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The Walking Dead | La Breckenridge parla dei suoi demoni e della grande scena di Jessie

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The Walking Dead | La Breckenridge parla dei suoi demoni e della grande scena di Jessie

 

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SPOILER ALERT: Continuate a leggere solo se avete già visto l’episodio di questa domenica di TWD!

Invasione! Una giornata pacifica ad Alexandria si è trasformata in un sanguinoso caos nell’episodio di questa domenica di The Walking Dead: i Wolves hanno superato le recinzioni della comunità e hanno iniziato a massacrare chiunque si trovasse sulla loro strada. Ma molti abitanti sono passati al contrattacco. Sicuro, ci aspettavamo di vedere Carol e Morgan in azione, ma c’è stato qualcun altro che ha finalmente liberato il guerriero che c’era in lui (lei).

La vedova Jessie si è ritrovata un intruso in cucina, e, dopo un primo momento di défaillance, si è difesa ed ha pugnalato l’assalitore. E poi l’ha pugnalata di nuovo. E ancora. E ancora. Per quanto ne sappiamo Jessie potrebbe essere ancora lì a pugnalare la povera donna. Abbiamo parlato con l’attrice, Alexandra Breckenridge, per avere la sua opinione riguardo a questo momento cruciale. Ci ha anche portato dietro le quinte di un’altra scena tra Jessie e il figlio Ron, che ha mostrato lo shock dovuto al doppio omicidio di Pete e Reg. Continuate a leggere per saperne di più.

EW: Come era l’energia tra i membri del cast mentre giravate questo episodio, visto che la cosa è tutto un vai, vai vai? 

AB: Anche solo quando stavamo leggendo il copione, prima di arrivare sul set, era spaventoso, visto come vanno le cose, con le persone nelle loro case, e poi, improvvisamente, per tutta la città si sentono delle urla. Ma ho adorato la parte di Melissa, il suo personaggio ha le palle. E’ cresciuta così tanto nel corso dello show, il suo fine è quello di sopravvivere e fare neri gli altri, ed è quello che fa tutte le volte. Sono felice che il mio personaggio ce l’abbia fatta e che, nel disperato tentativo di salvare la sua famiglia, il suo istinto di sopravvivenza si sia attivato.

Prima che scoppiasse il caos, hai questa scena molto forte dal punto di vista emotivo con tuo figlio Ron, in cucina, in cui lui ti indica come responsabile della sorte del padre. Come volevi avvicinartici? 

E’ davvero devastante. Sta cercando di avvicinarsi al proprio figlio e a parlare con lui a viso aperto. Suo padre è morto e lui è molto triste – come è giusto che sia – e lei non ha smesso di rivolgere la parola all’uomo che l’ha ucciso. E’ un adolescente, non un adulto, e non può capire il motivo di questa scelta. Pete arriva, uccide il marito di Deanna, Reg. Quindi, in quel momento, la tensione è alle stelle e si può anche capire come venga ucciso.

Ma suo figlio questo non lo capisce, e lei sa che sarà difficile spiegarglielo. Perché se fossi Ron, anche io odierei Rick. Penserei che è una persona pericolosa. Ovviamente. Ha ucciso mio padre! Ma questo è stato un momento ricco di emozioni. Austin [Abrams] è un attore davvero fantastico. Prima di questa scena non avevo avuto l’opportunità di lavorare con lui così tanto, cosa strana visto che la maggior parte delle mie scene erano con Andy. Ma lui c’è sempre stato, cosa molto piacevole per un attore.

Ho trovato particolarmente interessante le numerose pause nella conversazione, una cosa che non si vede molto spesso. Rendono la scena un po’ strana, tanto quanto una conversazione del genere nella vita reale, quando si stanno cercando le parole giuste. 

E’ una conversazione così dura, lo sai? Lei sta cercando le parole giuste, non sa come comunicare con lui. E lui è così sopraffatto. Si vogliono bene, ma le loro diverse opinioni li tengono divisi. Da attore, fai una scena in mille modi diversi e non sai cosa arriverà meglio; allora abbiamo girato la scena in molti modi diversi: con le emozioni a fior di pelle, quasi urlandoci addosso e poi l’abbiamo fatta con molte pause imbarazzanti.

A questo punto cosa prova Jessie per Rick? Ha parlato con lui la settimana scorsa per quietare le acque. Dice a Ron che sono amici. Ma cosa prova lei veramente in questo momento? 

Sotto sotto prova qualcosa per lui. Ma, date le circostanze, non sta dando molta attenzione ai suoi sentimenti. Lui l’ha, diciamo, risvegliata nell’episodio 515, quando le parla dell’abuso e lei si rende conto che è una cosa che deve affrontare. Lei l’ha evitato per così tanto tempo da non rendersi conto che era una vittima. E’ come se le avesse dato una scossa che la sveglia e lei si rende conto che deve smettere di essere una vittima, che deve rimboccarsi le maniche e, in poche parole, lottare per la sua vita.

Tutto ciò accade molto velocemente per lei – in pochi giorni deve superare la morte del marito e tutto quello che questa comporta e diventare più forte di quanto non sia mai stata, così da poter combattere per la sua famiglia e proteggere i propri figli. Allora è grata a Rick per averle aperto gli occhi, ma non pensa più a lui in maniera romantica. Le sue preoccupazioni sono: come usare una pistola, come difendersi, come diventare il più forte prossibile.

A proposito di essere forti e proteggere i propri figli, parliamo un po’ della scena in cui Jessie viene attaccata e quasi sconfitta, si rialza e semplicemente inizia ad accoltellare l’intruso, senza sosta – anche dopo che questa donna è morta. E’ chiaro che si stia sfogando. Che succede?

Oh si! Dopo tutto quello che è successo e con tutte quelle emozioni che si è tenuta dentro per così tanti anni… semplicemente si sta sfogando su quella donna. Credo sia evidente che le scatta semplicemente qualcosa nel cervello. Per lei c’è solo “Non mi lascerò abbattere, sopravviverò. Diventerò una guerriera”.

Raccontami un po’, come è stato girare la scena?

E’ stato molto divertente. Gli stunt che abbiamo dovuto fare, e tutte quelle mosse, sono stati davvero divertenti, e la ragazza contro di me – è stata così fantastica, è stato un piacere lavorare con lei. A volte hai quei momenti in cui puoi lasciare andare il demone che c’è in te mentre reciti. Quindi, in quel momento, mi son presa conto che potevo liberarmi delle mie frustrazioni e che questo avrebbe reso la scena ancora più potente. C’è molto di me anche.

Quando, esattamente, ti hanno urlato “stop”?

Non me lo ricordo. Quante volte l’ho colpita esattamente? Vediamo… Una, due… Non lo so, forse 10 volte?

Tantissime!

Vero. Il numero di colpi era predeterminato. E poi l’ha colpita alla testa. Ma era tutto già deciso. Non è che stavo urlando addosso a questa ragazza stesa a terra. Mi sono detta “Ok, la accoltellerai tot volte e poi è finita.”

Quali parti della scena hai potuto girare tu stessa e per quali lo stunt team ha preso il tuo posto?

In verità ero io per quasi tutta la scena. Il mio stunt double ha preso il mio posto in alcune delle riprese a campo lungo, ma ho fatto tutto il resto, le scene in cui cado a terra e vengo spinta contro al mobile. Quasi tutta la scena di lotta. Quindi quando sono caduta a terra, l’ho fatto per un paio di volte in realtà.

Ti sei scaldata picchiando i muri o emettendo dei grugniti come fa Andrew Lincoln prima di girare le sue scene? Cosa hai fatto tu?

Per questa scena in particolare, ho scelto una parte di me che è insicura e che non volevo più. Sapete, quella vocina che ci dice che non siamo bravi abbastanza e che ci rende insicuri. E ho scelto quella donna per rappresentare quella parte di me, quindi quando ho iniziato ad accoltellarla, stavo cercando di uccidere quella vocina dentro di me. Cambia tutte le volte. Scelgo cose diverse in base alla scena. Se non trovo qualcosa che mi ispiri in quella realtà, allora uso qualcosa che è dentro di me. Quindi è sempre diverso. Ma per questa specifica scena è stata davvero una grande parte di me che volevo eliminare. Io e Jessie stavamo facendo la stessa cosa in quel momento, o così penso. Entrambe stavamo uccidendo quella parte di noi stesse.

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Valentina, classe 1991. Da piccola il suo appuntamento quasi-fisso era con Young Hercules e Xena L’addiction però è arrivata più avanti, con Lost. Ricorda un momento preciso, come un colpo di fulmine: accende la tv e appare un gruppo di persone a lei ancora sconosciute, una ragazza bionda prende la mano di un ragazzo e poi un’asiatica esclama: “Boat, Boat!”. Ecco, quello è stato IL Momento. Dopo aver recuperato telefilm che le erano inspiegabilmente sfuggiti (Buffy in primis) inizia a guardare un numero sempre crescente di serie tv, vecchie e nuove, (tanto i network “risolvono il problema" facendo stragi e cancellandone una buona percentuale) e ad affezionarsi, sempre e comunque, a quei personaggi destinati a tirare le cuoia nei modi più assurdi e dolorosi. Per ora fa la spola tra Gotham City e l’Enchanted Forest, tra il Seattle Grace e Central City, tra Baltimora e il salotto di Freddie e Stuart… Ma è sempre alla ricerca di nuove destinazioni.

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