento del Santuario da parte dei vaganti ci mette tipo sette mesi a escogitare un cavolo di aeroplanino con lettore mp3 incorporato) fa tanaliberatutti e, ancora più incredibile per me, dopo giorni e giorni di assedio, con scorte e risorse limitate e razionate (giusto un paio di settimane fa si era detto che, se non si trovava una via d’uscita, ai Salvatori sarebbero rimasti solo due o tre giorni di resistenza), nel momento stesso in cui i Savior riescono a evadere ribaltano la situazione intercettando tutti gli schieramenti dei nostri in un nanosecondo e con nonchalance. Non dico che non ci sia stata assolutamente tensione nelle sequenze in cui i Salvatori stringevano nuovamente il cappio attorno alle comunità di Alexandria, Hilltop e the Kingdom, ma penso si sia sentita la mancanza di un passaggio intermedio: vediamo il camion kamikaze di Daryl schiantarsi contro le mura esterne del Santuario, vediamo Rick non molto dopo arrivare e vedere un cortile quasi deserto e, all’inizio di questo episodio, tra i vari primi piani sofferenti appare… il ghigno di Negan in auto verso la sua nuova destinazione?! Ho avuto una reazione tipo “Wait, what?”. È stato un po’ confusionario, va bene lasciare qualcosa all’immaginazione ma ho trovato skippare direttamente sul post-liberazione dei Savior non tanto un buon spingere sull’acceleratore e farci vedere direttamente quello che ci interessa, quanto piuttosto levarsi da una situazione spinosa a livello narrativo semplicemente voltando pigramente pagina. Per questo il voto all’intero background di questo principale filone narrativo dell’episodio è giusto una sufficienza… il + motivato dal fatto che, come dicevo poco più su, perlomeno un po’ di tensione in tutto questo c’è.

Andiamo ora nel dettaglio di alcuni personaggi:

Maggie e l’occhio per occhio – voto: 7 e mezzo

Mi piace il risvolto badass dato a Maggie e la sua risolutezza, il consegnare tutte le armi a Simon (Dio quanto odio quella patetica versione di Negan dei poveri!) e accettare un’apparente sconfitta solo per non far ammazzare il povero Jerry (a cui invece voglio tanto bene anch’io), per poi precipitarsi a casa, ammazzare un Salvatore prigioniero a caso come vendetta e spedirlo in busta chiusa al mittente con tanto di messaggio sassy sulla cassa da morto. Non le do di più solo perché, al di là dell’indiscutibile tostaggine delle azioni, non so bene dove porterà questo colpo di testa apparentemente poco ragionato se non a ulteriori casini.

Il Re che torna a sorridere – voto: 8

Dopo diversi episodio più o meno giustamente a piangersi addosso, Ezekiel trova finalmente di nuovo la sua vitalità e sceglie di immolarsi per liberare tutti i suoi “sudditi”, lasciandoli poi alla guida fidata di Carol mentre lui si chiude dentro insieme ai Salvatori che sono venuti a prelevarlo. Ho tendenzialmente fiducia nel personaggio di Ezekiel, specialmente dopo “Some Guy” so che può regalarci emozioni nel contesto giusto, quindi voto positivo sulla parola.

Rick che rimane perlopiù ai margini – voto: non qualificato

Non me la sento di giudicarlo perché l’abbiamo visto davvero poco in questo episodio in relazione ad altri personaggi che hanno uno spazio più prominente, dico solo che tra il vedere il suo piano sconquassato senza avvisaglie, gli Scavengers per la cui alleanza si era fatto un mazzo così filarsela in tempo zero mentre lui quasi diventa un colapasta, il ritorno a una Alexandria distrutta, le mazzate prese da Negan e la scoperta che presto gli morirà il figlio gli avrei dato un buon voto e una solidale pacca sulla spalla solo per pietà verso un uomo che in solo un episodio è diventato l’emblema del #mainagioia che caratterizza gran parte di questa serie. Che il flashforward di lui con gli occhi gonfi di pianto che abbiamo visto nella premiere non si riferisca, a questo punto, alla futura dipartita di Carl?

Enid, Aaron e le terribili prime impressioni – voto: 7-

Anche qui, sono stata fin troppo buona perché tra Aaron che si dev’essere rincretinito per via del lutto e Enid che è ancora abbastanza una ragazzina e per di più con la brocca non c’è mai stata completamente, arrivano perle di genialità che scansate proprio: tornare a Oceanside, la comunità che si è vista prima tradire da Tara e poi requisire tutte le armi per la lotta ai Savior, con una borsa piena di sogni e oh, guarda, un camion di liquori, apprezzeranno sicuramente, d’altronde l’educazione vuole che quando si va a casa di qualcuno si “bussi con i piedi”. WTF?! Ho alzato il voto dalla sufficienza perché Aaron mi fa ancora tenerezza nel suo dolore e perché il finale con la vittima accidentale proprio tra le fila delle donne di Oceanside (non vorrei sbagliarmi al buio ma mi sa che era proprio la capa) mi ha fatto quasi ridere per la sfiga, ma di per sé il roadtrip non mi sembra abbia né capo né coda… così come gran parte dello step 2 del piano di Rick, come dicevo in introduzione: molto lancio della monetina e fingers crossed.

La buona azione della settimana di Eugene – voto: 7 (solo per l’exploit)

Non che quell’ammasso di inettitudine che cammina avrà mai il mio perdono assoluto (e al suggerimento di Gabriel di riportarselo dietro ero lì che urlavo “Noooo, non ci provate, lasciatelo a marcire lì!!!”), ma il solo gesto di aiutare finalmente il medico a tornare da Maggie (come Gabriel aveva deciso che fosse suo compito di imposizione divina) vale la piena sufficienza… e anche qualcosa in più perché la sofferenza morale in cui lo vediamo arrovellarsi è per me un piacere da guardare e un balsamo per l’anima.

La perfetta sterzata di Dwight – voto: 8+

Ok, lo sapete ormai, sono abbastanza di parte con Dwight, nonostante il suo passato si sta dimostrando un buon alleato per i nostri e sta lottando per la giusta causa dall’interno, quindi prendendosi il rischio più grosso. Ho apprezzato il modo in cui ha con sottile astuzia accomodato le esigenze dei nostri sopravvissuti in fuga da Alexandria, ha portato il resto dei Salvatori tra le loro grinfie e si è poi personalmente aggregato alla raffica di colpi nella loro direzione… peccato che questo l’abbia anche fatto sgamare e per questo ora non possa tornare indietro. Comunque, ribadisco, un personaggio dallo sviluppo interessante per tutta la prima parte di stagione.

Negan che si ricorda che non è solo un villain da fumetto – voto: 8

È uno stronzo, senza se e senza ma, e spesso in passato avevo puntualizzato che si stava rischiando di trasformarlo nella parodia di se stesso. Per carità, il Negan della graphic novel non è che brillasse per eloquenza, ma una volta dato il personaggio in mano a un interprete come Jeffrey Dean Morgan è un vero peccato non vedere qualche sfumatura in più. Per questo gli do un bell’8 pieno (forse meriterebbe di più per l’episodio singolo ma ricordiamo che è uno stronzo e quindi no): vederlo oscillare tra il ghigno sornione mentre è in viaggio alla quasi approvazione nei confronti di Carl (la sua predisposizione spesso tendente all’ammirazione verso il ragazzo è la mia parte preferita), alla disgustata disapprovazione nello scoprire che gli abitanti di Alexandria si stanno in realtà dando alla fuga alle sue spalle e alla spietatezza nuda e cruda con cui più tardi si azzuffa con Rick… un interessante ventaglio di espressioni ed emozioni che esulano dal solito, ripetitivo monologo infinito infarcito di arroganza e scurrilità (può gasare solo per un numero limitato di volte).

La riscossa di Carl – voto: 8 e mezzo

Ho apprezzato il suo pensiero lucido nel dare direttive a tutti ad Alexandria su come evacuare il posto nei soli tre minuti di tempo dati da Negan ai cancelli per arrendersi, e poi presentandosi lui stesso all’ingresso per distrarre i nemici ancora un po’, giocando un po’ sul soft spot che Negan sembra avere nei suoi confronti ma, soprattutto, offrendosi come capro espiatorio (scopriamo sul finale che oltre a coraggio e determinazione c’è dell’evidente rassegnazione in questo gesto). Carl non è mai stato uno dei miei personaggi preferiti, confesso anzi che nelle prime stagioni se la batteva con Lori e Andrea per la coppa di personaggio più odioso dello show, ma come dicevo all’inizio di questa stagione sto apprezzando la sua evoluzione, il suo diventare un uomo slegato dal pensiero spesso unilaterale di suo padre, che sa fare le sue scelte autonomamente, sa difendersi e sa organizzare strategie su due piedi per difendere anche altri… proprio per questo mi dispiace che a quanto pare l’unica scelta oggettivamente di merda fatta in questa prima parte di stagione (avventarsi con il suo nuovo amico ad ammazzare zombie random perché la madre di quest’ultimo voleva così) ma comunque dettata dal desiderio di dare spazio alla speranza che Rick stava invece barricando fuori si rivelerà probabilmente fatale per lui (e se non lo sarà avremo la prova finale che TWD ha un double standard e ci sta prendendo allegramente per i fondelli). Che Carl piaccia o no, la sua presunta futura dipartita avrà un impatto notevole sul gruppo, come poche altre morti di recente, e anche se non muore fisicamente al termine di questo winter finale la scoperta con cui ci lascia il tiepido cliffhanger ha comunque l’effetto, almeno per me, di creare il giusto livello di aspettativa e, sì, in fondo anche tristezza, perché per il percorso promettente che Carl stava intraprendendo questo è un risvolto ingiusto. Non che il mondo di TWD sia mai stato farfalle, unicorni e arcobaleni…

Bonus montaggio depresso:
Il ritorno della sequenza di wannabe-intensi primi piani dei nostri protagonisti come nel secondo episodio (ho però controllato, la regia è diversa… è solo che evidentemente a qualcuno nella writer’s room dev’essere sembrata un’idea geniale e di classe e l’hanno voluta reiterare).

Bonus umorismo involontario:
Due ore a convincere i morti de fame della discarica a seguire Rick verso il Santuario solo per poi vederli scappare a gambe levate alla prima scarica di proiettili vaganti, senza neanche l’accenno a un grido di ritirata, proprio così come se fosse scontato. Io ancora rotolo al pensiero…

Biggest wtf dell’episodio:
Lo riassumerò con una gif

…cioè, Rick sbatte a terra Negan, si ritrova Lucille tra le mani e il suo avversario indifeso sotto i piedi e che fa? Lo colpisce di manico. LO. COLPISCE. DI. MANICO.
Basta, io me ne vado… ritirerei il non qualificato di Rick per dargli invece una nota di demerito se non sapessi che c’è sotto lo zampino allungabrodo degli autori!

 

Spero di non essere stata troppo lapidaria in alcuni giudizi, ad ogni modo aspetto come sempre di aprire una discussione con voi qui sotto nei commenti sia che siate o meno d’accordo e, se la pensate diversamente, ditemi cosa per voi funziona e a cosa invece avreste dato un voto più basso.
In attesa del ritorno di TWD il 25 febbraio vi ricordo di passare dai nostri amici di

The Walking Dead ITA
Andrew Lincoln Italy
Jeffrey Dean Morgan Italia

per rimanere sempre aggiornati sullo show e i suoi interpreti nell’arco di questa lunga pausa invernale.
Alla prossima e buone Feste!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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