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The Walking Dead | Recensione 6×12 – Not Tomorrow Yet

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The Walking Dead | Recensione 6×12 – Not Tomorrow Yet

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“Not Tomorrow Yet” è un episodio nettamente diviso in due parti: l’una più riflessiva e attenta ai personaggi e l’altra dedicata all’azione pura. E, neanche a dirlo, è quest’ultima la meglio riuscita. Prima di decidere di attaccare i Saviors, i nostri hanno una serie di interazioni e chiarimenti che sfociano nel massacro degli uomini di Negan ma, sfortunatamente per loro, la combriccola di questo temuto malfattore è molto più grande del previsto.
L’episodio si apre con Carol che, sotto l’aria da perfetta casalinga intenta a distribuire biscotti, è in realtà una combattente che cova un grande senso di colpa per la morte di Sam e sfoga la propria impotenza fumando e lasciandosi andare ad un bacio casuale con uno degli abitanti di Alexandria. Carol è stata molto messa da parte in questi ultimi episodi, ed è un peccato visto che il suo è uno dei nty1personaggi meglio riusciti dello show; partita come casalinga indifesa, è diventata una sorta di Rambo, l’unica nel gruppo in grado di prendere decisioni impopolari: lei prima di Rick è diventata una macchina da guerra che non si ferma davanti a nulla. Spiace quindi averla vista relegata a dire quattro battute ma il fatto che in questo episodio sia stata più presente lascia ben sperare per i prossimi e anche temere che gli autori stiano preparando il terreno per una sua eventuale dipartita.
Per continuare sul filone descrittivo-psicologico, l’altro grande protagonista è Abraham, che trova il coraggio di lasciare Rosita cianciando le solite assurdità (vien voglia di chiedersi che male abbia fatto il rosso per meritarsi le battute peggiori!) e fornendoci l’ennesima sentimentalata della stagione: ultimamente The Walking Dead sta premendo l’acceleratore sulle love stories ma il problema è che non sono state ben costruite, e quella di Rick e Michonne ne è l’esempio lampante. Per non parlare poi del bacio di Carol o del colpo di fulmine tra Tara e la dottoressa Denise…
La seconda parte dell’episodio, invece, è decisamente migliore della prima: tralasciando la trovata di portare una testa di walker spacciandola per quella di Gregory (un’impresa ovviamente ardua compiuta in una manciata di orette, seriously?), la rocambolesca missione dei nostri è stata ben orchestrata e ha lasciato col fiato sospeso per tutta la sua durata. Una volta tanto il piano di Rick aveva un senso: certo era molto rischioso ma è comprensibile che lo Sceriffo abbia deciso di attaccare e massacrare dei possibili avversari dopo tutte le disavventure che sono capitate in passatonty a lui e ai suoi per colpa degli sconosciuti. The Walking Dead, ricordiamolo sempre, è un racconto sulla sopravvivenza e sull’essere umano prima ancora che una “serie sugli zombie”: purtroppo gli autori non hanno saputo tenerlo sempre a mente e hanno realizzato un prodotto qualitativamente molto altalenante, che ha visto nelle prime due stagioni il proprio picco creativo.
“Not Tomorrow Yet” si chiude con un cliffhanger più o meno inaspettato: i nostri sono tenuti di mira da altri sgherri di Negan che hanno anche rapito Carol e Maggie. Era chiaro che Negan sarebbe comparso a breve per avere vendetta ma era arduo immaginare che i nostri non sarebbero neppure riusciti a gioire un attimo per la missione compiuta e a godere di un po’ di pace. Ma questa, si sa, è l’apocalisse!

Vi lascio con il promo del prossimo episodio:

https://www.youtube.com/watch?v=5YhCgAp6io0

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